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Libri a fumetti

ARRIVANO I NOSTRI
Storia delle storie d'Italia a fumetti

Articolo di Andrea Cantucci

Cinema

Cappuccetto Rosso Sangue
di Lorenzo Spurio
Non habemus Papam
di Maria Antonietta Nardone
Thor
di Mario Gardini
Red
di Mario Gardini
The next three days
di Mario Gardini
Una notte da leoni 2
di Mario Gardini

Disegno

Quando il disegno parla: intervista a Tommaso Di Spigna
Intervista a cura di Alessandro Rizzo

Danza

Ogni volta che salgo sul palco mi sento rinascere: intervista a Estrella / Cada vez que subo al escenario vuelvo a nacer

Moda

Il tricolore che fa moda!!!!
di Katia Rosanna Rossi

Fotografia

Alessio Naldi: quando autore e soggetto coincidono in fotografia
Intervista a cura di Alessandro Rizzo

Miti mutanti 12

Strisce di Andrea Cantucci

ARRIVANO I NOSTRI
Storia delle storie d'Italia a fumetti


 

Andrea Cantucci

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Quando i personaggi dei fumetti iniziano a diffondersi in Italia, agli inizi del ventesimo secolo, sulle pagine del Corriere dei Piccoli non manca, tra le tante tavole umoristiche anche una serie dichiaratamente patriottica, in un'epoca in cui alcune regioni del nord erano ancora occupate dall'Austria. Il protagonista, il piccolo contadino Italino, creato dal grande illustratore Antonio Rubino nel 1915 (poco dopo l'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale), non fa che prendersi gioco continuamente dei soldati austriaci. Più che nella storia, siamo qui nel campo della propaganda, per quanto simpatica e graficamente raffinata.
Ben più becera e tronfia è la propaganda fascista che, per convinzione o per opportunismo, negli anni '30 e '40 del '900, spinge anche molti autori di fumetti a rileggere la storia patria in chiave funzionale al regime, attribuendo arbitrariamente sentimenti mussoliniari ante litteram a qualunque personaggio del passato, reale o immaginario che sia. Anche il Corriere dei Piccoli si allinea e lo stesso Antonio Rubino passa dallo scherzoso patriottismo del primo Italino all'ottusa retorica di regime dei due piccoli balilla Dado e Lio, che con inquietante candore esortano i bimbi italiani a "combattere e obbedire" (ma ovviamente non a pensare).
In questo clima di acritico fervore nazionalista non può mancare naturalmente l'adattamento a fumetti della storia della rivolta antiaustriaca innescata nel 1746 dal sasso lanciato dal piccolo genovese Giovan Battista Perasso, detto Balilla. Il racconto intitolato "I Ragazzi di Portoria" esce nel 1937 sul giornale a fumetti nerbiniano "Giungla!", con testi di Romagnoli e disegni di Vichi, e, se riporta gli avvenimenti essenziali dell'epoca, non si fa scrupolo di romanzarli ingenuamente, attribuendo ogni malvagità agli Austriaci e ogni eroismo e nobiltà d'animo agli insorti, per cui di realmente storico rimane alla fine ben poco. Tristemente tipico, e simile a quello di molti altri fumetti "storici" di quegli anni, è il retorico finale in cui viene predetta la futura ascesa al potere di Mussolini, presuntuosamente e ridicolmente descritto come continuatore dell'opera di Napoleone e dei padri della patria italiani.
E' ovvio che negli ultimi anni del Fascismo i protagonisti dei nostri fumetti fossero prevalentemente degli italiani, anche perché a partire dal 1938 fu categoricamente vietata l'importazione dei personaggi statunitensi e stranieri in genere, che pure in qualche passata occasione erano stati opportunamente "fascistizzati". Il risultato di tanto servile zelo fu che, in qualunque parte del mondo fosse ambientato un fumetto nostrano, si poteva star certi che il protagonista sarebbe stato un viaggiatore, un colonizzatore o un emigrante italiano, a meno ché non si trattasse di prendere in giro popoli o governanti stranieri. Perfino i rari fumetti western avevano titoli come "Pionieri Italiani sui Sentieri di Guerra del Grand-Ovest".

Dopo la liberazione dal Nazi-Fascismo e la conseguente colonizzazione culturale americana del nostro paese, la tendenza si inverte bruscamente nel senso opposto e diventa raro trovare una serie a fumetti italiana il cui protagonista non sia un eroe statunitense, con una diffusione prevalente proprio degli albi western, ambientati nella frontiera americana dell'ottocento. La nostra storia, comprese le vicende del contemporaneo Risorgimento, è stata invece abbastanza trascurata dai nostri fumetti, pur con alcune eccezioni. Ad esempio, il giornale a fumetti cattolico "Il Vittorioso", nato, come si intuisce dal nome, durante il ventennio e all'inizio improntato ad una linea clerico-fascista incentrata sulle gesta di "italici eroi" e legionari della Guerra di Spagna (coerentemente con l'appoggio incondizionato della gerarchia ecclesiastica a Mussolini), sopravvive alla caduta del regime, anche grazie alla sua diffusione parrocchiale e per oltre vent'anni continua a pubblicare vari "cineromanzi" storici a scopi educativi, rifiutando di allinearsi all'esterofilia imperante nella maggioranza dei fumetti italiani e contribuendo al formarsi di una scuola nostrana di grandi illustratori, come Franco Caprioli, Gianni De Luca e Lino Landolfi. E' quindi naturale che nel 1961 sia proprio "Il Vittorioso", a festeggiare il primo centenario dell'Unità d'Italia, nel generale disinteresse del mondo del fumetto di allora, con un numero speciale contenente il racconto "Il Giallo di Garibaldi", disegnato da Antonio Sciotti.
Sul versante politico opposto, troviamo, dal 1949, il giornale a fumetti "Il Pioniere", di ispirazione comunista, che pur rivolgendosi come il "Il Vittorioso" ad un pubblico più o meno infantile, ospita tra l'altro racconti dedicati a storie della Resistenza partigiana, una parte fondamentale della nostra Storia repubblicana che altri fumetti trattano in quegli anni dell'immediato dopoguerra per poi essere colpevolmente dimenticati, come gli albi oggi rarissimi di "Pam il Partigiano" del 1945, "Pinotto, avventure di un Ragazzo Partigiano" del 1946 o "Bill dei Marines" disegnato da Guido Buzzelli nel 1952, ma il più noto è sicuramente "Sciuscià", di Torelli e Tacconi, che dal 1949 narra in formato a striscia le avventure di un ragazzino napoletano vagamente ispirato al protaqonista dell'omonimo film di De Sica, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Saltuari fumetti storici italiani appaiono anche in due pubblicazioni a fumetti cattoliche come "Il Messaggero dei Ragazzi" e "Il Giornalino", che dopo gli anni '60 del '900 proseguono idealmente l'impostazione de "Il Vittorioso", piegando spesso la Storia reale a esigenze di propaganda religiosa. Ben più obiettive, ma anche piene di partecipazione umana, risultano invece le cronache storiche a fumetti sceneggiate da uno scrittore e giornalista colto e preparato come Mino Milani sulle pagine del "Corriere dei Piccoli" prima e del "Corriere dei Ragazzi" poi, a partire dagli anni '70 del '900. Tra queste si possono segnalare, come facenti parte della Storia d'Italia, vari episodi disegnati da Sergio Toppi, molti dei quali poi raccolti nel volume "Cronache d'Armi...": come "I Due Giuramenti", sul dottore e capitano borbonico Ferdinando Palasciano, che già nel 1848 tentava di sostenere i principi di umanità in guerra da cui poi sarebbe sorta la Croce Rossa, "L'Uomo della Terza Bomba", sull'attentato fallito di alcuni patrioti italiani contro Napoleone III nel 1858, "Perché Brigante", sui difficili inizi dell'unità nazionale e le ingiustizie sociali alle origini del brigantaggio, "Le Due Bandiere", sulla vita e la morte nelle trincee italiane della Grande Guerra che accumunarono monarchici e repubblicani, "La Vita di un Soldato", sul paradosso di un soldato italiano la cui vita viene indirettamente salvata dalla disfatta di Caporetto, "Quel Grido...", sulla tregua concessa da un gruppo di alpini ai soldati nemici perché potessero mettere in salvo i feriti durante la ritirata di Russia (episodio quest'ultimo tratto da un capitolo de "Il Sergente nella Neve di Mario Rigoni Stern").

Tra il 1976 e il 1978, le Edizioni Ottaviano pubblicano per prime una "Storia d'Italia a Fumetti" in più volumi (con disegni però piuttosto dilettanteschi), che si concentra sui primi anni dell'Unità e sui problemi e conflitti sociali di quel periodo, come il brigantaggio e l'emigrazione. Temi simili sono trattati, a livello più professionale, nell'album "L'Uomo del Sud", disegnato da Alarico Gattia per la collana della Cepim "Un Uomo, un'Avventura" e ambientato nel 1861, subito dopo l'Unità d'Italia. Vi si narra in modo romanzato degli scontri sanguinari tra i "ribelli" filoborbonici del Sud e le truppe piemontesi regolari, che spesso si comportavano nei confronti del Regno delle Due Sicilie come un vero e proprio esercito occupante. La storia mostra in modo equilibrato come entrambe le parti si macchiarono di stragi ed esecuzioni sommarie, anche ai danni della popolazione civile.
Subito dopo, lo stesso Gattia è uno dei tanti disegnatori che collaborano alla "Storia d'Italia a Fumetti" scritta dal grande giornalista Enzo Biagi e pubblicata in tre volumi cartonati da Mondadori, tra il 1978 e il 1980, un'opera ambiziosa e non del tutto riuscita, per un inevitabile eccesso di narrazione didascalica, ma premiata da un innegabile successo, anche grazie all'apporto di ottimi artisti come Carlo Ambrosini, Giacinto Gaudenzi e Milo Manara.
Contemporaneamente a questa sorta di lungo e realistico "saggio disegnato", che riassume la nostra storia dalle invasioni barbariche alla Seconda Guerra Mondiale e in seguito sarà ulteriormente aggiornato, escono a breve distanza anche le umoristiche "Storie d'Italia" di Alfredo Chiappori, pubblicate in quattro volumi da Feltrinelli, in cui si approfondiscono gli aspetti politici del Risorgimento e dei primi anni dell'Unità d'Italia, dal 1846 all'avvento del Fascismo, alternando le tavole satiriche dell'autore a commenti scritti da esperti di storia italiana, in modo da renderne più comprensibili i meticolosissimi riferimenti d'epoca.

Sempre negli anni '70 del '900, si segnalano altri esempi di "satira storica", come le caustiche biografie a fumetti pubblicate sulla rivista Linus da Francesco Tullio Altan, che confeziona feroci e impietosi ritratti di personaggi famosi come Colombo, San Francesco e Casanova, oggi raccolti da Rizzoli nel volume "I Nostri Antenati", mentre sulla rivista "Alter Alter" un giovane Riccardo Mannelli crea il personaggio di Lupelio, un incolto sottoproletario che si trova coinvolto suo malgrado in eventi del Risorgimento, rappresentati in modo altrettanto ferocemente provocatorio e antiretorico, con costanti riferimenti all'attualità. Più leggeri e ironici, benché nettamente schierati a sinistra, risultano i fumetti di Sergio Staino, il cui personaggio semiautobiografico Bobo, anch'esso pubblicato inizialmente su Linus, viene saltuariamente proiettato nel passato, come nel volume "...150, la Coop Canta...", uscito nel 1994 per l'anniversario delle prime cooperative, in cui, attraverso i precursori delle attuali coop, si ripercorre a grandi linee la storia toscana, e quindi anche italiana, tra '800 e '900, dal punto di vista dei ceti più deboli, costretti appunto ad associarsi in cooperative per sopravvivere decorosamente.
La rivista cattolica "Il Giornalino" continua intanto a pubblicare, tra gli altri, vari fumetti a carattere storico, da quelli agiografici e di più o meno ingenua propaganda cristiana, come "I Giorni dell'Impero" del 1993 (ultima e incompiuta storia disegnata da Gianni De Luca con la consueta accuratezza iconografica), a quelli basati su fatti storici più certi e vicini a noi, come le "Storie di Resistenza" sulla guerra partigiana scritte e disegnate da Renzo Calegari nel 1995.

L'unico albo popolare Bonelli dedicato a un periodo della storia d'Italia è invece la miniserie "Volto Nascosto", sceneggiata da Gianfranco Manfredi e ambientata durante la Guerra d'Africa coloniale di fine ottocento, mentre sul n° 6 della serie "Storie da Altrove" uscito nel 2003 compare un avventuroso e aitante Giuseppe Garibaldi protagonista di una storia di fantasia.
Ma alcuni originali autori di fumetti dell'ultima generazione preferiscono trattare certi periodi della nostra storia con un tono tra il grottesco e l'umoristico, come il fiorentino Alberto Pagliaro, che pubblica su "Il Vernacoliere" le sue Storie Partigiane, ora raccolte nel volume "I Figli della Schifosa", in cui la guerra rimane quasi sempre fuori campo e sono poste invece in primo piano le persone comuni che si trovano a dover convivere con l'occupazione nazi-fascista e la Resistenza, o il bolognese Andrea Paggiaro, in arte Tuono Pettinato, che nel 2010 ha pubblicato con la Rizzoli-Lizard il volume "Garibaldi, resoconto veritiero delle sue valorose imprese, ad uso delle giovani menti", per festeggiare ironicamente il cinquecententenario dell'Unità d'Italia.

Un'altra iniziativa celebrativa, all'inizio del 2011, è allegata a "Il Giornalino" (che nello stesso periodo pubblica l'ennesima agiografia faziosa e propagandistica su Sant'Ambrogio) e a "Famiglia Cristiana", con il patrocinio del Museo del Fumetto di Lucca. Si tratta di due volumi intitolati "150° - Storie d'Italia", che concludono la collana "Sulle Rotte dell'Immaginario" dedicata alle opere di Sergio Toppi e che raccolgono sei episodi di autori vari con protagonisti persone comuni, ambientati in diversi momenti della nostra storia.
Il primo volume, intitolato "Il Lungo Cammino", ospita innanzitutto l'omonimo racconto di Sergio Toppi, a sua volta suddiviso in quattro parti, in cui con toni tragici e teatrali si riassume il lungo periodo, che va dalle lotte tra gli antichi popoli italici al Risorgimento, mentre si forma lentamente una coscienza nazionale. Tutti gli altri racconti sono scritti da Francesco Artibani con uno stile più colloquiale e "cinematografico". In "Una Giornata a Roma" disegnato da Carlo Ambrosini, si descrive l'incontro tra uno dei primi bersaglieri che entrano a Porta Pia e un dispettoso ragazzino romano. In "La Cura", disegnato ad acquarello da Ivo Milazzo, il protagonista è un tenente medico che, durante la Prima Guerra Mondiale, diserta per soccorrere gli abitanti del suo paese affetti da un'epidemia.
Il secondo volume, intitolato "L'Avventura Comune", si apre con l'episodio "Il Postino", disegnato da Pasquale Frisenda e Ivo Milazzo e ambientato nella Toscana del 1944, in cui una coppia di partigiani accompagna in un pericoloso viaggio un misterioso smemorato con una lettera da consegnare. Segue "Arrivi e Partenze", disegnato da Marco Nizzoli e Giorgio Cavazzano, che mette a confronto gli sbarchi dei clandestini nell'Italia di oggi con un viaggio in treno dal Sud al Nord Italia compiuto dal protagonista quand'era bambino. Conclude l'iniziativa la storia comica "Una Gita Scolastica", disegnata da Corrado Mastantuono e Giorgio Cavazzano, su una scolaresca in visita a Roma che si imbatte nei padri della patria, ridotti a organizzare spettacoli da baraccone per attirare l'attenzione sulla loro e nostra storia.
Completano i due volumi le illustrazioni di Renzo Calegari e i begli acquerelli di Sergio Tisselli.

Lo stesso Tisselli, è anche il disegnatore de "Le Avventure di Giuseppe Pignata", un bellissimo fumetto storico ad acquerello, scritto dal grande Roberto Raviola (in arte Magnus) e apparso a puntate sulla rivista Nova Express nel 1993. E' la storia, tratta da un diario del 1704 che narra eventi di poco precedenti, di un segretario cardinalizio romano che, rinchiuso per presunta eresia nelle carceri dell'Inquisizione, riesce fortunosamente a fuggire e a rifarsi una nuova vita all'estero dopo varie disavventure. Ristampato nel 2009 in un unico lussuoso volume a tiratura limitata da Grifo Edizioni-Edizioni Di, il Pignata di Magnus e Tisselli può essere considerato, per la meticolosità della ricostruzione storica e l'umanità della vicenda, una delle migliori opere a fumetti in assoluto sul passato del nostro paese.

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