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Underfloor
Quattro
Suburban sky records, 2013
Il quarto disco degli
Underfloor, non a caso intitolato semplicemente
"Quattro", si presenta piuttosto eclettico ed
intrigante, alternando brani lenti ad altri più
"rock" con sapiente studio, tessendo una
narrazione musicale coerente e decisamente
piacevole all'ascolto. Testi semplici ma non
banali, firmati per lo più da Guido Melis così
come le musiche, guidano l'ascoltatore in un
percorso intimistico fatto di poche pennellate che
ben si fonde con gli arrangiamenti su cui spiccano
le chitarre e la viola di Giulia (strumento
piuttosto insolito in una formazione rock, ma che
mi fa pensare alla mitica PFM e al grande
progressive britannico). È impossibile racchiudere
la musica degli Underfloor in un genere preciso,
d'altronde il gruppo rifiuta le etichette e
rivendica una sua originalità che difatti traspare
all'ascolto. Ho apprezzato il fatto che i testi
siano in italiano, rifiutando il troppo frequente
prostrarsi del rock italiano contemporaneo alla
logica internazionalistica dell'inglese. Da
ascoltare con particolare attenzione "Indian
song", con la sua atmosfera sognante, e la
strumentale "L'uomo dei palloni".
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