ANTOLOGIA POETICA
DI SEGRETI DI PULCINELLA (2003-2005)
1.
Sciarada
di Massimo Acciai
2.
‘O fiore ‘e ll’amicizia di Daniela Adamo
3.
Stropoesia
di Roberto Balò e Lorenzo Capanni
4.
Ballata del
marinaio di Monia B. Balsamello
5.
Fluttuante
alternanza... di Marco Barbieri
6.
Frammenti
di Marco Bazzato
7.
Amicizia
di Maria Chiara
8.
Non sarò di
nessuna di Francesco Bellini
9.
Insofferenza
di una chiocciola di Daniel Bosco
10.
Elogio di una
speranza di Adriana Buccoliero
11.
C’è un
guado... di Francesco Camerini
12.
Estro di Fabiano Campo
13.
Una rete
infinita di Andrea Cantucci
14.
Fra aria
di Lorenzo Carpentiero
15.
Stella di
Giorgio Casini
16.
Per parlare
alla coscienza di Silvia Castracani
17.
Andiamo dove
si congiungono i treni di Rossana
D’Angelo
18.
Un addio...
di Corrado De Bonis
19.
‘Na
fotografia di Dario De Lucia
20.
Non chiedermi
di Iranna De Meo
21.
Il Tuo
Sorriso Sulla Pelle di Francesco
Felici
22.
Estate di
Angela Gaivani
23.
A colei che è
lontana di Luca Gandolfi
24. 04/09/’04 di Gabriella Garofalo
25.
Riccioli di
ebano di Giada Guglielmi
26.
Plumbea luce
di Francesca Leto
27.
De inutilitate
poetandi di Altero Lupo
28.
Solo così
di Filippo Mammoli
29.
Rinascita
di Nina Maroccolo
30.
Il Gesto
di Antonio Messina
31.
Donna
tartaruga di Luca Mori
32.
È già ieri
di Francesco Nardini
33.
“bello 'r mi
Arno” di Tommaso Novi
34.
La luna a
vaste chiazze di Giacomo Occupati
35.
Non è l’amore
di Enrico Pietrangeli
36.
Colori di
Indré Pileckyté
37.
Eco di Monica Pintucci
38.
Palinsesto
di Eleonora Pinzuti
39.
Fabio di Elena Pisano
40.
La guerra è
alle porte... di Claudio Pitzianti
41.
Ho visto
stralunare le cicale... di Marina
Pizzi
42.
Fosti un
vento testardo di Alberto Presutti
43.
Sul monte Rodope
di Davide Riccio
44.
Il circolo
del cucito di Marco Simonelli
45.
Nei mattini
più gelidi... di Ilaria Sassi
46.
In quel luogo
di Omar Soffici
47.
Zeroazero
di Antonio Sofia
48.
Grazie di
Luciano Somma
49.
Giustizia
di Vessela Lulova Tzalova
50.
I troni di
Liliana Ugolini
51.
Sinteticamente
di Stefano Wulf
52.
Il tuo tutto
di Angelo Zabaglio
MASSIMO ACCIAI
Massimo Acciai
nasce a Firenze il 9 aprile 1975. Si laurea nel 2001 in Lettere con una tesi
dal titolo “La comunicazione nella fantascienza”. Ha svolto attività di
grafico e impaginatore presso le Edizioni TIERRE, a Firenze, ed è attualmente
caporedattore presso l’Indire, redattore di Nova Sento, organo della
IEJ (Gioventù Esperantista Italiana) e coredattore de “L’esperanto”, organo
della FEI (Federazione Esperantista Italiana). Ha pubblicato articoli sulla
cultura esperantista, poesie e racconti su antologie di concorsi letterari e
vinto premi di narrativa a livello nazionale. |
Sciarada
Vi prego
se cerco di sedurvi
resistete in schemi di plastica
e il bambino sarà senza artigli.
Venezia Mestre-Firenze, 20 luglio 2005
DANIELA ADAMO
Nata a Napoli nel 1968. Come giornalista, ha collaborato (dal 1991 al 1998) con
vari testate della Campania e con un’emittente privata napoletana,. Dal 2000,
dirige il periodico "Proposte di
classe". Nella sua carriera giornalistica, si è occupata
prevalentemente di spettacolo – intervistando notissimi personaggi, occupandosi
di recensioni di spettacoli e di scuole di spettacolo. Negli anni ’90, ha scritto una decina di racconti. Dal 1986 ad oggi, ha
scritto, all’incirca, 370 poesie…
Nel 1997, ha completato un romanzo,
intitolato "Di realtà e fantasia". |
Quanno ddoie persone
se ‘ncontrano e se capisciono
piantano ‘nu semariello
int’ ‘a ‘na piantulella.
Cu tanta accurtenza, po’,
‘nnaffiano stu seme,
ca chianu chianu germoglia
e addiventa ‘nu fiore,
che po’ cresce… cresce
e addiventa sempe cchiù gruosso!
‘Na vota uno, ‘na vota n’ato
e ‘na vota ‘nzieme,
‘e duie
nun ‘a smettono mai
‘e ‘nnaffià’ stu fiore,
pecchè si no more!
Stu fiore
se chiamma amicizia…
Io e te piantajemo
stu fiore
tantu tiempo fa…
Era addiventato troppo bello,
l’invidia ‘e tant’ati fiori!
Po’, a nu certu mumento,
‘o fiore nuosto
tu nun l’he ‘nnaffiato cchiù…
Io sì,
c’aggio dato tanta acqua,
assai cchiù ‘e chella
ch’essa dovuto,
ma nun è bastata!
Accussì oggi
è rimasto sulo ‘o stelo,
senza foglie e senza cchiù vita.
‘O fiore è muorto!
E nun te riendi conto
ca pe quacche goccia d’acqua
e ittato int’ ‘a munnezza
‘nu miracolo d’ ‘a natura!
Quando due persone
si incontrano e si capiscono
piantano un semino
in una piantina.
Con tanta accortenza, poi,
innaffiano questo seme,
che piano piano germoglia
e diventa un fiore,
che poi cresce… cresce
e diventa sempre più grande!
Una volta uno, una volta l’altro
e una volta insieme,
i due
non la smettono mai
di innaffiare questo fiore,
perché se no muore!
Questo fiore
si chiama amicizia…
Io e te piantammo
questo fiore
tanto tempo fa…
Era diventato troppo bello,
l’invidia di tanti altri fiori!
Poi, a un certo momento,
il nostro fiore
tu non l’hai innaffiato più…
Io sì,
ci ho dato tanta acqua,
molto di più di quella
che avrei dovuto,
ma non è bastata!
Così oggi
è rimasto solo lo stelo,
senza foglie e senza più vita.
Il fiore è morto!
E non ti rendi conto
che per qualche goccia d’acqua
hai gettato nell’immondizia
un miracolo della natura!
ANDREA CANTUCCI
Andrea Cantucci nasce a Firenze nel 1968 e comincia a
dedicarsi all’arte alla fine degli anni '80, come autore di fumetti; dal 1992
al 1998 ha fatto parte dell’associazione di fumettisti fiorentini "Il
Tumulto dei Ciompi" con cui ha realizzato varie mostre e pubblicato
un paio di fanzine, fondendo spesso la poesia con l’illustrazione.. Nel 1996
è stato uno dei membri fondatori del C.U.E.A.
(Centro Umanista di Espressione Artistica). Dal 1998 studia recitazione con
Rita Lusini, sotto la cui regia ha interpretato le poesie di Dino Campana
e la commedia "Il Rinoceronte" di Ionesco, al Teatro Studio
di Scandicci. Dal 2000 tiene regolarmente dei corsi di fumetti e di
disegno in collaborazione con il C.U.E.A. |
UNA RETE INFINITA
Una rete infinita delimita il campo
nel quale la vita passare dovrà.
Chi vuole fuggire non troverà scampo.
Chi non vuol morire rimanga al qua.
Una rete di ferro invisibile a tutti
a cui sempre mi afferro e che mai cade giù,
ostruisce il passaggio e protegge quei frutti
dei quali l’assaggio per tutti è tabù.
Una rete intrecciata con fine ignoranza
è stata innalzata da santi e da re,
perché nessun abbia l’ardita arroganza
di romper la gabbia e pensare da sé.
Una rete di sangue percorre la Terra,
in cui ancora langue chi è in schiavitù.
Non basta la pace, non serve la guerra,
finché il servo tace la sua servitù.
Una rete infernale impossibile a aprirsi
trattien l’animale che fingere sa
d’avere vissuto e di divertirsi,
se anche ha perduto la sua libertà.
Una rete di vile apatia e indifferenza
circonda l’ovile in cui vivono i più.
Il gregge ringrazia chi gli usa violenza.
La pecora è sazia e non chiede di più.
Una rete infinita conduce ai macelli
e un’unica uscita si vede al di là.
E’ questo l’inferno dei candidi agnelli,
fedeli in eterno a chi li sbranerà.
LORENZO CARPENTIERO
Nasce a Milano nel 1983. Presto si trasferisce a Firenze
innestando elementi girovaghi (che diventeranno caratteristica
esistenziale inestirpabile) su quei pochi anni ciechi di nebbia. La sua
esperienza è caratterizzata dalla continua ricerca, dal quasi
sistematico trovare/volgersi altrove che lo porta ad attività varie.
Letteratura, politica, musica, scautismo, socialità. Vince premi in
ambito letterario e filosofico-politico, partecipa a seminari nazionali
e internazionali sul futuro dell' Europa, a numerosi incontri
di poesia conoscendo vari gruppi artistici con cui collabora con scambi e
letture in Caffè letterari. |
FRA ARIA
Soffio
impetuoso
spegne
scintille
d' odio
bavose
travolge
inquietudini
frapposte
scardina
chiavistelli
ruggenti
Graffio
canoro
nella
notte
Carezza
librata
libera
ROSSANA D’ANGELO
Rossana D’Angelo, nata a Roma il 13 settembre 1964. Coltiva la
passione per la poesia e la letteratura, dall’adolescenza; è iscritta alla
Facoltà di Lettere e Filosofia, della Sapienza di Roma. Ha conseguito il
Diploma di Giornalismo e Scrittura Narrativa, acquisito per corrispondenza,
tramite la rivista Storie; ha collaborato con giornali di quartiere
tramite pubblicazione di articoli, poesie, racconti. In occasione di due
premi di poesia ha conseguito due menzioni speciali. È redattrice della
rivista online Segreti di Pulcinella dal 2005. |
Andiamo
dove si congiungono i treni
la dove è nato
il nostro miracolo.
DARIO DE LUCIA
Nasce nel 1978
anni. Dopo aver vinto numerosi premi ai concorsi fatti a scuola, decide di
scrivere un libro di poesie pubblicato in 100 copie nel dicembre 2003 solo per parenti ed
amici. Il libro, comprende 14 poesie in lingua italiana e napoletana che
vengono portate a teatro da un amico regista, Pasquale Sannino. |
Na fotografia
Dinto ‘a na fotografia,
‘o tiempo d’aiere,
‘a faccia assaie allera,
addò mille pensiere,
nun avevo che ne fà.
Quanno st’uocchie assai belli,
te pigliaino ‘o core,
quanno facevo l’ammore,
senza maie me stancà.
Quanno niente ‘e nisciuno,
me nquitava paura,
quanno ‘o niro cchiù scuro,
nun me faceva tremmà.
Quanno cu nu sorriso,
fatto ‘e ciente riente,
quanno st’uocchie ammaliante,
tutte ‘e femmene facevo nnammurà.
Mo sto’ cca,ca te guardo,
sulo dinto ‘a na stanza,
addò n’ombra sultanto,
da paura me fà tremmà.
Scurdate de figlie,
e da ‘o munno sane,
addò è sulo sta’ fotografia,
ca me fa cumpagnia.
Una Fotografia
In una fotografia,il tempo di ieri,
il viso molto allegro,quando di mille pensieri,
non avevo che farmene.
Quando questo occhi molto belli,ti presero il cuore,
quando facevo l’amore,senza mai stancarmi.
Quando niente e nessuno,mi metteva paura,
quando il buio più nero,non mi faceva tremare.
Quando con un sorriso,fatto di cento denti,
quando questi occhi ammalianti,tutte le donne facevo
innamorare.
Adesso sono qua che ti guardo,
solo dentro una stanza,dove un ombra soltanto
dalla paura mi fa tremare.
Dimenticato dai figli,
e dal mondo intero,
dove è solo questa fotografia,
a tenermi compagnia.
Poesia e traduzione in italiano di Dario De Lucia
FRANCESCO FELICI
Francesco Felici nasce a Pisa
nel 1968; laureato in lettere, poliglotta, appassionato di musica country,
suona la chitarra classica e acustica, il mandolino (pare intenzionato ad
imparare anche il sassofono), scrive canzoni, poesie e racconti, è esperto di
lingue naturali ed inventate, ha girato mezzo mondo trascorrendo gran parte
della sua vita all'estero, impossibile elencare tutti i suoi interessi e le
idee partorite dalla sua mente vulcanica, mai in stato di quiete.
|
Il Tuo Sorriso Sulla pelle
Mi sento il tuo sorriso sulla pelle,
lama onirica saettante nell’azzurro,
che della pelle si fa regina
col tormento leggero del suo filo.
Ad ogni tuo sorriso implode l’universo
in un atomo metallico che mi si spara sottopelle
per riesplodermi poi dentro.
La misera barriera della pelle allora si dissolve,
e per un attimo mi fondo d’universo,
sogno saettante di me stesso,
orbitante intorno alle tue labbra.
Trondheim, 6 giugno
2003
GABRIELLA GAROFALO
Gabriella Garofalo, nata a Foggia nel 1956,vive a Milano.
Presente in numerose riviste ed antologie, ha pubblicato tre raccolte di
versi: Lo sguardo di Orfeo, Cesati
editore, Firenze 1989; L’inverno di
vetro, Edizioni dell’Arco, Milano 1995; Di altre stelle polari, Stampa SpA, Brunello(Va) 2003. |
04/09/'04
Sia luce oggi,Madre Luna,
splendidamente nera levati
di blu-cobalto ,mentre segue l'anima
insieme a te ustionando-
esigere che l'anima non arda
è chiedere al fuoco stesso
di grembo di esistenza
non più ardere, vivo, soltanto vivo
nel silenzio bianco.
INDRÉ PILECKYTÉ
Indré Pileckyté.
Diciassettenne lituana esperantista di Kaunas, sta lavorando al prossimo
congresso universale di Esperanto che si terrà a Vilnius, in Lituania, nel
2005. |
Aštru? Kaip pats tikriausias
čili :
O gal norétum lyžtelt mélynos
gaivios,
Ji tarsi métiniai ledai
gaivinantys,
saldi geltona, rūgštelna
bordo
ir, žinoma, balda beskoné,
it
dar karti karti judda
lyg
vermutas ar gilių kakava.
Sunku
nuspręst kokia yra žalia,
ji
primena man šiltą karvés pieną.
Ir
niekad nepamiršiu aš rudos.
Jos
skonis tarsi pasukų iš sviestu…
Tačiau
užvis labiausiai aš noréčiau
Pribégus lyžtelti per laumès
juostą…
Jinai turètų būti
tarsi salué ir mènuo,
lyg medžiai, krūmai,
ežerų vanduo,
ir tarsi gražios svajos,
viltys ir svajonès
su ašarų ir skausmo
prieskoniais aštriais…
Tačiau užvis labiausiai
aš noréčiau
Pribégus lyžtelti gyvenimui
per sielą
Colori
Vuoi assaggiare il rosso?
Piccante come autentico
chili?
Forse vuoi gustare il blu?
È quasi un gelato di
freschissima menta
Il dolce giallo, l’aspro
porpora,
di sicuro l’insipido bianco
e pure l’amarissimo nero
come vermut e grani di cacao.
È difficile decidere la
qualità del verde;
mi ricorda il latte caldo di
mucca,
non dimenticherò il gusto del
colore bruno,
assomiglia al siero di latte
del burro…
eppure il mio più grande
desiderio
è raggiungere e assaggiare
l’arcobaleno…
deve essere come il sole e la
luna,
quasi albero, arbusto, acqua
di lago
e forse sogno stupendo, speranza
e desiderio
con spezie piccanti di
lacrime e dolore:
eppure il mio più grande
desiderio
è raggiungere e assaggiare il
centro della vita.
MARIA CHIARA
Maria Chiara nasce a Firenze il
25 luglio 1976, attualmente è iscritta alla facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Università degli Studi di Firenze, corso di laurea in Storia. Scrive
poesie dall'età di 18 anni. |
Piove stella danzante
Non sei più solo
Sono ancora io.
Torno da te
e da sempre
ci sono.
Primavere inattese.
La notte non ti avrà
tutto per sé
perché esisto
Io.
Apro la mia
vita
per te:
amico.
LUCA MORI
Luca Mori nasce a Firenze il 28 maggio 1975. Fin da piccolino si
appassiona alle vignette; crescendo le doti artistiche hanno prevalso sulle
altre, è stato indirizzato dagli stessi professori a frequentare il liceo
artistico a Firenze per poi proseguire gli studi all'accademia di belle arti
di Firenze e poi di Carrara, specializzandosi nella scultura. Il 13 marzo
2000 è successo l'altro grande avvenimento artistico che ha cambiato la vita
di Luca Mori, un'avventura incredibile di letture poetiche a livello
regionale: Carrara, Firenze e Pisa. |
DONNA TARTARUGA
Vieni piccola,
togli la corazza,
arriva la lattuga,
non ti basta,
ce n’è dell’altra
ma non ti accontenti
mai.
Se tu fossi come una tartaruga
sarebbe facile,
invece troppe complicazioni.
Devi essere così e cosà,
mi vai bene
ma non mi piaci,
preferisco i baci.
La donna no,
meglio la tartaruga.
(però la tartaruga non ti fa le cosine)
GIACOMO OCCUPATI
Giacomo Occupati nato a Firenze
il 30 aprile 1976, appassionato di letteratura, poesia, di tutto ciò che è
surreale ed etereo. In attesa che qualcuno o qualcosa ravvivi l'ispirazione
da mettere su carta. |
LA
LUNA A VASTE CHIAZZE
18/03/96
La luna a vaste chiazze
cerchiando le mie mani
disgna tempi immemori
all’ombra del mio viso.
DAVIDE RICCIO
Davide Riccio, di origini scozzesi, irpine e normanne, è nato nel 1966 a Torino, dove vive svolgendovi dal 1986 l’attività di educatore professionale in favore di disabili e in abito psichiatrico. E’ inoltre giornalista. Ha collaborato con il quotidiano “Torino Sera” (cultura in genere, recensioni) dal 1999 al 2001 e con “La Val Susa” nel 1998 (pagine musicali) e il mensile “Oblò” (2000/2003). Dal 1994 al 2002 ha collaborato fin dal primo numero alla rivista nazionale di letteratura “Vernice” della Genesi Editrice. Ricercatore e inquirente del C.U.N. (Centro Ufologico Nazionale) tra il 1997 e il 1998, ha colaborato con alcune notate testate ufologiche. Pubblica poesie e racconti dal 1983, prediligendo antologie e riviste, e da due anni Internet. |
Sono sul monte Rodope
a
rodermi
al contorto fusto di un rododendro
sulle rive dell’Ebro,
ebbro di alcòli,
sul ciglio nero lungo di uno sguardo
il cui bilico perdo
precipite.
Ascolto la cornacchia
bianca
non più
predirmi tempo futuro caduco
e i teli ai balconi gonfiarsi
sbuffano
sbattono
a repente bufera
in volanti vele quadre.
E il muoversi di questo veliero
oltre
è il mio, immobile
di
arrembato
arenato
naufragio.
Orfeo e Morfeo
mi si amalgamano a mano a mano
in un languore pomeridiano
e dormo la grazia di questo oblio.
Che muoia ogni volta, chi ti ricorda.
MARCO SIMONELLI
Nato nel 1979 a Firenze, dove
vive. Ha pubblicato il racconto in versi 'Memorie di un casamento ferroviere
del '66' (Florence Art, Firenze, 1998), 'Notturno per grondaia e fili della
luce' (Gazebo, Firenze, 1999), 'Giorni verdi' (Lietocolle, Como, 1999). Sue
poesie compaiono sulle riviste 'L'Area di Broca', 'L'Apostrofo', 'Atelier' e
sulle antologie 'Nodo Sottile' (Firenze, Cadmo 2001 e 2002 e Milano,
Crocetti, 2003). Collabora con interventi, recensioni e traduzioni a varie
riviste e magazine online. Sito: www.marcosimonelli.net |
IL CIRCOLO DEL CUCITO
Tre vecchiette inacidite sul
sofà
che guardano annoiate la tivù.
La prima, rubiconda, con la
pezzòla in capo
sferruzza un uncinetto
sterminato.
C’è poi quell’altra al centro:
befana pesoforma, menopausata
donna
che smanetta a caso sul
telecomando.
La terza è tutta rughe, veste
in nero
comare dispettosa e
rinsecchita,
si diverte a staccare la spina
all’improvviso.
La presa fa scintille, non c’è
il salvavita,
l’impianto è antiquato.
Qualcuno è spacciato.
CORRADO DE BONIS
Ho 57 anni. Ho fatto per 35 anni il progettista alla Bridgestone (pneumatici) ed ora mi godo la vita. Aggiungo: ho una moglie bella e simpatica e due figli maschi. |
(senza titolo)
Un addio,
senza frugarmi
le tasche in cerca di ricordi
senza
riempirmi la bocca dell’ultimo bacio
un addio
chiaro , rispettoso , saggio
……………… ma io sto
dimagrendo!
Mia madre è morta,
forse piena di noia
come tutte le grandi
mamme.
Sul letto ha
lasciato una piega di pancia
e l’ombra delle
gambe
Il resto l’ha
ingoiato il freddo della vita.
Ho gli occhi secchi
!
Daniele non
ride.
:
Sono quasi cent’
anni che è malato d’amore,
come il suo
cane.
L’ho incontrato in
un cesso di strada,
era pieno di
polvere bianca e bestemmiava sua madre.
Mi ha regalato un
insetto.
DANIEL BOSCO
Nato il 28/2/1982, studia recitazione all'accademia di
cinema Rosebud di Roma, canta nel gruppo Seele Brennt di cui scrive
anche i testi delle canzoni. |
INSOFFERENZA DI UNA CHIOCCIOLA
Capita di sentirsi
esplodere
quando le giornate
passano accanto
e ci sfiorano
come il vento sfiora
quei fastidiosi
sognagli
sulle porte del
labirinto della vita
…
Non sono bravo a
combattere
quando la vita mi
urla in faccia
dall’alto del suo
cielo grigio
mi sento come una
chiocciola
che ritrae le
antenne
…
e dentro di me,
spiaggia d’angosce
rimane soltanto il
tremendo fragore di sassi
mossi da un MARE DI
GUAI…
CLAUDIO PITZIANTI
Nato a San Gavino Monreale l’11
marzo dell’1982, dove ha trascorso 21 anni particolarmente tormentati per via
del padre psicopatico. Vive tutt’ora a Cagliari dove studia e lavora |
La guerra è alle
porte
Un valido pretesto
giustifica una strage
L’astuzia dei
generali consiste nel vincere con l’inganno
Il gesto eroico è
memorabile
Verrà ricordato
Ma sarà il sangue a
dissetare il palato dei più potenti
Verrà usato di tutto
pur di tenere il nemico lontano
Saranno scardinate
porte per costruire una spada
Saranno rasate le
teste delle donne
per creare le corde
degli archi
è difficile tener
testa agli avversari
è l’unica forza che
non li fa perdere terreno
ma come le prime
foglie secche
verranno portate gi
dalla brezza
ancora il più
potente avrà il potere
il potere di vendere
i bambini come schiavi
il potere di
violentare le donne degli sconfitti
il potere di
umiliare lo sconfitto
sarà allora che la
città conoscerà la fine
verranno distrutti i
palazzi,le opere,le anime
mentre l’aratro
passera tracciando i solchi
dove verrà gettato
il sale
LUCIANO SOMMA
Nato a Napoli il 18 Marzo 1940.
Ha iniziato a scrivere versi fin dall’età di 13 anni pubblicando per 50 anni
su quotidiani e periodici specializzati. Iscritto alla SIAE come paroliere
dal 1967 ha pubblicato o inciso oltre 600 canzoni. Ha vinto centinaia di
primi premi ed è incluso in un numero indecifrabile di antologie , alcune
anche scolastiche,presente su moltissimi siti internet. Ha scritto per varie
testate giornalistiche. Si è avvicinato alla poesia per esternare ciò che
ribolliva dentro e fortunatamente la critica ha sempre accolto
favorevolmente, e accoglie ancora , i suoi lavori. Ha pubblicato una decina
di libri di poesie sia in italiano che in napoletano , alcuni testi sono stati
tradotti in Spagnolo , Francese , Inglese. Dispone di alcuni CD con nuove
canzoni , anche per bambini , che mette a disposizione per esecutori programmatori
. |
GRAZIE
Pure ‘o cardillo nun
tene cchiù voce…
Io guardo ‘e rame
sicche , scunzulato ,
‘o Crucefisso ‘e sta
vernata ‘ nCroce ,
‘o cielo ‘e chiummo
pare nu malato .
Vicino a nu telefono
ch’è muto
Comme so’ lente
l’ore d’’a ghiurnata
‘a stanza pare fosse
nu tavuto
pure ‘a televisione
àggio stutato .
Mo ‘nfaccia ‘e
lastre ‘o viento se lamenta
comme ‘o chianto
picciuso ‘e na criatura
e stu penziero ‘e te
che me turmenta
‘a luntananza , ‘o
ssaje , mme fa paura .
‘Mpruvvisamente ‘o
lampo ‘e na tempesta
pe’ n’attimo fa
chiara ‘a stanza scura ,
sbatteno tutt’’e
pporte d’’e ffeneste ,
tremmano tutt’’e
quadre ‘nfaccia ‘e mmura .
All’intrasatta sona
‘o campanello
Vaco arapì e te veco
‘nnanze all’uocchie
‘nfosa p’’a pioggia
, stanca , piccerella ,
sento nu tremmulio
dint’’e ddenocchie .
Doce accussì nun
t’àggio vista maje
Ma nun parlà ,
dicisse na buscia…
Addò si stata nun me
‘mporta e ‘o ssaje
grazie ca si’ turnata
, figlia mia .
LILIANA UGOLINI
Nata a Firenze nel 1934, poetessa, vive a Firenze. Ha
pubblicato diverse raccolte poetiche: Il
punto (1980), La balanza
scolorata (1993) Flores
(1994), Bestiario (1995), Fiapoebesie/Vagazioni (1996), Il Corpo. Gli elementi (1996), L'ultima madre e gli aquiloni (1998,
racconto in versi), Marionetteemiti
(1999, da questo testo è stata tratta una piéce teatrale itinerante giunta
nel 2000 alla 30° replica), Pellegrinaggio
con eco (2001, da questo testo èstata tratta una mise en espace più
volte replicata). Suoi testi sono presenti in numerose riviste: Poesia, Il
filorosso, Pietraserena, Mito, L'Area di Broca, La brevità speculare etc.;
così come sue recensioni: Tarsia, Semicerchio, Il filorosso, Nuove Lettere,
Dismisura, Punto di Vista, Poesia, Erba d'Arno, Magazine di New York etc. |
I troni
la notte mi spaventa e il piccolo crac
nel cervello può accadere e mentre penso e scorro
nel tic tac d’un flusso s’apparecchia del giorno la bagarre
e la natura scrive il mio giardino d’ortiche
e i geli steccano le foglie. Lo sfogliarsi d’un treno
m’apre a Pisa l’orgia dei Troni. In spalti di vergogna
le poltrone accese dorano le P dei Poeti Premiati.
Pantomima delle maiuscole sopora d’urli
le poppute matrone come in TV e l’orgia grottesca
ghigna zannesorrisi che Maestranze
come piumati cappelli ghermiscono versi.
( Far versi alle Maestranze). Ma la Poesia fugge
imprendibile chiudendosi le Sale Dorate alle spalle
in libertà ora che la paura degli uomini gli uomini spaventa
apparecchiati di bagarre e la natura scrive in flusso
d’ortiche i suoi testi.
TOMMASO NOVI
Novi Tommaso è nato a Pisa il 13
luglio del 1979. Di origini pisane da diverse generazioni si innamora
fin da piccolo di tre cose: la musica, il mare e la sua città. Inizia, all'
età di sette anni, gli studi di
pianoforte che prenderanno la via del
jazz e successivamente della composizione (fino a tutt'oggi). Si diploma al
Liceo Scientifico U.Dini di Pisa nel 1998. Partecipa, a partire dal 2002,
come musicista compositore ed esecutore, alla realizzazione di prodotti in
ambito teatrale ("Teatro Toh"), cinematografico
("Santamariavideo") e documentaristico ("Perfect"). Scrive
sonetti spiritosi e raccontini in vernacolo pisano sperando umilmente di
contribuire in qualche modo alla
sopravvivenza della propria antica lingua attualmente sottovalutata,
sconosciuta e talvolta maltrattata dalla maggioranza dei propri concittadini. |
"bello 'r mi Arno"
Arno Arno Arno
da Firenze sciacquettando fino a Empoli
siei secco riucìto
tutto torto e spettinato
come un bimbo 'e s'è picchiato.
-"approvà...sù da 'monti hai ruzzolato!"-
Dove a volte ti rincurvi
'un s'intende se fai anse o seccherelle
e fra sassi, tronchi morti e cascatelle
siei tutto un risciacquìo e un trugolìo...insomma...te tu
'un trovi mai posa.
Poi princìpi a regolatti
e pian pianino a organizzatti
finchè giungi a Pontedera
più o meno verso sera
e correndo meno lesto
te n'accorgi che 'un c'è furia
perchè ormai ir dislivello
l'hai cormato da ruscello.
Ah bene...frà poino sei 'n portrona
t'accomòdi bene bene ammirando la Verrùa
guasi buio ormai s'è fatto mentre passi da Caprona
dove schiumi prepotente incontrando varche bùa
-"miaom'a Firenze che pareva tu affogassi!"-
Pian pianino siei già lesto, senti già l'odor der sale
e du' curve di matrona da Mezzana tu princìpi
che finiscano alla Cella sulle spiagge lungo 'r viale
bello 'r mi Arno... ci fa un baffo 'r Mississipi
entri a Pisa e marci fiero 'chè a morire ti prepari
grandi sponde, grandi mura noi ti s'è qui preparato
quando passi sotto 'ponti guasi guasi c'innamori
perchè i doni tuoi migliori solo qui c'hai regalato...
-"le cèe 'olla sarvia a Firenze e 'un ce l'ho mai
mangiate"-
-"sotto 'r ponte Sorferino e ci presi un ragno di
du'ili
mentre sotto 'r ponte Vecchio un tarpone che
abbaiava"-
...poi sotto 'r ponte di Mezzo pai d'argento
e la gente si ferma...ti guarda...ti saluta...
mentre tutto sabbioso e sarmastroso ti stai già ritrasformando
e a riordo de pisani tre bue per
firma c'hai lasciato...proprio lì... nell'urtime 'urve prima di Marina.
ENRICO PIETRANGELI
Enrico Pietrangeli ha pubblicato nel 2000 il libro "Di amore, di morte" per la Teseo Editore. Il testo è disponibile anche in una versione e book ridotta con download gratuito per la Kult Virtual Press di Modena. Collabora con giornali, riviste e siti internet. Suoi inediti, traduzioni, articoli e recensioni sono reperibili su cartaceo ed in rete. Gestisce il sito "Poesia, scrittura e immagine" www.diamoredimorte.too.it |
NON E' L'AMORE...
Non è l'amore che non trovo,
è un sentire morto, annichilito,
pavido desiderio appassito.
Non è l'amore che non trovo,
è la paura dei sentimenti
tra impalpabili, ordinari orrori.
Non è l'amore che non trovo,
è una nauseante umanità
per cui vomito inchiostro.
Non è l'amore che non trovo,
è l'arido fondo di una coppa
dove non scorre più il suo vino.
ALTERO LUPO
Nasce a Firenze nel 1972 per la
deficienza di un preservativo. Si diploma al liceo scientifico. Si appassiona
alla politica a tempo perso e rimugina veleno. Italiano purtroppo o per
fortuna. |
DE INUTILITATE POETANDI
Anche le poesie
hanno due genitori:
per padre un cuore
per madre una ferita.
Esse le illuminano
però poi non figliano.
MARCO BAZZATO
Nasce a Dolo (Venezia) il 25
settembre 1969. Inizia a comporre poesie e poemi 1993, sentendo nascere in se il bisogno
d’esprimere il mondo che lo circonda. Coltiva nel corso degli anni i suoi
interessi nei campi della comunicazione, della medicina, delle filosofie
religiose, e della storia contemporanea, con interesse particolare alla
geopolitica e allo studio delle strategie politico militari del ventesimo
secolo. Pubblica il suo primo libro “Libero Arbitrio” (RIK Slaviani, Sofia,
2003) dando poi una svolta al suo modo di comporre. Nel 2004 pubblica la sua seconda raccolta
“Il campo del Vasaio (Mt 27.7) Poemi
d’amore e morte (RIK Slaviani Sofia). Attualmente scrive per vari portali
d’informazione Italiani, e vive e lavora a Sofia (Bulgaria). |
Frammenti
A Peyo
Javorov
Come un proiettile
nella mente
schizzano i pensieri nel cuore,
immagini andate
di tempi defunti.
Tutto tace
nell’ ombra conducente
all’oblio,
tutto cambia
nel mese degli ultimi respiri.
Giorni di morte
avvolti in antiche gioie,
quanti pensieri
vagano al nulla immanente.
Parole
ricordanti la vita,
scritti e silenzi
trasportanti all’eterno.
Vola il mio spirito
dove ora c’e pace
librandomi l’anima,
mentre il nulla sovrasta
l’umana miseria.
Son lacrime
di vita spenta,
lacrime d’un addio camminante
al Verbo divenuto poesia.
Marco Bazzato
Sofia, 24.10.2004
ФРАГМЕНТИ
На Пейо К.
Яворов
Като
изстрел в
паметта
пръскат
мислите в сърцето,
отминали
видения
от
погребани
времена.
Всичко
мълчи
в сянката -
водеща
към
забрава,
всичко се
променя -
в месеца
на
последните
дихания.
Дни на
смърт
уплетени
със стари
радости,
колко
мисли
несвойствени
блуждаят
към
небитието.
Думи -
напомнящи
живота,
написани
и тихи,
носещи
към
вечността.
Лети
духът ми,
където
сега ще има
покой,
освобождава
душата,
докато
небитието е
надвиснало
над
човешката
мизерия.
Сълзи за
един
прекъснат
живот,
сълзи на
сбогуване -
напредващи
към словото
превърнало се в поезия.
Превод
от
италиански ©
Весела
Лулова Цалова
Traduzione in bulgaro a cura
di Vessela Lulova Tzalova
MARINA PIZZI
Marina Pizzi è nata a Roma, dove vive, il 5-5-55. Ha pubblicato i libri di versi Il giornale dell'esule (Crocetti 1986), Gli angioli patrioti (ivi 1988), Acquerugiole (ivi 1990), Darsene il respiro (Fondazione Corrente 1993), La devozione di stare (Anterem 1994), Le arsure (LietoColle 2004), l’e-book La passione della fine (a cura di Emilio Piccolo nella collezione “Ekesy” 2004), l’e-book Intimità delle lontananze (a cura di Nanni Cagnone, PDF Press, 2004, anche nella collezione “Ekesy” a cura di Emilio Piccolo, 2004, anche in “Nuovo Rinascimento” a cura di Danilo Romei, 2004), l’e-book Dissesti per il tramonto (in “Nuovo Rinascimento” a cura di Danilo Romei, 2004, anche in
“La Frusta” a cura di Alfio Squillaci, 2004) e
le plaquette L'impresario reo (Tam
Tam 1985) e Un cartone per la notte
(edizione fuori commercio a cura di |
(senza
titolo)
Ho visto stralunare le cicale
perdite di caso e le lucciole
letargie di dee senza proscenio,
scalinate e scalinate senza mancare
una sola buca pur se vestita di una
sola
canottiera da bambini.
La crestina delle cameriere
sappia arrendere la fame
con uno stratagemma
per martiri comunque.
Gerarchie di gabbie
il torsolo di ogni ed ogni lato
dal sasso roso al sogno della gemma.
ALBERTO PRESUTTI
Nato nel 1958 a Firenze, è poeta estemporaneo, performer
ed operatore dello spettacolo. Dal 2000 ha messo in Rete il primo sito di
creazioni di poesia su commissione poetando.it Ha pubblicato nel 2000 AbbuffArt e Dell'odiato
amore nel 2004. Ha collaborato con Giornali, Radio e Televisioni
nazionali. |
Fosti un vento testardo
Fosti un vento testardo
che infranse
l’onda del mio amore
e un incanto
di insostenibile memoria
per anni, i
miei anni.
Fosti la mia
stessa vita e il dolore,
una luce sul
mio volto il tuo nome
in mattine
acerbe di scelte.
Fosti quel
che non sei più
nei miei
giorni ora così diversi.
LUCA GANDOLFI
Luca Gandolfi vive a Milano, dove è nato nel 1969. Tiene
conferenze letterarie presso associazioni Culturali, biblioteche e librerie.
Ha pubblicato due romanzi, "Matricola 375161" (2001) e
"Sweet little sixteen" (2003), con Proposte Editoriali, mentre
altre sue opere narrative precedenti sono apparse nelle edizioni Acquaviva
nel corso degli Anni '90. |
A COLEI CHE E' LONTANA
La pioggia qui scende plumbea, mi svago
e penso nell'aridita' dell'alcol.
Penso al sole dove sei tu, quel sole
che scotta la pelle e le mura antiche
greche, greche come cio' che entrambi noi
ragazzetti sognando studiavamo,
guardando diversi mari che calmi
si riflettevano al sole, osservando
diverse vele al largo e ascoltando
diversi gabbiani sotto a diversi
mandorli, tra diversi agrumi in fiore.
Gia' io pensavo all'amore elettivo,
ad un amore che parlasse con me
e con me ridesse e di me, la pelle
abbronzata delle braccia svelanti
la biondina peluria alle carezze.
E quell'amore eri tu, ti intuivo
con il tuo intelletto ed i tuoi s'agapo'
tradotti, con i tuoi volumi letti
e con i tuoi cavalieri ammirati,
con la tua gioia e con la tua risata
e il tuo sorriso e il tuo volto e il tuo corpo
di dea pagana da lento esplorare.
Voglio stare nel nulla e in cio' che piu' e'
lontano da te, perche' tu sei il cielo
quando il sole splende sul meridione,
voglio capire cosa significa
desiderarti e pensare che t'amo.
GIADA GUGLIEMI
Giada Guglielmi nata a Roma, laureata in Scienze
Umanistiche presso Università La Sapienza lavora nella Fondazione Italiana
per il Volontariato da circa dieci anni. Ha un esperienza pluriennale nel
settore della formazione, si sta specializzando in editoria multimediale. Da
sempre appassionata di letteratura, teatro e cinema, usa la poesia come
strumento evasivo e liberatorio. |
Riccioli di Ebano
Riccioli di Ebano
sostenuti e spavaldi
sopra mille pensieri
ancora troppo saldi.
Lucenti virgole nere
incastonate come stelle
brillando ci guardate nelle sere fresche e belle.
Custodi coraggiosi
di un tesoro inestimabile
sempre pronto a fuggire
in maniera impensabile
Vittime della stagione
testimoni di un momento
siete voi il mio punto di riferimento
MONICA PINTUCCI
Traduttrice da inglese e tedesco,
un po' narrante, un po' poetessa.. Cosa non toccarmi? Il cinema - il punk -
gli sfoghi - il nero - i gatti. SdP mi sta dando molto, ringrazio Massimo per
questa possibilità, e saluto tutti i lettori, che invito a prendere parte
attiva nella costruzione di questo progetto. Un aiuto, insomma,
genial idea o altro... :-) Ripensandoci... non porto l'abito della
poetessa né quello della narratrice .. . Scrivo. Ogni tanto. E
ascolto. A volte. Ogni tanto. Senz'accorgermene. Ogni tanto. Piroetto.
Su me stessa. |
Eco.
Non mi presento.
Non so chi sei.
Cosa vuoi.
Come mi vuoi.
Porto in dono stupore e paura.
Merce da zavorra
-
nessun’icaresca volizione.
Se mi sarai eco
-
con voce garbata, leale
avrai certo
anche la mia riconoscenza.
Non mi vendo.
Mi regalo.
Non mi presento.
Ma se mi sarai eco
una cosa
ancora voglio dirti:
rilassati!
Agisci quieto!
Le mie proiezioni sono esperienze
solitarie
che non ti riguardano.
Passaggi allo specchio.
Passaggi di specchi.
Ovunque gelatine
con colori troppo cangianti
per le mie ibride iridi.
Così evito anche di vedermi!
Depilarmi!
E il rumore sgarbato, sleale
tronfio ancora trionfa.
Ovvero:
se tagliano
male i capelli a mia madre,
mi sento in colpa.
FRANCESCO BELLINI
Nato a Firenze il 31 Maggio 1969, laureando nel corso di laurea in media e giornalismo, è
fotografo free-lance (servizi di fotografia “olistica” per artisti, eventi e
spettacoli dal vivo), tecnico di redazione, direzione e realizzazione
pubblicazioni multimediali; ha scritto articoli
e monografie sulla band irlandese U2, pubblicati nella fanzine “U2 STATION
magazine di cui è stato direttore tra il 1992 e il 1995. Specializzato
nel restauro di strumenti musicali (tastiere, organi, ecc.) ed accessori
(mixer, strumentazione audio professionale), ha progettato siti web. Si è
occupato di organizzazione di viaggi per
turismo e concerti in tourneè mondiali (Europa, USA) e organizzazione e
partecipazione ad eventi musicali in Italia. Nel 1990 ha recitato nel
lungometraggio “Io e mio fratello” prodotto in Toscana. |
Non sarò di nessuna
Fedeltà e impegno sono forse
concetti innaturali per la donna (e l'uomo) moderno...?
Io, consapevole di far parte di un grande progetto dove
io e tutti gli amanti delle mie amanti
non siamo forse proprio
aspetti diversi della stessa energia?
Uniti da una donna,
separati dalla mente e dalla cultura...
Solo verso l'alto troveremo concreto appagamento.
Dimentichiamo il senso del possesso.
Io non sarò di nessuna,
come nessuna donna sarà solo mia.
Francesco Bellini
domenica 11
giugno 2000
ANTONIO SOFIA
Antonio Sofia, nato a Bari nel 1977, attualmente vive e
lavora a Firenze come redattore multimediale nell'Ufficio Comunicazione
di Indire. Laureato in storia del teatro e
dello spettacolo, al momento è impegnato nella stesura del suo secondo
romanzo "Marta". Il primo romanzo, "Non ti chiederò
niente", è in distribuzione gratuita sul web, presso la community
letteraria di Ozoz.it |
Zeroazero
Maledette le vostre facce, maledetta quella vostra voglia di sentirvi migliori.
Sia maledetto quel volto serio che a stento trattiene il godimento del giudizio.
Maledetta la menzogna con cui sporcate il mio cielo.
Maledetto il lenzuolo su cui replicate il vostro respiro.
E sia maledetto quel giorno che vi sorride perché siete feccia.
Maledetta l'ombra che vi accompagna, schiacciata sotto il peso delle vostre parole.
Maledetto il vostro odore di vivo, che mi impone il ritardo della vostra scomparsa.
E il vostro occhio sia maledetto, pronto a fissarsi nel mio
per punire. Maledetto il mio silenzio.
Maledette le schegge di cui ho paura.
Maledetta la fogna dove bevi,
maledetto il denaro con cui spasimi di corpo,
maledetto tuo figlio, sia maledetto
che ti guardi vivo,
mentre muore.
Maledetta quella rabbia che dispensi brutto muso,
che dispensi e mi alimenta,
infetta saliva per me che ho accettato
l'aria che mi doni.
Io lebbroso, mi costringi all'inchino.
E siate maledetti voi che non amate
le parole di una pietra
che si scaglia contro il vetro
e ammazza
chi mente e giudica. Senza processo.
FILIPPO MAMMOLI
Nato a Prato il 5/8/1972, ha
conseguito il diploma di maturità scientifica e la laurea in Ingegneria |
Solo così l’informe
prende forma :
metamorfosi incompleta,
rivelazione mancata
che ridona al verbo stanco
ancestrali poteri alchemici
dimenticati.
E’ troppo tardi però
per penetrare il segreto,
è ormai folle
per occhi opachi
scrutare l’universo
con sguardo di bambino.
Non il significato contorto
della realtà che sfugge
ad ogni definizione,
ma la semplicità
sconnessa
dell’innocenza
vado recuperando nei miei divagamenti.
VESSELA LULOVA TZALOVA
Nata il 9
aprile 1966 in Bulgaria da genitori Bulgari. Vive e lavora a
Sofia. Ha conseguito la maturità classica in Bulgaria e frequentato
l'Universita San Clemente di Sofia, laureandosi in Pedagogia(1989) e
Giornalismo (1993). Ha esercitato la professione di giornalista Freelance in
Bulgaria ed altri paesi europei ed extraeuropei. Inizia a scrivere
nel 1980. Annovera tra le sue pubblicazioni articoli di costume e viaggi,
interviste con personaggi dell'arte non solo del suo paese, poesie e racconti
in quotidiani e periodici Bulgari, è presente con le sue opere in siti
web Bulgari ed Italiani. Ha al suo attivo due libri di poesie
e poemi del Poeta Italiano Marco Bazzato, da lei tradotti in
Bulgaro. Ora lavora al suo primo romanzo e sta completando la
traduzione di un romanzo di un noto autore Italiano. Sta dando alle
stampe la sua prima raccolta di poesie. Parla correntemente oltre alla sua
lingua materna russo ed italiano. |
Giustizia
Decidere dove sta la giustizia?
Stava in tutti. È successa. È viva.
Devo tener fede a me stessa,
le ferite son chiuse.
La risposta era lì dentro
al buio.
Мi hai promesso
che non mi avresti fatto del male.
Il mio cuore era in gola per la paura,
pregavo per la paura.
Silenzio.Attesa
il tempo di un lento respiro.
Questa giustizia non so se è una fiaba
nel mondo siamo tutti uguali,
l’ingiustizia lascia veleno nella
bocca.
Non devo vedere più il buio.
Certo siamo una ben strana coppia, io
e te
che meraviglia viziata.Ma dolce.
La giustizia è dentro a noi.
Strano – io e te –vicini , legati
si fermò a pensare.
Aiutami a restare sveglia
donandomi giustizia.
Adattamento Italiano
di Marco Bazzato
GIORGIO CASINI
Giorgio Casini, nato a Pisa una
settantina di anni fa, scrive soprattutto in vernacolo pisano, per la stampa
locale. Appassionato di teatro ha scritto numerose commedie, sia in vernacolo
che in italiano, queste ultime rappresentate in molte città italiane.
Pubblicazioni: "Siamo un Crocchio di Bravi Ragazzi" - Il Portone,
Pisa 1993. (Quaranta anni di teatro in vernacolo: esperienze dell'autore) "Bimbe
di Pisa" - Il Teatro Goliardico Pisano" - Il Portone, Pisa 1994.
(Testimonianze sul Teatro Goliardico degli anni '30 - '40. Il volume è
esposto al Museo della Goliardia di Bologna)
"Le Cervellone"
commedia in due atti in vernacolo pisano - Bandecchi e Vivaldi, Pontedera PI
1996. Numerosi racconti e poesie pubblicati su "Er Tramme"
trimestrale di pisanità. Molti dei
suoi "pezzi" si trovano su antologie degli scrittori pisani.
|
STELLA
Luce!
Luce viva brillante,
nel cielo nero,
senza nuvole.
Una stella,
fra tante,
mi affascina.
Dimmi, stella: “Sei ancora viva?
O, solo vedo la tua luce,
la tua immagine
che arriva a me,
viva, lucente,
dopo mille anni e mille,
ma tu, stella,
forse, sei già morta.
Distrutta.
Polvere nell’Universo”.
Il primo bacio.
Bambini, adolescenti.
Guardo il cielo nero,
ci vedo il tuo viso,
la tua bocca
sorride nell’offrirsi.
Immagine
viva, lucente.
Ma tu, Stella
-ti chiamavi così?-
tu, Stella, dove sei,
sei ancora viva,
ti ricordi quell’attimo struggente?
La tua immagine
arriva ancora a me.
Ma tu, Stella, forse,
non esisti più.
Polvere nell’Universo.
STEFANO WULF / STEFANO BULFONE
Nato a Udine il 27 maggio 1972. Risiede e lavora a Udine.
Inizia la sua attività artistica dalla pittura e dalla scrittura. Dal 1999
Stefano Wulf ha aperto la sua ricerca creativa ed estetica alle potenzialità
offerte dalle nuove tecnologie digitali, sviluppando soprattutto sia un uso
creativo dell'ipertesto che si lega alle esperienze di poesia visiva sia una
attività di grafica legata ad applicazioni per il web. Attualmente sta lavorando
su animazioni digitali di tipo bidimensionale che vedono centrali le
componenti linguistiche. Si può avere maggiori informazioni |
Dal profondo uscì impulsivamente un guizzo, un frutto
spontaneo dalle arcane origini, articolati suoni dell'ultima mia lingua più
profonda:...marilenghe
SINTETIC IN MÛT. (I)
E scôr, scôr, strissìniti e côr
intôr a chel ch' al ven fûr...
- lu an votât e creât simbolic in mût
sfidand tredis e plui viàrs
e siet, mai plui, zornadis di creazions piardudis,
divinitaz monoteistis e DieNneitAz atôr atôr spampanatis-
...il tô plebiscit di dentri
o lassâ o cjapâ, tu.
Un aut aut maledet ch'an clamât
sintetc in mût
jèssi al mont.
Poi mi venne in mente che per me parlare friulano, tedesco o russo,
sloveno o italiano non significava/demarcava più nulla e per salvarmi, per
divenire come un Dio in terra, per riprodurre una nuova genesi -anche se
imperfetta- scelsi una lingua a caso... ...e ricominciai recuperando il primo
avvio.
SINTETICAMENTE. (II)
E scorri, trascinati e corri
attorno a quello che risulta...
- l'hanno votato e creato simbolicamente
sfidando tredici e più versi
e sette, mai più, giorni di genesi perse,
divinità monoteiste e DieNneitA' sparse-
...il tuo plebiscito interiore
o lasci o accetti.
Un aut aut maledetto che hanno chiamato sinteticamente
Vita.
ELENA PISANO
...chi scrive nasce 27 anni fa ed ha origini italo-greche, non per
nulla mi chiamo Elena....amo moltissimo osservare e l'esuberanza delle
piccole cose, non importa se sia piacevoli o diano sofferenza, perché
crescendo credo che si impari a rendere tutto necessario e complementare. Scrivo versi e storie da circa 15 anni e dipingo dallo stesso
tempo. Ho studiato Scienze Internazionali e Diplomatiche
all'orientale a Napoli, lavoro e ne sono entusiasta, nell'ambito
dell'educazione allo sviluppo e della sensibilizzazione, perché credo
che per imparare a difendersi e tentare di autodeterminarsi è
necessario conoscere, prima di tutto, da che cosa farlo. Adoro l'incontro delle varietà e la possibilità di confrontarsi. |
Come il filo e una maglia
se ne va la vita,
la stanchezza e l'importanza
quando per un istante, uno soltanto,
la leggerezza della paura
il peso
di un'insoddisfazione testarda
non regala speranza ed amore,
allora si chiudono gli occhi in un istante d'illusione
ci si butta
per scacciare solo ciò che ci fa soffrire
e mentre per un istante pensiamo
si muore
per sempre...
ILARIA SASSI
Nata a Firenze nel 1982, è
insegnante d’asilo e contemporaneamente frequenta l’Università degli Studi di
Firenze. |
Nei mattini più gelidi
coperti di lana
mi proteggono.
Vestendomi di luce,
attraverso la via.
Passi veloci
per giungere alla soglia,
impaziente di assistere
al sorgere del sorriso.
Novembre 2002
NINA MAROCCOLO
Nina Maroccolo
è nata a Massa il 21 gennaio 1966. Scrittrice e perfomer, vive e lavora a
Roma. BIBLIOGRAFIA
Il Carro di Sonagli (Ed. City
Lights Italia, Firenze 1999) Annelies
Marie Frank – Il viaggio (Ed.
Empirìa, 2004) Firenze-Roma (Ed. Pulcinoelefante, 2004). Suoi testi sono presenti in numerose antologie, tra le
quali: Nodo Sottile (Ed. Cadmo, 2000), L’Apparecchio di Junior (Ed. Zona,
2002) Rotte Metropolitane (2002), La vita intuita (intervista,
Ed. SoleOmbra, 2004), “Sette poeti per Rainer Maria Rilke” (I Quaderni
di Orfeo, 2005). |
Rinascita
fossile lanceolato
fossi le foglie
rilasciate ossa
tornerei clorofilla
ELEONORA PINZUTI
Ho pubblicato con Zona, Crocetti,
ho vinto la Biennale dei Giovani Artisti del Medioevo e del Mediterraneo,
letture pubbliche, comparse su riviste come Semicerchio e antologie
accademiche |
Palinsesto
Intaccare le sillabe del pensiero
Sfregarti dal linguaggio
piano piano
a mano a mano.
e farti palinsesto dello scritto stesso.
(Come quando si inizia a
smettere di fumare
-e a parte il desiderio e la tentazione-
non si sa quanto possa – e se possa- durare.)
MONIA B. BALSAMELLO
Nata a Vinci nel 1974, crede
fermamente che l’arte sia condivisione ed in questa ottica ha pubblicato la
sua prima silloge poetica, Myosotis, in seguito ad un concorso promosso dalla
Ibiskos Editrice, con la quale attualmente collabora, scrivendo prefazioni di
libri e curando le relative presentazioni. Collabora alla scrittura di testi
musicali ed organizza da tempo letture sonore delle sue poesie, anche grazie
ai La Crus, gruppo milanese di cui ha usato alcuni brani per la realizzazione
di Euritmia, Sensi In/ Versi, spettacolo nel quale interagiscono musica,
balletti e voce, con la partecipazione del Myosotis Group, scuola di danza
empolese. Collabora col gruppo culturale Il Filo di Roma, con gli Atem,
complesso fiorentino che da anni lavora nell’ambito della contaminazione tra
poesia e musica, con le Ombre di Q, musicisti milanesi e con Erba Sacra. Monia attualmente vaga per Roma, in Rai.
|
BALLATA DEL MARINAIO
Dunque partì
e fu come tornare
verso l'azzurro,
paterno e micidiale,
dove la luce
piangeva giù dal cielo
fino a cadere
nel buio che t'assale.
Uomo che scelse
d'amare solo il mare
come una donna
e più che fosse madre,
via dalla terra
che ferma non comprese
i segni cupi
sul volto del suo andare.
Figlio di cime,
fedele a quel sartiame,
grato alle vele,
al vento e al temporale,
alle serate sul ponte
ad aspettare
guardando il sole
e arreso allo splendore.
Parole d'acqua
fluirono di notte
in veglia lunga
ed ansia di virare,
vollero spiagge
di carta come approdo
per dire al mondo
il nome delle rotte.
Cercava un faro
tra onde di barriera,
una salvezza
che lo rendesse ancora
figlio di costa,
amante di frontiera,
in sosta solo
quel tanto che bastava.
E vide reti
spose, gozzi e strade
porti di mare,
gabbiani e cartoline,
morsi di sale
sui muri delle case
di chi abitava
una terra di confine.
Così vagava
per mète circolari,
marosi infranti
e chiglie assassinate,
candore d'ali
in alto a sbeffeggiare,
solcando sogni
e latitudini d'altrove.
Visse d'azzurri,
creature argentee e spruzzi,
un universo di rapidi colori
fin troppo grande
da urlare e da capire.
Forse era questo
(e lo sapeva bene)
il senso vero
d'un uomo in mezzo al mare.
ANGELA GAIVANI
Angela Galvan, è nata il
22/01/1987 a Venezia, dove oggi abita e dove frequenta il liceo artistico
statale. E’ molto interessata alla lettura alla scrittura ed alla pittura,
specialmente quella romantica, passioni che coltiva nel tempo libero
scrivendo e dipingendo. |
Estate
Fa ancora caldo
la mattina quando un sole giallo
spacca nuvole dipinte
come un aereo
spazza nell'aria
di un ponte tra terra e cielo
proiettando su pianure e file di grano
eleganti i suoi raggi
raggiungendole piano
tessendo con fili d'oro
versi in prosa
verso prospettive in posa
posandosi adagio sulle foglie mosse dal vento
o ammassate, giù
che tiepode rapide rapite vertono all'orizzonte
e si riuniscono ciclici
come il susseguirsi dei giorni
(sole lo so che domattina torni)
e le cicale cantano messe in coro
state compagne dell'imbrunire stagionato
in ogni ombra in ogni alba
resa rossa dal miraggio
d'un bel nuovo giorno
e fa ancora caldo
di pomeriggio inoltrato
inoltre la sera sembra di seta
e sta a significare
la fine d'un'estate
passata imotente al setaccio
quando fa ancora caldo.
Ma questo non ha importanza
perché tu non ci sei.
IRANNA DE MEO
Iranna De Meo, giovane laureata
lucana in lettere moderne con una tesi sperimentale in giornalismo dal titolo
"D'Annunzio giornalista sportivo", da anni pratica l'attività
giornalistica scrivendo per quotidiani della Basilicata e per periodici vari.
Si diletta a scrivere poesie, incentrate soprattutto su aspetti della sua
vita. La poesia come autocoscienza dei propri sentimenti, come momento di
conoscenza interiore. Oltre a scrivere versi, ama leggere molto libri di
poesie e di aforismi. |
Non chiedermi
Non chiedermi di non piangere
ora non potrei
Non chiedermi di non pensarti
sarebbe impossibile
Non chiedermi di dimenticarti
è tardi ormai
Non chiedermi di andar via
sarebbe inutile
Non chiedermi di sorridere
sei tu il mio sorriso
Non chiedermi di parlare
l’amore è silenzio
musica
magia.
Ascolta solo la voce sensuale del mio cuore
e capirai l’immensità del mare
e sentirai il rumore delle onde
che s’infrangono sugli scogli con dolcezza
Dimmi solo una cosa
di poterti amare.
Un’occhiata
un gesto
una parola.
Non chiedermi ora d’amarti
già t’amo.
ROBERTO BALO’ E LORENZO CAPANNI
Roberto Balò, nato a Firenze nel 1970, diplomato in ragioneria e
laureato in Letteratura francese contemporanea. Si occupa di poesia
performativa dal 1990, fa letture pubblica alcuni testi su riviste e
antologie quali Penne per volare, Rotte metropolitane e Cinematografie (catalogo di opere del
pittore Gianni Cacciarini). Ha vinto alcuni concorsi a Firenze e a Torino (Opere d’inchiostro). Ha inoltre
autoprodotto (Iskretiae autoedizioni) sue raccolte di poesie, tra cui rispetta il macellaio, il dio placebo e saga (poesie di fantascienza) quest’ultima pubblicata in gran
parte anche sulla rivista Tratti (autunno
2002). Lorenzo Capanni, laureato in lingue e letterature
straniere moderne, insegnante d’italiano in una scuola d’italiano per
stranieri, partecipa a letture perfomative e autoproduce le sue raccolte
(Iskretiae edizioni), fra le quali Abbagli,
Sicurvie, Investigazioni, Marasmi
puramente casuali. Della scrittura pensa: “Si scrive, si scrive sempre,
anche quando non si poeteggia. Si scrive sui taccuini, sui foglietti, sulle
fotocopie usate, soprattutto si scrive senza un perché, senza l’ansia di
essere approvato o applaudito”. |
Stropoesia
lo stronzio è un minerale che non ti capita di incontrare
spesso
lo stronzo sì
ci sono sempre meno stormi di starne in italia
di stronzi no
stromboli è lontana e minuscola
gli stronzi no
lo sturm und drang è durato pochi anni due secoli fa
gli stronzi resistono da millenni
studioaperto è solo alla tv
gli stronzi no
strawberry fields è una canzone unica
le stronzate sono infinite
lo strudel e gli struffoli son dolci deliziosi
gli stronzi non
proprio
uno stradivari è uno strumento senza prezzo
lo stronzo è soprattutto lezzo
le stroncature dei film al tg sono rarissime
le stronzate molto meno
lo strabismo di venere seduce
gli stronzi amano ancora il duce
se sei strong non sei mai wrong
lo stronzo questo lo crede fermamente
ma allora la guerra
non è come lo
stronzio
non è come gli
stormi di starne
non è come stromboli
non è come lo
sturm und drang
non è come studioaperto
non è come strawberry
fields
non è come lo
strudel
non è come uno
stradivari
non è come le
stroncature dei film al tg
non è come lo
strabismo di venere
non è right
(cioè giusta e non di destra)
ma allora la guerra è una str str str straordinaria missione
di pace
una str str strepitosa vittoria della democrazia a stelle e
str str strisce
strano sento puzzo che strazio
il troppo stroppia
ANGELO ZABAGLIO
Angelo Zabaglio ha pubblicato Ed
ora cominciamo (Prospettiva Editrice), Storie brutali (Ed. Il Foglio). Autore
di testi teatrali, sceneggiature e brani rap. Ideatore e montatore di video
arte. Ha partecipato a numerosi reading letterari e Poetry Slam |
IL TUO TUTTO - 2004
Mentre scopriamo le lenzuola per imitarle,
mi attira il tuo tutto completo.
Mi attira il tuo tutto completo.
Mentre scopriamo le lenzuola per imitarle.
Mentre stringiamo le braccia per imitarci,
mi attira il tuo tutto completo.
Mi attira il tuo tutto completo.
Mentre stringiamo le braccia per imitarci.
PLUMBEA LUCE
Aprire forni di menzogne,
rinviare il sonno sopraffatto dal pensiero,
incatenare immagini sfocate ad acqua livida,
ed è la nebbia nel cuore,
vinta da una luce infuocata che vola nel sottobosco dell’anima.
Da dove nasce il lago dell’inconscio?
pietre assopite al sole bagnano la terra e come vecchi marinai
svelano i segreti del mare al cielo curioso.
Inaridire legna già secca
svuotare l’occhio di conoscenza,
ai viandanti che sfiorano la foschia dell’inverno.
Antonio Messina nato a Partanna
Tp il 26 marzo 1958. L'assurdo respiro delle cose tremule, volume edito
da L'autore Libri Firenze, opera che ha venduto circa ottocento copie, senza
supporto pubblicitario, e recensita dal Mattino, il Gazzettino, La Sicilia,
il Giornale di Sicilia ecc. Racconto |
Il Gesto
Nemmeno ho fatto in tempo ad amarti,
tu che procedi in sospensione,
con gli occhi a sondare le sabbie,
i cristalli,
nel cuore tuo leggero,
mentre io piango,
deserto oltre il roseto,
vacuità,
polvere tra i muri innaffiati di sole.
Nemmeno ho fatto in tempo ad amarti,
esplodo di te,
brucio,
nell’anima tua che spazia,
d’azzurro lieve le labbra tue,
delicati i venti ad accarezzar la pelle,
in un istante,
la notte danza,
nella tua semplice bellezza,
dentro e fuori,
tu sei per me l’unica certezza,
di una vita che solo adesso percepisco e amo.
Nemmeno ho fatto in tempo ad amarti,
in quel colore d’acqua,
su quella finestra di cenere,
nel volo di un passo,
nell’inquietudine d’averti,
nel desiderio di te,
di questo amore vero che io vivo,
guardandoti,
trapassando l’anima di seta,
il tuo pulito desiderio,
incollati i tuoi ricordi al gesto,
stese le tue lacrime,
sulla corda in un giardino.
Nemmeno ho fatto in tempo ad amarti,
che quasi tremo all’dea di perderti,
adesso che ho compreso il volo,
la verità sopita e la bellezza,
adesso che vedo il mare con gli occhi chiusi,
dei tuoi silenzi,
non potrei fare a meno,
di questo vento d’estate,
il tuo profumo,
l’onestà di una parole,
nel tuo sorriso pieno,
di un tuo bacio.
Tra le cose mie più care,
tu sarai,
per sempre.
il muro di parvenza
e falsa appartenenza a un ideale stanco,
sto ascoltando
ma non parlo,
ora,
è meglio il silenzio
del vento che soffia.
Foglie muoiono,
sogni si spezzano
e un vetro è in frantumi sulla sabbia.
Granelli di poesia
nell’era del frammento
deserto in cui miraggi
aiutano a risorgere.
E io non ho più paura........
Estro
Tra velleità belligeranti
e stentati sfioramenti,
molecole prive
di natura corporea
aspirano
ad un’aggregazione
in cristallo poetico,
mentore
fino all’estro insulinico
di un contatto
penetrante
Ignifugo attendo
di prendere fuoco,
fuoco su di te.
Fluttuante alternanza
di tenebre & odio
madre
dell’assurdo & liquido spezzato
le mie azzurre figlie
dal tenero sguardo
saranno eternamente
assetate,
se scolpissi una
lacrima
alla luna.
È già ieri
il tuo urlare
feroce
davanti alla
morte
sovrastante
è già ieri
il principio
della tela infinita
che ha
iniziato a tessere
la tela senza
termine
noi attendiamo
centellinando
a ritroso
le gocce di
dolore
per sentirci
vivi
ancora per un
giorno.
Per parlare alla coscienza
Ti scrivo che
già dormi.
Troppe parole
tremano
nelle mani,
e bruciano
nella gola.
Mi insinuo nei
tuoi pensieri,
e siamo
avvolti
dallo stesso
cupo manto:
e’ la notte
che fa il suo inchino.
Aspetta che
sia lei a sussurrarci
le risposte,
troppo
fioca è la nostra umana voce
per parlare
alla coscienza.
Francesco
Camerini
l’isola
è un ciglio
d’oscuro;
il mare
il comporsi
d’uno specchio
ancora caldo,
l’opacità di
certe
tinte
sintetiche,
martellato a
fuoco
dal sole
assente.
spuma e spuma
s’apre
spaccata
dall’insolenza
del vento:
suono d’acqua
che stanca
il ritmo
alternato
dei cavalloni
e s’incide
calmo,
continuo
nell’aria
tutta occupata
dal colore
dell’acqua.
In quel
luogo
Oggi andrò nel
posto da cui tutti se ne vanno,
alla ricerca
dell’ennesimo rintocco.
Gli anziani
stremati dal caldo,
riposano tra
nuvole di solitudine.
Gocce
saltuarie disegnano speranze sul suolo dell’equità,
mentre colombi
si convincono del loro pasto.
Il transito
del seguito mai si rilassa,
i nervi della
terra partecipano con attenzione al tracollo.
Chino sui miei
fogli, stringo tra le dita un attimo di libertà.
Ma che sarà
del mio pensiero se non lo nutro con devozione?
Partirò
restando immobile,
in quel luogo
dove nessuno vuol tornare.