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Europa (canzone d'autunno)

Alcuni posti hanno una storia. A volte la storia è dolorosa, come nel caso dello Stalheim Hotel, a Stalheim. Ce la raccontò Sonia, la nostra guida, sul pullman mentre raggiungevamo l'albergo, attraverso uno spettacolare canyon reso ancora più suggestivo dalla pioggia e dalla nebbia. Pare che, durante l'occupazione nazista della Norvegia...
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L'Europa (Canzone d'autunno)

 

Alcuni posti hanno una storia. A volte la storia è dolorosa, come nel caso dello Stalheim Hotel, a Stalheim. Ce la raccontò Sonia, la nostra guida, sul pullman mentre raggiungevamo l'albergo, attraverso uno spettacolare canyon reso ancora più suggestivo dalla pioggia e dalla nebbia. Pare che, durante l'occupazione nazista della Norvegia, l'hotel fosse stato trasformato in una delle cliniche deputate al progetto Lebensborn, un delirio eugenetico di Himmler, prima di ritornare ad essere un albergo come tanti altri, sperduto in mezzo alle montagne. Sarà stato quel racconto, sarà stata l'atmosfera nebbiosa e decisamente autunnale (in effetti là in Norvegia si era già al termine dell'estate, nonostante le mezze maniche del nostro autista), mi venne l'ispirazione per una canzone che scrissi di getto sul taccuino di appunti di viaggio:

Vi sono luoghi
in un respiro dove
cala l'autunno,
dove arriva l'autunno
prima che altrove,
si fa sera presto
sempre più presto
copre la sera…
eppure
è dolce il tramonto,
scompare il sole
dietro i suoi monti
e accende la pioggia
che segreta va via.
Là sentirai
oltre il muro bianco
il perdono del cosmo…
risposte
che non avrai.

Scrissi questi versi poco prima di cena. La stanza aveva una vista panoramica sul piazzale dell'hotel e sui monti assediati da banchi di nebbia che avanzavano verso di noi in modo quasi minaccioso. Dopo la solita cena a buffer facemmo un salto al negozietto di souvenir, nella hall (spesso vi sono negozi di questo tipo all'interno degli alberghi norvegesi, per fare shopping senza uscire), dove comprai qualche cartolina. Nel salone c'era un pianoforte di cui aveva preso possesso un napoletano del nostro gruppo ed aveva coinvolto i suoi conterranei in esibizioni canore di "O sole mio": un repertorio piuttosto insolito, così a nord, con quella atmosfera quasi natalizia.
Al ritorno a Firenze avrei inviato i miei versi a Paolo, che li avrebbe poi messi in musica e avrebbe registrato la canzone. Ascoltandola, talvolta, sento un gelo sottile.


* * *

Un ringraziamento agli autori che ancora una volta hanno inviato il loro prezioso contributo a questo numero. Li invito di nuovo, insieme agli altri autori che ancora non hanno trovato spazio sulle pagine elettroniche di SDP, ad inviare le loro opere entro il 28 febbraio 2009. Il prossimo tema: L'Asia. Buona scrittura e buona lettura,

Massimo Acciai
Direttore di Segreti di Pulcinella

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