Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza. Per ragioni di spazio non si pubblicano più di due testi per autore. |
In questo numero testi di (in ordine alfabetico con link all'autore): Massimo Acciai, Maria Chiara, Lorenzo Carpentiero, Francesco Felici, Altèro Lupo, Luca Mori, Miklós Rödzsjer
SEGRETI DI
PULCINELLA
Siete vento freddo,
ma nessuno deve scoprirlo,
vendete la luce solare attraverso
gli alberi per mantenerli caldi,
in tonalità pacifiche di verde.
Tuttavia nella nerezza della mia mente
la famiglia platonica,
un applauso della mano,
colpisce una barretta nel giardino zoologico,
perforato l'orologio d’argento
nella roccia dorata.
Sono perso in un sottopassaggio,
intuisco il tempo perso.
C’è un uomo che guarda uno scomparto.
ma nessuno deve scoprirlo,
io sono indietro ancora.
Ritenete le ceneri
dal fuoco che li ha mantenuti caldi.
La relativa comodità sparisce,
è suscettibile
attraversa per ripartire
effettua uno studio sulla disperazione,
uno ha troppe
tendenze schizofreniche,
le mantiene in conservazioni
complicate.
M. Acciai
Firenze, 20 agosto 2001
DONNA TARTARUGA
Vieni piccola
Togli la corazza
Arriva la lattuga
Non ti basta
Ce n’è dell’altra
Ma non ti accontenti
Mai.
Se tu fossi come una tartaruga
Sarebbe facile,
invece troppe complicazioni.
Devi essere così e cosà
Mi vai bene
Ma non mi piaci
Preferisco i baci.
La donna no
Meglio la tartaruga.
(però la tartaruga non ti fa le cosine)
L. Mori
Firenze, 16 giugno 2002
P.ZZA DELLA REPUBBLICA
E’ tutto un via vai,
prima era antica
poi l’hanno rifatta
che meraviglia!
Le luci
La libreria è sempre bella
La vita splende
I bar ci sono
delle grandi caffetterie
e ci sono pure le pasticcerie.
Marinetti direbbe:
“mica male
questa piazza del futuro.”
I futuristi sono tornati
forza poeti, scrittori,
artisti all’arrembaggio,
le Giubbe Rosse vi aspettano.
Movimentiamo la città
e vinciamo la nostra guerra
contro il piattume del tempo
e rinnoviamo il mondo con i nostri gesti
che fanno di Firenze il centro della cultura
perciò forza avanti non abbiate paura!
L. Mori
VERA
Sola
non ho paura
di darmi un addio mancante
sono ancora vera
le luci accese per presenza
per confondere la mia decenza.
Maria Chiara
NUDO
Parlo di parole tristi
andate a risplendere
nel sacco di silenzio
nudo col vento contro
ascolto...
Maria Chiara
Masticavi esalazioni di fumo
che volendo risolve
vedendo ardere davanti
sembrava di essere integri
A volte però parlavi di un soffio
disperdere la cenere
lontano
Lorenzo Carpentiero
TUO BAR PORTUALE
Romanticismo retrò
Romanticismo sul metro
Ponendomi il perchè
del berretto dei ferrovieri
Nel lento fumare ormai
la cenere in fondo
Quante navi hai visto
partire da quel molo
Scopri che a distanza
si è imparata la stessa canzone
nel gelo del tuo bar portuale
Non riuscire a tornare dall' isola
Fermarsi è ricominciare
Ormai cambiamo la pelle
che a squame si stacca
Lorenzo Carpentiero
Oggi ti ho persa un’altra volta,
al mio risveglio te n’eri andata,
così, senza un motivo.
Oggi ti ho persa un’altra volta,
eppure, nel sogno,
dicevi di amarmi.
Francesco Felici
Trondheim, 2 novembre 2002
ERO UNA GALASSIA...
Ero una galassia accanto a te,
rigogliosa di pianeti palpitanti d’azzurro,
di soli diurni e notturni rotanti nel cosmo,
di ponti sfolgoranti arancio, azzurri, verdi, fuxia,
di lune pastose di caramello stellare, rotonde perfette,
letto sublime per l’anima in festa.
Sono una galassia senza te.
I pianeti in rovina son sfere deformi,
sfere-mummia indurite di grinze giallognole,
contratte a morte sui loro scheletri imporriti.
I soli diurni e notturni son grumi enormi coperti di muffa,
non c’è più diurno, non c’è più notturno
ma solo putrescenza arida e immobile, immobile.
I ponti sfolgoranti si son fatti impetuosi fiumi di ragnatele,
ragnatele-uragano dirompenti e travolgenti d’immobilità.
E d’immobilità si son schiantate le lune,
i loro frammenti sospesi e murati nel cosmo-cemento,
maciullati e dilanianti dal silenzio.
In preda alla furia morta della galassia inutile,
l’anima senza letto, contratta ormai in un grumo muto,
vaga e rotola folle nell’immobilità,
divorando alla cieca tonnellate di ragnatele.
Francesco Felici
Pisa, 15 settembre 2002
SONETTO 1
Francesca, dolci e ricci hai i capelli,
assai graziosa è la tua bocca,
ancor di più mi sembrano sì belli
gli occhi tuoi. Ah, beato a chi tocca
lo sguardo e il cuor sincero che anelli
incatenati insieme tengon; sbloccan
la timidezza altrui i tuoi novelli
sorrisi appen coperti da una ciocca
ribelle. Quel visetto sorridente,
che ispira solamente una fiducia
sincera d'una che mai, certo, mente
e mentre parli d'un error che brucia
in te ovunque, non condanna niente,
perdona, ché ha nemica la Sfiducia.
Miklós Rödzsjer
16/III/2003
Anche le poesie
hanno due genitori:
per padre un cuore
per madre una ferita.
Esse le illuminano
però poi non figliano.
Altèro Lupo
ottobre 1994