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Libri a fumetti

ARRIVANO I NOSTRI
Storia delle storie d'Italia a fumetti

Articolo di Andrea Cantucci

Cinema

Cappuccetto Rosso Sangue
di Lorenzo Spurio
Non habemus Papam
di Maria Antonietta Nardone
Thor
di Mario Gardini
Red
di Mario Gardini
The next three days
di Mario Gardini
Una notte da leoni 2
di Mario Gardini

Disegno

Quando il disegno parla: intervista a Tommaso Di Spigna
Intervista a cura di Alessandro Rizzo

Danza

Ogni volta che salgo sul palco mi sento rinascere: intervista a Estrella / Cada vez que subo al escenario vuelvo a nacer

Moda

Il tricolore che fa moda!!!!
di Katia Rosanna Rossi

Fotografia

Alessio Naldi: quando autore e soggetto coincidono in fotografia
Intervista a cura di Alessandro Rizzo

Miti mutanti 11

Strisce di Andrea Cantucci

Quando il disegno parla: intervista a Tommaso Di Spigna


 

A cura di Alessandro Rizzo


Tommaso Di Spiagna è un disegnatore e lavora per dire qualcosa, comunicare qualcosa, qualunque sia la tecnica utilizzata, amando situazioni grottesche e rovando il fumetto "media adatto a rappresentare visioni personali e caricaturali.Ha frequentato il Liceo Artistico Boccioni di Milano, ha un blog personale dove si legge "work in progress", HYPERLINK "http://spugnainprogress.blogspot.com/" http://spugnainprogress.blogspot.com/, a testimonianza di come Tommaso stia evolvendo nella sua produzione artistica e di quanto stia facendo per comunciare con la forza del tratto.
Lo abbiamo intervistato attendendo una sua prossima e futura pubblicazione.


1. Ti definisci disegnatore: che cosa significa?
Per me essere disegnatore significa avere come professione (spero) la cosa che, in assoluto, mi piace fare di più. Da un punto di vista enciclopedico un "disegnatore" dovrebbe essere in grado di saper rappresentare qualsiasi cosa, mica facile.
Per me essere un buon disegnatore non è un discorso di bravura o accademismo, una persona può essere un ottimo disegnatore anche disegnando "male", in maniera non realistica.
Trovo che per il disegno la cosa più importante sia l'intento comunicativo.
Se un disegno riesce a dire qualcosa, qualunque sia la tecnica o il modo in cui è fatto, allora è un buon disegno.

2. Come avviene la fase di produzione delle tue opere, dei tuoi disegni? Ti rifai a uno stile particolare?
La produzione è sempre diversa in base all'esigenza del momento e della cosa che devo fare.
Ogni disegno per me viene fatto per un preciso motivo, e in base a quello mi organizzo.
Cerco di ottenere un risultato il più possibile vicino a quello che mi sono prefissato mentalmente e poi in base alle mie conoscenze ed abilità faccio il disegno.
Quasi sempre arrivo a capire cose nuove e ad imparare proprio facendo i miei disegni, e quindi, solitamente mano a mano che procedo le cose tendono a migliorare.
Per quanto riguarda lo stile è una cosa che si forma con il tempo, in base a tutti gli stimoli e alle altre cose che si osservano, spesso il proprio disegno so muoverà verso i lavori altrui che ci colpiscono maggiormente.

3. Come risponde il pubblico alla tua arte e all'arte del disegno e delle strisce, in Italia dove tale tradizione ancora viene sottovalutata spesso?
Per il momento mi muovo ancora in un ambito molto ristretto, fatto più che altro di conoscenze e non di vere e proprie pubblicazioni, quindi non posso dire di avere un vero e proprio "pubblico".
Però per quanto riguarda il responso riguardo alle mie cose devo dire che spesso è caloroso e positivo, e questo mi rende molto felice, più che altro perché sembra che io abbia uno stile abbastanza riconoscibile e particolare.
Poi in Italia c'è una grande ignoranza di base legata al fumetto nella percezione comune, ma questo è veramente un discorso molto ampio…

4. Come nascono le idee che portano a creare delle strisce?
Possono nascere da qualunque stimolo, principalmente sono rielaborazioni di cose che mi sono piaciute o mi hanno colpito sempre provenienti dal mondo della fiction, ma spesso gli spunti nascono anche dalla semplice vita di tutti i giorni, dalle riflessioni che vengono spontaneamente riguardo al mondo in cui vivo.
Sono ancora in una fase di sperimentazione e non mi sento per nulla arrivato ad avere un metodo preciso e sempre uguale.

5. Quali sono i personaggi e le situazioni che maggiormente rappresenti?
Sono molto affascinato da personaggi e situazioni grottesche, trovo che il fumetto sia sempre stato il media più adatto (insieme ai cartoni animati) a rappresentare delle visioni molto personali e caricaturali.
Trovo che attraverso l'esagerazione delle forme e degli atteggiamenti si possa avere una rappresentazione più spontanea e più leggibile.
In particolare di diverto un sacco a disegnare volti di anziani, forse per via di tutte quelle rughe.

6. Quali sono i messaggi che vuoi esprimere attraverso i disegni?
Il messaggio cambia di volta in volta, ma credo che se dovessi fare una media alla fine verrebbe fuori che uno dei miei temi preferiti è proprio la rappresentazione dell'assurdo e dell'ironia. Trovo che il caso sia una cosa magnifica e cerco sempre di far trasparire questa cosa nei miei lavori, cerco sempre di inserire un elemento irrazionale o improbabile, proprio perche trovo che nel disegno l'inserimento di elementi del genere porti sempre ad un impreziosimento.

7. Il tuo blog vede una scritta in home page:"work in progress". Quali sono i tuoi prossimi passi?
Sono in ballo con qualche progetto editoriale ancora in fase embrionale, roba ancora piccola piccola, da maneggiare con cautela.
Per il resto ora mi aspettano anni in cui dovrò necessariamente lavorare il più possibile nell'ambiente fumettistico e illustrativo, per cercare di emergere senza perdere l'entusiasmo, speriamo bene.

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