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In questo numero:
Meglio se restava morto
La tortura sarà giocarselo fino alla fine
Stavolta il ninja si nasconde bene…
Miti mutanti 19
Un artista a
Coverciano 5
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In questo numero...
Jonathan Fileni
Stavolta il ninja si nasconde
bene…
NINJA GAIDEN 3
Disponibile per: Ps3, Xbox360
Data di uscita Europea: 23 Marzo 2012
Sviluppatore: Ninja Team/ Tecmo Koei
Quella di Ninja Gaiden è una saga che non ha
bisogno di presentazioni. Iniziata nel 1988 su
Nintendo, la serie si è saputa distinguere
immediatamente per la sua estrema difficoltà e di
conseguenza per la gran quantità di joypad scagliati
contro il muro dai poveri, frustrati giocatori che,
uccisi dal boss di turno, dovevano affrontare di
nuovo (e ancora... e ancora) il capitolo per poter
proseguire nella storia. Negli anni, tra i vari
reboot e spin-off, la saga si è evoluta, ma il
livello di sfida è rimasto sempre più o meno
costante e anche i capisaldi del gameplay sono
rimasti gli stessi... almeno fino a prima
dell'uscita di questo terzo capitolo. Questo che
andremo a impersonare non è lo stesso Ryu che
abbiamo imparato ad amare...
In questo capitolo troviamo il nostro ninja
preferito alle prese con dei terroristi, per
sventare il classico piano di dominio del mondo (yawn).
Sembra una trama da film di serie Z, ma è proprio
questo che capiamo sin dai primi livelli. Ed ecco la
prima magagna del gioco. Gli altri capitoli erano
caratterizzati sì da nemici umani, ma solo in
rarissimi casi abbiamo avuto a che fare con
un'organizzazione militare addestrata come questa.
In passato il pezzo forte del gameplay era
caratterizzato dalle cruente lotte a base di arti
mozzati e sangue a fiumi contro demoni, o comunque
contro altri ninja. Intendiamoci, anche qui ci sono
avversari mostruosi, ma sono pochissimi e cosa
peggiore, sono quasi tutti uguali. La varietà di
nemici è veramente scarsa, esattamente come quella
delle armi (solo 3, a fronte della decina degli
ultimi episodi) e la magie denominate "Ninpo" ora
sono diventate... una sola. Sebbene la visione di un
drago che invade l'intera schermata di gioco
incendiando gli avversari sia spettacolare, non
basta a gridare al miracolo. Per la prima volta
troviamo la saga inquinata dalla presenza di quick
time event, il cui abuso spezza la continuità dei
combattimenti.
Ritorna poi la modalità multiplayer, solo che
stavolta non impersoneremo il buon Ryu, ma un ninja
sconosciuto per decimare orde di avversari (da soli
o in cooperativa online) o lottando nel classico
deathmatch, sia tutti contro tutti sia a squadre.
Purtroppo non capisco la fissazione del voler
inserire a tutti i costi una modalità multiplayer in
tutti i titoli, soprattutto con risultati del genere
(a distanza di un mesetto dall'uscita non si può
certo dire che i server siano intasati di gente che
ancora gioca a NG3)...
Per concludere, NG3 non è un gioco che mi sento di
consigliare. Neanche i fan più sfegatati troveranno
diletto nella nuova avventura di Ryu. Tra la
difficoltà eccessivamente ridotta, la ripetitività
dei nemici e delle situazioni (vai avanti, uccidi
tutti, vai avanti, uccidi tutti, ripeti fino al
boss) troviamo una campagna single player piuttosto
breve e una grafica che, seppur dignitosa, non
riesce a risollevare le sorti di un gioco che non
merita il nome "Ninja Gaiden".
Voto 4.0/10
Jonathan Fileni, 30 Aprile 2012
* * *
"LA TORTURA SARA' GIOCARSELO FINO ALLA FINE"
di Jonathan Fileni
CLIVE BARKER'S JERICHO
Data di Uscita Europea: 26 Ottobre 2007
Disponibile per: Ps3, Xbox360, Pc
Sviluppatore: Mercury Steam/Codemasters
Clive Barker, per chi non lo sapesse, è un artista
inglese creatore di libri, fumetti, sceneggiature e
film. Il suo genere è un particolare tipo di horror
incentrato sulla sofferenza del corpo, sulla magia e
sulle torture, con molti richiami alla religione,
cattolica e non. Tra i suoi lavori ricordo con
piacere il film Hellraiser e il relativo anti-eroe
Pinhead (il demone con la testa coperta di spilli) e
un altro lungometraggio che, però, ebbe meno
successo, Cabal (qui il make-up dei "mostri" è
veramente qualcosa da ricordare). Insomma, il buon
signor Barker è un artista talmente poliedrico da
dilettarsi anche nel creare sceneggiature per
videogames. Ha al suo attivo "The Undying", uno
sparatutto in prima persona rilasciato per Pc nel
2001, sul quale non mi esprimo, visto che purtroppo
non ho avuto modo di giocarci, e questo JERICHO, un
altro sparatutto uscito sei anni dopo. E qui posso
dirvi, con cognizione di causa, che questo titolo è
terribile. Non "terrificante", ma proprio
"terribile". Vediamo perché!
Si narra che Dio in tempi antichi avesse generato
una creatura conosciuta come "Il Primogenito", un
essere molto potente. Però, dopo essersi accorto
della malvagità della sua creazione, decise di
confinarlo in un limbo, sicuro che non ne sarebbe
mai uscito. Tuttavia il Primogenito ha sempre
cercato di fuggire, corrompendo gli avidi esseri
umani con lusinghe e false promesse di potere,
fallendo in ognuno dei quattro tentativi. Stavolta
tocca alla squadra Jericho immolarsi per impedire la
fuga dell'entità dal limbo. Questa, molto in breve,
è la trama. Sebbene gli spunti siano interessanti,
la storia non decolla mai veramente e i colpi di
scena scarseggiano.
La vostra squadra è composta di 7 soldati esperti
nelle arti magiche. C'è un medium, una telecinetica,
un prete, uno sciamano e altri figuri pittoreschi
che dovranno farsi strada attraverso 33 livelli
divisi in 5 capitoli per sconfiggere il Primogenito
e rispedirlo nel limbo, stavolta si spera per
sempre. Molto presto il personaggio da voi
interpretato, il comandante Ross, morirà... ed è
questa la particolarità che rende questo titolo
unico. Da quel momento in poi dovrete impossessarvi
strategicamente degli elementi del vostro team per
superare le insidie e i combattimenti che vi
attendono. Un portone massiccio vi blocca la strada?
Impossessatevi del muscoloso Sergente Delgado e
aprite la strada a tutti! Un nemico vi tiene sotto
tiro da lontano? Prendete in prestito il corpo di
Black e potrete sbarazzarvene col suo fucile da
cecchino. Ogni soldato è fornito di poteri e armi
uniche, e la chiave per proseguire sarà utilizzare i
poteri giusti al momento giusto. E' possibile anche
impartire ordini, come avanzare o fermarsi... e, se
uno dei vostri compagni si accascia, potrete (anzi,
dovrete) curarlo per rimetterlo in piedi. Tuttavia
se ciò che ho descritto da un lato risulta essere un
buon concept, presto vi renderete conto che il gioco
é molto lineare, con un doppiaggio in italiano
orribile, dei dialoghi cretini, dei quick time event
realizzati male, una grafica inguardabile (già nel
2007 era pessima, figuriamoci ora), un finale tirato
via, una rigiocabilità inesistente e delle scelte di
gameplay francamente inspiegabili: perché in uno
sparatutto in prima persona dovrebbe mancare un
tasto per scattare? Perché non é possibile avanzare
da accovacciati? Perché nei livelli non c'è
assolutamente nulla da raccogliere? Mah...
L' unica cosa che mi sento di salvare in questo
gioco sono le ambientazioni. Per quanto misera sia
la grafica, è evidente che l'universo di gioco sia
opera di Clive Barker: sangue, esseri impalati,
gente crocifissa che si dimena, pire di cadaveri,
laghi di escrementi e intestini... per non parlare
poi dei mostri, "strani"e malati nel perfetto stile
Barker. Insomma, come ben sapete di FPS ne é pieno
il mondo (soprattutto negli ultimi anni), e questo
JERICHO sicuramente non rimarrà negli annali del
genere. Lo consiglio solo ai fan del signor Barker...
anche se probabilmente farebbero meglio a rileggersi
Hellraiser.
VOTO 3.0/10
7 Febbraio 2013
* * *
"Meglio se restava morto"
di Jonathan Fileni
NEVERDEAD
Disponibile per: Playstation3, Xbox360
Data di Uscita Europea: 3 Febbraio 2012
Produzione: Konami/Rebellion
Bryce è stato maledetto da un demone più di 500
anni fa. Ora, ai giorni nostri, tutto ciò che gli
interessa è avere abbastanza denaro per potersi
permettere il suo vizio: l'alcolismo. Per fare ciò
collabora con un'agenzia governativa che stermina i
demoni. Vi sembra banale? O squallido? Sia quel che
sia, questo è il prologo di Neverdead, un action in
terza persona dove impersonerete un immortale che
stranamente non ha perso il senso dell' umorismo.
Sì, perché durante l' avventura, che consta di otto
livelli, avremo modo di ascoltare i dialoghi tra il
nostro antieroe e la sua partner, la bella Arcadia.
I brevi scambi di battute tra i due protagonisti
sono -a mio avviso- la parte meglio riuscita del
gioco. Scommetto che ora ho catturato la vostra
attenzione, eh?
La caratteristica principale che differenzia questo
titolo dalle altre migliaia di giochi action è la
facoltà del protagonista non solo di essere
smembrato e sopravvivere, ma anche di rigenerare gli
arti perduti. Trovarsi teste, braccia e gambe
staccate dal tronco è piuttosto normale, anzi direi
che è cosa buona e giusta. Alcune battaglie coi boss
si basano su questa logica, altre fasi, invece,
prevedono la rimozione della testa di Bryce per
giungere i luoghi altrimenti inarrivabili. Sebbene
ciò sembri intrigante e innovativo, in realtà
piuttosto spesso vi succederà che un attacco nemico
vi faccia totalmente a pezzi, col risultato che la
telecamera di gioco impazzisce momentaneamente e le
vostre povere membra volano per tutta l'area. E vi
assicuro che alla lunga la cosa è parecchio
frustrante.
Una volta che vi sarete ritrovati con la capoccia
spiccata dal busto avrete due possibilità: o
rigenerarvi completamente con la pressione di un
tasto (posto che il relativo indicatore nel basso
schermo sia carico), oppure girare per l'area
raccogliendo le vostre parti anatomiche perdute. E
io già vi sento chiedere: "Ma allora come si fa a
morire in questo gioco, se si è immortali?". Presto
detto, quando di voi rimarrà solo la testa potreste
essere "aspirati" da un mostriciattolo. Nel suo
stomaco dovrete eseguire un QTE per scappare,
altrimenti rimarrete per sempre bloccati nelle sue
viscere. Immagino ora siate pentiti d'averlo
chiesto, vero?
Per il resto del gameplay non c'è molto da dire,
potrete armarvi con pistole, fucili, mitragliatrici
eccetera, oppure con la vostra fidata spada. Una
cosa molto divertente è l'alta "distruggibilità"
degli scenari. Perché sparare a un nemico quando
puoi fargli crollare addosso una balconata,
risparmiando munizioni? Uccidere vi farà incassare
punti esperienza, che potrete usare per comprare
abilità quali danni maggiori per gli attacchi,
rigenerazione degli arti più veloce e simili. Ci
sono poi i collezionabili, che sono dei cherubini
dorati, ma la loro raccolta purtroppo non sblocca
alcun bonus.
Il gioco è intervallato da flashback che vi
mostreranno la giovinezza di Bryce e di come lui sia
stato costretto all'immortalità dopo aver perso una
lotta col re dei demoni (superfluo dire che lo
incontrerà di nuovo alla fine della sua avventura,
vero?). Ma ci sono anche sequenze di intermezzo più
leggere, dove potrete visitare l'appartamento della
vostra partner e interagire con i suoi mobili. Per
esempio potrete mettere la testa nella centrifuga,
depredare il frigo degli alcolici e follie del
genere.
La campagna multigiocatore (fino a quattro persone
online) prevede un'arena di sopravvivenza a tempo,
una modalità in cui dovrete proteggere dei civili
dalle orde di mostri, un'altra in cui dovrete
trasportare delle uova (sì, uova) fino al traguardo,
e nell' ultima gareggerete per la conquista di
checkpoints. Purtroppo l'arena è molto vasta, e vi
ritroverete a dare la caccia ai nemici, spezzando
così il ritmo del gioco, incalzato da una colonna
sonora heavy metal scritta apposta dai Megadeth.
In definitiva, ciò che era partito con una buona
idea è stato sviluppato in maniera dozzinale, con
una grafica piuttosto insignificante, una longevità
bassa, una scarsità di situazioni e il già
sopracitato senso di frustrazione per gli
smembramenti del protagonista, veramente troppo
frequenti. Tuttavia se siete fan dei Megadeth vi
concedo di aggiungere uno 0.5 al voto finale.
VOTO FINALE: 4,5/10
Jesi, 15 dicembre 2012
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