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1. The Mirrors, il nome
del quartetto giovanile è promettente: significa
specchio in inglese e certamente è un vocabolo che
induce a considerare il significato dell'arte come
specchio della realtà. Ma chiediamo direttamente ai
ragazzi della band che cosa hanno voluto trasmettere
con questa parola e perché hanno scelto questa
denominazione
Probabilmente il fatto stesso che diversi sono i
motivi per cui questa parola può essere utilizzata
ci ha convinti ad utilizzarla.
L'arte è indubbiamente lo specchio della realtà.
Tante sono le definizioni filosofiche di artista.
Tra di esse vi è proprio quella che dice che
l'artista dà un'immagine, un'interpretazione della
realtà rispecchiandola così come fanno quei tanti
specchi dalle forme più diverse e quindi
interpretandola, modificandola sino ad arrivare ad
una nuova realtà. Ognuno dà un proprio contributo
ridisegnando un cultura preesistente e portando
nuova linfa vitale a chi gli sta attorno.
Uno specchio è sempre interpretativo. Ciò che noi
percepiamo quando ci guardiamo allo specchio non è
mai quello che vediamo ma ciò che interpretiamo di
noi stessi. L'interpretazione è sia da parte di chi
l'arte la fa ma anche e soprattutto da chi di arte
si nutre. Noi siamo uno dei tanti punti di raccordo
dell'universo.
Utilizzando questo termine facciamo riferimento
anche ad Alice oltre lo specchio di Lewis Carrol nel
quale lo specchio è il passaggio da dimensione reale
a dimensione fantastica.
Noi siamo dunque una di quelle porte che permettono
di fare un salto verso una dimensione creativa e
artistica in cui è la mente stessa che forgia la
realtà portandola ad essere come vorremo grazie alla
spinta della forza di volontà.
Oltre a tutti questi significati ci si rifà anche
alla sana tradizione degli anni '60/'70 in cui molte
band attribuivano a sé stesse un nome ricco di
significato a differenza di tante realtà odierne in
cui invece si cerca solo di vendere un prodotto
commerciale che abbia un'immagine diversa da
un'altra.
2. Quando siete nati e perché avete pensato di
costituire un gruppo musicale?
Il gruppo nasce nel 2002 arrivando ad una prima
formazione completa di 4 elementi verso l'autunno
dello stesso anno. Come tanti gruppi abbiamo passato
fasi difficili in cui ci sono stati ben due cambi di
un elemento della band (il bassista) ma questo non
ha affatto contaminato l'ideale di fondo su cui si
basa questo progetto, l'ha anzi rinnovato. L'idea di
costituire un gruppo di individui pensanti è un
istinto innato negli esseri umani, c'è chi lo fa
nella musica e chi in altri campi. Condividere le
esperienze è il primo motivo di aggregazione tra le
persone. Senza analizzare i molteplici motivi
dell'aggregazione umana per un artista avere una
band significa poter esprimere e poter condividere
le proprie idee che siano filosofiche, sociali,
personali, emotive, politiche, culturali,etc.. Avere
una band è un modo per costruire una propria
personalità con l'aiuto degli altri, un modo per
tirare fuori il meglio di sé stessi grazie agli
altri. Una band ha un grande potere. Un potere che
deve essere utilizzato dagli artisti per svolgere la
loro funzione sociale nei confronti dell'umanità (
per quanto possa essere ampio il loro raggio
d'azione ). L'artista deve sensibilizzare chiunque
verso una serie di tematiche che ritiene importanti
da affrontare in modo tale che l'umanità si dia da
fare per porre rimedio a determinati problemi che
coinvolgono tutti. Una band può fare tutto questo
mandando un messaggio verbale, sonoro e visivo.
Inoltre questo messaggio ha la virtù di conservarsi
nel tempo ed essere tramandato anche per più
generazioni creando storia e dando cultura ed
esperienza a tutto il genere umano seguendo quell'obiettivo
di progresso della civiltà che ci auguriamo tutti
condividano.
In più l'arte ha anche la funzione di far
emozionare, di divertire, di farsi piacere come fine
a sé stante ma anche quella di portare un benessere
psicologico e sociale fatto a misura d'uomo.
3. Nel vostro profilo parlate di contaminazione
culturale, di cosmopolitismo musicale: quali sono i
generi che affrontate e li adottate alla realtà
attuale?
Contaminazione e cosmopolitismo sono per noi la
linfa della cultura. Si può dire forse che non
abbiamo confini perché apprezziamo i più diversi
generi musicali esistenti. Negli ultimi secoli ci
sono moltissimi movimenti che meritano attenzione e
considerazione e che inevitabilmente ci influenzano.
Questo discorso deve essere considerato non solo a
livello musicale ma anche per quanto riguarda le
altre arti che inevitabilmente confluiscono anche
nella nostra come la letteratura e la filosofia per
quanto riguarda i testi delle nostre canzoni, la
fotografia e la pittura che danno spunto alle
grafiche dei nostri lavori, presto il cinema che già
ora ci influenza ma che sarà anche un modello per
dei videoclip musicali. Non escluderei nemmeno altre
discipline come ad esempio quelle scientifiche e
naturali in cui crediamo molto.
Penso sia riduttivo e piuttosto difficile parlare di
un genere che adottiamo perché siamo convinti di
aver maturato grazie alle nostre esperienze comuni
un nostro modo di vedere la realtà identificativo
della nostra arte che va al di là dei generi a sé
stanti. Queste contaminazioni hanno portato
personalità unica ed originale al progetto. Sarebbe
interessante coniare un termine che possa indicare
questo nuovo genere che stiamo portando avanti, che
nasce dalla contaminazione di una cultura italiana
con culture diverse dalla nostra, cosa tra l'altro
che rende più ricca la nostra cultura senza
escludere tutto ciò che la nostra cultura si porta
dietro da secoli. E' sicuramente presente in Italia
una nuova generazione di band ed artisti che stanno
portando avanti un discorso culturale simile al
nostro, alcuni già affacciati ad un panorama
internazionale e tanti altri che stanno costruendo
le basi per portare questo nuovo filone alla portata
di tutti coloro che lo vogliono seguire.
La realtà inevitabilmente ci porta a confrontarci
con ciò che è attuale nella società contemporanea.
Rimangono tuttavia inalterati certi aspetti della
vita che sono stati e saranno per sempre
caratterizzanti del genere umano. In funzione di
questo siamo certi che esistono determinate
manifestazioni dell'essere che stanno al di sopra
dei periodi storici e delle loro caratteristiche di
stile e modalità di comportamento e a noi piace
molto fare forza su di questi perché ci appaiono più
genuini di tendenze create in funzione del mercato.
Possiamo dunque dire che siamo in continuo rapporto
con il presente ed il passato in funzione di quei
valori del genere umano che si mantengono nella
storia e allo stesso tempo si rinnovano per
l'inevitabile influenza del presente.
Uno dei nostri ambiti è quello della psichedelia
come via di fuga ma anche come via di
sensibilizzazione in un periodo cruciale nella
storia dell'uomo. Non si può rimanere in silenzio
davanti a quello che sta succedendo. Purtroppo molti
rimangono indifferenti facendo finta che vada tutto
bene. Ma questo ripeto è un periodo di tensione
anche psicologica paragonabile a quella a cavallo
tra XIX e XX secolo..La nostra musica ne è
inevitabilmente influenzata.
4. Il vostro genere di riferimento maggiore è il
rock anni 60/70: la tradizione italiana che riprende
il movimento artistico inglese. Perché riprendere
questo genere?
Innanzitutto ci piace chiarire che il nostro genere
di riferimento maggiore è il rock anni '60/'70 ma
non solo quello inglese. L'inglese è la lingua
attraverso la quale piace esprimerci per allargare
la nostra comunicazione anche a chi non è in grado
di capire l'italiano tenendo conto che l'inglese è
una delle lingue più utilizzate al mondo e che si
assume la responsabilità attuale promossa da molte
nazioni di tutti i continenti di gettare un ponte
tra le culture più differenti agevolando la
comunicazione tra di esse. Non solo dunque il
movimento artistico inglese ma anche quello
italiano, quello europeo e quello americano senza
escludere le bellissime culture orientali e le altre
di tutto il mondo. Il rock anni '60/'70 è
indubbiamente uno dei nostri preferiti forse perchè
siamo cresciuti ascoltando Beatles e Pink Floyd. E'
uno di quelli che ci comunica più emozioni. Lo
troviamo molto interessante perché consideriamo tale
periodo artisticamente prolifico e sincero senza
nulla togliere ad altri periodi artistici che a loro
volta ci interessano. Non dimentichiamoci che le
basi della gran parte della musica attuale sono
state poste proprio in quel periodo dai più grandi
gruppi del secolo i quali hanno dato una precisa
direzione alla musica successiva e al tempo stesso
infinite nuove direzioni. The Mirrors nel recupero
di alcuni aspetti e valori del passato sono parte
attiva di un nuovo movimento italiano attuale e
moderno.
5. Il vostro primo disco Ep vi ha garantito molto
successo tra il pubblico e, di conseguenza,
l'accesso in diverse realtà artistico-musicali di
rilievo: mi potreste parlare di queste vostre
esperienze musicali?
'Nothing at all but stars' ('Nient'altro che stelle'
ndr) ci ha dato molto di più di quanto potessimo
immaginare prima di registrarlo; ancora non avevamo
avuto alcuna esperienza al di fuori delle nostre
piccole realtà e avere un band era ancora un sogno
nel cassetto. Abbiamo iniziato come tutti i gruppi
con le prime esibizioni sui piccoli palchi dei
locali di Milano. Pian piano abbiamo presentato l'Ep
in diversi contesti, da quello live in più di 30
volte in un anno in situazioni e contest nel Nord
Italia come l'apertura ad uno spettacolo Zelig/Scaldatole
organizzata dalla comunità del Barrio's di Milano,
la Finale di Pagella Rock 2003 con apertura agli
indipendenti Après La Classe organizzata dal Comune
di Milano, l'esibizione sul palco del Roxy Bar a
Bologna grazie alle splendide opportunità artistiche
promosse da Red Ronnie, il live in pieno centro a
Milano alle Messaggerie Musicali aperte al pubblico,
a quelli radiofonici come gli unplugged e le
interviste presso radio come RockFM, RadioRai1,
Radio Lupo Solitario, Radio Torino Popolare e
conquistandoci anche un posto per 4 mesi nella
playlist di RadioGammaRovereto assieme a tanti altri
artisti emergenti o indipendenti importanti della
scena italiana; quelli televisivi su Sky, Rete7 e
VideoNord grazie al programma Fan Music Television;
quelli relativi alla critica italiana specializzata
che ha recensito positivamente su scala nazionale il
nostro disco su Tutto Musica, Rockerilla, Rock Sound
e Rumore 'costringendoci' a ristampare l'ep per fare
fronte alle richieste delle persone interessate al
disco; quelli relativi alla partecipazione a diverse
compilation tra cui la Saturday Night Club (con il
brano 'No one is like you') organizzata dello
storico locale Rolling Stone di Milano venduta nei
negozi musicali di tutta la città; la più
significativa è stata quella che ci ha portato alla
firma del nostro primo contratto di edizione di 3
anni (con il brano 'Do you know how I feel inside?')
con l'attore italiano Giorgio Pasotti grazie alla
sua nuova iniziativa in campo musicale a favore
degli artisti emergenti.
Tutto questo grazie ad un disco prodotto e
registrato senza l'aiuto di esperti in campo
musicale e con il modesto budget di appena 40 euro..
questo ci ha fatto un grande piacere perché ci ha
dato la consapevolezza che in fondo ciò che più
conta in un lavoro artistico è l'intenzione e la
passione che vanno a confluire in esso e cosa più
importante che vengono trasmesse a chi usufruisce
dell'opera a discapito delle grandi produzioni
artistiche costose e dispersive di tipo commerciale
il cui fine è più quello di far parlare di sé
piuttosto che trasmettere cultura, idee, sensibilità
ed energia agli altri, cosa più importante nell'arte
e per il contributo nei confronti delle persone.
In futuro ci attendiamo di poter comunicare con
molte più persone attraverso l'arte. Ci auguriamo di
trovare i mezzi e i canali per poterlo fare con la
stessa energia in contesti più ampi. Fino ad ora
anche con i più umili mezzi abbiamo creato qualcosa
molto più grande delle nostre aspettative. Contiamo
di mantenere questa linea organizzativa per
sfruttare al meglio le poche risorse di cui
disponiamo per esprimere le nostre idee che
abbondano ogni giorno di più. Siamo alla ricerca di
qualcuno che sia interessato ad investire nelle
nostre opere perché siamo consapevoli che il nostro
potenziale non è ancora interamente in atto. Con
mezzi e canali più adatti otterremmo l'ottimo
risultato di oggi ma in contesti più ampi.
6. Quali sono le vostre ultime esperienze
artistiche musicali e le vostre partecipazioni a
eventi musicali di rilievo a livello nazionale e
internazionali?
Le nostre più recenti esperienze musicali sono
interessantissime e ci fanno rivivere emozioni con
la stessa intensità provata durante il primo anno di
attività artistica (e probabilmente anche di più) ma
decisamente con rinnovato entusiasmo a seguito anche
della registrazione di un nuovo album autoprodotto
dalla band stessa nell'estate del 2004 chiamato
'Time beats only once', ('Il tempo batte una volta
sola' nrd). Album decisamente innovativo e ricco di
materiale artistico (si tratta di un doppio cd di 16
tracce musicali) registrato in Villa Ponciroli (in
parte nello studio degli artisti indipendenti
Ganjamama e in diverse altre location) nella
tranquillità del verde e della natura della
Valsassina.
Confluisce in questo lavoro l'esperienza maturata in
un anno artistico e nasce così un'opera molto più
complessa, completa, matura e variegata in cui
vengono trattati temi personali come quelli
sentimentali e filosofici, temi sociali relativi
alla guerra e al terrore piuttosto che sui valori
della persona nel contesto della società e dei
rapporti con gli altri e altro ancora.
Ci sentiamo già di dover molto a quest'opera d'arte
che ci ha permesso di vincere il concorso musicale
organizzato dal Comune di Brescia in collaborazione
con BMG Ricordi per la sezione rock con il brano 'Meggy
flies with me' e di collaborare con il sound
engineer Franco Fucili (tra i suoi lavori ha
collaborato con La Sintesi - Sony).
7. Avete altre compilation in programma, giusto?
E in questa nuova compilation presenterete altri
pezzi inediti: quali sono, o meglio di che genere
musicale sono, se si può anticipare qualcosa?
Abbiamo in programma diversi progetti. Prossimamente
verranno organizzate delle compilation tra le quali
quella dell'etichetta Giorgio Pasotti Musica in cui
sarà presente 'Do you know how I feel inside?'
tratto dal nostro primo Ep, quella organizzata
dall'associazione artistico musicale Ottava di
Brescia ed una a sopresa che non vi sveliamo!
Come band siamo già al lavoro su un nuovo cd
autoprodotto previsto per la primavera del 2005 che
conterrà altri 6 brani inediti oltre a qualche brano
del passato rivisto negli arrangiamenti e ovviamente
nella qualità della registrazione. Sicuramente
affronteremo nuove sonorità non ancora affrontate
sino ad oggi sperimentando atmosfere a volte più
vellutate e in altri casi più dure del solito.
Introdurremo l'utilizzo del pianoforte e di nuovi
suoni magari anche con la collaborazione di qualche
altro artista. Ci saranno novità per quanto riguarda
gli argomenti che toccheranno sicuramente alcuni dei
tragici avvenimenti odierni verso i quali non
possiamo essere indifferenti.
Sicuramente suonerà come un album dei 'The Mirrors'
ma mai come uno di quelli precedenti!
8. Che cosa trasmette e può trasmettere oggi la
musica rock? Può esprimere un messaggio civile e
sociale? Voi, in particolare, esprimete nelle vostre
canzoni dei messaggi e volete raggiungere dei
destinatari precisi?
Molti artisti già esprimono attraverso la musica
rock importanti messaggi civili e sociali
quotidianamente. Anche noi sentiamo l'esigenza prima
di tutto come uomini di dire ciò che pensiamo
riguardo problematiche di interesse comune e non
abbiamo la minima paura di scadere nel banale per
qualcosa che è stato già detto o si è già sentito in
quanto le problematiche civili e sociali vanno
periodicamente coltivate e rinnovate in funzione di
una società in continuo cambiamento. La musica rock
può avere grandi potenziali che però devono essere
usati con intelligenza. E' nostro dovere utilizzare
questo mezzo di comunicazione per trasmettere
qualcosa che faccia riflettere la gente in un
periodo serio ma che sembra nascosto da realtà di
plastica.
Il nostro fine è di sensibilizzare gli altri e noi
stessi attraverso l'arte per risvegliare e riportare
al centro delle discussioni problematiche di
interesse comune e serie che parlino di una vita
basata su principi e valori sani e non artificiali
cercando di considerare gli eventi senza distorsioni
di parte.
L'intento è quello di poter cercare un determinatore
comune tra noi stessi e qualsiasi essere umano si
abbia di fronte a sè, senza nessun tipo di
discriminazione (sessuale, etnica, culturale,
fisica, religiosa, politica, etc.).
Le nostre riflessioni sono filosofiche ed
esistenziali, sugli ideali e sull'attualità, sui
sentimenti d'amore in tutte le sue manifestazioni.
Partiamo da noi stessi per rapportarci con gli
altri.
Le nostre canzoni parlano anche di speranza,
manifestazioni a tutti gli effetti di quella che è
la vita e che va giorno dopo giorno coltivata
affinchè essa continui ad esistere: "estratti di
vita reale", "di vita vissuta e che continua a
vivere in quanto vita".
La vita è troppo corta per farsi dei nemici, perchè
invece non provare a comunicare con gli altri per
problematiche che a noi stanno a cuore ? Spesso
esistono dei muri che ci separano gli uni dagli
altri. Muri che devono essere abbattuti per dare
spazio alla comunicazione. La comunicazione è il
mezzo per affrontare discorsi di sensibilizzazione
nei confronti di argomenti importanti e senza di
essa aumentano solo le distanze tra le persone o i
gruppi di persone.
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