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Note per un piano dell'offerta
formativa
Gennaro Tedesco
ANALISI PRELIMINARE
Il Piano dell'Offerta Formativa è uno strumento
temporaneo, quindi non definitivo di cui una
istituzione scolastica si dota per definire le sue
funzioni e la sua organizzazione rispetto a se
stessa, al territorio e ai suoi utenti. Nel momento
in cui essa riconosce se stessa attraverso il POF.,
l'istituzione scolastica riconosce anche il mondo
esterno.
Il POF di una qualunque istituzione scolastica, ad
esempio della media statale di Chiari nella
provincia di Brescia, non può che inserirsi
nell'ambiente territoriale in cui opera in questa
graduazione interattiva e sistemica sia verticale
che orizzontale: livello
locale-distrettuale-provinciale, livello
regionale-interregionale, livello
nazionale-internazionale. Anche se ciò può apparire
esagerato e se non si riconosce la necessità e
l'intreccio di questi livelli territoriali, si
rischia di rimanere imbrigliati nella logica
antiautonomistica delle piccole patrie e
dell'isolazionismo.
Evidentemente , come è indispensabile una
progettazione nazionale e ormai anche internazionale
(UE e ONU) articolata , che ricada anche e
soprattutto sul settore formativo, così pure, a
maggior ragione, a partire dal livello distrettuale,
è necessaria una intensa opera di integrazione e
collaborazione interistituzionale tra le istituzioni
scolastiche di ogni ordine e grado e le altre
agenzie formative del territorio inteso in senso
lato.
Ci pare quindi che un ' eventuale progettazione
distrettuale in relativa sintonia con i bisogni
formativi nazionali e internazionali sempre più
cogenti debba caratterizzare qualsiasi POF e quindi
anche quello della scuola media statale di Chiari in
questa direzione: educazione ad uno sviluppo
sopportabile e compatibile con le esigenze
dell'ambiente, sensibilità ad un equilibrio tra uomo
ed ambiente in una dialettica tradizione-innovazione
che proprio nella Repubblica Italiana e nelle sue
istituzioni scolastiche autonome e quindi anche
nella media statale di Chiari forse si potrebbe
meglio che altrove sperimentare.
Dalla Conferenza di Rio sulla biodiversità alcune
direttive ecologiste della CEE , recepite anche dal
governo precedente e dal Ministero della Scuola
italiani , sono ampiamente riassumibili in questa
prospettiva,suscettibile però di radicali
cambiamenti a causa del diverso approccio a tali
problemi da parte del nuovo esecutivo: progettazione
formativa trilaterale,vale a dire controllo
demografico, innovazione tecnologica compatibile e
dipendente dal fattore strategico ambientale e
filosofie educative volte al recupero armonico e
simbiotico del rapporto uomo-natura contro gli
approcci artificiali e 'allucinogeni' alla natura.
In termini concreti il POF dovrebbe, tra i numerosi
aspetti da evidenziare senza dimenticare l'incardinamento
e l'ancoraggio a una forte dimensione critica e
autocritica volta al riorientamento continuo
attraverso la riflessività del dubbio sistemico,
privilegiare i seguenti aspetti della formazione in
un contesto anche economico: telecomunicazioni,
hi-tech, bio-tech,trasporti, energia, agricoltura,
ricerca. A partire dalla vocazione e tradizione
agricola e manifatturiera di Chiari, immersa nel
contesto più generale del territorio , sono indicati
più dettagliatamente possibili percorsi strettamente
connessi e interindipendenti in questa progettazione
eco-formativa: agricoltura biologica, recupero del
patrimonio rurale e agro-urbano, riattivazione e
rivitalizzazione di alcune specifiche ed antiche
attività manifatturiere riqualificabili, come quelle
della seta, riconversione e miglioramento del
settore edile, collegamenti con Brescia per
l'avvicinamento dei giovani al comparto dei
trasporti con la sua prossima riconversione
ecologica, l'energia alternativa e tradizionale
all'interno del territorio come fonte di nuovi
profili professionali e di nuovi equilibri tra uomo
e natura, telecomunicazioni come veicoli di nuove
tecnologie e nuove comunicazioni che consentano
sempre di più di armonizzare i rapporti tra gli
uomini in una dimensione eco-planetaria e
interculturale. La ricerca scientifica e
sperimentale come asse trasversale di questi settori
in direzione di un recupero ecologico e umano del
territorio.
2) INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI
Prima di individuare i bisogni formativi dell'utenza
della scuola media statale di Chiari, converrebbe in
ogni caso introdurne qualcuno dall'alto, anche se
non si riuscisse dall'interno dell'operatività
formativa: far crescere una nuova pedagogia e
didattica dei limiti dello sviluppo economico e
della acquisizione conseguente di una mentalità
anticonsumistica e solidaristica, perché i limiti
dello sviluppo capitalistico non sono riferibili
solo al singolo individuo e alla singola nazione, ma
all'intera umanità. Necessità di introdurre nuove e
alternative visioni dell'ecumene provenienti non
solo dalla nostra civiltà, quella così detta
occidentale, ma anche dalle altre società un tempo
definite esotiche, esoteriche o, con parola più
conciliante, ma non meno devastante, straniere, la'
dove esse soprattutto indicano direzioni culturali
più armoniche ed equilibrate di quelle occidentali.
Allo stesso tempo è indispensabile porre in evidenza
la nostra responsabilità di europei nei confronti
del Terzo e Quarto Mondo, dove si gioca il destino
dell'umanità: riequilibrare e controllare
l'esplosione demografica dei Paesi in via di
sviluppo significa anche finanziare il loro sviluppo
complessivo, impedendo che i cittadini di questi
Paesi si riversino in Italia e in Europa,
alimentando una corrente migratoria, che, se in
parte può e deve essere assorbita, rischia comunque
di alterare certi consolidati e non sempre gradevoli
equilibri del Vecchio Continente. L'esperienza
dell'immigrazione terzomondista andrebbe accolta e
interpretata come stimolo all'elaborazione di una
educazione interculturale attiva, che si concretizzi
in contatti permanenti e ricorrenti con cittadini
extracomunitari e in esperienze di studio e di
lavoro di alunni italiani all'estero, per indicare
solo una delle tante possibili vie per promuovere
una sempre più necessaria e strategica formazione
interculturale.
Più specificamente nel territorio di Chiari e nel
bacino formativo della scuola media statale di
Chiari sembrano individuabili i seguenti bisogni
formativi: esigenza di rapportarsi più strettamente
alle attività agricole, edili, manifatturiere,
ridefinendo modernamente e coerentemente una
didattica del territorio, associata a una
valutazione educativa di tipo processuale e
sistemico, rimarcando il lato più operativo,
manipolatorio ed esperienziale non lineare, ma
complesso, informatizzato e virtuale, nel tentativo
di modernizzare tale attività, ma anche cercando di
rendere il contesto educativo dell'istituto più
comunicativo e aggregativo, in quanto esso opera in
una situazione di sempre più marcata disoccupazione
e di non lieve disagio e disadattamento
adolescenziale e giovanile. Comunque appare
preliminare e indispensabile una maggiore
compattezza e comunicatività del corpo docente
rispetto a queste esigenze. La mappa generalizzata
delle occasioni formative del territorio dovrà poi
essere rielaborata ancora più dettagliatamente
dall'istituto e dalle altre agenzie formative. In
questo caso sembra evidente uno stretto e più
efficace collegamento con l'Agenzia del lavoro, anzi
con le agenzie del lavoro, per disporre di dati via
via più mirati sulle opportunità di lavoro e di
formazione del territorio.
3) RAPPORTI SCUOLA-FAMIGLIA
I rapporti scuola-famiglia nel territorio della
scuola media statale di Chiari, pur essendo
frequenti, non sono solidi. Si lamenta una scarsa
collaborazione da entrambi le parti. Sul terreno
delle opportunità formative si può e si deve
ricercare e trovare una valida e duratura intesa:
una eventuale associazione dei genitori dovrà
collaborare col Consiglio di istituto e con tutto il
personale docente e non docente al fine di
individuare al meglio tutte le occasioni formative
nel territorio, sia quelle strettamente lavorative
che integrative e culturali: a questo scopo la
presenza di numerose società e club sportivi nel
territorio clarense potrebbero rivelarsi un fertile
terreno di incontro, di scambio e di collaborazione
tra istituzione scolastica autonoma e genitori.
4) RACCORDO SCUOLA MEDIA E SCUOLA ELEMENTARE
,RACCORDO TRA SCUOLA MEDIA E SCUOLE SUPERIORE,
AZIENDE E ALTRE AGENZIE FORMATIVE.
PREREQUISITI ALL'INGRESSO E ALL'USCITA
Un comitato paritetico tra scuola media e scuola
elementare, in collaborazione, provvederà a definire
le minime abilità di base richieste in entrata.
All'uscita un apposito comitato paritetico tra
scuola media,scuole superiori, aziende e altre
agenzie formative definirà e valuterà le altre
abilità.
5) RISORSE DELLA SCUOLA
Quasi tutto il corpo docente della scuola media
statale di Chiari è di ruolo. Rispetto alle numerose
sezioni solo una è a tempo prolungato con lingua
francese. Le altre sezioni sono di lingua inglese.
Nella scuola è presente una buona biblioteca, però
da inventariare e far funzionare meglio, aprendola
il più a lungo possibile. In oltre sono operative
aule di educazione musicale, di informatica, un
laboratorio scientifico, un' aula audiovisivi con
audioteca e videoteca, una palestra coperta e una
scoperta, un laboratorio linguistico.
Si vorrebbe potenziare l'insegnamento-apprendimento
di lingue con una sperimentazione linguistica
apposita. Inoltre nell'istituto sono presenti e
operanti una scuola-bottega per l'apprendistato
artigianale e un corso serale per lavoratori,
disoccupati, casalinghe ed extracomunitari. Questi
corsi pomeridiani e serali per l'apprendistato e per
i lavoratori potrebbero già essere utilizzati come
corsi per l'educazione permanente e ricorrente per
adulti al fine della loro riconversione e
riqualificazione.
Alcune associazioni sportive si servono di sera
della palestra per delle specifiche attività
sportive.
Per gli obiettivi formativi comunque è necessario
richiedere anche l'intervento esterno di esperti e
delle aziende e delle altre scuole superiori e
centri di formazione per individuare obiettivi
formativi specifici, proprio del territorio
lavorativo e formativo di Chiari, per stabilire una
rete più stretta e interdipendente di opportunità da
fornire agli allievi con un credito formativo subito
spendibile nel mercato del lavoro e comunque
fruibile nel medio termine nei centri di formazione
professionale e a lunga scadenza.
Il raggiungimento dei suddetti obiettivi formativi
comporta l'acquisizione coerente e conseguente di
competenze e atteggiamenti strettamente e
criticamente correlati.
6) METODI E STRUMENTI
La metodologia didattica sarà prevalentemente
interdisciplinare, interattiva, laboratoriale,
sistemica e transdisciplinare.
A partire dall'analisi socio-culturale del
territorio, dall'individuazione dei bisogni
formativi, in conseguenza dell'analisi territoriale
e istituzionale , dai rapporti scuola-famiglia, dai
raccordi interistituzionali, dalle finalità e dagli
obiettivi dichiarati, l'intreccio e l'interazione
formativa saranno anche finalizzati all'uso di
metodologie e strumentazioni che valorizzino la
formazione-lavoro simulativa o direttamente
esperienziale sia all'interno che all'esterno della
scuola in una prospettiva di forte recupero dei
valori della cultura del lavoro, della solidarietà e
socializzazione: il rapporto uomo-ambiente, non solo
come armonizzazione esteriore, ma anche interiore,
oltre alla valorizzazione dell'ambiente come risorsa
economica prevalente, ma limitata e per questo
bisognosa di un approccio economico più umano e
attivamente rispettoso della globalità ecosistemica.
Tra i soggetti concreti di questo nuovo approccio
all'attività formativa, sono individuabili tre
visibili e problematiche categorie sociali:
extracomunitari, anziani e handicappati.
Interessante poi sarebbe la capacità di concentrarsi
su poli tematici non alternativi, ma variamente
integrativi e trasversali, relativi all'educazione
alla prevenzione latamente medica, associata
all'educazione stradale in una prospettiva
eco-sistemica. In una prospettiva macro-sistemica
utile sarebbe poi l'introduzione di un dibattito
educativo sull'autonomia dalla invasione, non solo
cinematografica, americana, proficua inoltre sarebbe
la ripresa del dibattito mondiale sull'emergenza di
nuove e radicali innovazioni scientifiche e
tecnologiche. Non meno interessante sarebbe poi una
pratica più intensa e intensiva
dell'individualizzazione
dell'insegnamento-apprendimento, affiancata da un
nuovo modo di procedere della valutazione sempre più
trasparente e leggibile, dichiarando pubblicamente
le strategie di recupero e di avanzamento a cui si
sottopongono gli allievi.
In questa dimensione tutte le risorse della scuola e
del territorio saranno utilizzate in modo
integrazionistico e sistemico: ci si riferisce in
primo luogo alla necessaria attivazione e al massimo
potenziamento di laboratori tecno-pratici,
direttamente collegati alle esigenze dei bisogni
formativi delle aziende e degli alunni.
Anche eventuali stages nelle aziende dovranno essere
permanenti e ricorrenti e in questa interazione
scuola-azienda-territorio gli operatori scolastici
troveranno gli stimoli necessari all'aggiornamento
professionale e all'innovazione.
Eventuali corsi di latino, informatica, scienze,
lingue straniere, di studio dell'ambiente e del
territorio, di teatro, di educazione musicale, della
pubblicità e di sport, in parte già attivi e in
parte da attivare, servendosi di appositi
laboratori, forniranno la strumentazione per un
radicale salto di qualità metodologico, comunicativo
e formativo, tale da qualificare positivamente
l'istituzione scolastica nel suo territorio.
La scuola-bottega e i corsi serali presenti
nell'istituto saranno destinati all'integrazione,
all'apprendistato, all'aggiornamento, alla
riqualificazione e riconversione degli allievi
minori e maggiori.
Questa continua e proficua interazione tra scuola,
aziende e agenzie formative esterne sarà fonte
permanente di scambio, aggiornamento e innovazione.
Le funzioni di orientamento e di sostegno per
l'handicap della scuola diventeranno automaticamente
funzioni fisiologiche, interne a questo tipo di
progettazione e impostazione sistemica.
Gli handicappati saranno inseriti impercettibilmente
in una dimensione lavorativa, comunicativa e
collaborativa, che valorizzerà, degli handicappati,
tutte quelle peculiarità operative e specializzate,
utili comunque alla società e al loro inserimento
nel mondo del lavoro e della solidarietà.
Le discipline umanistiche evidenzieranno gli aspetti
comunicativi, lavorativi e solidaristici nella loro
didattica in collaborazione stretta con le altre
discipline.
Alcuni punti della didattica generale da parte di
tutti i docenti saranno focalizzati su: recupero,
consolidamento, potenziamento, trasversalità,
percorso semplice-complesso, concreto-astratto,
problematizzazioni e metodologia della ricerca,
dialogo, discussione, dibattito, lavoro di gruppo e
individualizzato, uso della relazione scritta e
orale.
La prevenzione del disagio adolescenziale e
giovanile avverrà, anche e non solo, attraverso un
coinvolgimento progettuale partecipativo, ricco di
senso, di emotività non repressa, ma
equilibratamente incanalata, associata ad
affettività creativa e spirito di solidarietà, di
modo che l'educazione alla salute, all'intercultura,
alla mondialità e alla pace trovino valida
estrinsecazione in questa impostazione
operativistica.
Il rapporto uomo-ambiente-lavoro-comunicazione
coinvolge l'affettività e la relazionalità degli
alunni. L'eventuale evoluzione in senso
agro-turistico dell'ecosistema formativo e
lavorativo clarense consentirebbe la diffusione e la
propagazione del modello, aprendo agli adolescenti e
ai giovani nuove prospettive e nuovi percorsi
professionali. È probabile che questa progettazione
apparirà agli allievi come un banco di prova su cui
costruire alcuni elementi concreti del loro
avvenire.
7) VALUTAZIONE
La valutazione sarà globalmente sistemica e
processuale.Gli indicatori della valutazione
ovviamente saranno comuni a tutte le discipline.
La valutazione della produttività complessiva
dell'istituzione scolastica si baserà su due momenti
strategici: l'autoanalisi di istituto e
l'oggettivazione didattica.
L'autoanalisi di istituto coinvolge tutti gli
operatori dell'istituto, nessuno escluso, nella
ricerca e nella discussione dei possibili errori
commessi ai vari livelli di responsabilità.
L'oggettivazione didattica comprende i processi, i
percorsi e i prodotti della didattica validata, o
invalidata, dal confronto con gli esperti esterni,
con gli utenti e con gli agenti esterni della
formazione. Saranno previste pause di analisi e di
giudizio periodiche sia progressive che regressive.
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