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Pittura
Miti mutanti 3
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ASPETTANDO IL SOLE
Aspettando il sole è il primo lungometraggio di Ago
Panini regista che proviene dalla pubblicità e dal
videoclip.
Siamo in Italia in un qualunque posto negli anni
Ottanta, tre balordi si imbattono in un hotel fuori
mano e fuori posto: un rifugio ai confini del mondo.
Ma questa non è solo la loro storia perché al
Bellevue Hotel esistono altri ospiti, respiri o
pianti dietro una porta dai numeri consumati, gesti
d'amore o di disperazione, voci sussurrate o grida.
In ciascuna di queste storie le pareti si annullano
e le porte si aprono svelando i destini di tutti gli
ospiti: una commedia velata di scuro dai risvolti
inaspettati.
Un film ambientato precisamente nel 1982, che
rappresenta un punto di non ritorno, quando era
ancora possibile perdersi, infatti non esistevano
ancora né i telefonini né Internet e la notte la
televisione mandava Detour, ma anche le prime
televendite che avrebbero invaso tutta la storia
successiva del tubo catodico.
I personaggi in questo film non sono macchiette, né
impersonificano un'idea precisa, oppure
caratterizzano una classe sociale, o un tipo
culturale. L'intento del regista è quello di non
presentarci degli stereotipi, ma maschere.
Il tema principale del film è "trovare un modo per
sopravvivere a se stessi" infatti il titolo evoca
l'aspettare un risveglio in un film che avrebbe
l'intento di contenere delle piccole rivoluzioni.
Tutti gli attori si sono felicemente sentiti
coinvolti nella sceneggiatura, in un lavoro
orizzontale tra loro ed il regista e tutti si sono
ritrovati ad interpretare un ruolo in antitesi con
la propria personalità. Così ci stupisce un Roul
Bova rifiutato da una donna che lo fa soffrire come
un cane, un Gabriel Garko malvivente disadattato con
la "zeppola" e un bravo Rolando Ravello che "fa la
spalla di un volpino". Debole, invece, Claudio
Santamaria nel banale ruolo del bulletto di
periferia.
Al di là della irreprensibile interpretazione di
Giuseppe Cederna il film non convince fino in fondo
e non mantiene le promesse fatte in quanto le storie
non creano un unico macro discorso, secondo
l'intento del regista, ma episodi distaccati che non
approfondiscono a sufficienza i personaggi.
CIAO TESORO
REGIA: Amedeo Procopio
GENERE:commedia grottesca
PAESE: Italia
DURATA:10'30''
PRODUZIONE:Associazione Cinelife
Ciao tesoro di Amedeo Procopio è una vicenda
paradossale segnata da una richiesta alquanto
insolita. In un locale notturno con dei loghi
misteriosi che ci riportano alla mente simboli
infernali e una danzatrice del ventre che gioca
ondeggiando con dei veli dorati, due barman
funamboli e infine un uomo visibilmente imbarazzato
propone a una donna, che segue lo spettacolo in
compagnia di un amica/amante, di andare a letto con
lui entro un'ora. L'insolita vicenda, ripercorsa
attraverso i ricordi del protagonista, avrà risvolti
inaspettati.
Amedeo Procopio cineasta milanese al suo nono
cortometraggio ci regala uno splendido pezzo di
cinema tra realtà, grottesco ed onirico. Dieci
minuti di corto ambientati in un Nightclub nel quale
la macchina da presa ci conduce con una soggettiva a
Quei bravi ragazzi di Scorsese, entrando in una
sorta di locale degli inferi, dell'ambiguità e della
perdizione con una ballerina che ondeggia a ritmo di
musica sensuale e avvolgente e dove i ruoli dei
clienti non sono così scontati.
Una storia di omosessualità maschile e femminile e
di una scommessa sul filo del rasoio del tempo tra
amore e desiderio, percorrendo diversi generi, dal
thriller, al film drammatico, al comico grottesco.
Ottima la fotografia dai colori vividi, ben definiti
che ci rimandano ai primi film di Roberta Torre ma
anche ai videoclip di Michel Gondry. Il protagonista
maschile (Andrea Tibaldi) adotta una giusta
interpretazione sopra le righe.
Un corto ricco di spunti interessanti da sviluppare
per un lungometraggio che sarà distribuito nell'arco
del 2009. Da non perdere.
Il soffio dell'anima
L'arte della rinascita
Il soffio dell'anima di Victor Rambaldi, film tratto
dall'omonimo romanzo di Valentina Lippi Bruni, ci
racconta una storia ambientata a Imola, teatro del
dramma di un giovane in dialisi, che lotta per non
permettere alla malattia di controllare la sua vita
e infrangere i suoi sogni. Dopo un passato difficile
dovuto a un precario stato di salute, Alex si butta
a capo fitto nello studio delle arti marziali. Da
qui nasce un inesorabile sogno di rinascita, infatti
il ragazzo inventa una sua arte marziale che chiama
"Il soffio dell'anima", ma il suo obbiettivo non è
combattere, ma solo sfidare se stesso. L'incontro
con Luna, una ragazza che accompagna la madre a
dializzare nello stesso ospedale di Alex, è magico e
mistico, tra loro s'accende la scintilla dell'amore
e da quel momento diventeranno inseparabili.
Nel frattempo nella vita di Alex entra un'altra
donna, la cinese Tai Ping, dall'età indefinita, che
diventa la sua guida spirituale. La donna, dopo che
ha fatto scoprire ad Alex i segreti del viaggio
astrale, fa ritrovare a quest'ultimo la serenità e
la fiducia nelle proprie capacità e soprattutto la
convinzione che la chiave per sconfiggere le proprie
paure risiede in se stesso. Un finale inatteso
chiude il film.
Il soffio dell'anima è un film drammatico tendente
al melodramma stemperato dalla presenza comica di
Dario Ballantini che interpreta l'amico e collega di
Alex. La pellicola cita chiaramente e liberamente
Karate Kid del 1984, ma in realtà, al di là delle
buone intenzioni su un film sostenuto da
associazioni solidali nei confronti dei malati di
reni in dialisi e il libro, a cui si ispira il
progetto che è tratto da una storia tragicamente
vera, la pellicola risulta eccessivamente
melodrammatica e a tratti grottesca. Flavio
Montrucchio che interpreta Alex, il protagonista, si
rivela, nonostante tutto una sorpresa. La figura più
interessante del film è quella dell'orientale Tai
Ping interpretata da Yang Yu Lin, che rivela una
presenza scenica senza pari, a differenza di
personaggi troppo sopra le righe come il "teppistello"
Nico interpretato da Raffaello Balzo.
In definitiva questo progetto non è da bocciare del
tutto, proprio per le buone intenzioni che lo fanno
nascere, incoraggiando le piccole produzioni a
rendersi visibili in un mercato sempre più crudele.
KATE WINSLET
Premio Oscar da record
Dopo un decennio di tentativi andati a vuoto e ben 5
nomination, Kate Winslet finalmente è riuscita a
vincere il primo Oscar come migliore attrice
protagonista per The Reader.
La popolare attrice è conosciuta per avere
interpretato una vasta gamma di ruoli diversi nella
sua carriera, ma soprattutto per essere stata Rose
DeWitt Bukater nel film più visto di tutti i tempi,
Titanic (1997).
È stata la più giovane attrice di sempre (all'età di
soli 22 anni) ad aver ricevuto due candidature all'Academy
Award, e le successive candidature le hanno permesso
di mantenere e riconfermare questo record.
Dice di se la Winslet: "Non mi ritengo una persona
competitiva. Quando scelgo di fare un film non penso
mai a quello che mi succederà dopo. La sera dei
Golden Globe non potevo credere che mi avessero
premiato due volte. Tremavo, non riuscivo a parlare,
insomma ero travolta dalle emozioni".
La sensuale Kate nasce a Reading, nel Berkshire, da
una famiglia che vive di cinema e recitazione. I
genitori Roger Winslet e Sally Bridges e le sorelle
Anna e Beth, sono infatti attori. I nonni Oliver e
Linda, dirigevano invece il Reading Repertory
Theatre e suo zio Robert Bridges recitava
stabilmente sui palcoscenici del West End. Kate ha
anche un fratello, Joss, l'unico dei Winslet a non
lavorare nel mondo dello spettacolo. A soli sette
anni, Kate inizia a frequentare la prestigiosa
Redroofs Theatre School di Maidenhead e a undici
viene ingaggiata per lo spot dei cereali "Sugar
Puffs". Nel 1990 è scritturata nel suo primo
lungometraggio: il film tv Shrinks. Dopo aver
partecipato ad alcune serie televisive come Dark
Season e Casualty, Kate debutta al cinema nella
visionaria opera di Peter Jackson, Creature del
Cielo. La pellicola del regista neozelandese, famoso
per la trilogia del Signore degli anelli, racconta
la vicenda di due amanti, Pauline e Juliet che, il
22 giugno 1954, assassinano atrocemente la madre di
una di loro. Ai significativi consensi da parte
della critica, si aggiungono i primi riconoscimenti
come l'ALFS Award, al London Critics Circle Film.
Nel 1995 arriva anche una nomination agli Oscar come
Migliore Attrice non Protagonista, nel raffinato
dramma di Ang Lee, Ragione e Sentimento. L'anno
successivo Kate sorprende le platee mondiali con
l'ottima performance in Hamlet, diretta da Kenneth
Branagh. Ma il successo mondiale arriva con il
regista James Cameron che è alle prese con il film
che diverrà uno dei cult della storia del cinema:
Titanic. Disposta a tutto pur di far parte del cast,
l'ambiziosa e talentuosa attrice invia al regista
canadese alcune sue foto accompagnate da una rosa
rossa e da un messaggio: "Sono la tua Rose".
Invaghitosi di tale bellezza e determinazione,
Cameron la scrittura subito. Tuttavia, Kate non sarà
presente alla premiere del film, perché impegnata
nei funerali dell'ex fidanzato Stephen Tredre,
scomparso a causa del cancro. Rose, la romantica
eroina di Titanic, impone la bellezza e la bravura
di Kate a tutto il mondo: nel 1997, le viene
assegnata la seconda candidatura agli Academy Awards
come Miglior Attrice Protagonista. L'anno seguente
gira Ideus Kinky - Un treno per Marrakech. Sul set
incontra James Threapleton, con il quale convola a
nozze: dalla loro unione nasce la piccola Mia.
Superbo terzetto alle soglie nel nuovo millennio
quando la Winslet affianca Geoffrey Rush e Joaquin
Phoenix nell'intrigante Quills - La penna dello
scandalo. Aggiudicatasi un Grammy per aver abilmente
cantato in un album per bambini, Kate consegue la
nomina agli Oscar come Migliore Attrice non
Protagonista nel biografico Iris - Un amore vero.
Ottenuto il divorzio da Threapleton, la star sposa
il celebre regista Sam Mendes, dal quale avrà un
figlio: Joe Alfie. Nel 2004, si cala nel ruolo della
stravagante Clementine in Se mi lasci ti cancello,
al fianco di Jim Carrey: è la volta della quarta
candidatura all'ambita statuetta. Nel 2006, la
Winslet è invece la frustrata moglie e madre nel
toccante Little Children, che le vale una nuova
nomination agli Oscar. Le sue ultime performance
sono in L'amore non va in vacanza e in Tutti gli
uomini del re, nonché nell'esplosivo musical Romance
and Cigarettes, dove interpreta l'esuberante e rossa
amante di un eccezionale Gandolfini.
L' OSPITE INATTESO
Alla scoperta dell'Altro da se
Uscito nelle sale italiane il 5 Dicembre 2008,
ricoperto di riconoscimenti internazionali, dal
Sundance Film Festival, al San Sebastian, dai BAFTA
agli Indipendent Spirits Awards, L'ospite inatteso
del regista, attore e sceneggiatore Thomas McCarthy
al suo secondo lungometraggio dopo l'invisibile e
applaudito The Station Agent .
L'ospite inatteso è un film che viaggia felicemente
fra il politico- civile ed il personale, merito di
una struttura narrativa asciutta, di una scrittura
filmica efficace e di una direzione d'attori di
ammirevole misura, ma indubbiamente anche di un tema
di scottante attualità come la condizione degli
immigrati sans papier negli States.
Il professore universitario di economia Walter Vale,
rimasto vedovo, che insegna ormai svogliatamente e
vive monotonamente in una cittadina del Connecticut,
accetta di malavoglia di sostituire un collega a una
conferenza a New York, e scopre che il suo
appartamento cittadino è occupato da una coppia di
migranti, il siriano Tarek che suona il jambè e la
senegalese Zainab, artigiana. Dopo l'iniziale
sconcerto, inizia una curiosa convivenza fatta di
scoperta e conoscenza dell'altro, inteso non solo
come straniero ma proprio altro da sé, in una
contemporaneità fatta spesso di persone indifferenti
dove vige il disinteresse per i sinceri rapporti
umani, soprattutto con il diverso.
Tutto ruota attorno alla figura di Richard Jenkins,
attore con splendidi precedenti teatrali che il
cinema utilizza come caratterista sopraffino
conquistando per l'ennesima volta come in Burn After
Reading. Jenkins, candidato all'Oscar come Miglior
Attore, ricopre il ruolo del perfetto uomo ordinario
che cerca di "sopravvivere" e nell'interpretazione,
a tratti, ci ricorda il Tony Servillo di Le
conseguenze dell'amore. Insomma un uomo che fa
economia sulla propria vita, rimanendo legato al
passato attraverso uno strumento, il pianoforte, per
cui non è portato, con cui vive un rapporto
conflittuale, salvo scoprire causalmente di avere un
cuore che batte al ritmo di un "libero" tamburo
africano. Ma la sua rinascita è agli inizi grazie al
diverso che piomba fortunatamente nella sua vita,
che già deve lasciare il posto allo sconcerto, di
fronte al trionfo dell'ordine e dei suoi burocratici
esecutori. Infatti un incontro accidentale con la
polizia, in metropolitana determina per Tarek,
immigrato irregolare, la reclusione in un centro di
permanenza temporanea nel Queens. L'arrivo della
madre del ragazzo, Mouna, dalla Siria, rinnova
l'impegno e l'affetto di Walter per Tarek ma il suo
fermo assume sempre più i connotati della prigionia.
Walter nello sforzo di rasserenare le due donne giù
di morale le accompagna sul traghetto di Ellis
Island, all'ombra di quella Statua della Libertà
simbolo di valori ben lontani dalla ostilità dell'
amministrazione Bush.
Un capolavoro delicato nei sentimenti e duro nella
denuncia di una politica ingiusta. Nel film si
distingue anche Hiam Abbass, splendida ed elegante
attrice che interpreta la madre di Tarek appunto e
già ammirata ne Il giardino di limoni e La sposa
siriana, a dimostrare che il fascino femminile non
ha età. Il protagonista attraverso la conoscenza
d'un mondo altro da sé riscopre se stesso, tornando
ad amare e forse ad interessarsi ai problemi del
mondo; emblema di questo è in primis il rapporto con
la musica. Tutto questo ambientato nella babele
della New York post 11 settembre 2001 dove quest'uomo
rinasce proprio quando muoiono le speranze dei nuovi
amici e della donna che probabilmente inizia ad
amare. Riscopre il senso della vita proprio quando
comprende che la sua America, il suo paese, ha perso
il senso di tutto. Una storia di sentimenti potenti
come le percussioni di Fela Kuti e dei musicisti di
strada di New York . Questo film semplice ci dice
più di qualsiasi documentario e protesta sull'ultimo
decennio bellicista stars and stripes, e l'urlo di
Walter, è quello di tutti coloro che si indignano di
fronte alle ingiustizie. Film obamiano alla vigilia
dell'elezione di Barack Obama questa pellicola ha
ottenuto un successo al botteghino straordinario,
pur distribuito in poche copie, nella speranza che
qualcosa cambierà.
THE MILLIONAIRE
Il riscatto degli ultimi
The Millionaire, tratto dal romanzo di Vikas Swarup
Question and answer, è uscito nelle sale in Italia
il 16 Gennaio 2009 e ha spopolato nel mondo vincendo
il Golden Globe come Miglior Film, Miglior regia,
Miglior sceneggiatura e Migliore colonna sonora. Il
regista scozzese Danny Boyle,già autore di 28 Giorni
Dopo geniale pellicola in cui l'Apocalisse era
immortalata da una camera digitale e di Sunshine,
intellettualistica storia fantascientifica, con The
Millionaire racconta una favola metropolitana
ambientata con insolito tempismo nella Mumbai,
stravolta di recente dai noti attentati, tra favola
e melò tipico del sud-est asiatico.
Si racconta l'inspiegabile successo del giovane
Jamal Malik nel popolare telequiz Chi vuol esser
milionario. Inspiegabile perché il ragazzo è uno "slumdog",
un figlio dei bassifondi di Mumbai, membro di quella
casta di miserabili da cui si può solo migliorare.
Orfano ma col fratello maggiore Salim e l'amica del
cuore Latika, Jamal vive infanzia e adolescenza tra
fughe e rincorse, finché, divenuto Chai-wallah
(ragazzo che porta il tè) in un call center, approda
casualmente alla trasmissione. Ogni risposta che il
ragazzo fornisce al conduttore è la risultante di un
collegamento a un episodio della sua vita attraverso
giusti flashback già utilizzati dal regista
nell'acido e allucinato capolavoro Trainspotting.
Osannato dal popolo quale eroico riscatto degli
"ultimi", ma ostacolato dallo spietato mondo dello
show, Jamal sorprende per la sua integrità
dickensiana, infatti gli sta più a cuore il
ritrovamento dell'amore di Latika che non la
vittoria di 20 milioni di rupie.
The Millionaire, dallo stile narrativo asciutto e
dinamico è un film di notevole realizzazione, girato
tra l'altro a Dharavi, il più vasto slum dell'India,
e interpretato da bambini non-attori presi nel
posto.
Jamal è il protagonista di una favola mediatica dal
lieto fine assicurato in cui si avverano i desideri
dell'uomo indiano comune e di tutti gli uomini,
facendo della scalata al "million", efficace
metafora della vita di quest'ultimo e della sua
rivincita, grazie anche all'uso della telecamera a
mano; tecnica che Boyle utilizza con maestria.
L'estetica del film è quella del cinema
bollywoodiano e il regista mette in scena l'eroe
virtuoso senza dimenticare di mostrare le fratture
presenti nella società indiana, prodotte da un
sistema nel quale sopravvivono forti disuguaglianze
e conflitti religiosi.
Jamal è un ragazzo comune che decide di reagire alla
propria condizione di impotenza spalleggiato dal
fratello maggiore Salim, personaggio alla Amitabh
Bachchan dotato di carisma e potere. Nella Mumbai
della loro infanzia i fratelli sviluppano
personalità opposte che determineranno destini
profondamente diversi. Latika è da protocollo una
figura femminile dalle funzioni puramente decorative
la cui debolezza esalta la virilità maschile. Film
sostenuto dal ritmo e dalle note di Allah Rakha
Rahman, uno dei più grandi compositori indiani di
soundtracks, il regista usa le canzoni in funzione
narrativa, lasciando che la musica si fonda con le
immagini in un perfetto connubio tra pop music
occidentale e classici del repertorio indiano, con
un montaggio esplosivo ed estremamente coinvolgente.
Danny Boyle, felice attraversatore di generi ed
estetiche, gira un film tra dolly sconfinati e
scontri di classe, scene sentimentali, crudeltà
brutali e l'indimenticabile scena del tuffo del
piccolo Jamal nella latrina più lurida e lirica di
tutta l'India, unico modo per raggiungere il suo
idolo e metafora della potenza del cinema
soprattutto in regioni così difficili del mondo.
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