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Napoli
Articolo di Alessandro Pellino
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Articolo di Alessandro Pellino
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Frequenze vibrazionali, pulsioni
telepatiche nei vari modi percettivi e
comprensione dei meccanismi del pensiero
Proprio stamattina parlando con
Caterina Regazzi, mia compagna di vita, delle
capacità telepatiche, menzionate dalla neurochirurga
Milena Auretta Rosso, mi sono ritrovato a spiegare
come i 5 elementi contribuiscono a comunicare
attraverso le loro energie. Ognuno dei 5 elementi
tradizionalmente riconosciuti (sia in Cina che in
India) rappresenta uno dei 5 sensi e noi sappiamo
che i cinque sensi sono diversi canali e modi
comunicativi fra la mente interna e quella esterna.
Ma esistono anche cinque elementi più "spirituali" o
psichici che superano la comunicazione fisica dello
stato di veglia, questi 5 elementi definiti in
sanscrito Tanmatra - 5 potenzialità sensoriali o
elementi sottili - precedono i cinque Indrya, o
sensi, ad essi subordinati. ...
Vediamo così che è possibile che le emozioni, i
pensieri astratti, le sensazioni inconsce, possono
essere trasmesse e percepite negli strati profondi
della mente in forma di pulsazioni psichiche o
telepatiche. Ma sulla base degli elementi di nascita
che noi manifestiamo in forma congenita (sono
diversi per ognuno) possiamo diversamente percepire
e trasmettere queste pulsazioni psichiche o
telepatiche. A volte confondiamo tali pulsazioni con
i messaggi psicosomatici e comportamentali e
riteniamo perciò che la telepatia vera e propria non
esista, trattandosi di una semplice capacità
interpretativa della mente che osserva i movimenti,
le parvenze, i piccoli particolari ed i vezzi
facciali e degli occhi delle persone che noi stiamo
ascoltando o osservando...
No, la trasmissione telepatica è possibile anche ad
occhi chiusi o in silenzio, lontano dal
"trasmettitore" o "ricevente" ed anche a posteriori
od in anticipo rispetto agli eventi correlati... in
tal caso si chiama preveggenza o divinazione.
Ma questa qualità della mente non può essere
volutamente utilizzata, come una tecnica di ascolto,
al contrario funziona proprio in assenza di
modificazioni mentali e supposizioni. Per questo si
dice nello yoga che solo con la mente "vuota" è
possibile collegarsi con il tutto che ci circonda,
l'Aura mentale della specie umana (inconscio
collettivo) e la Mente universale.
Durante i vari incontri per parlare della spontanea
capacità "percettiva e divinatoria" (mi riferisco
alle "letture" sull'I Ching e sistema elementale
indiano) ho affermato che i diversi aspetti psichici
da noi incarnati e le energie degli elementi che ci
contraddistinguono formano una specie di "griglia"
attraverso la quale noi riusciamo a percepire il
mondo esterno e le situazioni sulla base della
sintonia (od opposizione) incontrata. Ove questa
"griglia", il nostro modo percettivo, non aderisce
con le situazioni e le emozionalità diverse che ci
giungono dagli altri automaticamente sentiamo una
forma di repulsione. La nostra empatia ed antipatia
ed il genere dei rapporti che possono essere
instaurati con le persone con le quali veniamo in
contatto dipende solo dalla configurazione del
filtro interiore delle predisposizioni innate. Ma,
allo stesso tempo, la comprensione che ogni aspetto
della psiche o dei colori delle energie (elementi)
dipende dal movimento nel caleidoscopio della mente
di un "qualcosa" di indifferenziato che è alla
radice della mente stessa, è importantissimo per
riconoscere la comune matrice. I diversi aspetti
nascono in seguito alla separazione primordiale, Yin
e Yang, e dai movimenti consequenziali delle
propensioni e dal raggruppamento in cantoni di
accettazione e repulsione (sulla base dello
specifico aspetto da noi incarnato in cui ci
riconosciamo).
Le opposizioni sono però aspetti completamenti della
stessa energia archetipale, per cui le
incomprensioni e comprensioni sono solo un "modus
operandi" della mente ed un modo di riconoscere le
affinità o le differenze, il fine della coscienza
evoluta è comunque quello di riportare tutto
all'unità.
Su questo stesso argomento, riporto le riflessioni
della cara amica Antonella Pedicelli, docente di
filosofia e cultrice dello yoga, la quale afferma:
"Sperimentare la vita in un corpo materiale,
rappresenta, per un essere umano, una continua
possibilità di "apprendimento" e di evoluzione. La
scelta delle esperienze, ovviamente, non è casuale:
ci muoviamo ed agiamo spinti da "forze e pulsioni"
che, nella loro complessa varietà di nomi e
appellativi, non fanno altro che determinare il
"movimento" nella nostra quotidianità. Il movimento
rappresenta, sul piano dell'esistenza pura,
l'incipit di ogni creazione, il "bisogno"
fondamentale del principio ideatore stesso. Colui
che è, in quanto tale, manifesta il suo essere nel
movimento e nel conseguente continuo "fluire", che,
a sua volta, genera cambiamenti non immediatamente
percepibili dal nostro umano sentire. Nei rapporti
di vaio genere che tendiamo a "creare" in questo
spazio-tempo scelto per l'esistenza nella quale
trova dimora lo spirito che ci anima, spesso siamo
soliti usare termini nei quali appare evidente il
sentimento del "contrasto", o per meglio dire, della
"in-comprensione". Io penso in un modo, lui o lei la
pensano in tutt'altra maniera. Questo è un fenomeno
semplice, molto semplice e complesso insieme.
Viaggiamo su "frequenze vibrazionali" che non sempre
si trovano in sintonia, una specie di "carrello"
che, per alcuni è dotato di freni, per altri no! La
direzione del carrello è la stessa, ma non la
velocità e neanche l'energia impressa nelle ruote.
La nostra singola percezione ci permette di intuire
questo "meccanismo", ma i "termini razionali"
impressi nella nostra mente, creano la situazione
del disagio, del pericolo e quindi assumono
posizione di "difesa", a volte con l'attacco,diretto
verso chi la "pensa diversamente da noi"! In verità,
invece, è solo una condizione come tante, uno
"status" che sta "percorrendo la sua strada" al di
fuori di ogni giudizio e di ogni "etichetta".
Riconoscere la "diversità" è un passaggio importante
nella crescita personale, sul piano dell'apertura
universale e della fiducia verso noi stessi;
accogliere la nostra "percezione" è un atto d'umiltà
che rende speciale la visione della Vita"
Ed ora alcuni semplici consigli sul come "vuotare"
la mente in modo da poterla rendere permeabile e
pulita, uno specchio terso che riflette senza ombre
la realtà. Questa operazione non è comunque
funzionale alla capacità di percezione telepatica o
divinatoria, essendo più una conseguenza che uno
scopo del lavoro di pulizia interna.
Innanzi tutto cominciamo ad osservare come la mente
tende a creare dei problemi "fittizi". Questo è uno
degli aspetti che le impedisce di funzionare in modo
spontaneo, libera da preconcetti. Alla base delle
preoccupazioni mondane -ovviamente- c'è sempre il
senso di responsabilità per le nostre azioni dovuto
all'identificazione con il corpo-mente. Il processo
dell'individualizzazione è una propensione innata
della mente. La mente è la capacità riflettente
della coscienza che assume su di sé il compito
dell'oggettivazione (dualismo) e quindi della
creazione del cosiddetto mondo delle forme.
L'esteriorità è la sua tendenza.
Eppure non è una condizione definitiva o
irreparabile, anche le sensazioni più negative
possono essere trascese. Le preoccupazioni mondane
che ci assalgono sono frutto del meccanismo mentale
che proietta l'attenzione sui fattori esteriori,
desideri e paure, ed è per questa ragione che nella
meditazione si consiglia di fissare l'attenzione
sulla consapevolezza, sul soggetto, ignorando le
apparizioni mentali, che son solo "impedimenti"
(distrazioni) che sorgono per inveterata abitudine
all'esternalizzazione, non tenerne conto significa
restare quieti mantenendo l'osservatore in se
stesso.
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