|
Il plurilinguismo spagnolo
La situazione linguistica in
Spagna è particolarmente complessa e variegata, a
differenza di quanto accade in Italia. In Italia
infatti l'utilizzo della lingua italiana è uno degli
elementi che contraddistingue tutti i territori (le
regioni, le province, i comuni) da Nord a Sud. La
lingua ufficiale in Italia è ovviamente l'italiano,
erede diretto dell'evoluzione della lingua latina
che si è sviluppata in territorio italico. Le uniche
variazioni linguistiche che possono essere
riscontate in Italia si riferiscono ai dialetti
ossia a parlate regionali o provinciali che spesso
hanno alle loro spalle una vera e propria
letteratura, grammatica e cultura. Si tratta però di
dialetti, di parlate che vengono impiegate solamente
nei rispettivi luoghi d'origine e che non vengono
impiegati all'interno dell'insegnamento, all'interno
della legge, della burocrazia etc. In tutti gli
ambiti è l'italiano ad essere utilizzato (con le
soli eccezioni della regione autonoma dell'Alto
Adige o Sud Tirol nel quale si parla anche il
tedesco; del ladino, parlato intorno alle vallate
dolomitiche e il catalano parlato nella città sarda
di Alghero).
In Spagna il panorama linguistico è molto più
eterogeneo. E' riconosciuta una lingua nazionale e
altrettante lingue ufficiali (assieme alla lingua
nazionale) nelle rispettive comunità autonome , una
serie di dialectos, poi gli hablas (letteralmente
significa 'parlate').
La lingua nazionale è lo spagnolo o castigliano
(castellano) che è parlata in tutte le comunità
autonome del Reino de España e nei paesi
dell'America Latina con eccezione del Brasile dove
invece è parlato il portoghese (variante
brasiliana).
Alcune comunità autonome che vantano una loro
distinta cultura, storia, letteratura godono di
statuti di autonomia riconosciuti dal governo di
Madrid all'interno dei quali viene riconosciuta
lingua ufficiale oltre allo spagnolo, la rispettiva
lingua nazionale (per nazione si intende la comunità
autonoma). Questo accade in Catalogna, Galizia e nei
Paesi Baschi.
In Catalogna (spagnolo: Cataluña; catalano:
Catalunya) è lingua ufficiale e nazionale il
catalano. All'interno del catalano possono essere
riscontrati vari dialetti catalani: - il catalano
della Catalogna (Barcellona), - il catalano baleare
(catalán mallorquín) parlato nelle isole Baleari; -
il valenziano (spagnolo: valenciano; valenziano:valencià)
ossia un dialetto catalano parlato nella Comunidad
Valenciana (Alicante, Valencia, Castellón).
Il Galizia è lingua ufficiale assieme al castigliano
il gallego o galiziano, una lingua romanza di
derivazione del gruppo linguistico galego-portogués
e, proprio per questo, molto simile all'idioma
portoghese contemporaneo.
Nei Paesi Baschi (Euskadi), comunità autonoma al
confine con la Francia e il principato di Andorra, è
parlato il basco (spagnolo: vascoo vascuence; basco:
euskera), una lingua non romanza, né europea, di
difficile collocazione all'interno dei ceppi
linguistici. Si tratta di una lingua completamente
aliena al castigliano e alle altre lingue romanze
che è parlata nei Paesi Baschi e nella Comunidad
Foral de Navarra. Esistono sei grande varietà
linguistiche del basco ma la forma standardizzata è
il vasco batúa.
In aggiunta a queste lingue co-ufficiali, a queste
lingue nazionali, esistono varie parlate abbastanza
diffuse (dialectos) e alcune parlate molto radicante
in piccoli spazi geografici (hablas). In maniera
particolare va ricordato l'aranese (aranés) che è
parlato nella Valle de Arán, nella provincia di
Lérida in Catalogna. E' lingua ufficiale in questo
piccolo territorio e dal 2006 assieme al catalano è
riconosciuta lingua ufficiale in Catalogna.
Le altre lingue parlate, definite come dialectos,
ossia varianti del castellano, non sono riconosciute
come ufficiali da statuti ma vengono parlate nei
rispettivi territori regionali. Esse sono:
- l'aragonese (aragonés) parlato nelle zone
pirenaiche, a nord della provincia di Aragón. Si
tratta di una lingua con pochi parlanti.
- L'asturo-leonese (asturleonés) che viene definito:
1. Asturiano (asturiano o bable) nelle Asturie;
2. Leonese (leonés) nelle province di León e Zamora;
3. Mirandese (mirandés) nella zona portoghese di
Miranda do Douro;
4. Castúo (o extremeño) nella comunità autonoma di
Extremadura.
Numerosi sono i dialetti parlati in Spagna. Essi
possono essere distinti in vari gruppi:
1- Dialetti castigliani settentrionali: dialetti
parlati nella metà superiore della Spagna, in
Cantabria e nella zona di Ávila, Cuenca e delimitati
ad est dall'aragonese e dal catalano e ad ovest
dall'asturoleonese.
2- Dialetti andalusi (meridionali): in Andalusia (Huelva,
Granada, Cordoba, Siviglia, Cadice, Malaga, Jaén,
Almería).
3- Dialetti canari: nelle isole Canarie.
4- Dialetti murciani (della Comunidad autónoma de
Murcia): Murcia, Alicante, Albacete.
Con hablas si intendono invece delle parlate
dialettali-gergali molto radicate in piccoli spazi
geografici, prevalentemente diffusi in aree
campestri. Sono, in altre parole delle varianti dei
dialetti, diffusi in particolari e ristretti ambiti
geografici: "El habla es la utilización que cada uno
de los cablante hace de su lengua. Se trata, por
tanto, de un acto concreto e individual. Las lenguas,
por el contrario (y los dialectos también) son
fenómenos socials y generals, colectivos, propios de
los grupos que los utilizan. Cuando hay ciertas
características communes en un lugar concreto
(pueblo, valle) sin llegar a la categoría de
dialecto, se las considera hablas locales." In base
a questa definizione è facile capire che sono
numerosi e diversissimi gli hablas in Spagna e non
avrebbe senso citarli o fare una lista, che
rischierebbe per essere sempre frammentaria e
approssimativa.
Il 19 Gennaio 2011 il presidente del consiglio José
Luis Rodríguez Zapatero in Senato, dopo il voto
favorevole dell'assemblea alla riforma dello statuto
di autonomia dell'Extremadura ha difeso
pubblicamente le varie lingue nazionali e
co-ufficiali: il catalano, il gallego, il basco e il
valenziano. In riferimento alle lamentele del PP che
considera una spesa eccessiva le traduzioni in
simultanea per i senatori che utilizzano le varie
lingue nazionali durante le sedute, Zapatero ha
difeso il plurilinguismo e ha sostenuto "son todas
ellas lenguas españolas".
Il sistema di traduzione in simultanea utilizzato al
Senato durante le sedute plenarie costa alla Spagna
12.000 euro per ogni sessione e 350.000 euro
all'anno, soldi che secondo il PP potrebbero essere
risparmiati togliendo le traduzioni in simultanea e
utilizzando la lingua nazionale, il castigliano. Non
solo, i membri del PSOE hanno avanzato l'idea che la
stessa procedura possa essere impiegata anche alla
Cámara Alta, al Congreso ma José Antonio Alonso,
portavoce del PSOE al Congreso de los Diputados ha
sostenuto "En el Congreso hay que hablar la lengua
común, que es el castellano."
José Antonio Monago, presidente del PP per l'Extremadura,
ha attaccato il presidente Zapatero e il PSOE
sostenendo che avrebbe fatto il suo discorso
direttamente nella sua lingua regionale, l'extremeño.
Lo ha detto in tono provocatorio in quanto l'extremeño
non è una lingua nazionale co-ufficiale al pari di
catalano, basco, gallego ma solamente un dialetto
regionale. Monago ha esordito dicendo: "Me van a
permitir que les hable en extremeño, que es el
lenguaje de mi tierra, pero realmente me van a
entender porque no hacen falta instrumentos para que
compartamos este idioma".
La questione linguistica in Spagna, particolarmente
eterogenea e vasta, spesso portatrice di istanze
indipendentiste e di motivi separatisti dal
centralismo governativo di Madrid, mostra come sia
complicata. Se da una parte il PSOE si fa garante
del riconoscimento delle varie lingue nazionali
co-ufficiali in Senato, il PP evidenzia quanto
questo in realtà non finisca per significare una
grande spesa di denaro che potrebbe essere evitata
esortando ciascun senatore di qualsiasi comunità
autonoma ad utilizzare la lingua nazionale, il
castigliano.
|
|
|