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"Come prima?" quale è il significato del titolo?
Quando avvengono grandi cambiamenti nella vita di una persona si crea, come dire, una separazione, uno spartiacque tra un prima e un dopo. Se il cambiamento impone un passaggio da uno stato di ordine apparente ad uno di caos, allora difficilmente si potrà ristabilire l'ordine iniziale. Se un bicchiere cade a terra e si frantuma, possiamo decidere di buttarlo, riciclarne il vetro oppure incollarlo e riutilizzarlo per lo scopo per cui era nato, ovvero bere; oppure, una volta incollato, attribuirgli una nuova funzione, ad esempio quella di portamatite; in tutti i casi non sarà mai lo stesso bicchiere di prima.

Potresti riassumere in poche righe la sinossi del film?
Il film racconta la storia di Andrea, un ragazzo di 17 anni che, in seguito ad un incidente in motorino, si ritrova a dover reinterpretare la sua vita in una condizione diversa, da tetraplegico. Cogliamo il personaggio dal suo ritorno a casa dopo la riabilitazione, nel momento in cui deve affrontare la quotidianità, i rapporti con la famiglia, gli amici e la fidanzata. Particolarmente sofferto è il rapporto con il padre, separato, che tenta il riavvicinamento con il figlio dopo l'evento drammatico che lo ha coinvolto.

Quale messaggio sociale vuoi esprimere tramite il lungometraggio?
Vorrei che le persone non pensino ai disabili come "poverini", sfortunati, deboli; certo un handicap fisico può essere limitante, ma il valore di una persona, o il "grado di felicità" non si misura su quei limiti che spesso anzi sono dovuti a carenze indipendenti dai disabili stessi (le barriere architettoniche ad esempio). Una persona, qualunque sia la propria condizione fisica, ha un valore unico, per i suoi sentimenti, le sua passioni, i suoi difetti; so che può essere considerato un concetto scontato, banale, ma mi rendo conto invece che non lo è affatto, neppure per i disabili stessi; molti vedono una soluzione ai propri problemi possibile solo con la scomparsa della loro disabilità, e dimenticano di coltivare i propri interessi, di crescere, di realizzarsi così come sono.

Finora il pubblico che reazione ha avuto nelle varie occasioni in cui "Come prima" è stato proiettato?
Il pubblico si pone delle domande, soprattutto sull'intreccio e sugli stati d'animo dei personaggi, vuole capire ad esempio il motivo di certi comportamenti; questo è per me un traguardo importante, se un film suscita curiosità e genera necessità di approfondimento, è un film che svolge appieno la sua funzione di cinema responsabile, con un messaggio preciso e gli occhi aperti sulla società che è chiamato a descrivere.

Quale è il tipo di rapporto che si instaura tra Andrea, il protagonista, e il resto della società, a partire dalla famiglia e dal fratello, Matteo?
I rapporti umani stanno alla base di questa storia: quando abbiamo iniziato a scriverla, io, Giuditta Tarantelli e Luciano Sartirana, abbiamo fatto subito una considerazione: "dobbiamo evitare il distacco dalla normalità".
Se ci fossimo soffermati troppo su Andrea come personaggio disabile protagonista ed eroe positivo, non avremmo fatto altro che aumentare questo distacco. Durante tutto il processo di scrittura non abbiamo mai dimenticato che i disabili prima che disabili sono persone, con i sentimenti e le vicende comuni a tutti gli individui. Pertanto il personaggio di Andrea non è divenuto speciale, bensì un adolescente, meraviglioso come tutti, alle prese con un fratello servile e premuroso, una madre pressoché assente ed un padre che faticosamente cerca di ricoprire un ruolo che ha perso ormai da tempo. Il film si "reggerebbe in piedi" anche se lo "svantaggio" e la "diversità" di Andrea fossero di qualsiasi altra natura, in questo senso dico che siamo riusciti ad evitare il distacco dalla normalità.

Si può definire "Come prima" lungometraggio introspettivo a livello psicologico?
Sulla psicologia dei personaggi abbiamo lavorato moltissimo, prendendo a volte spunto da storie di persone realmente vissute, quindi sì.

Dove avete avuto occasione di presentare "Come prima"?
Grazie all'iniziativa "Come prima in tour" il film è stato visto in molte città italiane: Milano, Torino, Como, Mantova, Genova, Lecce e poi in piccoli centri nelle province di Sondrio, Brescia, Padova, Pisa, Grosseto, Bari, tutte proiezioni organizzate da associazioni, circoli Arci, cineforum estivi, feste dell'Unità.
Il film ha poi ricevuto alcuni premi ai festival di cinema: vincitore del Premio Paesaggi Umani al Filmmaker Festival 2004, del Premio Miglior Corto al Corto Concorso Massimo Troisi di Pieve Emanuele (MI) e della Menzione della Giuria ad Anteprima Bellaria Film Festival.

La crisi del cinema nostrano: un ripetitivo canone ormai trasbordante nel commerciale o nella fiction verisimile. Esistono, secondo te, dei canali innovativi e delle possibilità di investire su tali canali per proposte alternative cinematografiche, nonostante la presenza di un asfittico monopolio del settore distributivo italiano?
Il compito del cinema italiano, con tutta la sua eredità neorealista, dovrebbe a mio avviso essere quello di descrivere la realtà che lo circonda, anche in chiave comica, perché no; con questo voglio dire che non escludo alcun genere cinematografico, non dico che un film comico vale meno di un film drammatico, ma nel nostro Paese si spreca molta energia in un cinema che ha perso la sua funzione sociale, antropologica, e che strizza l'occhio al sensazionalismo del cinema d'oltreoceano.
Un film è un'espressione artistica troppo elaborata e costosa per potersi concedere sprechi di energia, si tratta di una vera e propria questione morale: con il budget impiegato per realizzare l'inutile trilogia de "Il signore degli anelli", 310 milioni di dollari escludendo le spese di promozione, si sarebbero potuti realizzare un centinaio di film utili e di qualità. Alcuni esempi nostrani degli ultimi anni: 'Vento di terra' di Vincenzo Marra, 'L'isola' di Costanza Quatriglio, 'Mi piace lavorare' di Francesca Comencini, 'Preferisco il rumore del mare' di Mimmo Calopresti, 'Le chiavi di casa' di Gianni Amelio.

Hai altri progetti nel cassetto per prossime opere?
Un documentario sulle differenze: ragazze e ragazzi "normodotati" si sottopongono ad un casting e rispondono liberamente a varie domande senza sapere che quel casting sarà parte del documentario stesso. La stessa cosa avviene con giovani para e tetraplegici, alle prese con gli stessi problemi, interessi, gioie e dolori, ma da una posizione diversa. Risultato: un confronto a distanza, sull'essere disabile, sui temi della vita, sul futuro, e un incontro tra persone uguali, sebbene uniche. Ho terminato le riprese il luglio scorso, il film (questa volta un documentario) sarà pronto a novembre e sarà presentato a Milano, allo Spazio Oberdan nell'ambito del Filmmaker Festival 2005, poiché vincitore del Premio Paesaggi Umani (com'è accaduto a Come prima nel 2004).

Il tema centrale è la disabilità: il lungometraggio può definirsi film propedeutico, rivolto a tutti noi, per considerare sotto un'altra ottica, rispetto al consueto approccio assistenzialista e commiserativo, la questione?
Credo che un film possa essere uno strumento educativo molto valido, poiché può rendere visibile e comprensibile a tutti una storia di vita anche molto lontana dalla quotidianità della maggior parte delle persone che lo guardano. Se è vero che si ha paura di quello che non si conosce, rendere pubbliche storie realistiche può solo contribuire all'avvicinamento di culture, abitudini e mondi diversi. Certo è che dipende anche molto dal filtro che viene dato alla storia dallo sceneggiatore e dal regista.
"Come prima" viene utilizzato già da qualche mese nelle scuole superiori come strumento didattico alternativo, per aprire il dialogo con gli studenti e i docenti sui temi della diversità, dell'accettazione di sé e degli altri e del confronto genitori-figli.
Il film è stato incluso nel circuito "Arrivano i film" promosso dalla Regione Lombardia e può essere richiesto dai docenti di tutto il Paese direttamente via Internet. Oltre alla proiezione del film è possibile invitare gli autori e i giovani attori per un dibattito-confronto con gli studenti.

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