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Intervista a
Emanuele Rovere
Ho conosciuto Emanuele (o
Manuel) Rovere durante l'ultimo congresso
esperantista della FEI, a Fai della Paganella, la
scorsa estate. Sono rimasto subito colpito dalle
sue performance canore: avevo già ascoltato in
passato musica esperantista, sia cover che canzoni
originali, ma devo dire che Manuel rappresenta un
caso a parte. Talentuoso interprete dei grandi
classici italiani e stranieri, adattati nella
lingua di Zamenhof da lui stesso, è anche autore
di canzoni gradevolissime quali "Esperantisto" e
"Mia kato". Non poteva pertanto mancare tra le
interviste di SDP: il colloquio è avvenuto tramite
mail. Ringrazio Manuel per la disponibilità ed
invito i nostri lettori ad ascoltarlo, dal vivo,
acquistando i suoi cd (www.vinilkosmo.com;
feilibri@esperanto.it ;
emanrovere@libero.it ) o cercandolo su Youtube.
Cominciamo dalla tua formazione culturale e
artistica: che studi hai fatto? qual è stato il
tuo approccio al mondo della musica?
Ho frequentato la scuola elementare nel mio
paesino natio - Faedis, in provincia di Udine.
Dalla terza classe in poi, gli insegnanti hanno
cominciato a farmi cantare, in occasione di
ricorrenze e festività, insieme a scolari della
quinta, perché già mi distinguevo nel canto:
questo grazie alla mia mamma che, a quanto mi
ricordo, cantava per me fin dalla mia nascita.
Anche mio padre cantava molto bene, ma era spesso
lontano per lavoro, ed è mancato tragicamente
quando io avevo 14 anni.
Ho cominciato a cantare nel coro parrocchiale più
o meno a otto anni. Dopo le elementari, per la mia
famiglia non c'era possibilità di farmi continuare
a studiare. Sono rimasto un anno in attesa di
essere preso come apprendista da qualche
artigiano. In quel periodo, ho avuto la
possibilità di studiare le basi della musica con
un maestro che veniva settimanalmente dalla città
per preparare nuovi suonatori per la banda
musicale. Cominciai a suonare il clarino, ma
subito dopo ho dovuto lasciare per iniziare la
scuola media, dopo aver superato l'esame di
ammissione, che c'era allora, grazie all'aiuto di
un nuovo parroco, venuto nel paese. La scuola era
in città, a 17 Km, così mi sono fatto 8 anni di
bicicletta (medie + superiori). Alla fine delle
medie, non mi fu possibile seguire studi classici,
come avrei voluto, e frequentai l'Istituto Tecnico
Industriale, che avrebbe dato possibilità di
lavoro più concrete. Grazie agli ottimi risultati
(sono anche stato vincitore della "Giornata
Europea delle Scuole" e premiato a Londra per un
componimento su tema europeistico), ho potuto
accedere alla facoltà di ingegneria, dopo aver
superato l'esame di ammissione. Nel contempo, ho
incominciato a lavorare: 5 anni come insegnate di
elettrotecnica in Istituti Professionali, alcuni
mesi come dipendente delle Ferrovie di Stato, 15
anni come funzionario dell'ENEL. La laurea in
Ingegneria, pertanto, ha dovuto attendere ed è
servita a poco, perché alla fine ho fondato la mia
ditta privata di impianti elettrici e
termoidraulici.
Avevo 15 anni, quando mia sorella, 5 anni più
grande di me, che era dovuta "emigrare" per
lavoro, mi mandò una chitarra rotta e buttata via
dai ragazzi della famiglia dove lavorava. Quella
chitarra, con l'aiuto del padre di un amico, venne
incollata e risuscitata per consentirmi le prime
strimpellate. Ciò significa, che sono un
autodidatta. Ho composto 20 canzoni con testo in
lingua friulana, la mia madrelingua.
Durante tutta l'adolescenza e fino all'età di 40
anni, ho partecipato in molti gruppi
dilettantistici di buon livello, cantando e
suonando prevalentemente chitarra basso. Fino a
quando una malaugurata operazione alle corde
vocali mi ha danneggiato gravemente la voce. Da
allora non ho più potuto cantare per molti anni,
ma ho ricominciato a farlo, nonostante il
rimprovero dei medici, senza alcuna velleità, se
non quella di proporre una buona pronuncia in
esperanto di testi significativi, in buona lingua,
pur se si tratta di canzonette.
Come è avvenuto il tuo incontro con
l'Esperanto, lingua in cui hai inciso vari album
musicali?
Alla fine del 1985, ho iniziato lo studio
dell'esperanto grazie ad un corso organizzato dal
gruppo esperantista di Udine. Dal 1986 al 1990, ho
insegnato esperanto presso lo stesso gruppo e
nelle Università Popolari di tre città della mia
regione. Dal 1987 al 1990, sono stato consigliere
della Federazione Italiana di Esperanto. Nel 1990,
ho lasciato il movimento esperantista, pur
partecipando spesso a manifestazioni e mantenendo
qualche contatto epistolare con esperantisti di
altre nazioni.
Nel 2010, dopo il pensionamento, ho ripreso a
interessarmi dell'esperanto ed ho superato l'esame
C1 nell'Università Adam Mickiewitz di Poznan in
Polonia. Ho ripreso a suonare la chitarra ed a
cantare e, dato il positivo responso degli
esperantisti, nell'arco di 4 anni ho registrato e
prodotto 4 album compact disk con 41 canzoni ( 3
da me composte, mentre le altre sono canzoni più o
meno famose, da me tradotte in esperanto ed
arrangiate). Atre canzoni da me scritte non sono
state pubblicate in CD, ma si trovano in rete,
corredate anche di video, quali "Esperantisto -
Mia kato - Patro Nia - Ave Maria, Regino de la
Espero, Europo".
Quanto c'è di autobiografico nella tua canzone
"Esperantisto"?
In "Esperantisto" c'è un po' di autobiografico, ma
soprattutto c'è la critica ai molti difetti degli
esperantisti ed alle organizzazioni esperantiste.
Mi ha colpito molto la genesi della tua canzone
"Mia kato", ascoltata per la prima volta durante
il congresso FEI a Fai della Paganella nel 2014:
la puoi raccontare per i nostri lettori?
"Mia kato" è il racconto vero di quanto accaduto
ad un gatto abbandonato che, credo per sua
fortuna, un giorno ha trovato l'ospitalità della
mia casa e mi ha ripagato con un inatteso e
simpaticissimo comportamento che me lo hanno fatto
paragonare a quello degli amanti di sport estremi.
Che musica ascolti? Hai dei modelli musicali?
Ho pochissimo tempo per ascoltare musica, pertanto
i miei "modelli" restano quelli della mia
gioventù, vale a dire quelli degli anni 60/70: dai
Beatles ai Bee Gees, Nomadi, Modugno, Celentano…
C'è un brano che senti come più
rappresentativo? Un cavallo di battaglia?
Io spero che da ogni mia canzone si possa ricevere
un messaggio, e credo che i miei testi in
esperanto siano "migliorativi" rispetto a quelli
originali, anche perché spesso sono modificati ed
hanno ricevuto delle aggiunte. Naturalmente, a
parte "Esperantisto" che è anche piuttosto
allegra, le canzoni su cui punto maggiormente sono
quelle che esaltano i veri valori della vita, come
"Dankas mi la vivon", "Mirindajo", "Auschwitz",
"La knabo de Strato Gluck".
Dove ti esibisci di solito? C'è qualche
aneddoto che ci vorresti raccontare?
In 4 anni, ho presentato il mio programma
musicale, che si è arricchito progressivamente
anche con l'aggiunta dei video, in concerti tenuti
in Italia, Francia, Danimarca, Germania, Lituania,
Polonia, Croazia, Slovacchia, Islanda, Argentina…
generalmente nel quadro di congressi esperantisti.
Spesso mi è accaduto di presentare le mie canzoni
anche a pubblico non esperantista, con riscontri
molto positivi, tanto da sorprendere e rallegrare
i presenti esperantisti. Un piccolo concerto
presentato a Mielno, cittadina termale sul Mar
Baltico (Polonia), in un grande albergo per ospiti
in maggioranza tedeschi ha indotto la direzione
dell'albergo ad offrirmi due giorni di soggiorno
gratuito, dato il successo ed il gradimento
ottenuto.
Le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di
fare musica nell'èra digitale? Che peso ha la
tecnologia nella tua musica?
Nelle mie canzoni la tecnologia riveste importanza
soltanto poiché, rispetto al modo di un tempo per
registrare i suoni, adesso tutto è più semplice,
tanto che io posso registrare la mia voce da me
stesso in casa mia e poi trasportarla in studio di
registrazione per la miscelazione con il suono
degli strumenti.
Molti dei tuoi brani si possono trovare su
Youtube: cosa pensi della musica on-line?
Per le mie modeste possibilità di pubblicizzare i
miei prodotti in un "mercato" di musica
esperantista, che è forse un milionesimo di quello
in inglese o in altre lingue, la "rete"
costituisce un aiuto essenziale, anche perché il
mio scopo principale non è "il realizzo" di un
riscontro economico ma la diffusione più capillare
possibile delle mie opere per la crescita
dell'esperanto. Per questo, quasi tutte le canzoni
dei 4 CD ed alcune altre sono disponibili
gratuitamente in:
YouTube:
http://www.youtube.com/user/manuelxz1/videos
STUDIO TV:
http://novajhoj.weebly.com/manuel.html
Esperanta Televido-ETV:
http://esperantotv.net/videos/?vcat=5
Progetti per il futuro?
Attualmente sto lavorando per la registrazione di
tre canzoni e dei video per accompagnarne la
presentazione. E' un lavoro impegnativo ed anche
costoso che forse sarà la mia ultima opera per
divulgare l'esperanto e "chiudere in bellezza"
un'avventura da idealista, che ha trovato una
vasta approvazione di pubblico ma non un
altrettanto apprezzamento e sostegno da parte
delle Organizzazioni esperantiste.
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