|
|
Libri a fumetti
Cinema
Miti mutanti 6
|
|
ODISSEA NELLA PREISTORIA
Un viaggio tra cavernicoli e dinosauri a fumetti
articolo di
Andrea Cantucci
Per ingrandire le immagini cliccarci sopra
Il continente unico di Pangea
cominciò a smembrarsi nel periodo Triassico,
all'incirca 200 milioni di anni fa. Fecero quindi in
tempo ad abitarlo i primi sauri, ma non i dinosauri
propriamente detti evolutisi tra il Giurassico e il
Cretaceo, quasi un centinaio di milioni di anni
dopo. Può anche darsi che vi abbiano vissuto i primi
esemplari di una variante di sauri detti terapsidi,
ma certo nessuno dei mammiferi che ne sarebbero
discesi centocinquanta milioni di anni dopo.
Nonostante ciò scrittori e lettori hanno riscoperto
in più occasioni il desiderio di visitare con
l'immaginazione un fantomatico continente perduto
preistorico, in cui possano convivere insieme
uomini, dinosauri e altre specie viventi
appartenenti ad ere diverse, come se nessuna di esse
si fosse mai estinta né evoluta, come se il tempo
non vi fosse mai trascorso e l'unico cambiamento
consistesse nel sopraggiungere di nuove specie senza
che le precedenti abbiano dovuto lasciar loro
spazio.
Già nel 1864, Jules Verne colloca qualche antico
sauro al centro della Terra, mentre Arthur Conan
Doyle, in modo altrettanto poco plausibile, ne
popola un intero altopiano nel suo romanzo del 1912
"Un Mondo Perduto", ma lo scrittore che più ha
sfruttato il filone delle terre "preistoriche" è
Edgar Rice Burroughs, il creatore di Tarzan, che nel
ciclo di Pellucidar, inaugurato nel 1914 col romanzo
"Al Centro della Terra" e proseguito con altri sei
volumi, mescola elementi preistorici con altri
puramente fantastici in un vasto e complesso
continente che
occupa un'ipotetica superficie
concava al di sotto della crosta terreste, mentre
nei tre volumi del ciclo di Caspak, iniziato nel
1918 col romanzo "La Terra Dimenticata dal Tempo",
descrive un altro regno preistorico sotterraneo
nascosto in un'isola antartica. Lo stesso Tarzan,
nel romanzo del 1920 "Tarzan il Terribile", vive una
lunga avventura nel regno preistorico di Pal-Ul-Don,
abitato, come gli altri dello stesso autore, da
creature a diversi stadi evolutivi. Va da sé che
tutti e tre i mondi preistorici burroughsiani sono
apparsi nelle trasposizioni a fumetti delle
avventure di Tarzan, realizzate da vari autori tra
gli anni '30 e '70 del '900.
Molti
altri personaggi dei fumetti, da Mickey Mouse a
Mandrake e da Tex agli X-Men, sono capitati prima o
poi in analoghe terre perdute (ce n'è una anche
nella più recente miniserie bonelliana, "Greystorm"),
ma a volte cavernicoli e dinosauri sono stati anche
protagonisti di intere serie, sia ambientate nel
presente che nel passato. Il primo "eroe"
preistorico può essere considerato Alley Oop (1), il
protagonista di una serie di strisce a puntate
creata nel 1933 da Vincent T. Hamlin, un
ex-giornalista ed ex-geologo che vi descrive la vita
di un antico quanto immaginario regno di Moo,
prendendo a prestito il nome di un fantomatico
continente perduto e facendovi arbitrariamente
convivere, in modo per niente pacifico, dinosauri,
homo sapiens e uomini di Neanderthal, per poi
trasferire il suo personaggio anche nella nostra ed
in altre epoche grazie ad una non troppo affidabile
macchina del tempo, che gli dà modo di dissacrare e
satireggiare i più diversi periodi storici.
E'
invece ambientata nel presente la serie di Thun'Da
(2), scritta da Gardner Fox e illustrata
splendidamente da Frank Frazetta nel 1951, in cui un
pilota precipita nel solito lembo di terra
preistorica sopravvissuto nel cuore dell'Africa e
diventa col tempo una specie di emulo di Tarzan
accompagnato da una tigre dai denti a sciabola da
lui allevata.
Nel 1953 è la volta del cavernicolo Tor (3),
interamente realizzato da Joe Kubert anche in
versione 3-D e riproposto in seguito più volte. "Tor,
a 1000000 years ago" è il primo albo a fumetti
ambientato interamente nella preistoria, anche se
all'epoca citata nel sottotitolo di "un milione di
anni fa", i dinosauri che vi appaiono regolarmente
dovrebbero essere estinti da un pezzo e gli esseri
umani dovrebbero avere un aspetto un po' meno
evoluto, ma i lettori dell'epoca non sono troppo
esigenti ed il risultato rimane comunque a lungo
migliore di quello di vari epigoni successivi.
Già
l'anno seguente appare la serie "Turok, Son of Stone"
(4), realizzata da vari autori tra cui spiccano in
seguito i disegni dell'italiano Alberto Giolitti.
L'epoca questa volta è il XIX secolo e i due
protagonisti, i pellerossa Turok e Andar, rimangono
imprigionati in una valle abitata da creature
preistoriche e quasi ad ogni episodio sono impegnati
in tentativi per uscirne, destinati ogni volta
all'insuccesso, pur riuscendo sempre a sfuggire ai
terribili pericoli di quel luogo.
Completamente
diversa è la buffa preistoria di B.C. (5),
raccontata a strisce dallo stile rapido e nervoso di
Johnny Hart a partire dal 1958, in cui il mondo
essenziale del passato più remoto fa da specchio
alle nevrosi ed idiosincrasie del presente. Qui si
possono ovviamente accettare più facilmente, grazie
al contesto satirico e surreale, stravaganze ed
anacronismi di ogni tipo.
Nel 1961, nel contesto più accurato del fumetto
belga, esordisce sul settimanale Tintin una serie
che descrive una preistoria più verosimile e
realistica delle precedenti, "Tounga" (6) di Edouard
Aidens, intitolata all'ennesimo eroe cavernicolo e
proseguita ininterrottamente per oltre trent'anni,
che per lo meno non mescola in modo incongruo uomini
e dinosauri, ma narra, con qualche intento
moraleggiante, le avventure del figlio di un
capotribù del Pleistocene, o Paleolitico che dir si
voglia.
Sono ambientate in una tribù dell'età della pietra
anche le strisce comiche di Girighiz (7)
dell'italiano Enzo Lunari, che appaiono dal 1965
sulla rivista Linus, prendendo amaramente in giro la
realtà politica e sociale contemporanea attraverso
le disavventure fraudolente dei capi e stregoni
preistorici, che si approfittano dei loro primitivi
sudditi in modo non dissimile dai governanti e capi
religiosi attuali.
Nello
stesso anno, in uno tra i primi episodi degli X-Men,
Stan Lee e Jack Kirby fanno esordire il loro Ka-Zar
(8), riprendendo il nome e l'aspetto di uno dei
tanti emuli di Tarzan apparso in romanzi pulp e
fumetti di quasi trent'anni prima, ma a differenza
del precedente, questo secondo Ka-Zar vive in una
terra preistorica dal clima tropicale, sopravvissuta
miracolosamente fino ai nostri giorni in mezzo ai
ghiacci dell'Antartide. Questa "Terra Selvaggia" è
chiamata anche Pangea, benché le creature che la
abitano, un misto di grandi sauri, mammiferi di ere
diverse, popoli umanoidi e ibridi semiumani alla
Burroughs, non assomiglino neanche lontanamente
all'antica fauna del continente omonimo, ma ciò non
ha molta importanza ai fini avventurosi del
personaggio, che approda ben presto ad una propria
collana autonoma, poi interrotta e ripresa più volte
da autori sempre diversi fino ad oggi. In Ka-Zar si
mescolano e si integrano disinvoltamente elementi
ripresi da vari personaggi: un'origine nobiliare
anglosassone alla Tarzan, con cui condivide anche
l'arrogante pretesa d'essere il "lord" della sua
giungla, una fedele tigre dai denti a sciabola
come
in Thun'Da, una continua lotta contro i dinosauri
come in Tor, una terra preistorica chiusa tra monti
inaccessibili come in Turok, facendone una sintesi
generica del tipico "eroe selvaggio", disponibile ad
interagire saltuariamente con i vari personaggi
dell'universo Marvel.
Intanto la casa editrice concorrente della Marvel,
la DC Comics, nel 1968 pubblica "Anthro", una serie
scritta da Joe Orlando e disegnata da Howard Post,
di cui è protagonista un ragazzo dell'età della
pietra dalla fluente capigliatura, che oltre a
lottare per la sopravvivenza vive anche conflitti
generazionali analoghi a quelli espressi dalla
protesta giovanile di quegli anni. Nelle storie di
Anthro giustamente non appaiono dinosauri, ma solo
mammiferi preistorici come mammuth o simili, e lo
stesso vale per una serie francese ancora più
accurata e plausibile
apparsa
nel 1969, "Rahan, il figlio dei tempi selvaggi" (9),
scritta da Roger Lecureux e disegnata in modo
dinamico e dettagliato da André Cheret. Rahan, le
cui storie sono poi state trasposte anche in cartoni
animati, è il figlio di un saggio capo che, rimasto
solo dopo che la sua intera tribù è perita in
un'eruzione vulcanica, vaga senza meta incontrando
popoli sempre diversi ed usando la sua acuta
intelligenza per apprendere cose sempre nuove
dall'osservazione del mondo che lo circonda,
contrastare ogni tipo di superstizione ingenua ed
aiutare tutti "coloro che camminano ritti", ovvero
gli esseri umani. Pubblicato dalla rivista di
sinistra Pif-Gadget (forse come risposta al Tounga
della rivista Tintin, che è di area
cattolica),
Rahan rappresenta un tipo di pensiero progressista e
illuminato, portatore di una morale laica per la
quale solo il ragionamento libero e "scientifico" e
la consapevolezza di ciò che è reale e concreto,
insieme e ad un sentimento di autentica fratellanza
e collaborazione tra tutti i popoli, possono fare
evolvere veramente l'umanità.
Negli anni '70 del '900 le semplici ambientazioni
preistoriche sono gradualmente surclassate da quelle
fantasy o post-atomiche, che si prestano ad
invenzioni creative più libere e sfrenate. Tra le
poche eccezioni pseudo-realistiche troviamo
l'adattamento del film "Un Milione d'Anni Fa", una
pellicola che al solito mescola cavernicoli e
dinosauri, adattata a fumetti dagli inglesi Steve
Moore e John Bolton nel 1977 (10).
Un
escamotage per far interagire in modo più
"plausibile" uomini e dinosauri è quello del viaggio
nel tempo, come nei tre racconti a fumetti de "La
Trilogia del Tempo" (11) di Richard Corben, in cui
una viaggiatrice temporale resta intrappolata nel
passato in balia dei grandi sauri e un altro agente
è inviato a salvarla, con conseguenze paradossali
sempre più sgradevoli e inquietanti ad ogni
episodio. Un altro escamotage è quello del futuro
che riproduce quasi perfettamente la preistoria,
come nella serie "Xenozoic Tales" (12), realizzata
negli anni '80 del '900 da Mark Schultz.
Passando
agli anni '90 del '900, troviamo invece le avventure
di due dinosauri, giustamente senza traccia di
esseri umani. Il piccolo ma feroce Gon (13), del
giapponese Masashi Tanaka, in ogni breve storia muta
disegnata in modo dettagliatissimo e dinamico,
affronta e riduce ai minimi termini un diverso
animale molto più grosso di lui, comportandosi in
modo altrettanto violento, fino alle esagerazioni
più assurde. Al contrario, in "Tyrant" del 1994, lo
statunitense Steve Bissette descrive con grande
accuratezza, espressività e realismo grafico, quasi
al livello di un documentario scientifico, la vita
di un Tirannosaurus Rex dal momento della sua
nascita. Purtroppo, mentre il più disimpegnato e
ingenuo Gon ha avuto un gran successo
internazionale, il suo fratello più adulto e
raffinato Tyrant ha visto la propria saga
interrompersi bruscamente al quarto numero.
Merita
anche di essere citato il n°1 del 1993 della collana
Ray Bradbury Comics, contenente due diverse versioni
a fumetti, entrambe splendidamente illustrate
rispettivamente da Al Williamson e da Richard Corben,
del celebre racconto di Bradbury "Un Rumore di
Tuono", in cui i viaggi nel tempo permettono di
organizzare safari nella preistoria a caccia di
dinosauri. Un altro albo della stessa collana
dedicato ai dinosauri esce qualche mese dopo, come
terzo numero della serie, mentre nello stesso
periodo esce anche la miniserie in quattro numeri
che adatta a fumetti il film di Spielberg "Jurassic
Park" (14), affidata per la sceneggiatura, le matite
e le chine a un trio di ottimi professionisti come
Walt Simonson, Gil Kane e George Perez.
Intanto, sempre nel 1993, il sempre più grande Joe
Kubert riprende il personaggio di Tor in una bella
miniserie di quattro numeri in grande formato per la
Epic, l'etichetta più adulta della Marvel. I disegni
ora molto più dinamici ed espressivi e dalla grafica
più moderna, rispetto alle storie di quarant'anni
prima, ed i raffinati colori acquarellati, insieme
ad un racconto d'ampio respiro che mescola elementi
realistici con altri totalmente fantastici,
descrivono sapientemente una feroce lotta per la
sopravvivenza tra esseri umani e creature selvagge
d'ogni tipo, lasciando abbastanza in disparte i
dinosauri che un tempo costituivano la
caratteristica principale della serie.
Trascorsi
altri quindici anni, l'ormai anziano ma sempre
eccelso Kubert realizza per la DC Comics un'altra
miniserie in sei numeri di Tor, una volta tanto
pubblicata in volume anche in Italia, dal titolo "Tor:
Odissea nella Preistoria", in cui il nostro eroe,
scacciato dalla tribù per la sua intelligenza e
indipendenza che lo rendono diverso e sospetto agli
occhi degli altri, incontra un gruppo di esseri
umani deformi e mutati, anch'essi evidentemente
scacciati dalle rispettive tribù, e tenta di
superare con loro le tante insidie del mondo
selvaggio in cui si trovano costretti a vivere da
perseguitati, tra feroci belve, ottuse creature
scimmiesche, esseri albini del sottosuolo o delle
nevi, gli ultimi superstiti dei grandi sauri e gli
ostacoli naturali che incontrano sul loro cammino.
Alla fine di questo faticoso viaggio verso la
speranza di un futuro migliore, i superstiti saranno
sconsolatamente pochi, ma la loro marcia non si
arresterà.
Da
notare come l'autore questa volta elimini del tutto
le nuvolette dei dialoghi, affidando la narrazione,
oltre che agli efficacissimi disegni, alle sole
didascalie che sottolineano l'azione. Anche quando
qualcuno pensa o "parla", ciò che dice o che intende
dire viene riportato nelle didascalie, rimandando a
fumetti d'altri tempi. Del resto in un'epoca in cui
esseri di gruppi diversi dovevano comunicare
necessariamente a gesti, a grugniti o tracciando
segni sulla sabbia, appare logico e plausibile che
l'uso della parola venga lasciato da parte. Questa
scelta narrativa potrebbe far venire in mente anche
paragoni con film come "La Guerra del Fuoco" o la
prima parte di "2001: Odissea nello Spazio".
Anche in questa storia il contesto e gli esseri
descritti appaiono in buona parte fantastici e
storicamente arbitrari, ma l'autore gioca sul fatto
che qualche bizzarra creatura potrebbe anche essere
esistita senza lasciare traccia, che qualche anello
intermedio tra uomo e scimmia deve pur essere
esistito, che dalle ossa fossili non si possono
dedurre le caratteristiche più esteriori degli
animali preistorici e che, già che ci siamo, visto
che animali come i coccodrilli sono giunti fino a
noi, si può anche immaginare che pochi esemplari
relativamente piccoli di dinosauri siano
sopravvissuti per qualche decina di milioni di anni
in più, visto che ciò che più conta è che il mondo
da lui creato risulti appassionante, vitale e, in
più punti, anche umanamente e profondamente
toccante.
Titolo: Tor
Autore: Joe Kubert
Editore: Planeta DeAgostini
Collana: Pulp DC
Formato: 160 pag. a colori
Rilegatura: cartonata leggera
Prezzo: 12,95 ?
Note:
1) Le strisce di Alley Oop di Vincent T. Hamlin sono
state pubblicate in Italia tra gli anni '60 e '70
del '900 sulla rivista Eureka. Alcune storie di
diversi periodi sono poi state pubblicate in
volumetti e album di vario formato dalle Edizioni
Comic Art tra il 1965 e il 1998, oltre che in un
tascabile della collana DardoPocket della Casa
Editrice Dardo del 1974.
2) Di Thun'Da di Fox e Frazetta sono apparsi in
Italia, tra il 1987 e il 1988 quattro episodi in due
album amatoriali della collezione Comics Books U.S.A.,
riservata ai soci del club Al Fumetto di Firenze.
3) Del Tor di Joe Kubert degli anni '50 è apparsa in
Italia un solo episodio, in 3-D, sul n°3 della
rivista Eureka del 1984.
4) La serie Turok Son of Stone della Dell/Western
Publishing è stata pubblicata da noi negli anni '70
dalle Edizioni Fratelli Spada, nelle collane Turok e
Albi Spada, anche se i primi episodi sono tuttora
inediti in Italia.
Una seconda versione del personaggio è stata
pubblicata negli U.S.A. dalla Valiant e in Italia
dalla Playpress negli anni '90 del '900 e ne
dovrebbe essere imminente anche una trasposizione in
un film d'animazione.
5)Le strisce di B.C. di Johnny Hart sono state
pubblicate in Italia sui periodici Urania, Linus e
il Mago, tra gli anni '60 e '90 del '900, e in una
serie di volumi di Mondadori.
6)Tounga di Edouard Aidens è apparso in Italia sul
Corriere dei Piccoli, col nome semplificato in Tunga,
nella seconda metà degli anni '60.
7) Le strisce di Girighiz di Enzo Lunari sono
apparse su Linus tra gli anni '60 e '80 del '900 e
in un unico volume della Milano Libri.
8) La prima apparizione di Ka-Zar, su X-Men n°10 del
1965, è stata pubblicata in Italia su Capitan
America n°12 del 1973 dell'Editoriale Corno e poi
ristampata da Comic Art prima e da Marvel
Italia/Panini Comics poi, rispettivamente nelle
collane Grandi Eroi Marvel, X-Men Anni d'Oro e
Capolavori Marvel.
Le prime storie di Ka-Zar sono uscite in Italia,
sempre negli anni '70 del '900, sulla collana "Gli
Albi dei Supereroi" e sono proseguite poi sull'albo
"Conan & Ka-Zar", sempre dell'Editoriale Corno.
Altre sue apparizioni dell'epoca si trovano in
storie di supereroi come Devil, Uomo Ragno e X-Men.
9) Le storie di Rahan di Lecureux e Cheret sono
apparse in Italia negli anni '70 del '900 sulle
riviste "Il Monello" e "Albi dell'Intrepido".
10) L'adattamento a fumetti del film "Un Milione
d'Anni Fa" è stato pubblicato in Italia nel volume
"Il Cabaret dell'Orrore" di John Bolton, Collana
Sogni n°11, Phoenix 1997.
11) La Trilogia del Tempo di Richard Corben, in
Italia è stata raccolta nell'album n°8 della Collana
Nera, Nuova Frontiera, 1983.
12) La serie "Xenozoic Tales" di Mark Schultz è
stata pubblicata in Italia tra gli anni '80 e '90
del '900 sulla rivista L'Eternauta.
13) Le storie di Gon di Masashi Tanaka sono state
pubblicate in Italia dalla Star Comics negli anni
'90 del '900, in una serie di volumetti monografici.
14) La miniserie a fumetti "Jurassic Park" è stata
pubblicata in Italia in due albi, nel 1993, dalle
Edizioni Playpress
|
|
|