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Narrativa

Napoli 1849
di Giuseppe Costantino Budetta
L'ultimo giorno di vacanza

di Rossana D'Angelo

Speciale Antologia dei Segreti di Pulcinella

Questo numero è uno speciale: innanzitutto la rubrica di poesia è particolarmente ricca, accogliendo i sessanta poeti contenuti nell'antologia cartacea. Per rendere complementare la parte online alla cartacea abbiamo deciso di inserire - dove possibile - poesie che non compaiono nell'antologia....
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Recensioni

"Dell'odiato amore" di Alberto Presutti (con intervista al Poeta)
di Massimo Acciai
"Gemiti Sventurati" di Vessela Lulova Tzalova
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Poesia a Milano

Un certame poetico tutto post moderno: il Poetry Slam a Milano
di Alessandro Rizzo

"Gemiti Sventurati": la Poesia di Vessela Lulova Tzalova

di Massimo Acciai


Vessela Lulova Tzalova, Gemiti Sventurati

Vessela Lulova Tzalova stupisce fra i diversi stili e limiti di un'attenzione ad un lavoro penetrante nell'emotività femminile, ritratta nei suoi aspetti più inquieti, più estremi, forse più genuini.
Siamo introdotti fin dal titolo al tema del lamento; immagine che attraversa come un fil rouge di appassionata ispirazione le ventinove poesie di cui si compone la silloge. Versi duri, di esplicita accusa:

Fissala negli occhi e vedrai l'inferno
in cui brucerai dopo le pietre scagliate.
(da "Condanna")

Non voglio l'amore in affitto,
perché il mendicare non m'appartiene
(da "Risonanza")

Accenti di dolorosa ma dignitosa supplica:

Rimani nelle mie mattine,
rimani nelle mie chimere,
fai i miei sogni realtà
(da "Rimani")

Carnalità in cui affoga l'anima

L'amore deve essere soffocato,
bruciato, insanguinato…
(da "Requiem dell'amore")

in cui l'io, conscio di un'amara Verità (nell'omonima poesia), sente la coscienza della perdita di se stesso, unica concretezza dello scivolamento nel sottile, "cupio dissolvi" che si trasfigura in vertigine e sopore nel ritorno alla "fredda" terra nella negazione dell'amore, nell'oblio.
Una vicenda dolorosa, quella tessuta in versi dalla Tzalova: un diario che rinvia alla privazione di una luce al cosmo, qualcosa che viene sottratto ed ammantato. Il tormento del peccato e dell'espiazione, concetti richiamati spesso tra le atmosfere gotiche che dominano l'opera (si considerino ad esempio le immagini di demoni e di putrefazione in "Dorra"). Pensieri soffocanti, claustrofobici, sopra tutti l'incubo della perdita, sia come morte fisica ("Ricordo" ispirata alla tragica morte di P.K.Javorov1) sia come abbandono della persona amata (di nuovo "Rimani"): composizioni spettrali e al contempo struggenti di nostalgia, in cui la psiche fa affluire stilettate di fitta oscurità. Danze macabre di ombre in rivolta, un altro fiato che nella quiete illusoria si srotola indisturbato tra i pensieri. Nuove leggi commiste di inconscio e ragione restituiscono il sincretismo di azioni scattose, pennellate che si adoperano a rifinire in fosche tinte un quadro decisamente cupo e complesso.
Visioni oscure, dunque, profonde e austere come abissi, ma con improvvise quanto inattese aperture solari:

fuori il sole del nuovo giorno
e certamente tu con un bel sorriso
più splendente ad ogni istante…
(da "Incubo")


Lo stile ed i contenuti di cui Vessela Lulova Tzalova si fa interprete richiedono attenzione e capacità di analisi non banali e contengono un invito ad esplorare la imprevedibile e poliedrica personalità dell'autrice.

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NOTE

1 Uno dei grandi poeti classici Bulgari, che morto suicida dopo la morte delle sue donne amate. In Bulgaria è normale dedicare poesie ai poeti, per tenere viva la fiamma del patrimonio culturale nazionale.

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