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Musica classica
Brevi considerazioni sugli
stili di Chopin, Liszt e Schumann
di Rossana D'Angelo
Interviste
Awélé: la musica come
espressione del sentimento della diversità
come contaminazione positiva
di Alessandro Rizzo
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Brevi considerazioni sugli stili
di Chopin, Liszt e Schumann
di Rossana D'Angelo
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Chopin: le note di
Chopin creano, secondo me, un'atmosfera di maggiore
sospensione rispetto a quelle di Liszt e Schumann,
perché la loro espressione è impostata su un tipo
d'abbandono più graduale, meditativo, un'espressione
fine che si concede a poco, a poco e anche il
cambiamento di melodia arriva in modo più originale,
da un breve accenno precedente si passa ad uno
stacco che fa appena intuire il passaggio che
arriva, poi, improvvisamente presentando tutto un
nuovo susseguirsi di sensazioni; la conclusione
inoltre, spesso è di due o tre note soltanto che, in
breve, suggellano uno stato d'animo nella sua
interezza; è improvvisa ma l'autore ci ha portato
verso di essa con delicatezza, facendoci scoprire
che essa è nostra e quindi percepiamo soltanto la
nostra adesione totale, il compimento di una nostra
soddisfazione mentale; questo mi accade in special
modo quando ascolto il notturno n.2 in re bemolle;
possiamo osservare, ad esempio negli "Studi", che
Chopin è sempre leggero, elegante, anche quando si
trova nel massimo del travolgimento; nei Walzer egli
concede appena le note, poi subito le sospende di
nuovo, non eccede mai nella proposta del suono; ogni
stato d'animo è fluido anche quello malinconico. La
musica è basata sul fascino dei delicati contrasti;
tuttavia, a volte, Chopin sembra soffermarsi mi
sembra troppo non sulla nota tragica come Liszt ma
sulla ripetizione di quella delicata, però questa
ripetitività alla fine non approda alla noia, anzi,
favorisce una giusta pausa che previene poi la
pesantezza, quando la melodia riprende una strada
diversa.
Forse è nelle sonate di Chopin che è più evidente
l'estrema sensazione di levità, il modo in cui egli
non si ferma mai troppo sulle stesse note, ma le
gestisce con abile eleganza, volando e facendoci
volare da uno stato d'animo all'altro, senza momenti
di stacco.
Liszt: anche Liszt presenta le sue
conclusioni originali, come ad esempio nello studio
n.2 "Fusees"ma al contrario di Chopin, insiste
ossessivamente sulle note che, per questo, risultano
pesanti; lo possiamo notare nello studio n.4 "Mazeppa",
dove, in ogni caso colpisce il passaggio da uno
stato d'animo più drammatico ad uno più lieve ma il
suo coinvolgimento sembra condurlo fuori di sé; si
attacca al momento presente e lo scava, quasi la
realtà lo portasse ad un sentimento di disperazione;
in questo modo, mancando una certa gradualità, la
conclusione sembra stupire di meno rispetto a quella
di Chopin; il quadro è quello di uno stato d'animo
sofferente; la mia impressione è che in Chopin sia
più marcata l'eleganza, il volo pindarico, mentre in
Liszt è la sensazione di sofferenza quella a
trovarsi in primo piano; le note sono marcate molto
spesso per accentuare la drammaticità.
Schumann: negli "Studi Sinfonici op.13",
precisamente nel "Tema. Andante"di Schumann il
romanticismo è più ancorato alla tragicità che al
lieve sogno, invece nella sua sonata Fantasia in do
maggiore op.17 si notano dei punti di maggiore
levità dove il romanticismo, pur non presentando i
voli di Chopin, non è marcato fino a diventare quasi
autodistruttivo come in Liszt; Schumann nella
sonata, ci riconduce ad un tipo di melodia simile a
quella dei giorni nostri, in diversi punti, forse
più frequentemente di quanto facciano nei loro brani
Chopin e Liszt; io porrei
la musica di Schumann in una via di mezzo tra quella
drammatica di Liszt e quella sognante di Chopin; a
volte Schumann usa l'interruzione del suono già in
atto come mezzo per stupire e per infondere un senso
di levità, mentre Chopin usa l'assenza di suono tra
una melodia ed un'altra per produrre lo stesso
effetto.
Schumann, in alcuni punti, rallenta alcune note e ne
velocizza altre, quasi come se queste ultime
rincorressero le prime; questo cambiamento
improvviso cattura la nostra curiosità e ci fa
pensare alla possibilità di tante soluzioni diverse,
a nuovi orizzonti… |
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