"Ogni volta che salgo sul palco
mi sento rinascere"
La bailaora Estrella "La Soleá" presente il suo
nuovo spettacolo "Siento la Giralda"
Creativa. Giovane. Originale.
Testarda. Libera. Inquieta. Estrella "La Soleá" è
quella che si definisce "un'artista in grado di
sorprendere". Estrella da tempo manifestava il
bisogno di esprimersi attraverso uno spettacolo
autobiografico per raccontare a fondo se stessa,
senza nascondersi, esplorando nuovi cammini
stilistici e rinnovandosi di minuto in minuto.
Che cosa rappresenta lo spettacolo "Siento la
Giralda?"
La mia ultima creazione rappresenta il mio
desiderio di comunicare al pubblico il mio cammino
di crescita, il mio desiderio di mostrarmi
artisticamente per quella che sono, superando i miei
limiti. Questo spettacolo è molto importante per me,
perchè per la prima volta sono riuscita a trovare la
forza di trasmettere al pubblico anche il lato più
intimo di me stessa. Comunicare con il mio pubblico
è una necessità. Un gridare, attraverso i miei gesti
e il mio baile, quello che sento. Senza parlare.
E quello che sento è la Giralda (monumento della
città di Sevilla, ndr), che rappresenta una città
che non mi ha mai lasciata. L'immagine che mi ha
ispirata è la Giralda che risplende, che mostra la
sua bellezza, la sua forza, il suo potere, che si
erge al centro della piazza. E' un'immagine che mi
precede e che mi segue: un'artista di fronte alla
Giralda e la ammira, con i suoi sogni, con le sue
speranze, con le sue paure nei confronti della vita
quotidiana.
"Siento la Giralda" è una presa di coscienza nei
confronti della vita e delle difficoltà, e questa
consapevolezza mi ha portata alla necessità di
aprirmi al pubblico come mai avevo fatto prima.
C'è una persona in particolare a cui hai dedicato
questo spettacolo?
Uno spettacolo è sempre dedicato a qualcuno.
Che cosa ti ha ispirato maggiormente per questo
spettacolo?
La verità è che tutto è partito da una mia
fissazione personale,ovvero lo stato d'animo delle
persone, che è un mondo enorme. Quello che ogni
volta mi sorprende è che, in base allo stato d'animo
in cui ci si trova, si cambia il proprio modo di
creare, coreografare e, soprattutto, di ballare.
Quello che maggiormente mi premeva era mostrare la
mia personalità artistica, questa forza che mi
consuma giorno dopo giorno.
Quello che voglio è mettere al centro
dell'attenzione,sul palco, solamente la mia intimità
artistica. Tutto questo quasi come se fosse un
flash, un'immagine provvisoria, un miraggio, che
dura per tutto lo spettacolo: al suo termine, al
momento di scendere dal palco, torna tutto come
prima.
Quindi il tuo intento è quello di trasmettere al
pubblico la tua parte più nascosta. Perchè questa
scelta?
Voglio spogliarmi della mia immagine davanti al
pubblico, affinchè le persone vedano tutto: la mia
forza, la mia passione, ma anche la mia sensibilità,
la mia insicurezza e le mie paure.
Possiamo definire questo lavoro, quindi, una
traslazione verso l'esterno delle tue emozioni.
Tutto questo è l'aria che mi permette di vivere.
Lo spettacolo è come una tela finemente tessuta tra
la mia anima, l'arte, la musica e i miei musicisti.
E' un dialogo incessante, che ci da aria. E'
confidarsi le nostre più intime emozioni senza dire
una parola. Tutto ha un senso: i gesti, gli sguardi,
i sorrisi. Tutto comunica tutto.
Più che presentare lo spettacolo, presento me
stessa.
In un altro tuo spettacolo, "Otra Piel" (Un'altra
pelle), presentavi un'immagine diversa di te stessa.
Ora, a distanza di un anno, quanto sei cambiata?
Tanto. Soprattutto artisticamente parlando. Ho
la fortuna di lavorare con dei professionisti
capaci,che stimo molto, e da loro ho imparato
davvero tante cose. Il rapporto con i miei colleghi
e i miei musicisti è un confronto che mi porta ad
una continua crescita, perchè da ognuno di loro ho
imparato importanti lezioni sia di tecnica, di
stile, ma anche di vita.
Come valuti questo tuo ultimo lavoro?
Un'artista dovrebbe avere sempre l'audacia
necessaria di mostrarsi al pubblico per come è
veramente. Arriva un momento nella vita di noi
artisti in cui dobbiamo rivelare la nostra più
profonda personalità. E' anche un salto di qualità
nel lavoro, nel dialogo con la gente, così che
possano capirci realmente. Ogni volta che monto uno
spettacolo mi domando cosa voglio mostrare alla
gente, che stato d'animo ho, mi chiedo cosa stia
succedendo dentro di me.
Per questo ogni spettacolo è diverso.
Più volte il tuo baile è stato definito moderno e
all'avanguardia: cosa pensi riguardo alle
contaminazioni artistiche?
Il flamenco si sta evolvendo, ed è inevitabile
prendere ispirazioni dalle nuove tendenze.
Personalmente, amo tutto ciò che è "puro", però
credo che ognuno debba crearsi, o meglio,
interpretare la propria arte con il suo proprio
stile e la sua personale modalità di sentire.
Bisognerebbe mettersi nei panni di ogni palo
(genere, ndr) del flamenco, lo dico sempre.
Rispettare i palos, le regole che ne derivano,
sebbene a volte tutto questo possa essere più
libero. Più moderno.
Lo spettacolo termina con una Soleà (genere
profondo, antico, solenne, lento). Perchè questa
scelta?
La Soleà è il genere che mi rispecchia
maggiormente, non a caso fin da piccola me l'hanno
affibiato come soprannome. E' anche il genere che
ballo di più: ha una forza interna, viscerale, che
percorre il corpo ma che non si libera fino alla
fine. A volte non si libera nemmeno. La Soleà di "Siento
la Giralda" l'ho intitolata "De Apoyo" (D'appoggio)
perchè è la base della mia vita. E' la mia vita. E'
un vulcano interiore che possiede una forza
indescrivibile. E' letteralmente ciò su cui mi
appoggio, ciò che mi da forza.
"De Apoyo" è un lamento viscerale, intenso.
Commozione. Solitudine. Malinconia, tristezza,
dolore che diventano solenne espressione dei
sentimenti e delle esperienze della vita.
"Cada vez que subo al escenario
vuelvo a nacer"
La bailaora Estrella "La Soleá" estrena su nuevo
espectáculo "Siento la Giralda"
Creativa. Joven. Original.
Testaruda. Libre. Inquieta. Estrella "La Soleá" es
la que se define una "artista capaz de sorprender".
Desde hace mucho tiempo, Estrella declara la
necesidad de manifestarse a través de un espectáculo
autobiográfico para contar lo profundo de si misma,
sin esconderse, explorando nuevos caminos
estilisticos y renovandose cada minuto que pasa.
Qué representa el espectáculo "Siento la
Giralda"?
Mi último trabajo representa mi deseo de
comunicar al público mi camino de crecimiento, mi
deseo de mostrar artisticamente la que soy,
excedéndome a mi misma y a mis límites.
Este espectáculo es muy importante para mi, porque
es la primera vez que he conseguido encontrar la
fuerza necesaria para transmitir al público también
el lado mas íntimo de mi misma. Comunicar con mi
público para mi es una necesidad. Es un gritar, sin
decir una palabra, lo que siento, a través de mis
gestos y de mi baile. Lo que siento es la Giralda,
que representa una ciudad que nunca me ha dejado. La
imágen que me inspiró fue la de la Giralda que luce,
que enseña su belleza, su fuerza, su poderío, que se
levanta en el medio de la plaza. Es una imágen que
me adelanta y me sigue: un artista frente a la
Giralda que la admira, con sus sueños, sus
esperanzas, con sus miedos con respecto a la vida
cotidiana. "Siento la Giralda" es una toma de
conciencia respecto a la vida y a las dificultades,
y esta toma de conciencia me ha llevado hasta a la
necesidad de abrirme al público como nunca hice
antes.
Hay una persona, en particular, a la que has
dedicado este espectáculo?
Un espectáculo está siempre dedicado a álguien.
Qué te dió más la inspiracion para este trabajo?
La verdad es que todo empezó debido a una manía
personal que tengo, o sea, el estado de animo de las
personas, que es un mundo enórme. Lo que cada vez me
sorprende es que, con respecto al estado de ánimo en
que esté, cambia mi propria manera de crear,
coreografar y, por supuesto, bailar.
Lo que más me importaba era el hecho de mostrar mi
personalidad artistica, esta fuerza que me consuma
de dia en dia. Lo que quiero es poner en tela de
juicio, en el escenario, solamente mi intimidad
artistica. Todo esto casi como si fuese un flas, un
avance, algo provisorio, un espejismo, durante todo
el espectáculo: cuando termina, a la hora de salir
del escenario, todo vuelve a ser como era antes.
Podemos decir que tu intento es lo de transmitir
al público tu lado mas escondido. Porqué esta
elección?
Quiero quitarme los trajes, o sea, quitarme mi
imágen frente al público, asi que la gente lo vea
todo: mi fuerza, mi pasion, pero también mi
sensibilidad, mi incertidumbre y mis miedos.
Este trabajo es un traslado hacia el exterior de
tus emociones.
Pues si. Todo esto es el aire que me permite
vivir. El espectáculo es como una tela, atentamente
tejida entre mi alma, el arte, la música y mis
musicos. Es un diálogo interminable, que nos da
aire. Es confiarse nuestras emociones más personales
sin la necesidad de decir nada. Todo tiene sentido:
los gestos, las miradas, las sonrisas. Todo comunica
todo. Voy a estrenarlo, voy a estrenarme.
En tu espectáculo "OTRA PIEL" estrenabas una
imágen diferente de ti misma. Ahora ha pasado un año:
cuánto te has evolucionado?
Mucho, muchisimo. Sobre todo si hablamos de mi
arte. Tengo la suerte de trabajar con profesionales,
que admiro muchisimo, y ellos me enseñaron muchas
cosas. La relacción que tengo con mis colegas y mis
musicos es un reto, positivo, que me lleva a un
crecimiento verdadero, porque de ellos aprendí
clases no solamente de técnica y de estilo, sino
también clases de vida.
Cómo valoras este último trabajo?
Un artista siempre tendría que tener la audacia
necesaria para mostrar al público lo que es de
verdad. Llega un momento en nuestras vidas de
artistas en el que tenemos que revelar nuestra
personalidad mas honda. Es también un salto de
calidad en el trabajo, en el diálogo con la gente,
asi que puedan disfrutar de nuestro trabajo. Cada
vez que monto un espectáculo me pregunto qué quiera
enseñar a la gente,el estado de animo que tenga, me
pregunto qué esté pasando conmigo. Por eso cada
espectáculo es diferente.
Muchas veces han dicho que tu baile es moderno,
avanguardista: qué piensas con respecto a las
contaminaciones artísticas?
Bueno, el hecho es que el flamenco se está
evolucionando y es imprescindible tomar
inspiraciones desde las nuevas tendencias.
Personalmente, me gusta mucho lo "puro", pero creo
que cada uno tendría que crearse o, más bien,
interpretar su arte con su propio estilo y su propia
manera de sentir las cosas. La verdad es que
tendríamos que meternos en la piel de cada palo, lo
digo siempre. Respetar los palos, las reglas, aunque
a veces todo esto pueda ser mas libre. Mas moderno.
El espectáculo termina con una Soleá. Porqué?
La Soleá es el palo que más me representa, por
eso me lo pusieron de mote de chiquitita. Tambièn es
el palo que bailo mas: tiene una fuerza visceral,
que recurre el cuerpo entero, pero que no se libra
hasta el final. Muchas veces ni siquiera se libra.
La Soleá de "Siento la Giralda" la nombré "De Apoyo",
ya que es lo básico de mi vida. Es un volcán
interior, que tiene una fuerza que no se puede
describir. Es, al pie de la letra, lo que me sirve
de apoyo, lo que me da fuerza. "De Apoyo" es un
lamento visceral, intenso. Conmoción. Soledad.
Melancolía, tristeza, dolor, que se convierten en la
expresión de los sentimientos y de los
acontecimientos de la vida.
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