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Un pastore contro il cavaliere
Sembra quasi una fiaba d'altri
tempi. Da circa trent'anni un semplice pastore sardo
si oppone all'arroganza del danaro. Egli dice di no
alle offerte di una ditta costruttrice collegata al
gruppo Fininvest del grande sacerdote della
religione economica Silvio Berlusconi, la quale
vorrebbe acquistare le terre, di cui usufruisce per
usucapione, allo scopo di edificarvi l'ennesimo
megavillaggio turistico. Il suo nome è Paolo Murgia
e la sua vicenda merita di essere citata in quanto,
di questi tempi, si fanno purtroppo rare le persone
che non si lasciano abbindolare dai soldi. Il Sig.
Murgia parla il linguaggio dell'anima. Nemmeno per
cifre da capogiro egli lascerebbe che le terre dove
da una vita porta a pascolare il suo gregge vengano
distrutte da una nuova ondata di cemento. Nemmeno se
questa ondata dovesse chiamarsi "Costa turchese" e
portare la "salvezza" dello sviluppo a tutti gli
isolani. Le "sue terre", appunto, perché quel che
siamo soliti chiamare "anima" o "psiche" o ancora
"identità", secondo la psicologia animistica non è
intermente racchiuso nella scatola cranica o nel
muscolo del cuore, ma consiste piuttosto in una
relazione che unisce mondo interiore e mondo
naturale e nella quale il secondo fa da supporto
alle proiezioni del primo. Da questa unione profonda
nasce e si sviluppa il connubio Natura/Cultura
attraverso un interscambio continuo che in certi
casi ha portato a straordinarie forme di simbiosi di
cui molti paesaggi in Italia e nel mondo
testimoniano tuttora. In questo senso, lo svolgersi
della vita dell'anima richiede spazi naturali tanto
quanto il corpo ha bisogno di spazio fisico per
muoversi e svilupparsi. Distruggendo a scopo di
lucro il territorio naturale al quale l'anima tende
spontaneamente ad unirsi in un rapporto di
partecipazione animistica, si annienta al contempo
l'identità delle persone che in quei luoghi si
riconoscono e ai quali sono legate da dinamiche
psicologiche profonde .
Una questione da porsi è: come mai certe persone
sembrano prive di quella sensibilità necessaria per
accorgersi dell'esistenza di quel tipo di legame con
la Natura? la risposta non è certo agevole, molti
fattori possono entrare in linea di conto. L'uomo
moderno, da una parte, appare posseduto da quell'atteggiamento
che è solito chiamare "razionale" , una forma di
pensiero necessariamente freddo e distaccato che lo
porta ad usare criteri oggettivi anche per
affrontare situazioni che invece richiederebbero
altre competenze, come per esempio problemi
psicologici, esistenziali o sentimentali. D'altra
parte, questa sua unilateralità psicologica lo porta
a quantificare ogni cosa attraverso l'uso esclusivo
del danaro. Per cui, quel che il danaro potrebbe
rappresentare in una psicologia equilibrata, cioè un
mezzo utile alla gestione degli scambi materiali tra
le persone, è diventato invece per l'uomo
occidentale un vero e proprio fine che si
sostituisce al senso della vita. "Fare soldi"
significa allora "contare", inteso sia nel senso di
calcolare il valore o il costo di ogni cosa
(compreso le idee, gli affetti, le relazioni…), sia
in quello di "contare nella vita". Quel che più
importa nella vita, quindi, è fare soldi perché solo
il capitale e il patrimonio si prestano ad essere
calcolati e "a-prezzati" in maniera precisa e
"razionale".
Ma quando il danaro, da semplice mezzo al servizio
della realizzazione dell'individuo, diventa fine
dello stesso, allora le cose dell'anima
(dell'inconscio) vengono represse o annullate e
sostituite dai valori e dal metro economici. Per
questa via l'economia, da scienza o sistema
autenticamente razionale, diventa Economia,
religione inconsapevole. E siccome ogni religione ha
i propri controvalori e le proprie figure eretiche,
il pastore Murgia viene visto dai suoi contendenti
come uno "scomodo personaggio" di volta in volta
"pazzo" per permettersi di sputare su ingenti somme
di danaro, o "furbo" perché in quel modo l'offerta
potrebbe aumentare.
Ma il nostro pastore sembra invece opporsi con
tenacia al calcolo "razionale", al valore di
mercato, preferendovi forse quel tipo di unione
animistica con le sue terre di cui abbiamo accennato
in precedenza. In quel caso, mi auguro che la
vicenda possa ispirare quella impegnativa avventura
di recupero dell'anima che attende l'uomo moderno.
Antoine Fratini, Fidenza il 07/07/2009
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