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Oggi,
per la prima volta dopo circa sessant'anni, esiste di nuovo uno
stato chiamato Palestina, che è inoltre uno stato indipendente,
non più occupato militarmente né dagli Israeliani, né dagli
Inglesi, né da nessun altro degli eserciti che hanno dominato
questa terra nel corso dei secoli (Turchi, Crociati, e prima
ancora Bizantini e Romani). Oggi, qualcuno in occidente si
chiede perché, nelle prime elezioni libere di questo "nuovo"
stato, abbia vinto il partito estremista e fondamentalista di
Hamas, invece del più moderato e democratico partito di Al Fatah.
Forse per capire il perché, per comprendere meglio quali
situazioni abbiano portato a questo punto (che cosa abbia tolto
forza alle posizioni del dialogo e fatto aumentare invece le
adesioni al nazionalismo religioso) sarebbe utile conoscere
meglio che cosa abbiano significato per le masse palestinesi
questi lunghi anni di espropriazione delle loro terre e di
occupazione armata. Potrebbe servire sapere qualcosa di più
sulle limitazioni delle libertà e dei diritti a cui i
Palestinesi sono stati sottoposti, i maltrattamenti sistematici
e brutali da parte di soldati e coloni israeliani, gli arresti
arbitrari e le detenzioni senza processo, le condizioni inumane
di trattamento con torture fisiche e psicologiche, le
distruzioni di interi paesi con migliaia di case spianate e
uliveti sradicati, la vita precaria e disagiata nei campi
profughi, senza prospettive per il futuro, i ferimenti e le
uccisioni indiscriminate di civili.
Tutto ciò è stato documentato dal disegnatore Joe Sacco in un
lungo reportage a fumetti, sulla base di testimonianze dirette
con informazioni e immagini raccolte sul posto, durante un
soggiorno di due mesi nei territori occupati, fra il 1991 e il
1992. La realizzazione pratica dell'opera (scritta e disegnata
con grande cura) lo impegna poi per tre anni, dal 1992 al 1995.
La serie, prima pubblicata in più albi e infine raccolta in un
unico volume, è intitolata semplicemente "Palestina" (col
sottotitolo "una nazione occupata"), e ha inaugurato al tempo
stesso una nuova forma di giornalismo e un nuovo genere di
fumetto che si discosta da opere biografiche come "Maus" e "Persepolis",
in quanto non tratta della vita dell'autore o di particolari
persone a lui vicine, ma delle esperienze vissute da un intero
popolo, di cui l'autore si rende testimone nel corso del proprio
viaggio.
Data l'esigenza di spiegare con la massima cura le situazioni
descritte, rispetto ad altri fumetti la narrazione risulta
ovviamente molto didascalica, ma la possibilità di mostrare
contemporaneamente nei disegni i volti dei protagonisti reali e
lo svolgersi degli eventi, rende senz'altro questo libro più
obiettivo, immediato e coinvolgente di molti articoli e saggi
sull'argomento, soprattutto visto che per il grande pubblico ciò
che non viene mostrato dai mass media in presa diretta sembra
quasi non esistere. Ecco quindi che il fumetto permette qui di
portare i lettori direttamente dentro la Palestina, di dare voce
ha chi non ne ha quasi mai e di rendere più accessibili e
comprensibili a tutti delle chiare informazioni sulla storia
recente di quella nazione.
Dopo aver letto questo libro, qualunque sia la propria opinione,
non ci si potrà più meravigliare che la maggioranza di un popolo
oppresso sia stata spinta dal risentimento e dalla disperazione
alla lotta armata e all'adesione ad un gruppo estremista. Le
grandi panoramiche di Sacco sulle condizioni della popolazione
sono più espressive ed esaurienti di molte descrizioni e
permettono di soffermarsi su ogni dettaglio meglio di certe foto
scattate frettolosamente in momenti caotici, mentre le numerose
didascalie, spesso inclinate e spezzate, simili a manifestini
svolazzanti, riescono a sovrapporsi alle immagini senza
limitarne la spazialità, commentando in modo colloquiale e
particolarmente umano tutto ciò che accade, compresi i timori e
le debolezze dell'autore stesso quando rischia di trovarsi
coinvolto in situazioni difficili.
Anche se non si può parlare di una vera e propria storia,
trattandosi di una lunga serie di brevi narrazioni, più o meno
indipendenti, a metà tra la ricostruzione giornalistica e il
racconto di vita vissuta, la cinquantina di titoli suddivisi nei
nove capitoli del libro compone un ampio ed esauriente spaccato
della situazione palestinese di quegli anni, dai molti tipi di
feriti e "pressioni" subite ai campi di concentramento, dalle
condizioni della donna alla vita dei profughi, dalla legge
coranica ai ragazzi che lanciano sassi ai soldati, dai continui
posti di blocco fino ad un confronto anche con il punto di vista
israeliano che però, nonostante le minacce terroristiche,
risulta qui onestamente un po' meno tragico e disperato. Resta
da sperare che la sempre maggiore diffusione di questo libro,
così come l'inizio del ritiro degli israeliani dai territori
palestinesi, possa contribuire al dialogo e alla comprensione
delle reciproche esigenze umane, anche tra il mondo occidentale
e quello islamico.
Intanto questa è finora l'edizione più economica in lingua
italiana, dopo la pubblicazione dei primi cinque capitoli da
parte della oggi fallita editrice Phoenix alla fine degli anni
'90 e la prima edizione integrale di Mondatori nel 2002. E
mentre anche altri autori si sono dedicati al reportage a
fumetti (come l'americano Joe Kubert con il romanzo disegnato
"Fax da Sarajevo" o il trio francese Guibert, Léfevre e
Lemercier con la serie "Il Fotografo" ambientata in
Afghanistan), lo stesso Sacco ne ha disegnato un secondo
ambientato in Bosnia e intitolato "Goradze, area protetta - La
Guerra nella Bosnia dell'Est", di imminente uscita in edizione
italiana.
Difficile contestare a questo punto il grande contributo che il
Fumetto può dare nel rendere letteralmente più visibili le
sofferenze delle popolazioni dimenticate di varie parti del
mondo, nel denunciare le conseguenze di conflitti di cui altri
media smettono rapidamente di interessarsi, nel continuare a
mostrare certe tragedie umane in modo vivido anche senza bisogno
di sponsorizzazioni o di grossi finanziamenti, nel fare
identificare più facilmente ognuno di noi con i propri simili,
per quanto sembrino geograficamente e culturalmente lontani,
perché vedendoli accanto sulla pagina, disegnati con lo stesso
stile, si accentuano le somiglianze anche tra i personaggi di
diverse etnie, e le poche ridicole differenze si riducono a
qualche stilizzazione grafica, a piccoli insignificanti dettagli
nella diversa conformazione di una linea, di una ruga, di un
profilo… un po' poco come scusa per continuare a uccidersi.
Titolo: Palestina (una nazione occupata)
Autore: Joe Sacco
Edizione: Piccola Biblioteca Oscar Mondatori
Formato: 312 pagine
Rilegatura: brossura con bandelle
Prezzo: 12 euro
NOTA: Unico difetto grave del volume è un errore di
stampa nella prima parte, dalla fine di pagina 122 all'inizio di
pagina 126, in cui i testi sono sfalsati e collocati nelle
didascalie sbagliate, senza essere più sincronizzati con i
disegni, il ché rende difficile seguire il pensiero dell'autore
in quelle quattro pagine.
Purtroppo sembra che questo errore sia presente in tutte le
copie. |
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