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Caffè Letterario Musicale

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Rubrica a cura di Paolo Filippi

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Note rockeggianti: tra musica e letteratura
Articolo di Massimo Acciai Baggiani
Stai vivendo il tuo sogno?
Articolo di Massimo Acciai Baggiani
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Interviste 

Intervista a Alex Dl
A cura di Massimo Acciai Baggiani
Videointervista a Stefano Naldi
A cura di Massimo Acciai Baggiani

Are you living your dream?
Ascoltando il secondo album di Stefano Naldi

 


Massimo Acciai Baggiani 


 

Un disco da ascoltare in auto, sul letto, in casa o fuori: buona musica da un ottimo chitarrista che ha deciso di darsi a tempo pieno alla musica alla "tenera" età di 48 anni. Stefano Naldi è un autore di brani strumentali - e qualche canzone di cui è anche paroliere - di grande spessore ed esperienza. La sua formazione beatlesiana emerge nel suo stile insieme alle influenze della grande musica degli anni '60 e '70: un periodo indimenticabile e non più eguagliato. La musica di Naldi ha radici in un glorioso passato e si distacca dalle produzioni usa e getta che dominano la scena musicale attuale. La chitarra di Naldi resta nella memoria, è musica più "per le orecchie che per gli occhi" come afferma lui stesso nella videointervista che mi ha concesso qualche giorno fa.
Il suo secondo recentissimo album, prodotto in trecento esemplari fisici (richiedibili direttamente a lui) e scaricabile nei maggiori siti internet dedicati alla distribuzione, porta il titolo in inglese di "Are you living your dream?", "Stai vivendo il tuo sogno?": una domanda che ci dovremmo porre più spesso nella vita frenetica a cui siamo spesso costretti: gli undici brani che compongono l'album (nove strumentali e due canzoni interpretate da altrettante eccezionali voci femminili) invitano ad una calma riflessione, a prenderci il nostro tempo, a "prenderci oggi il nostro uovo" (come afferma, in inglese, l'ultimo brano dall'ossimorico titolo "Memories of future"). Naldi vi ha inserito materiale composto nell'arco di vari anni, inciso con la collaborazione di fior fiore di musicisti che lo accompagnano nella maggior parte dei brani.
L'album si apre con "Un pezzo da cento": un brano in cui oltre alla chitarra sono presenti anche il basso, l'armonica e le percussioni. Il pezzo che dà il titolo all'album è invece suonato dalla sola chitarra di Naldi, presente ovviamente in tutti i brani dell'album, e nella sua semplicità è quello che più mi ha colpito tra i brani strumentali: le note suggeriscono un'ottimistica affermativa risposta alla domanda in inglese del titolo. Naldi sta vivendo il suo sogno, coronato dal completamento dell'album. Il brano successivo, "Al tramonto", si ricollega idealmente al sogno: si tratta di un tramonto metaforico ma non tanto della fine di qualcosa quanto piuttosto di un nuovo inizio: insomma la chiusura di una fase della vita e il passare ad altro (tra l'altro è il brano di più vecchia composizione, risalendo al 2003).
Infine le due canzoni, una in italiano ("Il male gratis") ed una in inglese (la già ricordata "Memories of future") chiudono il discorso musicale, ma solo per il momento; il sogno prosegue e si concretizzerà in altri album che il nostro chitarrista realizzerà in futuro e a cui auguriamo lo stesso meritato successo di questo.


Firenze, 24 ottobre 2016

 

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