|
|
Caffè Letterario
Musicale
Video musicali
Articoli
Interviste
|
|
Franco Fasano: un
cantautore di talento, interprete di pezzi unici e
straordinari
Voleva diventare come Gianni
Rivera da piccolo ma, poi, guardando "sempre gli
show del sabato sera da "Studio uno" a "Canzonissima",
dal Festival di Sanremo" a "Lo Zecchino d'Oro",
Franco Fasano è diventato uno dei cantautori più
interessanti della scena italiana degli ultimi
anni. Ritorna con "fff - FORTISSIMO", un'antologia
composta con la collaborazione di 350 artisti e
operatori della musica. È un documento per Franco
e un punto di riferimento musicale e artistico per
il pubblico. Lo abbiamo intervistato e abbiamo
scoperto la sua poetica e il suo stile,
intramontabili, vivi e di talento.
Il 26 giugno 2012 esce il tuo ultimo album "fff
- FORTISSIMISSIMO", un'antologia quasi
cantautorale dove sono raccolte collaborazioni da
parte di circa 350 artisti e operatori della
musica: cosa ha significato questa produzione e
come si inserisce nella tua attività musicale
ormai storica, dato che tu stesso anticipi dicendo
che le opere presenti "abbracciano il mio mondo di
sempre quello delle canzoni d'amore, l'attenzione
alle canzoni per i bambini senza trascurare il
sociale" ?
Lo considero un documento.
La cosa che più mi è piaciuta è che sono riuscito
finalmente a raccogliere, tutte insieme, buona
parte delle mie canzoni di successo, e non,
riappropriandomene anche come interprete. Ma la
cosa straordinaria è che buona parte di coloro che
ho conosciuto nei miei oltre trent'anni di
carriera hanno partecipato attivamente a "Fortissimissimo"
contribuendo ad impreziosirne il valore artistico.
Nel tuo stesso album ogni autore, interprete,
cantautore ha riproposto, arrangiandoli, tuoi
pezzi musicali che hai realizzato nella tua
attività artistica. Quale è stata l'emozione che
questa esperienza ti ha apportato e, soprattutto,
che cosa hai potuto riscoprire reinventando stili
e tecniche musicali di pezzi che avevi sentito al
loro nascere?
Hai presente la sensazione che si prova quando
ritorni nel paese dove sei nato e cresciuto e che
ad un certo punto della vita hai dovuto lasciare?
Quella. Anche se lo vedi apparentemente diverso,
ogni strada, ogni angolo fanno parte di te anche
se, magari, il tempo ne ha cambiato l'aspetto.
Ecco, nonostante tutto ciò, lo riconosci
definitivamente ed emotivamente come "casa tua".
Nello stesso album c'è una canzone inedita che
avevi scritto nel 1995 per Mia Martini e che,
purtroppo per il prematuro decesso di questa
grande autrice, mai cantata da lei, "La Luna": un
ricordo di Mia e, soprattutto, perchè il titolo?
Mimì per me è stata ed è un simbolo. Ogni volta
che ho fatto qualcosa di importante nella mia
carriera di cantante c'era lei.
Nel '95 ci frequentavamo spesso. Lei stava
preparando un disco con tutte canzoni dedicate
alla Luna. Mi chiese di scriverne una per lei,
parole e musica. Io mi ero sempre avvalso delle
collaborazioni di grandi autori di testi ma
l'invito fu preciso:
"Se scrivi per i bambini puoi scrivere anche per
me!".
La canzone, per una sorta di intimo rispetto, l'ho
tenuta nel cassetto. E' stato Mario Gardini a
convincermi ad inciderla e Marco Falagiani a
coordinare un arrangiamento nato in studio di
registrazione, ma quasi live proprio con alcuni
dei musicisti storici di Mia Martini: Massimo Luca
alla chitarra acustica, Andy Surdi alla batteria e
Gigi Cappellotto al basso, ai quali si sono poi
aggiunti all'Hammond Toto Torquati, Giovanni
Saint-Just, lo storico produttore di "Piccolo
Uomo", "Minuetto" e "Almeno tu, nell'universo",
che ha partecipato con un assolo di clarinetto a
dir poco "…Lunare…" e, infine, Aida Cooper !
Come nasce Gianfranco Fasano, ossia quale è la
tua formazione?
Sicuramente devo molto a mio padre che mi ha
saputo trasmettere la passione per la musica!
Faceva il fotografo ed è stato il primo a credere
in me sapendomi consigliare ed indirizzare alle
persone giuste. Fondamentale, quando ancora
frequentavo le scuole medie, l'incontro con il
Maestro Enrico Simonetti e soprattutto
determinante l'incontro con quello che è poi
diventato il mio Maestro: Pippo Barzizza.
A chi maggiormente ti sei rifatto e ti rifai
come cantautore di nomi del passato?
I Cantautori come me, nati artisticamente a
cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta,
sono cresciuti all'ombra dei Baglioni, Dalla, De
Gregori, Cocciante che di fatto hanno soppiantato
i cantanti puri come Morandi, Ranieri, Leali che,
comunque, avevano alle spalle grandi autori. Sono
sempre stato un melodico, ma con grinta, e ho
sempre avuto un debole per Domenico Modugno.
Suonando il pianoforte, però, sono sempre stato
molto attento all'aspetto armonico e quindi oltre
ai nomi sopra citati ho imparato ad apprezzare
artisti come Billy Joel, Elthon Jhon e più in là i
capiscuola della musica pop internazionale ed
italiana: i Beatles e Lucio Battisti.
Hai sempre pensato fin dalla tua infanzia di
intraprendere l'attività artistica, oppure da
piccolo desideravi fare qualcosa di altro da
grande?
Da piccolo volevo diventare come Gianni Rivera, ma
guardavo sempre gli show del sabato sera da
"Studio uno" a "Canzonissima", dal Festival di
Sanremo" a "Lo Zecchino d'Oro". A dieci anni ho
cantato per la prima volta in pubblico e a tredici
abbiamo fondato "La bella età" e suonavamo nei
migliori caffè concerto della riviera ligure di
ponente!
In repertorio avevamo i pezzi di Carosone,
Buscaglione, Armstrong ma anche Leali, Tozzi,
Gianni Bella, Ranieri, Celentano, Mina! Chi
l'avrebbe mai immaginato che poi sarei diventato
l'autore di qualcuno di loro?
Scrivi canzoni per bambini, da tempo ormai, un
mondo particolare e specifico nella tua produzione
artistica, che ha avuto inizio con l'invito della
stessa Perego, ideatrice di Topo Gigio, a
partecipare a diverse edizioni dello Zecchino
d'Oro, nonché hai scritto sigle di diversi cartoni
animati: che cosa significa parlare attraverso la
musica a piccoli spettatori e, soprattutto, come
varia la produzione in ambiti differenti quale
quello dei concorsi e quello televisivo?
L'ironia è sempre stata una delle caratteristiche
fondamentali del mio modo di essere. A volte mi
metto a ridere da solo perché osservo
istintivamente un mondo che forse non è visibile a
tutti e mi rendo conto di quanto sia importante
non prendersi troppo sul serio. Non è il caso
della musica per l'infanzia. In questi concorsi
spesso si rischia di cadere nel solito tranello:
"Ma sì…Tanto sono bambini.." ! Io ho imparato e
continuo ad imparare da loro e poi crescono così
in fretta che alla fine il più piccolo resto
sempre io!!!
Hai scritto canzoni per diverse firme del mondo
musicale, da Anna Oxa e Fausto Leali, che vinsero
nel 1989 con il brano "Ti lascerò" il Festival di
Sanremo, a Mina, da Drupi a Nicola Arigliano: come
si sono realizzate queste produzioni, quale è il
rapporto che hai instaurato col singolo cantante
e, soprattutto, le canzoni che sei andato a
proporre al singolo cantante sono state fatte
pensando anche a chi le doveva cantare?
Assolutamente no. E' dimostrato ampiamente, qui,
in "Fortissimissimo", dove alcuni testi e stesure
musicali sono diverse dalle versioni conosciute
dal grande pubblico.
Questo perché io le scrivevo per me e poi venivano
adattate al carattere e alla circostanza dove,
poi, venivano presentate. Parola mia, a parte la
canzoni dello Zecchino e quelle dei cartoni
animati, non ho quasi mai scritto una canzone
apposta per … Riguardo al rapporto con gli artisti
non c'è mai stata un frequentazione al di là
dell'occasione professionale ma quello che qui mi
piace ricordare è Nicola Arigliano, che quando me
l'hanno presentato mi disse: "Ah…Fasano! Provincia
di Brindisi!"
Esordisci al Festival di Sanremo nel 1981 con
il brano Un'isola alle Hawaii, partecipi negli
anni successivi sempre come interprete ad altre
tre edizioni del Festival: nel 1989, nella sezione
Nuove Proposte, con E quel giorno non mi perderai
più, classificatasi al terzo posto; nel 1990 con
la canzone romantica Vieni a stare qui (secondo
posto) e l'ultima nel 1992 in coppia con Flavia
Fortunato con il brano Per niente al mondo. Che
differenza c'è tra il Franco Fasano semplicemente
autore e il Franco Fasano cantante e che cosa ha
significato per te questa esperienza?
Come dicevo prima dal mio punto di vista nessuno
perché tutti i brani mi nascono pianoforte e voce,
spesso ispirati dai testi ma comunque esprimendomi
istintivamente. La razionalità certo esiste ma in
seconda battuta e spesso in collaborazione con gli
arrangiatori.
Oggi a un giovane ragazzo che volesse
intraprendere la tua attività quali consigli
daresti e, soprattutto, che cosa è socialmente e
culturalmente cambiato dal periodo in cui tu hai
dovuto iniziare rispetto oggi che sembrerebbe
tutto drammaticamente più facile ed esageratamente
immediato, anche grazie ai talent scout come X
Factor?
La passione, l'impegno e la determinazione sono le
formule magiche che, a distanza di anni,
continuano a darmi risultati soddisfacenti anche
nella musica! Oggi più che mai credo nella musica
live. La tv certo serve e da notorietà, ma per
conoscere un artista lo devi scoprire senza
fretta, intimamente e, se riesce a farti
identificare, allora vuol dire che il lavoro ha
raggiunto il suo scopo.
Dopo quest'anno con la tua produzione trionfale
che cosa ha in progetto di fare Franco Fasano?
Non so quanto tempo ci metterò a far sapere di
"Fortissimissimo". Non essendo tra quelli che
invitano spesso in tv ci metterò un po' più di
tempo, ma l'augurio più bello me lo hanno scritto
Franco Zanetti e Gino Paoli e, siccome non
riguarda solo me, ma "quelli come me", vi invito a
leggerlo; lo troverete nel libretto contenuto nel
cofanetto ideato da Luciano Tallarini e che ho
curato personalmente; credo che accompagnare
l'ascolto del doppio album della mia vita sia
stato doveroso, non solo per leggere testi dei
brani inediti, ma per sapere i nomi di tutti
coloro che hanno cantato e suonato con impegno e
partecipazione nella speranza di riaverli, anche
se non tutti insieme, con me in turnè! Ma questo
dipende da voi che mi seguite e dal gradimento e
successo che avrà "Fortissimissimo".
|
|
|