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Miti mutanti 11
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Quando il disegno parla:
intervista a Tommaso Di Spigna
Tommaso Di Spiagna è un
disegnatore e lavora per dire qualcosa, comunicare
qualcosa, qualunque sia la tecnica utilizzata,
amando situazioni grottesche e rovando il fumetto
"media adatto a rappresentare visioni personali e
caricaturali.Ha frequentato il Liceo Artistico
Boccioni di Milano, ha un blog personale dove si
legge "work in progress", HYPERLINK "http://spugnainprogress.blogspot.com/"
http://spugnainprogress.blogspot.com/, a
testimonianza di come Tommaso stia evolvendo nella
sua produzione artistica e di quanto stia facendo
per comunciare con la forza del tratto.
Lo abbiamo intervistato attendendo una sua prossima
e futura pubblicazione.
1. Ti definisci disegnatore: che cosa significa?
Per me essere disegnatore significa avere come
professione (spero) la cosa che, in assoluto, mi
piace fare di più. Da un punto di vista
enciclopedico un "disegnatore" dovrebbe essere in
grado di saper rappresentare qualsiasi cosa, mica
facile.
Per me essere un buon disegnatore non è un discorso
di bravura o accademismo, una persona può essere un
ottimo disegnatore anche disegnando "male", in
maniera non realistica.
Trovo che per il disegno la cosa più importante sia
l'intento comunicativo.
Se un disegno riesce a dire qualcosa, qualunque sia
la tecnica o il modo in cui è fatto, allora è un
buon disegno.
2. Come avviene la fase di produzione delle tue
opere, dei tuoi disegni? Ti rifai a uno stile
particolare?
La produzione è sempre diversa in base
all'esigenza del momento e della cosa che devo fare.
Ogni disegno per me viene fatto per un preciso
motivo, e in base a quello mi organizzo.
Cerco di ottenere un risultato il più possibile
vicino a quello che mi sono prefissato mentalmente e
poi in base alle mie conoscenze ed abilità faccio il
disegno.
Quasi sempre arrivo a capire cose nuove e ad
imparare proprio facendo i miei disegni, e quindi,
solitamente mano a mano che procedo le cose tendono
a migliorare.
Per quanto riguarda lo stile è una cosa che si forma
con il tempo, in base a tutti gli stimoli e alle
altre cose che si osservano, spesso il proprio
disegno so muoverà verso i lavori altrui che ci
colpiscono maggiormente.
3. Come risponde il pubblico alla tua arte e
all'arte del disegno e delle strisce, in Italia dove
tale tradizione ancora viene sottovalutata spesso?
Per il momento mi muovo ancora in un ambito
molto ristretto, fatto più che altro di conoscenze e
non di vere e proprie pubblicazioni, quindi non
posso dire di avere un vero e proprio "pubblico".
Però per quanto riguarda il responso riguardo alle
mie cose devo dire che spesso è caloroso e positivo,
e questo mi rende molto felice, più che altro perché
sembra che io abbia uno stile abbastanza
riconoscibile e particolare.
Poi in Italia c'è una grande ignoranza di base
legata al fumetto nella percezione comune, ma questo
è veramente un discorso molto ampio…
4. Come nascono le idee che portano a creare
delle strisce?
Possono nascere da qualunque stimolo,
principalmente sono rielaborazioni di cose che mi
sono piaciute o mi hanno colpito sempre provenienti
dal mondo della fiction, ma spesso gli spunti
nascono anche dalla semplice vita di tutti i giorni,
dalle riflessioni che vengono spontaneamente
riguardo al mondo in cui vivo.
Sono ancora in una fase di sperimentazione e non mi
sento per nulla arrivato ad avere un metodo preciso
e sempre uguale.
5. Quali sono i personaggi e le situazioni che
maggiormente rappresenti?
Sono molto affascinato da personaggi e
situazioni grottesche, trovo che il fumetto sia
sempre stato il media più adatto (insieme ai cartoni
animati) a rappresentare delle visioni molto
personali e caricaturali.
Trovo che attraverso l'esagerazione delle forme e
degli atteggiamenti si possa avere una
rappresentazione più spontanea e più leggibile.
In particolare di diverto un sacco a disegnare volti
di anziani, forse per via di tutte quelle rughe.
6. Quali sono i messaggi che vuoi esprimere
attraverso i disegni?
Il messaggio cambia di volta in volta, ma credo
che se dovessi fare una media alla fine verrebbe
fuori che uno dei miei temi preferiti è proprio la
rappresentazione dell'assurdo e dell'ironia. Trovo
che il caso sia una cosa magnifica e cerco sempre di
far trasparire questa cosa nei miei lavori, cerco
sempre di inserire un elemento irrazionale o
improbabile, proprio perche trovo che nel disegno
l'inserimento di elementi del genere porti sempre ad
un impreziosimento.
7. Il tuo blog vede una scritta in home
page:"work in progress". Quali sono i tuoi prossimi
passi?
Sono in ballo con qualche progetto editoriale
ancora in fase embrionale, roba ancora piccola
piccola, da maneggiare con cautela.
Per il resto ora mi aspettano anni in cui dovrò
necessariamente lavorare il più possibile
nell'ambiente fumettistico e illustrativo, per
cercare di emergere senza perdere l'entusiasmo,
speriamo bene.
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