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Cartelli in dialetto: difesa di
un'identità o discriminazione?
Differenza sottile quella che
passa tra queste due affermazioni; mi riferisco alla
decisione di usare la segnaletica bilingue, presa da
varie città della regione lombarda.
A Varese è stato posto, all'entrata della città, un
cartello, che riportava il nome in Italiano e
accanto la traduzione in dialetto; quest'ultima
venne cancellata, poco tempo dopo, dalla vernice,
durante un episodio di vandalismo.
Non si sa ancora se considerare l'accaduto una
ragazzata o un messaggio politico.
Certo è un tipo di scelta, quella di certo uso del
dialetto, che può portare a reazioni diverse
nell'opinione pubblica; una cosa, infatti, è cercare
di preservare un dialetto dall'estinzione e un'altra
è usarlo come arma di discriminazione, specialmente
in un momento in cui in Italia conviviamo con
immigrati appartenenti a diverse nazionalità.
Comunque sia, anche dopo quest'episodio, le città
lombarde non si sono fermate: a Varese è seguita
Milano, che ha imposto alle comunità montane, come
ad esempio, quella di Bergamo, l'uso di cartelli con
la traduzione in dialetto, anche se soltanto nel
caso in cui fosse necessaria la manutenzione o la
sostituzione di quelli già esistenti; lo scopo di
questi cartelli, è stato detto, è quello di dar
maggior rilievo ai luoghi d'interesse storico delle
regioni.
E ancora: a Varese e Milano è seguita Brescia nella
scelta dei cartelli bilingue all'entrata della
città;
in questo caso però, qualcuno aveva proposto di
aggiungere anche una traduzione in Inglese, per
evidenziare una maggiore apertura, ma la proposta è
stata rifiutata.
A Milano e a Bergamo, inoltre, l'uso del dialetto è
stato esteso anche alle informazioni tramite
display, usate dal Comune per le comunicazioni al
pubblico; abbiamo, poi, un telegiornale in dialetto
su Telepadania e la proposta di introdurre, in
seguito, l'insegnamento del dialetto nelle scuole.
Da ultimo, un particolare che trovo davvero
bizzarro: sul sito della lega, si può trovare: "Ol
Leroi de berghem" (L'orologio di Bergamo); un
campione di una serie di orologi, in vendita online,
che riporta sul quadrante l'ora, scritta nei
dialetti delle diverse città lombarde.
Al di là di ogni posizione riguardo all'argomento,
immagino me, turista, persa lungo qualche sentiero
montano di Bergamo, col solo ausilio di un cartello,
scritto esclusivamente in dialetto, da qualche
lombardo del luogo, preso da un eccessivo slancio
"d'amore" per le sue tradizioni!
Sopravviverei?!
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