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Intervento di Marco Bazzato
Delegato Italiano
alla conferenza Internazionale dei Poeti e
Scrittori
Desidero ringraziare il
professor Zachari Zachariev, la Fondazione
Slaviani, il Signor Nikolai Petev,
l'associazione Nazionale Poeti e Scrittori
Bulgari, e il Signor Lubomir Levcev per avermi
invitato a rappresentare l'Italia....
di
Marco Bazzato
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Intervento di Marco Bazzato
Delegato Italiano
alla conferenza Internazionale dei Poeti e
Scrittori
Sofia (Bulgaria) 26-29 maggio 2005
Desidero ringraziare il professor Zachari
Zachariev, la Fondazione Slaviani, il Signor Nikolai Petev,
l'associazione Nazionale Poeti e Scrittori Bulgari, e il Signor
Lubomir Levcev per avermi invitato a rappresentare l'Italia.
Sento però il peso di questa responsabilità, dopo essermi reso
conto dei nomi che hanno parlato prima di me, e che hanno
lasciato il segno nella letteratura Internazionale.
Al principio era il verbo, e noi poeti e scrittori,
rappresentiamo quel verbo che diviene sequenza di parole
muoventi il mondo.
Appartengo alla generazione fortunata che non ha visto e subito
la tragedia della guerra. Tanti dei presenti hanno negli occhi
non solo le immagini e gli orrori del secondo conflitto
mondiale, ma anche delle troppe guerre regionali che sono ancora
combattute sul piccolo terzo pianeta del Sistema Solare.
Viene da domandarsi che ruolo hanno i poeti e scrittori nel
frenetico mondo moderno. Possono avere due ruoli agli antipodi:
cioè portare alla distruzione tramite la divisione, o condurre
alla costruzione di un futuro, che oltre a commemorare e
ricordare il passato, aiuti a superare gli scogli attuali,
generando un pensiero e una ragione diversa.
Il collega Russo, ha giustamente menzionato i mali delle
religioni, che anziché unire, dividono. Noi poeti e scrittori,
abbiamo la fede nella forza della parola, ma se questa fede, la
trasformiamo in una religione che ci irrigidisce, diventiamo
complici di quanti perpetrano nel presente, le divisioni
passate.
La Bulgaria oggi, sta dando lezione di civiltà, non solo umana,
ma anche etica, perché vedere seduti attorno a questo tavolo,
tante nazionalità che le ideologie politiche e religiose
dividono, rende onore non solo al Paese che ci ospita, ma anche
a quanti, coscienti della forza dell'intelletto, sanno andare
oltre gli schieramenti, guardandosi, parlandosi e confrontandosi
senza paura.
Questo è non è il solo ruolo pubblico dei poeti e scrittori,
perché la creazione nasce dal silenzio del foglio bianco, certi
che le nostre parole non hanno solo forza ludica, ma creano
movimento e sviluppo, che partendo dall'intelletto, si
trasferiscono in ogni ramo del vivere quotidiano.
L'importanza della presenza della cultura letteraria, deve
essere una costante e non deve soffrire di riduzioni di spazi,
perché è tramite la parola che quotidianamente adagiamo sul
foglio bianco, contribuiamo a creare quel movimento, che non
deve essere solo di storia e memoria, ma anche di coraggio ed
abnegazione per essere piccoli ma costanti mattoni che edificano
un edificio diverso e privo non solo di guerre , ma anche delle
cicatrici che segnano in modo indelebile la cultura e i rancori
dell'uomo, portandolo a cercare scusanti per le ferite subite,
per continuare nella medesima strada.
Oggi come 60 anni fa, anche se con presunte motivazioni
ideologiche differenti, e/o nemici veri o arbitrariamente
inventati, continuiamo a mietere vittime innocenti, sacrificate
sull'altare di un olocausto diverso, ma non per questo meno
orrorifico e avvilente per tutto il genere umano, dove anziché
rinnovarsi verso una crescita etica e sociale nuova, rispettosa
delle individualità e delle molteplici diversità, si attacca e
demonizza il presunto diverso, inducendo nella società lo
spettro della paura permanente, rinnovando così la cultura della
morte, invece del ciclo eterno di vita-morte-vita, in cui, noi
poeti e scrittori dobbiamo essere i principali compartecipi
responsabili, forti dello spirito della ragione, che tramite le
nostre opere devono muovere l'uomo verso il futuro.
Grazie dell'attenzione.
Marco.bazzato@libero.it
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