|
|
Libri a fumetti
Da
Freud a Little Nemo… e oltre: Viaggio cosciente
nei sogni a fumetti
Recensione di
Andrea Cantucci
Pittura
Intervista ad Amanda Nebiolo
di Massimo Acciai
Teatro
Spettacolo teatrale con Leandro Amato regia di
Marco Alessi prodotto da Luca Ravera
leggi
Fumetti in corso
|
|
Un fumettista, oggi:
una dedizione artistica spesso non considerata
Intervista a Massimo Basili a
cura di
Alessandro
Rizzo
Pride nasce nel
1999, è giunta al suo centesimo numero, ed è una
delle riviste free press migliori esistenti nella
cultura alternativa, quella omosessuale. Il
direttore è Dall'orto. Nonostante le inserzioni
pubblicitarie ha contenuti seri e conduce
un'informazione con taglio politico con una forte
dose di rivendicazione dei diritti degli
omosessuali, in senso trasversale. Ma oltre
all'impegno militante, Pride ospita
interessanti rubriche culturali: sui libri, sulla
musica, sui fumetti. Pride ha come
riferimento sulla rete la webzine
www.culturagay.it
Abbiamo intervistato a riguardo Massimo Basili
che di questa parte si dedica da tempo.
Massimo, l'arte fumettistica ha un futuro?
Sì, risponde convintamene. Nel 1960 aveva un
bacino di utenza senza concorrenza con altri media:
era un tipico elemento di svago giovanile. In
Italia, però, è un'arte snobbata, rimanendo e
relegando la lettura dei fumetti come pratica di
un'elite e non fenomeno di massa. Esistono
pregiudizi vari che la caratterizzano come interesse
di nicchia, molto di nicchia per pregiudizi vari.
Negli studi sulla semiotica Eco sdogana il fumetto
come forma artistica.
Ma dove nasce il fumetto?
Il fumetto nasce negli Stati Uniti come forma di
comunicazione popolare: abbiamo negli anni 60 i
primi esperimenti in Francia, mentre in Italia
abbiamo esperienze con la rivista Frigidare tra il
60 e l'80, contornata dalla scuola bolognese. La
difficoltà oggi del fumetto è quella di attecchire:
oggi abbiamo un'alta produzione, esiste un mercato
vivace, ma rimangono pochi i lettori. In USA il
cinema ha fatto da cassa di risonanza al fumetto:
molto si è trasposto nel cinema di contenuti
fumettistici. In Freancia addirittura il fumetto è
sostenuto con finziamenti dallo stato. In Italia
siamo ancora indietro in questo campo.
Per te come si può denunciare questa arretratezza
in Italia?
Si è distrutto quello che si è cercato di
costruire con fatica negli ultimi anni. La morte del
cinema di animazone, per esempio, si è avuta negli
ultimi anni. Non si è riusciti a capitalizzare gli
spazi perché esistono pessime leggi a proposito di
arte: l'ex ministro dei beni culturali, Urbani, ha
favorito la concorrenza straniera ed europea.
Possiamo dire, però, che esistono realtà che
contrastanto questa difficoltà generale: festival,
kermesse, show room. Ma tutto questo mondo parallelo
soffre di una assenza di contributi e di sostegni
economici. La legge Urbani, per esempio, è stata
deleteria perché considera prodotti italiani quelle
opere che hanno visto una marginale realizzazione
nel quadro produttivo italiano, penalizzando, così,
le maestranze nostrane.
Massimo perché oggi un fumettista, in questo
quadro difficile, sceglie con passione di fare
questa attività artistica? E quali prospettive
possono esserci?
Non esiste guadagno: ho partecipato a diversi
concorsi, ma i profitti non sono alti.
L'illustrazione è il mio incentivo a proseguire: è
un mio forte interesse. Lavoro per diversi mensili
femminili, anche se il mondo pubblicitario è molto
difficile. L'editoria è un contesto differente.
Come descriveresti in modo dettagliato la crisi
che il fumetto sta attraversando?
Il fumetto ha sempre meno pubblico di lettori:
il lettore è sempre più giovane, come quello di
"Manga", ma non c'è la volontà di scoprire nuove
proposte. Possiamo dire che il lettore è
monotematico.
Oggi con le nuove tecnologie si può pensare a un
rilancio più "massivo" di questa arte?
Come altre arti il fumetto può certamente
cambiare supporto, mantenendo la stessa identità, la
stessa caratteristica, migliorarla. Negli Stati
Uniti gli "e-comics" hanno avuto un ottimo successo.
Difficile pensare all'elaborazione redazionale della
pagina del fumetto su supporto informatico, per
esempio: in rete esiste una minore attenzione del
lettore rispetto al foglio di carta che sfogli e che
giri. L'attenzione deve essere immediata. Molti
artisti stanno investendo in questa direzione: come
Scott Mc Claud. Vari saggi sono stati redatti per
analizzare il fumetto come forma sociologica e
pedagogica di comunicazione, con l'ottica del futuro
sorpasso del supporto cartaceo. Nonostante la rete
il fumetto può comunque essere stampato su supporto
cartaceo. Il feticismo della carta rimane e permane
nel lettore. L'editoria italiana nel campo è
comunque vivace, nonostante la crisi. Il fumetto,
per concludere, costa molto sul mercato e, anche per
questo, non sarà massivo se non avviene un cambio
strategico a livello editoriale. Occorre ripensare
alla forma di comunicazione per giungere a un quadro
più complesso.
Tu ti occupi di arte fumettistica, ma collabori
con Pride che è una rivista di categoria, possiamo
dire, di tendenza. Perché creare una categoria
nell'arte, possiamo dire un definizione
monodirezionale del destinatario, in questo caso il
pubblico omosessuale?
Io amo il fumetto in genere, come arte. Pride ha
lo scopo di indirizzare il pubblico omosessuale a
reperire un riferimento chiaro, socio-culturale, che
riscopra la propria identità. Il fumetto è un'opera
di costume, come Dall'Orto testimonia nel suo blog,
dedicando pagine a questa forma di comunicazione.
Occorre utilizzare il fumetto come rappresentazione
del mondo omosessuale sia sotto l'ottica di chi
omosessuale è, sia di chi non lo è. Il fumetto non
deve creare, però, uno "status symbol"
cristallizzato. E' importante comprendere come
"veniamo rappresentati" in quanto omosessuali. In
Italia vi è carenza di scuole che formino a questa
funzione artistica specifica. Esiste sempre negli
Stati Uniti un mercato parallelo di fumettisti
omosessuali che specificano una loro forma di
comunicazione e di rappresentazione, con un ampio e
discreto pubblico di riferimento. Posso dire che in
Italia non esiste una maturità omosessuale, anche
dal punto di vista culturale, tale per cui possa
esprimere apertamente e incisivamente la propria
coscienza sociale e politica.
|
|
|