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Esperanto
Babylon Café letterario
virtuale ed… esperanto!
Intervista a Davide Zingone a cura di Massimo Acciai
Scacchi
Etimologie
Quando i Romani
conquistarono l'Informatica
di Davide Zingoni
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Quando i Romani conquistarono
l'Informatica
Nell'organigramma di ogni azienda che si
rispetti un posto di rilievo è occupato dal manager, figura
direttiva che ha la responsabilità di coordinare e indirizzare
l'attività del personale. Da manager deriva management, parola
che in Italia nessuno sa pronunciare correttamente (l'accento
tonico cade sulla prima sillaba…), e che indica l'insieme del
personale direttivo, ma anche l'attività di gestione di
un'impresa. A onor del vero va detto che in inglese si
preferisce il termine executive per indicare i livelli
dirigenziali, visto che il manager è visto semplicemente come
colui che cura un'attività. Pertanto si può essere manager di un
negozio di pedalini, e questo mortifica un poco il valore aulico
che noi italiani abbiamo dato alla parola. Quello che ci sembra
interessante notare, però, è che la parola manager non nasce in
terra albionica, come molti credono, bensì è un conio
interamente latino. Infatti l'inglese to manage deriva
dall'italiano maneggiare, composto di manus, mano, che in
origine era riferito addirittura ai cavalli: maneggiare i
cavalli significava "addestrarli alle diverse andature", tanto è
vero che il luogo deputato all'addestramento dei cavalli è
ancora oggi chiamato maneggio. Successivamente il verbo acquistò
anche il significato odierno di "amministrare, governare", che
tutti gli anglofoni conoscono.
Quello di manager non è un caso isolato: molte sono le parole di
origine latina che ci sono tornate vestite di panni inglesi.
Alcune sono mal camuffate, e quindi facilmente individuabili,
altre sono addirittura insospettabili. Per rendersene conto
basterà prendere in analisi alcune parole di uso piuttosto
comune che appartengono alla nomenclatura dell'informatica, la
scienza del futuro, che apparentemente parla solo ed
esclusivamente inglese.
Si può partire proprio da informatica che, lungi dall'essere una
parola di origine britannica, è la contrazione dell'espressione
francese information automatique "informazione automatica",
rispettivamente dal latino informare "dar forma", e poi
"istruire", e dal greco automatismós "azione spontanea".
Per usufruire appieno dell'informatica e delle sue innovazioni
abbiamo bisogno dell'invenzione che ha rivoluzionato le nostre
abitudini in merito al lavoro, al tempo libero e alla
socializzazione: il PC, abbreviazione di Personal Computer. Una
volta ammesso che PC risulta decisamente più sintetico di
"Elaboratore elettronico di dati per uso personale", va anche
detto che computer non è altro che l'esito del verbo latino
computare "contare, calcolare" da cum e putare , in origine
"pulire", poi "ritenere, credere". Da putare sono derivati anche
altri verbi di uso frequente in italiano: deputare, reputare,
potare, etc. Quanto a personal, dal latino persona, ci troviamo
di fronte all'esito di una delle pochissime parole di origine
etrusca che ci siano pervenute. Il latino persona ("maschera",
"carattere", poi "individuo") deriva infatti dall'etrusco phersu,
che in principio indicava la maschera di legno degli attori
teatrali. Tali maschere avevano un buco al posto della bocca che
serviva per canalizzare la voce dell'attore che la indossava,
caratterizzandola a seconda del tipo di personaggio che veniva
rappresentato. Per questo dal significato originario di
"maschera" si passò prima a quello di "carattere" e poi a quello
definitivo di "individuo".
L'unità centrale di elaborazione del PC è il processore, in
inglese processor, da process, a sua volta derivato dal latino
processum, participio passato del verbo procedere "procedere,
avanzare", mentre i dati sono visibili sul monitor,
letteralmente "colui che avvisa" dal latino monere "avvisare,
avvertire", che ha dato origine anche a neologismi come
monitorare e monitoraggio. Se vogliamo rendere lo schermo più
gradevole alla vista, possiamo inserire sul computer una nostra
bella fotografia, ma avremo bisogno di uno scanner, dall'inglese
to scan "esaminare con cura", e questo dal latino scandere
"scandire". Per andare su internet, invece, sarà necessario
connettere, da to connect, a sua volta dal latino conectere, da
cum e nectere "congiungere, intrecciare", se si ha a
disposizione un apparecchio che trasforma i segnali analogici in
digitali e viceversa, il modem. Questa strana parola non è altro
che la contrazione di modulator/demodulator, dal verbo latino
modulari "cantare con misura, ritmo", derivato di modus "regola,
misura, modo". E meno male che sulle nostre scrivanie abbiamo
solo un innocuo mouse, mentre in Spagna hanno un temibile ratón
e in Francia un dispettoso souris (tutte traduzioni di "topo"…).
L'evidente conclusione di questa breve analisi è che nonostante
l'Impero Romano sia caduto circa sedici secoli fa, la sua lingua
continua a colonizzare il mondo attraverso l'inglese. E' come se
le armate di Cesare avessero invaso di nuovo l'Inghilterra. Solo
che, invece di comandare l'esercito verso la vittoria, stavolta
il buon Giulio si è seduto comodamente davanti a una tastiera e
si è messo a chattare (questo parola sì che è di origine
inglese, da to chat "chiacchierare") con i senatori di Roma:
"Veni, vidi, conexui".
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