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Cinema
Teatro
Pittopoesia
Miti mutanti 30
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Alessandro Riccio, attore
versatile e trasformista, indossa abiti femminili e
diventa Bruna, uno dei suoi personaggi più fuori
dagli schemi. Il foyer del Teatro di Rifredi a sua
volta si trasforma in una sorta di balera di infimo
ordine dove si esibisce Bruna e il suo laconico
musicista, interpretato da Alberto Becucci. Ne nasce
una serata di grande intrattenimento che oscilla tra
il triviale e il sublime, con a sorpresa citazioni
letterarie coltissime (il Calvino delle "Città
invisibili") e ripescaggi di canzoni del passato
oggi poco note. Bruna infatti non ci sta a seguire
il programma della serata, teoricamente incentrato
sul revival anni Sessanta, ma spazia liberamente tra
i suoi ricordi musicali che si intrecciano a quelli
della sua vita tutt'altro che lineare: scopriamo
così a poco a poco che dietro il linguaggio da
portuale della cantante si nasconde un dramma che
risale ad una casa "chiusa" dove lavorava in
gioventù insieme ad altre sfortunate fanciulle,
tutte defunte prematuramente in circostanze
tragiche. Si ride, e parecchio, ma con un fondo di
amarezza e di profondità che non ci aspetteremmo
dalle prime battute pronunciate da Bruna al
pubblico, trattato forse con un po' troppa
confidenza, ma che ricambia con tonnellate di
simpatia. Bruna è un personaggio "vero",
tridimensionale, che si fa amare fin da subito
nonostante il carattere rude e la sigaretta sempre
accesa: lo ha dimostrato chiaramente l'accoglienza
calorosissima degli spettatori che affollavano il
foyer-balera durante la prima (tutto esaurito) in
questa serata autunnale fiorentina.
Firenze, 19 ottobre 2017
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