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Biancoinascoltato:
un viaggio musicale in compagnia di Chiara White
Il mio incontro con la musica
di Chiara White è avvenuto in una fredda sera
piovosa del gennaio 2018, presso il circolo
operaio di Colonnata, alla periferia di Sesto
Fiorentino: lei invece, Chiara, l'avevo già
conosciuta in altre occasioni tra cui il concerto
di Kenny White (no, non sono parenti) al circolo
Il Progresso. È stata una serata memorabile, fuori
dal tempo. Ecco, questa è l'impressione che mi
resta del primo ascolto delle nove canzoni che
compongono "Bianco Inascoltato" (più due cover,
"Il cielo in una stanza" e "Impressioni di
settembre", eseguite durante il concerto): un
senso di evanescente sogno a occhi aperti, una
serie di melodie che accarezzano l'anima e fanno
sognare. E cos'è in fondo il sogno se non una
sorta di viaggio? Questa infatti la tematica
dominante nei testi, scritti (così come le
musiche), dalla stessa Chiara: iniziamo dunque con
"Itaca", dedicata al viaggiatore per antonomasia,
Ulisse, che fa il paio con "Penny", in cui viene
presentata una rivisitazione originalissima di
Penelope, non più sposa fedele che attende
passivamente il ritorno dell'amato, ma narratrice
lei stessa - attraverso la sua tela - delle
avventure del marito lontano.
Con la seconda canzone Chiara ci trasporta a
Praga, città onirica e misteriosa di cui anch'io
conservo un ricordo particolare e una poesia
scritta in albergo durante un vecchio viaggio. È
il cavallo di battaglia di Chiara, il singolo
tratto dall'album, e sono d'accordo con lei: in
mezzo a tante canzoni meravigliose splende come un
diamante, perfetta nella melodia, nel testo, nella
voce e negli arrangiamenti.
Dalla città boema ci spostiamo poi in Islanda con
"Sönghellir", altra terra che ha sempre evocato in
me paesaggi affascinanti e solitari, ma il viaggio
non è l'unico tema di cui canta Chiara, così come
il tono non è sempre malinconico e riflessivo:
"Canzone allegra" ci presenta il lato più ironico
e scanzonato della cantautrice. L'amore è l'altro
fil rouge che unisce le canzoni: l'amore romantico
come l'amore nostalgico, ma anche l'amore più
maturo.
Il titolo dell'album, una deliziosa sinestesia,
rimanda a un verso di "Praga" e suggerisce
l'atmosfera nevosa, invernale, nordica, su cui
Chiara, novella Penelope, ha intessuto il suo
primo lavoro discografico. Primo di una lunga
serie, le auguro, visto l'ottimo inizio.
Firenze, 10 febbraio 2018
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