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Are you living
your dream?
Ascoltando il secondo album di Stefano Naldi
Un disco da ascoltare in auto,
sul letto, in casa o fuori: buona musica da un
ottimo chitarrista che ha deciso di darsi a tempo
pieno alla musica alla "tenera" età di 48 anni.
Stefano Naldi è un autore di brani strumentali - e
qualche canzone di cui è anche paroliere - di
grande spessore ed esperienza. La sua formazione
beatlesiana emerge nel suo stile insieme alle
influenze della grande musica degli anni '60 e
'70: un periodo indimenticabile e non più
eguagliato. La musica di Naldi ha radici in un
glorioso passato e si distacca dalle produzioni
usa e getta che dominano la scena musicale
attuale. La chitarra di Naldi resta nella memoria,
è musica più "per le orecchie che per gli occhi"
come afferma lui stesso nella
videointervista che mi ha concesso qualche
giorno fa.
Il suo secondo recentissimo album, prodotto in
trecento esemplari fisici (richiedibili
direttamente a lui) e scaricabile nei maggiori
siti internet dedicati alla distribuzione, porta
il titolo in inglese di "Are you living your
dream?", "Stai vivendo il tuo sogno?": una domanda
che ci dovremmo porre più spesso nella vita
frenetica a cui siamo spesso costretti: gli undici
brani che compongono l'album (nove strumentali e
due canzoni interpretate da altrettante
eccezionali voci femminili) invitano ad una calma
riflessione, a prenderci il nostro tempo, a
"prenderci oggi il nostro uovo" (come afferma, in
inglese, l'ultimo brano dall'ossimorico titolo "Memories
of future"). Naldi vi ha inserito materiale
composto nell'arco di vari anni, inciso con la
collaborazione di fior fiore di musicisti che lo
accompagnano nella maggior parte dei brani.
L'album si apre con "Un pezzo da cento": un brano
in cui oltre alla chitarra sono presenti anche il
basso, l'armonica e le percussioni. Il pezzo che
dà il titolo all'album è invece suonato dalla sola
chitarra di Naldi, presente ovviamente in tutti i
brani dell'album, e nella sua semplicità è quello
che più mi ha colpito tra i brani strumentali: le
note suggeriscono un'ottimistica affermativa
risposta alla domanda in inglese del titolo. Naldi
sta vivendo il suo sogno, coronato dal
completamento dell'album. Il brano successivo, "Al
tramonto", si ricollega idealmente al sogno: si
tratta di un tramonto metaforico ma non tanto
della fine di qualcosa quanto piuttosto di un
nuovo inizio: insomma la chiusura di una fase
della vita e il passare ad altro (tra l'altro è il
brano di più vecchia composizione, risalendo al
2003).
Infine le due canzoni, una in italiano ("Il male
gratis") ed una in inglese (la già ricordata "Memories
of future") chiudono il discorso musicale, ma solo
per il momento; il sogno prosegue e si
concretizzerà in altri album che il nostro
chitarrista realizzerà in futuro e a cui auguriamo
lo stesso meritato successo di questo.
Firenze, 24 ottobre 2016
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