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Caffè Letterario Musicale

La musica abbraccia la poesia
rubrica a cura di Paolo Filippi

Interviste

Ottavo Richter
intervista a cura di Alessandro Rizzo

Videoclip

Ligabue - Le donne lo sanno
di Lorenzo Carpentiero
Kaiser chiefs - MODERN WAY
di Lorenzo Carpentiero
Evanescence - BRING ME TO LIFE
di Lorenzo Carpentiero

Ottavo Richter
 

Intervista realizzata da Alessandro Rizzo


 

Ottavo Richter: incominciamo dal nome. Che cosa significa?

Sarebbe l'ottavo grado della scala Richter dei terremoti. Quando è nato il gruppo, si voleva dare la giusta importanza e il giusto risalto alla potenza delle nostre composizioni e delle nostre esibizioni dal vivo: da lì nacque l'idea di terremoto musicale.

Da dove nasce l'idea di costituire un gruppo musicale?

Il primo incontro avviene tra Macchia (trombone) e Kohler (tromba), giovanissimi musicisti delle classi del conservatorio di Milano, che decidono di formare un gruppo per suonare in giro: per strada, nei locali, nei festival. Un modo per diffondere e trasmettere ad un pubblico sempre più vario la nostra musica.

Il vostro genere è solo jazz oppure siete, come si suole dire, eclettici?

E' difficile collocarci all'interno di un unico genere; Le nostre composizioni sono contaminate da tantissimi stili: dalla musica classica al rock, dal jazz alla musica latina, non precludiamo nessun genere.

Vi considera, soprattutto certa stampa di rilievo, dal momento che avete da tempo instaurato un rapporto di forte sintonia con la nota Banda Osiris, come gruppo musi-comico, tipico genere jazz-funky: secondo voi queste definizioni che cosa descrivono di voi?

Il jazz, il funky sono solo alcuni dei generi musicali di cui sono fatte le nostre composizioni. Certamente l'incontro con la Banda Osiris, è stato importantissimo: una vera scuola di presenza scenica e un forte scambio artistico! Con loro sul palco si crea un'atmosfera molto piacevole e creativa. Solo dei grandi artisti come loro sanno e possono giocare in questo modo con la musica.

A Milano il 7 maggio vi siete esibiti all'Auditorium, dopo che l'amministrazione non vi ha concesso spazi per suonare: è venuto fuori un successo, soprattutto dalla contaminazione tra voi e la Banda Osiris, tanto che si è parlato di manifestata esigenza della cittadinanza di divertirsi, sognare, immaginare. Quale è stato il lato che ha determinato questo successo? Esiste sete di cultura oggi come oggi, di arte, di musica di qualità?

Le amministrazioni concedono sempre meno spazi e tendono a sovvenzionare solo i festival e le realtà musicali che esistono in città da tanti anni. I festival molto spesso sono delle realtà chiuse e fatte di grandi nomi. Noi avevamo voglia di creare una serata spontanea, diversa e di qualità che non costasse troppo al nostro pubblico e che coinvolgesse il maggior numero di persone possibili.
Quindi, dopo esserci riuniti con il nostro manager e produttore (Tommaso Sacchi), abbiamo deciso di farla noi la serata. Tommaso ha affittato la sala, ha gestito la comunicazione, la biglietteria e tutto ciò che concerne la produzione di una serata di spettacolo e noi l'abbiamo supportato suonando in giro per la strada, nelle feste, nei locali, invitando tutti a partecipare ad una concerto divertente promettendo che avrebbe avuto un sapore diverso dalle serate milanesi tutte uguali; il risultato: un memorabile tuttoesaurito!
Quindi milano ha sicuramente bisogno di sognare, divertirsi, ballare e immaginare una città diversa: più viva e più vivibile.

Perché oggi si dovrebbe avvertire l'esigenza di esprimersi con la musica?

È il nostro linguaggio, è il nostro modo di comunicare e di coinvolgere il nostro pubblico.

Quali sono i vostri spettacoli in corso?

Uno spettacolo prossimo e degno di segnalazione è sicuramente il Festival delle Dolomiti: un esempio di Festival diverso, divertente e coinvolgente. Si tratta di un concerto in alta quota al quale siamo stati invitati a partecipare dagli amici della Banda Osiris. Quindi invitiamo i lettori durante la mattinata di Domenica 8 Luglio saremo sulle Dolomiti di Fassa nella Valle di San Nicolò a 2000 metri di altitudine. Vi invitiamo comunque a rimanere aggiornati sul nostro sito www.ottavorichter.net .

Avete in programma qualcosa?

Abbiamo tante idee in testa e alcune le stiamo realizzando. Ci piacciono molto le collaborazioni con altri artisti e ci piace organizzare spettacoli nostri; ma ora penso che ci impegneremo a partorire un secondo disco.

Cosa pensate dei festival oggi esistenti in Italia: danno possibilità di visibilità alla musica indipendente, sperimentale, creativa? E' in atto una possibile capacità di concorrenza dell'arte sperimentale, underground, rispetto all'arte massificata, spesso elitaria, spesso di limitata qualità?

La possibilità di esprimersi sui palchi dei Festival italiani è limitata a pochi gruppi, bisogna impegnarsi a creare realtà musicali, rassegne di concerti sempre più numerose e sempre più creative di modo da poter lasciare il giusto spazio ai gruppi che spesso ne rimangono tagliati fuori.

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