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Libri a fumetti
LA
CITTÀ CHE NON ESISTEVA o Difficoltà di immaginare
un'Utopia
Recensione di
Andrea Cantucci
Gioielli
Teatro
Il
diario di un pazzo sotto l'Olmetto di Milano
di Massimiliano S. Laganà
Cinema
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La nudità assoluta del corpo è sempre stata rifiutata, in ogni
epoca e in ogni cultura. La capacità di vestirsi non solo per
necessità pratica e di addobbarsi è una delle cifre distintive
fra l'animale sociale uomo ed il resto del regno animale. Il
corpo divenne presto, ancor prima dell'uso codificato del
linguaggio, il campo semantico attraverso il quale comunicare.
L'anatomia umana venne arricchita di un vocabolario di forme e
colori attinto fantasiosamente dal regno vegetale, animale,
astrale e, così reinterpretata, si fece simbolo di affermazione
sociale e culturale. L'ornamento prezioso, così definito perché
realizzato con elementi virtuosi ricchi di valori spirituali
oltre che materiali, sottolineava emblematicamente i riti di
passaggio caricandosi di valenze sacrali come di virtù magiche
ed apotropaiche. Le suggestioni profonde ed i ritmi esistenziali
scanditi dal gioiello sono ormai alquanto lontani dalla cultura
occidentale contemporanea, sebbene alcuni passaggi, come il
fidanzamento ed il matrimonio, siano ancora intimamente legati a
questa simbologia. Un tempo la superstizione accompagnava i
gioielli, che interpretavano il ruolo di amuleti e talismani
irrinunciabili, superstizione che trovava la massima
decodificazione negli splendidi lapidari, come in quello
celeberrimo appartenuto agli Estensi a Ferrara. I lapidari si
caricarono di significati diversi a seconda del periodo in cui
vennero scritti, per questo i precristiani ebbero una valenza
magica, mentre quelli medievali si incentrarono sul carattere
mistico-religioso.
I gioielli da sempre recano con sé suggestioni e simbologie che
vanno ben al di là dal loro valore materiale intrinseco, basti
pensare ai primordi della civiltà quando alcuni astri, animali e
vegetali vennero identificati come divinità, e a queste furono
associate dei preziosi talismani. Ricoprirono un ruolo
fondamentale nell'antico Egitto dove raggiunsero eccellenti
livelli di esecuzione e dove la loro perfezione estetica si
intrecciò con i riti occulti. Lo scarabeo assunse un significato
sacrale legato al culto dei defunti: durante l'imbalsamazione
gli Egizi ponevano uno scarabeo al posto del cuore per
propiziarsi la divina Osiride. Il culto si tramandò attraverso
altre civiltà, sino a giungere ai Romani, presso i quali in età
cristiana simboleggiò la resurrezione. La preziosità di taluni
elementi percorre la cristianità che conserva alcune tradizioni
di più antica memoria: il corallo, il primo dei doni recati da
Hermes sulla Terra, è l'attributo iconografico della figura di
Gesù Bambino attraverso tutta la pittura rinascimentale. Anche
il diamante (dal greco adàmas, l'invincibile) è emblema
cristologico e salvifico, e sintesi della perfezione eterna
della vita ultraterrena. Alcune credenze legate alle pietre
affondavano le loro radici nella Bibbia, dove si legge che Mosè
ordinò che Aronne fosse adornato di dodici pietre che
simboleggiavano i dodici attributi di Dio. La tradizione di
indossare pietre che rilasciavano influssi benefici si perpetuò
attraverso i secoli, trovando grande fortuna presso gli ambienti
di corte così come presso quelli ecclesiastici. Lo zaffiro fu la
pietra favorita dagli alti prelati, perché si riteneva che
allontanasse la cupidigia e salvaguardasse la castità.
La paura, profonda e radicata, per il malocchio ha indotto a
ricercare un monile scaramantico per poter resistere allo
sguardo del maligno: l'occhio fu dunque assunto a simbolo
protettivo. Già nell'antico Egitto l'occhio di Horus era il più
importante fra tutti gli amuleti sacri. L'occhio è sempre stato
usato in gioielleria, così come nelle decorazioni dei palazzi,
sui vascelli e sulle barche da pesca. Quando si scoprì che
l'agata poteva essere tagliata in senso orizzontale per ricavare
una forma simile all'occhio, divenne una pietra molto richiesta
per creare ciondoli e anelli protettivi.
I gioielli, da sempre intimamente legati alla sfera emotiva,
paiono caricarsi dell'energia di chi li ha posseduti, per questo
spesso i pezzi antichi sono stati sottoposti al rito della
purificazione: venivano immersi completamente nel sale per
giorni e poi sciacquati con acqua tiepida per liberarli dalla
negatività. Questa pratica trova forse giustificazione nell'uso
in vigore da parte dei nobili, fino al XIX secolo, di donare
alla Chiesa i gioielli appartenuti al defunto e che questi aveva
indossato durante la malattia.
La storia del gioiello accompagna quella dell'umanità in un
affascinante viaggio di mutazioni stilistiche e sociali, e
questa rubrica ripercorrerà le fasi fondamentali dell'evoluzione
dell'arte orafa. |
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