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Romanticismo
Secondo numero a tema e ancora una sorpresa
per la varietà e la ricchezza dei modi in cui
è stato inteso il volutamente generico termine
di "romanticismo"...
di
Massimo Acciai
Progetto Emmaus
Il romanzo thriller di Marco Bazzato,
autore de Il Campo del Vasaio (Mt. 27,7), è
ordinabile tramite Segreti di Pulcinella...
la redazione
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Secondo numero a tema e ancora una sorpresa
per la varietà e la ricchezza dei modi in cui è stato inteso il
volutamente generico termine di "romanticismo". Sorpresa anche
per i dibattiti che ha suscitato il tema quando l'ho proposto
nei vari ambienti letterari che frequento: "romanticismo" non è
evidentemente quella parola ammuffita che si potrebbe
sospettare. Così, tra il movimento filosofico-artistico nato
alla fine del '700 come reazione al classicismo e
all'illuminismo, all'applicazione sempre più ampia ed estesa del
termine, applicato dapprima al campo letterario e poi via via a
tutti i campi dello scibile umano, fino all'uso moderno nel
linguaggio comune, il "romanticismo" è stato interpretato dai
nostri autori nei modi più disparati.
Curioso ad esempio il ricorrere di tematiche mitologiche nei
racconti e nelle poesie giunte (Maddalena Lonati, Giuseppe
Costantino Budetta e Andrea Cantucci) e l'incursione nella
leggenda (Maria Pia Moschini), inevitabile l'esplorazione del
lato oscuro, gotico del romanticismo (Rossana D'Angelo e il
sottoscritto) pur se riportato in ambientazioni moderne, così
come l'esotismo carico di suggestioni romantiche appunto (Paolo
Ragni) e l'emozione della creazione artistica (Renato Lonza).
Il lato nostalgico, struggente non poteva mancare (Francesco
Felici, Massimiliano Chiamenti e Chiara) e poi, chi l'ha detto che i
giovani non scrivono più romanticissime lettere d'amore?
Eleonora, con la sua "Lettera d'addio" lo smentisce.
Segnalo su questo numero due interessantissimi interventi
saggistici sul tema del Romanticismo, inteso stavolta nel suo
senso originale: il parallelismo, messo in luce da Alessandro
Franci, tra un'opera pittorica (il celebre "Viandante davanti ad
un mare di nebbie") e l'altrettanto celebre "Infinito di
Leopardi", e l'altro contributo di Giovanni R. Ricci su un
aspetto poco conosciuto de "I dolori del giovane Werther" e "Le
ultime lettere di Jacopo Ortis"; i sentimenti dei rispettivi
personaggi femminili.
Per concludere il mio personale contributo al tema; un
romanticismo nel senso più ampio e forse comune…
Una decina di anni fa ebbi la sensazione che le uniche cose
davvero concrete nella mia vita fossero proprio le mie opere di
fantasia, nate nei momenti in cui lascio sfogare l'immaginazione
e scrivo storie incredibili - dotate però del loro senso - su
cui ho pieno controllo. Questo pensiero era nato una sera di
giugno durante uno spettacolo all'aperto dalle parti di
Castello, nella periferia di Firenze. C'era una stupida gara di
karaoke che seguivo distrattamente, fino al momento in cui il
presentatore annunciò una certa "banda del muretto". Il mio
interesse si focalizzò su questo nome che riemergeva inopportuno
dalla nebbia della memoria. Mi chiedevo quante probabilità ci
fossero che si trattasse proprio del muretto della mia vecchia
parrocchia. Salirono sul palco un gruppetto di ragazzi che
stonarono "Alba chiara". Desideravo non credere ai miei occhi.
Erano proprio loro, i miei vecchi compagni di catechismo. Un
velo di tristezza cominciò ad avvolgermi insieme a ricordi di
cui avrei fatto a meno. Dopo quell'esibizione fu annunciata una
certa Sara. Fu troppo. Provai un'irresistibile voglia di alzarmi
e andarmene, ma una forza ancora più irresistibile e perfida mi
incollava alla sedia. "Quella" Sara salì sul palco e incominciò
a cantare una canzone di Mina, "Grande, grande, grande". Una
nuova ondata di ricordi, più violenta della prima, mi travolse e
mi trascinò col pensiero lontano nello spazio-tempo. "Prima ho
pensato a te" diceva allora la sua voce, in un pomeriggio freddo
di marzo, anni prima "vorrei conoscere i tuoi desideri". Ma i
miei desideri erano senza parole e il ragazzo che le sedeva
accanto sul muretto era allora un volto in mezzo a facce vecchie
e nuove che transitavano sul sagrato della chiesa, e già allora
forse il suo cuore non era più libero. Quando terminò la canzone
ci fu un grande applauso e il primo premio per lei. "Sei
fidanzata?" le chiese il presentatore. Lei rispose di sì. "Vuoi
dedicare questa canzone al tuo fidanzato?" le chiese ancora il
presentatore. Lei rispose di no. La serata si concluse con un
balletto. Io, finalmente libero da quella malia che mi
imprigionava, m'infilai il giubbotto e me ne andai quasi di
nascosto, sperando di non essere visto da nessuno. Soprattutto
da lei. Fui invece io a vederla, prima di avviarmi verso lo
scooter; lei, Sara, che spariva nella notte sottobraccio ad un
tizio. "Stammi bene." pensai tra me.
Con questo testo saluto i lettori e invito gli autori ad inviare
il materiale per il prossimo numero, online a settembre (ultima
scadenza: 30 novembre). Il nuovo tema sarà: le lingue. |
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