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Cinema

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di Marco Di Bari

Libri a fumetti

"Cuore dell’Impero: tomo primo" di Bryan Talbot
a cura di Andrea Cantucci

 

SDP numero 5

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Cuore dell'Impero

tomo primo

di Bryan Talbot


recensione di Andrea Cantucci


A volte, per apprezzare appieno certe opere di fantasia anglosassoni, può esserci bisogno di conoscere alcuni dettagli storici di quella cultura su cui il nostro sistema scolastico non si sofferma troppo, di sapere, ad esempio, che alla metà del 1600 in Inghilterra, Oliver Cromwell, capo di un gruppo di puritani, prese il potere giungendo a far decapitare il re e ad abolire la monarchia e la camera dei Lord. Fu lui ad affermare la supremazia marittima inglese sconfiggendo l’Olanda e a fondare il cosiddetto Commonwealth (letteralmente “ricchezza comune”, sinonimo sia di repubblica che di confederazione). Pochi anni dopo però sciolse il parlamento e si autonominò Lord protettore, governando con poteri dittatoriali. Solo alla sua morte, tornò al potere la dinastia Stuart. Questa iniziò poi la costituzione dell’Impero Britannico, sottraendo tra l’altro agli olandesi la città americana di Nuova Amsterdam, che fu ribattezzata Nuova York. Poco dopo, le leggi discriminatorie verso chi non riconosceva l’autorità religiosa del re, provocarono una grande emigrazione in America di cattolici e puritani inglesi.


Ora, immaginiamo che la storia dell’Inghilterra sia stata diversa, che Cromwell sia riuscito a trasmettere il potere ai suoi eredi (come era nelle sue intenzioni) e che quel regime dittatoriale camuffato da repubblica, e quindi abbastanza simile al fascismo, sia proseguito ininterrottamente fino al XX secolo. Immaginiamo che finalmente una rivoluzione monarchica riesca a rovesciarla, reinsediando sul trono gli Stuart (con un ritardo di quattro secoli). Cosa succederebbe? Che la storia del mondo sarebbe radicalmente mutata, che gli Stati Uniti sarebbero ancora oggi poco più che colonie inglesi, che il colonialismo britannico avrebbe luogo oggi, in un mondo che pur essendo rimasto “bloccato” politicamente per quattrocento anni non lo sarebbe stato però da un punto di vista tecnologico, scientifico ed etico, per cui le guerre di conquista sarebbero viste per quello che sono, in tutta la loro violenza e ingiustizia, senza che la propaganda di chi dice di “portare la civiltà” a popoli inferiori possa funzionare più di tanto.


Tutto questo accade nel nuovo romanzo a fumetti di Bryan Talbot, un autore ovviamente inglese, in una storia (altrettanto ovviamente) di fantascienza, ambientata in un universo alternativo. La prima parte del racconto, di cui questo libro è il seguito, fu pubblicata a fasi alterne tra il 1978 e il 1989 col titolo “Le Avventure di Luther Arkwright”. All’interno di una trama intricata che si svolgeva contemporaneamente su diversi universi paralleli, vi si raccontava tra l’altro il rovesciamento della dittatura di “Cromwell” da parte dei monarchici, aiutati dal protagonista (Luther Arkwright appunto), una figura messianica di uomo ad un livello successivo dell’evoluzione, dotato di vari poteri extrasensoriali, tra cui quello di spostarsi da un universo all’altro con la sola forza del pensiero. L’inizio della pubblicazione di quella saga fece da spartiacque all’interno del fumetto britannico e ispirò i maggiori autori di fumetti successivi (tra cui Alan Moore), sia per il modo totalmente adulto di raccontare che per il rivoluzionario montaggio delle sequenze, con salti continui avanti e indietro nel tempo o da un ambiente all’altro (anzi, spesso letteralmente da un universo all’altro), passaggi al rallentatore, lunghi flussi di coscienza introspettivi, azioni narrate con vignette alternate o sovrapposte, citazioni reali o inventate, riferimenti storici, elementi di filosofia orientale e altro ancora, il tutto disegnato con un impeccabile stile naturalistico.


Dopo il bagno di sangue seguito alla rivolta, Luther, disgustato, getta la propria pistola laser e scompare. Scopriamo ora che è stato dato per morto, ma poiché è capace addirittura di far resuscitare il proprio corpo, la sua morte è quanto meno improbabile. A questo punto comincia la storia di “Cuore dell’Impero”. Sono passati alcuni anni e la monarchia è, ovviamente, diventata a sua volta un regime violento e oppressivo. La protagonista (almeno in questo primo volume) è la principessa Victoria, figlia di Luther Arkwright e dell’attuale regina d’Inghilterra. Anche quest’ultima, l’ex-principessa Anna, era dotata di alcuni poteri affini a quelli di Luther (seppure ad un livello minore), ma è ormai diventata una sorta di parassita di energia vitale, che assorbe periodicamente dai suoi sudditi, uccidendone uno ogni tanto, per mantenersi eternamente giovane. Come già nelle “Avventure di Arkwright”, anche qui le “perversioni” del potere sono rappresentate in modo esplicito, sotto varie forme di decadenza e di abbruttimento morale: monarchi e politici celano il loro disfacimento fisico attraverso vari trucchi, si abbandonano a pratiche sessuali violente, torturano o eliminano spietatamente gli oppositori (vediamo anche un papa che commissiona l’assassinio della regina d’Inghilterra). La giovane Victoria prende gradualmente coscienza degli orrori e delle ingiustizie del regime di cui finora è stata una rappresentante, mentre si risvegliano in lei anche le facoltà psichiche ereditate dai propri genitori, fino a permetterle di trasferirsi fisicamente in un altro universo. Si può immaginare che in questo modo riuscirà finalmente a ritrovare suo padre, ma per saperlo dovremo aspettare il secondo volume. Pur essendo presenti anche notevoli scene d’azione, la storia (almeno in questa prima parte) è più attenta ai dialoghi e alle relazioni tra i personaggi, piuttosto che alle scene di battaglia su cui spesso si concentrava invece la narrazione in “Luther Arkwright”. Lo stile del disegno si è fatto più pulito e controllato, pur conservando sempre una grande precisione, mentre certe sperimentazioni giovanili ai limiti della leggibilità sono lasciate un po’ da parte in funzione di una maggiore scorrevolezza della storia (ci sono comunque vari “dipinti” dell’autore inseriti nelle vignette grazie alla computer grafica, e anche alcune sequenze visionarie di grande impatto). Il racconto alla fine verte sulla speranza in un mondo futuro migliore di quello che viene qui mostrato (e in cui, anche se deformato, possiamo riconoscere il nostro). Anche la presenza di questi esseri umani più evoluti, che cominciano a nascere un po’ in tutto il mondo (e di cui Luther Arkwright costituisce il primo esempio), lascia intravedere un superamento dell’attuale homo sapiens, fino al raggiungimento di una nuova condizione umana, con enormi capacità di controllo sulla realtà fisica. Anche a noi non resta che aspirare a ché qualcosa di simile cominci ad avvenire pian piano anche nella nostra realtà, seppure in un modo meno spettacolare e “magico” di quello qui descritto, nonostante tutto concorra (nella realtà come nella finzione) a far prevedere invece una successione di eventi sempre più violenti e catastrofici.


Titolo: CUORE DELL’IMPERO (primo volume di una serie di due)
Autori: testi e disegni di Bryan Talbot - colori a computer di Angus McKie
Editore: Comma 22
Pagine: 180
Rilegatura: brossurata con bandelle
Prezzo: euro 16,50

Questo volume è il primo di una collana dedicata a Talbot a cui dovrebbero seguire (dopo la seconda e ultima parte di “Cuore dell’Impero”) anche la ristampa di altre due opere, già pubblicate in Italia una decina di anni fa ma con tirature piuttosto limitate: “Le Avventure di Luther Arkrwight” e “La Storia del Topo Cattivo”. Il primo, come già detto, è l’antefatto di “Cuore dell’Impero”, mentre nel secondo, che si può considerare il capolavoro di Talbot, viene trattato con sensibilità e competenza il tema dell’abuso sui minori. Vi si racconta la fuga da casa di una giovane vittima, la sua identificazione con un’autrice di libri per l’infanzia di cui ripercorre le tappe vitali, la sua graduale riconquista dell’equilibrio psicologico e infine la sua ribellione ferma e consapevole (ma priva di violenza) contro il padre che aveva abusato di lei, il tutto narrato sullo sfondo dei bellissimi paesaggi naturali della zona del Lake District, riprodotti dall’autore con la consueta accuratezza e con toni particolarmente delicati.

Altre informazioni e immagini relative alle opere di Bryan Talbot sono reperibili alle seguenti pagine web:

www.bryan-talbot.com - il sito ufficiale (in inglese)
www.comune.modena.it/glamazonia/biblio/talbot/bryanbiblio.htm - la cronologia delle opere (in italiano)
www.fucine.com/archivio/fm10/talbot.htm - un’intervista all’autore (in italiano)

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