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Senza Peso - Marlene Kuntz:
In particolare, una considerazione
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SENZA PESO-2003 Virgin
Cristiano Godano: voci e chitarre, Riccardo Tesio:
chitarre, Dan Solo: basso, Luca Bergia: batteria
Prodotto da Rob Ellis e Head - Co-prodotto da
Marlene Kuntz e Marco L.Lega
Track list:
Sacrosanta verità
Ci siamo amati
Notte
A fior di pelle
Danza
L'uscita di scena
Schiele, lei, me
Ricordo
Con lubricità
Laura
Secondo chi vorrà
Fingendo la poesia
Scorre
Spora n°101
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"Domani" dicevano, forti
della speranza
e indugiavano sul grato cammino:
"Domani" dicevano all'unisono,
non uno parlava di ieri...
..."Domani e oggi", gridavano:
io appartenevo a ieri.
(C. Rossetti)
Da una parete, tavolozza bianca della mente, può
colare un ricordo: come vernice, usata male e troppo
data che si ribella e cade. Così piange il muro.
Resta poi il crepuscolo grigio d'una giornata
conclusa ed il pennello si arrende alla notte che
viene. Così il futuro è come un quadro senza
cornice, su tela infinita d'intera parete. Puoi
guardarla e creare, puoi guardarla ed andare.
Schiele rosseggia d'umori, s'inchioda a visioni,
indugia in magrezze essenziali: la vita è un osso di
donna e, se non puoi assaggiarlo, allora lo rendi
colore, lo guardi tagliente ammiccare e per sempre
lo immoli. La carne è il sapore che viene a seguire,
la carne è ornamento, nasconde strutture, la carne è
il vestito da oltrepassare.
La vita si blocca in disegni, a tratti lampeggia di
suoni e a volte diventa parola. La vita è un poeta
posseduto da mente di donna: Laura che parla ad un
mondo e il mondo arriva in ritardo. Ogni verso è un
richiamo, chi scrive ti urla e ti vuole ammaliare.
Così pensi tu. Ma chi scrive ti dice che colore ha
il silenzio e magari potresti ascoltare...
La vita è su un ponte e il poeta lo canta d'azzurro,
il poeta che ha visto cadere un impero e tuonare la
fine. Il poeta ha ricordi di carta e rammenta che
dove sono i libri le ansie dei giorni non hanno più
spazio. Il poeta poi pensa Se muoio follia non mi
avrà, follia mi vedrà soltanto volare come aquila
nuova in azzurri ridenti dove poi resterò.
Cembalo suona, violino carezza, un coro richiama
velluto, di piano in forte pianoforte ebano e avorio
c'intona una Spora e il vibrafono strugge i languori
d'ascolto.
Quattordici passi d'un lungo cammino, quattordici
vesti di un uomo che chiede agli sguardi degli altri
di non indagare ma solo pensare a se stessi e
riflettere bene. Un uomo che sogna futuri
impassibili, perché nel neutrale risiede equilibrio.
Ma qui c'è una nebbia che confonde i confini, qui
c'è la notte che inganna il reale. Un'enfatica
estasi struggente e romantica. C'è un uomo e non
lui, in lui mille altri, i poeti già letti, i
pittori già visti, i tormenti del mondo che poi sono
gli stessi: i miei, i tuoi, i suoi ma che a volte
non si sanno esternare. Perché, come disse Qualcuno
che a caso non è, "Poesia non è di chi scrive ma di
chi gli serve". L'umanità derelitta chiama e si
arrende e parla attraverso quest'uomo: e quest'uomo
esce di scena con naturale semplicità... "Anelo al
giorno in cui l'anima non vorrà più abitare in
questo corpo meschino e appestato di tristezza, al
giorno in cui essa abbandonerà questa grottesca
figura di fango e putredine che è l'immagine anche
troppo fedele di un secolo empio e maledetto".
Il contrasto è tra l'arte e il saputo, tra un
borghese e lo schianto improvviso di un suono, di
bellezze cantate, della voglia di mordere tutto e
produrre una voce che ridica con nuovo colore tutto
quello che già si è sentito e mai bene ascoltato.
Per questo nasce un artista: per cantarti di nuovo
quello che hai perso, tutto il bello che avevi
ignorato e nel farlo darti il suo mondo. Nell'arte
esplode il taciuto. Verità sacrosanta che pare
stufare ma che ancora riecheggia dal cantare di un
uomo.
Decostruire il mondo e colorarlo al contrario: così
ci salviamo.
E l'amore è impotenza... No, l'amore è in potenza
tutto il vero che c'è, ogni corda che vibra, ogni
danza di donna che ti chiede di amarla nelle soste
che avrà. E con lubrico inganno si consuma un
effimero amore: quella donna non ti mollerà. E di
notte parlare di quando ci amammo e di come finimmo
lontani, e di giorno guardare un mare lontano senza
altro peso se non la realtà.
Note di un primo viaggio e ritorno dentro il
percorso segnato Marlene.
Note veloci uscite di sera e che poi di schiena
rientrare vedrò.
Note di me che ho parlato con te passando attraverso
quattordici porte.
"Sapevo che tu mi sognavi:
per questo non potevo addormentarmi"
(A. Achmatova) |
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