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Boccioni, pittore scultore futurista
 

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La mostra in corso a Palazzo Reale sottolinea alcuni degli aspetti finora meno indagati del movimento Futurista: le sculture di Boccioni, le reciproche influenze fra il Maestro e gli artisti suoi contemporanei, la contiguità fra produzione pittorica e plastica. Il percorso espositivo presenta anche opere di Rodin, Medardo Rosso, Balla, Severini e Picasso per meglio comprendere la posizione di Boccioni all'interno del dibattito artistico europeo che lo vide fra i maggiori protagonisti del radicale mutamento operato dalle avanguardie. Egli fu, insieme a Severini, discepolo di Balla, ma se ne allontanò presto; al ritorno dai suoi soggiorni a Parigi, in Russia e in Germania scelse come dimora Milano, l'unica città davvero dinamica ed adatta al suo spirito rivoluzionario. Nel 1910 pubblicò il "Manifesto della scultura futurista" e dichiarò di volersi riallacciare alla lezione rivoluzionaria di Medardo Rosso, in opposizione alla scultura italiana "schiacciata sotto il peso obbrobrioso della Grecia e di Michelangelo". Boccioni, alla ricerca di forme plastiche più astratte e innovative, proclamò sempre la necessità di creare uno stile del movimento che desse vigore costruttivo e sintetico - mediante la compenetrazione dei piani stessi- all'impressionistica vibrazione della luce e mirasse a rappresentare, più che i corpi, la loro azione. L'imprescindibile formula del dinamismo plastico futurista presupponeva "l'assoluta e completa abolizione della linea finita e della statua chiusa" e la sua totale apertura all'ambiente col quale interagire in uno scambio di volumi, così da determinare l'espansione degli stessi in avvolgenti ritmi centripeti e centrifughi. L'artista, che escludeva ogni visione statica e conclusa, portava alla fusione integrale, nella continuità del moto, dei dati obiettivi e reali senza una priorità cronologica. Questa simbiosi dell'oggetto con l'ambiente è evidente nelle forme aerodinamiche del bronzo " Sviluppo di una bottiglia nello spazio", straordinaria opera che ha spinto l'architetto Frank O. Gehry a trarre ispirazione nella progettazione del nuovo Guggenheim Museum di Bilbao.
"L'antigrazioso" , qui accostato a "Tete de femme" di Picasso e a "Madame Noblet" di Medardo Rosso, è un chiaro esempio dell'abolizione della prospettiva di tipo tradizionale, brunelleschiana, del frangersi e ricostruirsi dei contorni, della continua scissione e fusione delle forme che si sovrappongono e compenetrano senza fine in un rapporto di tensione dinamica. La simultaneità, concetto fondamentale del pensiero intuizionista, che superava i parametri di spazio-tempo, è la risultante dell'identità fra pensiero e azione, tra realtà e sua immagine spirituale.
Il capolavoro di Boccioni, "Forme uniche nella continuità dello spazio", ( scelta per rappresentare l'arte italiana moderna sulle monete da 20 centesimi), è presentata insieme ad alcuni suoi disegni preparatori nei quali l'artista ha studiato il movimento della figura virile nuda, e a "L'homme qui marche" di Rodin, prima opera volutamente senza braccia, che l'artista vide esposta a Roma nel 1911 nella sua versione monumentale. Il dinamismo plastico di questa scultura non attinge semplicemente all'espediente ottico della persistenza delle immagini nella retina per suggerire il senso del movimento attraverso l'accostamento di alcuni contorni ripetuti; all'origine dell'ispirazione boccioniana si situano la speculazione bergsoniana e il vitalismo niciano, non un semplice fisicismo sperimentale. Qui coesistono i dati della memoria in una durata fluida che si rinnova senza posa, e simultaneamente il dato della sensazione. E' la sintesi di quello che si ricorda e di quello che si vede non in un'operazione meccanica, additiva, in una successione temporale, ma in uno slancio intuitivo che si identifica nel divenire, nella creazione in atto.
La sala conclusiva ospita l'ultima scultura realizzata da Boccioni nel 1915, "Dinamismo di un cavallo in corsa + casamenti". Opera polimaterica, in guazzo, olio, legno, rame e ferro dipinto, concepita come un bassorilievo tridimensionale policromo e mobile. Accanto a quest'opera sono esposti gli altri lavori dedicati al tema del cavallo in movimento, qui riuniti insieme per la prima volta.
In mostra anche una selezione di fotografie, molte delle quali scattate dallo stesso Boccioni, vari documenti, fra i quali la copia del "Manifesto tecnico della scultura futurista" che l'artista inviò a Medardo Rosso, e la celebre Fotodinamica di Bragaglia. Un'esposizione che offre molteplici spunti di riflessione e che coinvolge il visitatore nell'universo boccioniano aiutandolo a comprendere meglio lo spirito di questo eccelso protagonista del Futurismo.

Milano, Palazzo Reale, dal 6 ottobre 2006 al 7 gennaio 2007

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