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Sobrio resoconto sui tre giorni
di "Terrafutura"
(Firenze, 23/25 Maggio 2008)
Di Carlo Mattini e Enrico
Brustolin
Anche quest'anno ci siamo dati
appuntamento presso la Fortezza da Basso, a Terrafutura: la
grande manifestazione su tematiche ecologiche e di sviluppo
sostenibile che ormai da quattro anni raccoglie le più disparate
organizzazioni di volontariato presenti sul territorio italiano.
Tra un evento e l'altro, sono passato più volte a salutare i
samideani esperantisti allo stand al primo piano, quasi disperso
tra centinaia di altri stand. Ho colto poi l'occasione
dell'articolo scritto da Carlo Mattini, ritoccato poi da Enrico
Brustolin (entrambi del gruppo fiorentino), per segnalare
un'occasione ottima per far conoscere la lingua di Zamenhof… in
attesa dell'anno prossimo.
Massimo Acciai
Lo spazio è piccolo. E' in buona posizione. La parola ESPERANTO
compare grande in almeno quattro posizioni ben visibili. Le
scolaresche passano distratte
ripetendola ossessivamente. Le pareti sono coperte con fogli
scritti a mano (tipo scuola per piccoli principianti) e ritagli
di volantini (tipo francobolli).
" Nel corso del primo giorno ci possiamo avvalere di
collaboratori che offrono la loro disponibilità venendo dalla
costa toscana e addirittura da Roma! In quest'ultimo caso poi,
(si tratta di Riccardo Pinori), il cui savoir fair nel campo
commerciale è tale da comportare un effluvio di denaro che
sbalordisce non pochi! Frutto ovviamente di vendite di diverso
materiale illustrativo ed istruttivo quali possono essere
manifesti, cd e grammatiche o vocabolari che, dato il basso
costo con il quale vengono proposti, trovano non poche persone
disposte a farne acquisto.
" All'arrivo di Piervittorio prevale la propaganda di Grosseto
Caput Mundi. Il sabato visita del Presidente FEI
" (non c'è tempo per la benedizione perché incombe il Consiglio
Nazionale). Tanti visitatori timidi allungano la mano e
catturano i pieghevoli (nuova edizione).
" Con molti intessiamo delle belle conversazioni: c'è tanta
gente a Terrafutura a cui preme la salvaguardia delle lingue.
Qualcuno attacca dei bottoni interminabili,
" bloccando il traffico nel corridoio davanti a noi.
" La moda delle statistiche invoglia a calcolare quelle che sono
le considerazioni più frequenti: di fatto si tratta in
particolar modo di una domanda ed un'affermazione:
" la prima: "quante persone parlano l'Esperanto?" (non è poi
così difficile rispondere tanto più che da anni ormai ce lo
sentiamo chiedere);
" la seconda: "mi ricordo che quando ero bambino-a ne parlavano
spesso" con il prosieguo più personalizzato caso per caso.
" Una scena piuttosto divertente è quella che vede il banchino
nel pieno della mattinata di sabato, benevolmente aggredito da
una scolaresca di Mondovì che, appena vede di cosa si tratta,
coralmente intona: "Oh, l'Esperanto, quello del professor Mao!".
Lì per lì, gli addetti ai lavori presenti in quel momento,
rimangono piuttosto perplessi: è vero che in Cina la "Internacia
lingvo" è parlata non da pochi ma… cosa c'entra il Piemonte con
questo lontano territorio? Si tratta forse di un effetto della
globalizzazione?
" Ci viene invece chiarito che MAO, è proprio il cognome di un
professore di matematica che l'ha studiata e ne parla non di
rado a scuola.
" Più seriamente però, ci sia consentito esprimere qui l'augurio
che in quella zona, ultimamente fustigata dal maltempo, nessuno
sia stato pesantemente danneggiato!
" Qui semmai potremmo vedere un'analogia tra la provincia di
Cuneo e la cina, ambedue, sia pure in diversa misura,
bistrattate dalla natura.
" Senza forzare troppo si raccolgono circa 60 indirizzi di
persone interessate a corsi o a ricevere informazioni.
" La domenica pomeriggio ci sarà la lezione rapida
(14.00-14.40): tanta gente ci promette la presenza. Alle 14.00
ci sono solo trenta sedie vuote. Valeria, (la più giovane
esperantista che io conosca, laureatasi da poco con una tesi
sull'Esperanto),
" dà un ordine: girate nei corridoi e chiamate la gente. Ore
14.10: il 'Laboratorio Buone Prassi' è pieno, di smemorati e di
convinti all'ultimo momento,
" che rimangono fino alla fine, impegnandosi con attenzione.
Leonardo completa il suo esperimento di 'Apprendimento rapido
dell'Esperanto, lingua dell'amicizia',
" recuperando il tempo previsto. Anche dopo due ore qualcuno
continua a passare al nostro banchino a farsi correggere la
'prova scritta': tutti promossi.
" Grazie ai tanti che hanno lavorato.
" Vale la pena di osservare che, l'idea del "laboratorio" che
non è cosa nostra, è tutt'altro che inutile: si mette in
condizione chi, pur avendo un banchino o comunque, di esporre in
maniera più estesa e dunque più chiara, quanto invece non è così
facile a spiegare con frasi su frasi.
" Nel nostro caso ad esempio, l'esperienza di Leonardo Pampaloni,
(insegnante elementare e dunque avvezzo ad interfacciarsi con
principianti), ha avuto il suo effetto ed ha dimostrato la sua
validità laddove coloro che hanno partecipato a questa lezione,
si sono dimostrate interessate e… si badi bene: non in forma
passiva! Più volte, nel corso dei pochi minuti di cui abbiamo
potuto disporre, sono state formulate domande inerenti quanto
veniva via via esposto da un maestro che, se tale non fosse, non
avrebbe ottenuto i risultati che hanno portato all'attribuzione
di un premio al gruppo fiorentino quando solo 3 o 4 anni fa,
nemmeno ci si accorgeva della sua esistenza!
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