|
Teatro Trebbo
"Un'esperienza teatrale di testimonianza sociale"
A Milano in Via De Amicis, 17, ma come anche in molte altre
parti d'Italia, il Teatro Trebbo propone un'esperienza di
testimonianza sociale, storica e didattica, in cui chi partecipa
direttamente è lo spettatore, l'uditore. E' un teatro che serve
a tutti, dai più piccoli agli studenti, dai giovani agli adulti,
ai lavoratori: il pubblico non rimane ad ammirare, ma partecipa
attivamente alla realizzazione del progetto dello spettacolo.
La tecnica è tipica della recitazione influente sulla
sensazione, sull'aspetto sensoriale e fisico dello spettatore:
il muoversi viene visto come piacere e come equilibrio psichico
e sociale. Ogni persona ha un ruolo nel contesto teatrale: ci
sono diversi modi di partecipare direttamente alla vita dello
spettacolo per, poi, lasciare il segno verso chi partecipa: un
segno tangibile, un segno effettivo, un segno reale e concreto.
Il Teatro vive esclusivamente dei proventi che provengono dal
pubblico e dagli spettatori: ma le istituzioni sono pressoché
immobili nel garantire un sostegno economico all'attività. Il
Teatro Trebbo di Milano si trova sito in un antico convento, da
poco restaurato, il cui affitto è stato in passato in parte
sostenuto dal Comune, mentre oggi l'attività è finanziata in
modo del tutto autonomo e indipendente, cioè da parte del
pubblico. Nessuno considera l'attività teatrale e artistica come
punto di ricchezza per la cittadinanza: non si investe su chi
non genera profitto, anche se noi aiutiamo a crescere nella
coscienza civile i bambini in fase scolare - considera
amaramente il direttore del teatro, Toni Comello. Toni ci aiuta
a comprendere, in seguito, il significato del termine "Trebbo":
è una parola dialettale, di origine romagnola, derivante dal
latino trivium, ossia luogo di incontro delle tre vie, luogo di
riunione, di convivialità. E l'incontro al Trebbo avviene tra
tre categorie: l'attore, il poeta e lo spettatore. Il Teatro ha
anche una seconda denominazione: "Centro di Resistenza
culturale". Dal 1993 si è pensato di affiancare a Trebbo questa
seconda denominazione in quanto in questo luogo si cerca di
resistere, riprendendo il significato etimologico del termine,
contro una realtà, quale quella odierna milanese, in cui le
attività indipendenti e artistiche non vengono avvantaggiate, né
promosse a livello istituzionale e mediatico. Nel passato la
Compagnia ha realizzato lavori improntati sulla memoria storica
resistenziale: ma oggi, considera Toni, si deve privilegiare
l'aspetto lavorativo del teatro; aspetto in cui l'attore diventa
parte attiva a e la persona si responsabilizza in senso reale,
non rimane passiva spettatrice in un gioco di relazione
"cattedratica" con i recitanti. I laboratori di teatro sono, in
questa ottica, all'ordine del giorno del programma d'azione
della compagnia: sono luoghi dove tutto si costruisce e si
determina, con la partecipazione attiva del pubblico che conosce
la realtà vera del mestiere e il suo messaggio artistico
recondito. Al teatro Trebbo passano ogni giorno decine di
studenti delle scuole medie inferiori e dei licei: ragazzi che
vengono in questo punto di incontro per comprendere in senso
reale del termine l'arte teatrale e i testi che vengono
trasmessi, non solo con la forza della recitazione, ma anche e,
soprattutto, con la forza delle sensazioni e della comunicazione
fisica e intellettiva. Bisogna essere in buona salute - dice
Toni Comello - perché con essa e solo con essa riusciamo a
tramandare alle nuove generazioni e ai giovani l'importanza
della memoria storica e culturale del passato dell'umanità, nel
suo progressivo divenire. E queste parole suggellano il monito
del valore della traditio come ponte di conducibilità di un'arte
antica al presente, all'odierno meccanico e alienante, con la
ripresa dei canoni espressivi di un teatro popolare, vivo e
sociale, di movimento, non elitario e arcadico. |
|
|