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Dichiaro con tutta la
sincerità del mio cuore che non ho il minimo
interesse personale a cercar di promuovere quest'opera
necessaria e che non sono mosso da altro motivo che
il bene generale del mio Paese
(J. Swift, Una modesta proposta)
Il mio provocatorio racconto "Il
cacciatore", che il direttore ha gentilmente
accettato di pubblicare su SDP, non mancherà di
suscitare reazioni di biasimo da parte degli
animalisti e in generale dei possessori di animali
da compagnia. L'intento del racconto è sì
provocatorio, ma il punto su cui vuol far riflettere
è serio: in questa opulenta società occidentale, che
anche di fronte alla crisi economica non sa
rinunciare al superfluo, un essere umano è tenuto in
minor conto di un cane. È un dato di fatto. Se le
ingenti somme spese per le bestiole fosse destinato
alle persone, certamente vedremo meno mendicanti a
giro o almeno servizi essenziali più efficienti.
Vedremo anche meno mendicanti che cercano di
impietosire i passanti esibendo un cane - cosa che a
me suscita la reazione opposta.
Mi rendo conto che il pericolo di essere frainteso è
alto: non promuovo certo maltrattamenti o violenze
contro animali innocui quali gatti o cani di piccola
taglia, o altre bestiole randagie o meno. Gli
animali vanno rispettati, ma NON vanno messi sullo
stesso piano delle persone. Non confondiamo le cose:
le bestie sono una cosa, l'uomo un'altra. È giusto
secondo me sopprimere razze pericolose per l'uomo -
quali certe razze canine che in passato hanno
aggredito le persone con esiti talvolta fatali (e si
arriva all'assurdo che non viene soppresso neanche
un cane che ha sbranato un bambino, mentre in altri
paesi si mandano a morire degli uomini sulla sedia
elettrica) - e sarebbe giusto che venissero
rispettati divieti di accesso ai cani nei giardini
pubblici dove la loro presenza può infastidire gli
altri frequentatori e può essere un rischio
soprattutto per i bambini, ancora inconsapevoli dei
pericoli. I cani in particolare sono animali
aggressivi, antigienici, puzzolenti e fastidiosi col
loro abbaiare insistente; so che i padroni di cani
non vedono così i loro beniamini, e non
concepirebbero che qualcuno possa non amarli, ma
dovrebbero prendere coscienza della molteplicità di
visioni del mondo.
Riassumendo quindi: sì alla sperimentazione animale
e alla vivisezione, qualora indispensabili alla
ricerca medica, sì al consumo di carne di animali
pericolosi per l'uomo (cani in primis) e soprattutto
NO alla caccia, pratica barbara e sadica: gli
animali cacciati non rappresentano certo un pericolo
per l'uomo, o un danno. Se proprio si deve cacciare,
rendiamo almeno utile questa pratica eliminando
specie dannose.
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