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Hot … welcome! Sono benvenuti su
Segreti di Pulcinella: quando la musica parla di
contemporaneità
Edoardo detto Fox, Edoardo S.,
la voce, Lorenzo e … sono giovani intraprendenti e
pieni di passione musicale e compongono canzoni per
il loro gruppo "Hot … welcome!". Lo stile è
eclettico, variegato, molto accurato e i testi sono
profondi, hanno messaggi e partono dai problemi
quotidiani della nostra contemporaneità, per un
target misto e trasversale. Li abbiamo intervistati
in una giornata di pioggia milanese.
Il nome del gruppo: perché avete scelto di
chiamarvi "Hot … welcome!"
"Hot … welcome !" è stato inventato da Edoardo S. e
dal batterista precedente. Vuole presentare la
serietà del gruppo, che vuole affermare ciò che
stavamo diventando. Abbiamo pensato a un nome
simpatico, accattivante, piacevole, magari
scherzoso, ma che non desse l'idea di
superficialità. I testi delle nostre canzoni
rispecchiano le nostre idee e vogliono riprendere i
problemi sociali attuali. Il vero nome completo, in
realtà, prevede le parole "cicks are", un tipico e
divertente slang inglese. La simpatia del nome non
rispecchia, però, un progetto musicale fatto a caso.
Il tutto ha un senso recondito perché denunciamo una
generazione di automi che vivono solo per un
divertimento effimero, fine a sé stesso.
E' un titolo provocatorio, quindi?
Blue Vomit è un gruppo degli anni 80, una presa in
giro. Non riprendiamo, però, questo gruppo nello
stile in quanto quest'ultimo era un gruppo ribelle.
Noi pensiamo che il ribellismo musicale non sia il
modo giusto per sfogare la rabbia, perché è un modo
che non incide realmente. E' troppo estremo.
Avete un genere preciso a cui vi rifate?
Siamo partiti dall'acustico solamente con la voce e
la chitarra acustica. Poi abbiamo introdotto la
chitarra elettrica distorta e gli assoli all'arrivo
del nuovo componente, Edoardo detto Fox. La musica
qualitativamente si è, così, elevata e la tecnica
utilizzata risulta essere più complessa.
La produzione dei testi come avviene, ossia come
componete una canzone, quali sono i passaggi?
Un membro del gruppo scrive un passaggio di chitarra
con una propria idea e stile e, una volta che siamo
in sala prove, lo porta e lo esegue. Gli altri,
così, lo seguono come meglio credono, ovviamente
prima la composizione deve piacere. Nell'esecuzione,
pertanto, cambiamo e miglioriamo il testo iniziale.
Ognuno, così, scrive da casa la propria canzone
pensando come possa essere eseguita ed evolvere.
Grazie ai network possiamo mandarci i pezzi composti
e potendo integrarli prima del giorno delle prove.
Spesso è Edoardo S. che scrive i testi. L'autore
della musicalità spesso è Fox. Gli altri seguono
ciascuno per le proprie competenze. Non ci atteniamo
a un genere specifico e nemmeno a un target. Tutto è
eclettico. Ci piace essere liberi da schemi, da
generi. Noi vogliamo fare un CD che descriva i
nostri problemi attuali.
Parliamo dei testi delle canzoni più
rappresentative?
"Sotto la pioggia" denuncia il problema della droga
nell'adolescenza, nella nostra generazione. Partiamo
da casi a noi prossimi, vicini. Il problema delle
nuove generazioni, dimenticare ogni pensiero sul
proprio futuro, costruendo un domani per
costrizione, è vivo nei nostri testi. E', la nostra,
una società del devasto totale e la denuncia parte
da chi cerca qualcosa di diverso ma non riesce
perché vede solo superficialità. "E' finita"
esemplifica, così, come testo questo concetto.
Trattiamo anche il tema del suicidio, partendo da un
caso che ha riguardato un nostro componente, uno dei
fondatori iniziali del gruppo, Fabio, che insieme a
Edoardo fece nascere il primo nucleo del gruppo. La
nostra denuncia e rabbia riguarda la società
moderna. Il genere cambia, così, dal tema trattato,
da cui dipendono i riff, la composizione in
generale. Fabio era un ragazzo di Baggio e viveva in
condizioni sociali molto critiche. In quella
situazione spesso ti trovi senza opportunità.
Trattiamo, così, di decisioni drastiche di abbandono
di una vita fatta di errori, di abbandono di
un'esistenza. Nel testo "… Main stop …" le parole
sono casuali senza senso, in quanto esemplifichiamo
la nostra generazione.
I testi delle canzoni esprimono quindi dei
messaggi?
Si, ma teniamo a precisare che non siamo faziosi.
Leggendo i testi delle canzoni apprendi questioni ed
elementi comuni e trasversali, a prescindere dalle
appartenenze. Non facciamo politica come si intende
attualmente. Raccontiamo di problemi concreti. Il
problema principale è la mentalità nella società
attuale. I nostri non sono testi ideologici ma
partono da ideali trasversali. Parliamo anche di
sesso, di amori, altre tematiche su cui vogliamo
concentrarci, di cui vogliamo trattare con la nostra
musica. Non seguiamo, così un target specifico. Ci
rivolgiamo a un vasto pubblico e così vogliamo che
sia la nostra musica, rivolta a un pubblico
variegato. I nostri destinatari possono essere i
nostri genitori e la loro generazione e allo stesso
tempo i nostri coetanei. E' un tipo di musica il
nostro che può interessare un pubblico trasversale.
Avete già fatto o avete in progetto di fare un
vostro videoclip?
Abbiamo pensato di farlo a casa di Fox. Volevamo
fare il videoclip scegliendo tra due canzoni: "Main
stop", la nuovissima "E' finita" o "Sotto la
pioggia". Abbiamo un'idea approssimativa sulla
coreografia. Pensiamo di mettere i nostri diversi
strumenti singolarmente nelle differenti stanze
della casa, dove ognuno di noi suonerà: per esempio
uno sarà in bagno, un altro in sala, un altro ancora
in cucina, in stanza da letto. Intanto
nell'abitazione c'è una festa e gli invitati
proseguiranno a festeggiare senza accorgersi di noi,
senza ascoltarci, senza seguirci mentre suoniamo.
Edoardo S., che è anche la voce, girerà per la casa
e riporterà a ciascuno di noi quello che ha visto,
analizzato, captato. La festa rappresenta la società
moderna, superficiale, spesso indifferente.
Possiamo anticipare una vostra futura produzione?
Una canzone blues nell'impianto musicale ma anche
rock allo stesso tempo in quanto utilizzeremo
chitarre distorte, con un ritmo allegro e veloce. Il
blues è alla base del rock. Sarà un testo divertente
e rappresenterà una delle nostre serate passate al
bar con i nostri amici.
I vostri testi sono molto profondi ed
esemplificano i drammi della quotidianità della
società contemporanea: c'è anche spazio per un lato
di speranza?
Si nel momento in cui uno ci sente suonare.
Ascoltandoci le persone potranno avere voglia di
cambiare capendo e comprendendo le denunce che
andiamo a fare con i nostri testi. Le nostre sono
canzoni orecchiabili ed è un genere aperto a tutti.
Non vogliamo cercare di fare lucro, ma vogliamo
incidere su più coscienze. Non amiamo le cover,
abbiamo solo un testo riadattato dei Blue Vomit,
"Non mi alzo in pullman", dove denunciamo il
perbenismo e il moralismo di alcuni anziani.
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