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Libri a fumetti
Teatro
Miti mutanti 29
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Viaggio nei multiversi a fumetti.
Prima parte: altre dimensioni e terre parallele
d'America
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L'idea dei viaggi in altre
dimensioni era già apparsa in certi racconti di
viaggi onirici, come la storia "Il Miraggio dello
Sconosciuto Kadath" scritta da Howard Phillips
Lovecraft nel 1927 e pubblicata postuma nel 1948. Ma
i veri e propri universi alternativi al nostro,
teorizzati poi anche nell'ambito della fisica
quantistica all'interno di una logica non più
soprannaturale ma pseudo-scientifica, iniziarono a
essere sfruttati dalla fantascienza tra gli anni '30
e '50 del '900, prima in modo episodico, come in
alcuni capitoli del romanzo del 1934 "Skylark di
Valeron" di Edward E. Smith, e poi in modo più ampio
in romanzi come "Assurdo Universo" di Frederic Brown,
uscito nel 1949, o come "La Porta sui Mondi" di Rog
Phillips, pubblicato l'anno seguente.
Il romanzo di Smith racconta uno dei primi viaggi,
se non il primo in assoluto, in una dimensione
spaziale dalle leggi fisiche diverse dalla nostra,
tanto che diventa possibile penetrare all'interno di
contenitori chiusi e afferrare oggetti che si
trovano all'interno. Invece il protagonista del
romanzo di Brown si ritrova su un'altra Terra simile
a quella della fantascienza più popolare e ingenua,
in cui vengono rivisitati con ironia alcuni luoghi
comuni della Space Opera classica, inaugurando il
genere delle realtà parallele che differiscono dalla
nostra solo per alcuni elementi. Anche nel romanzo
di Phillips l'eroe giunge su un'altra Terra, detta
Terra V, che però è più grande della nostra ed è
ferma a uno stadio barbarico, tanto che i suoi
abitanti più civili sono discendenti degli Incas
trasferitisi là dal Perù per sfuggire ai
conquistadores. Tra l'altro Phillips costruisce in
questo romanzo una complessa e bizzarra teoria su
soli e pianeti concentrici che occupano diversi
piani di realtà, in quello che si può considerare
uno dei primi tentativi di descrivere una sorta di
Multiverso, termine coniato in seguito dallo
scrittore fantasy Michael Moorcock per indicare un
gruppo di universi coerente.
Anche vari autori di fumetti, di pari passo coi
romanzieri, hanno descritto viaggi in altre
dimensioni almeno fin dagli anni '30. Del resto il
Fumetto ha sempre dato molto spazio a storie
fantastiche e oniriche del tutto prive di limiti. Se
il capolavoro di Winsor McCay, Little Nemo in
Slumberland, non si può considerare un vero viaggio
in realtà alternative è solo perché si svolge
esplicitamente nel regno dei sogni. Si avvicina di
più al viaggio in altre dimensioni la serie Dickie
Dare, creata nel 1933 da Milton Caniff, il cui
piccolo protagonista è affascinato dai romanzi che
legge e vive delle avventure immergendosi nei
contesti di quelle storie. Ma anche qui si tratta in
pratica di sogni a occhi aperti, a cui Dickie si
abbandona per poi risvegliarsi e ritrovarsi nella
realtà di tutti i giorni, un po' come farà cinquant'anni
dopo il pestifero Calvin creato da Bill Watterson.
Un mago per vari universi
Ai veri e propri viaggi in altre dimensioni,
compiuti grazie a complessi e stravaganti
macchinari, nei fumetti si arrivò invece nel 1936
con una storia di Mandrake, il mago creato un paio
di anni prima da Lee Falk e Phil Davis.
Nell'episodio "Gli Uomini di Cristallo", Mandrake e
il suo assistente Lothar si offrono volontari per
essere inviati in una realtà parallela chiamata
Dimensione X, alla ricerca della figlia dello
scienziato che l'ha scoperta e che non riesce a
farla tornare indietro. Arrivano così in un mondo
dal sole di cristallo in cui gli esseri umani se la
passano abbastanza male. Sono infatti resi schiavi
da uomini di metallo vivente, che si nutrono di
carbone e hanno quindi bisogno di chi lo scavi per
loro nelle miniere. Come se non bastasse gli uomini
di carne vengono anche cacciati come animali dal
popolo degli uomini di cristallo, che si nutrono
assorbendo la luce del sole e hanno bisogno delle
pelli umane per tenere sempre puliti e lucidi i loro
corpi.
Ma individuati i punti deboli dei persecutori,
Mandrake guida gli uomini di carne alla riscossa. La
città di cristallo è distrutta da un bombardamento
di pietre, mentre gli uomini di metallo, imbevuti di
oli lubrificanti, sono sconfitti dal fuoco. Infine
la situazione si rovescia ma, per mantenere la pace,
il mago non trova di meglio che imporre il dominio
degli uomini di carne ai popoli della Dimensione X,
tra cui i neutrali uomini-pianta. Prima di tornare
nel nostro universo, Mandrake stesso incorona
imperatore il nuovo leader da lui sostenuto, che
prende in moglie la figlia dello scienziato
facendone l'imperatrice di quel mondo.
Questo non è stato l'unico viaggio di Mandrake in un
altro universo, dato che lo sceneggiatore Lee Falk
aveva l'abitudine di riutilizzare spunti simili a
distanza di anni. Anche in una storia degli anni '50
intitolata "Il Mondo Zeta" il mago entra in un'altra
dimensione collaborando a un esperimento del solito
scienziato, per recuperare due evasi che hanno
incautamente superato la soglia tra i due mondi.
Mandrake li salverà e i due, per sfuggire ai mostri
del Mondo Zeta, saranno persino lieti di tornare in
prigione. Ma anche gli esseri umani di Zeta non se
la passano troppo bene, essendo costretti a vivere
nel sottosuolo per sfuggire a delle creature
sferiche dotate di poteri ipnotici che danno loro la
caccia come animali e li sfruttano come schiavi. Ma
ancora una volta Mandrake riesce a individuare
rapidamente il punto debole della specie dominante.
Trattandosi di una sorta di "palloni gonfiati",
basta colpirli con qualcosa di acuminato per farli
scoppiare (non è un invito alla violenza quanto una
scherzosa metafora su come difendersi
dall'inconsistente arroganza dei potenti, quelli
definiti "alte sfere"…). Le sfere scompaiono nel
nulla appena sono colpite da lance e frecce (armi
che rappresentano delle "frecciate" molto efficaci…)
e gli uomini di Zeta riconquistano il loro mondo.
Anche nell'episodio del 1972 "Il Mondo di Cristallo"
Lee Falk, ora coadiuvato dal disegnatore Fred
Fredericks, fa approdare Mandrake, Lothar e altre
persone in un diverso universo attraverso una sorta
di potente aspiratore interdimensionale, azionato
dai suoi strani abitanti a scopo di semplice
divertimento e studio.
In questa storia Falk rielabora lo spunto degli
uomini di cristallo sviluppandolo diversamente e
inventa delle rigide creature geometriche il cui
rango dipende dal numero di lati dei loro corpi. In
questo universo i Quad (esseri dalle forme
quadrilatere) comandano sui Tir (dalle forme
triangolari) e gli Hex (dalle forme esagonali)
comandano a loro volta sui Quad, mentre su tutti
regna un essere a forma di stella, evidentemente
perché ha più lati, ovvero è il più complicato di
tutti… Stavolta gli esseri di cristallo si nutrono
di suoni e ancora una volta si scopre fortuitamente
il loro punto debole, ovvero che i suoni acuti
possono frantumarli, il ché permette ai nostri eroi
di tornare a casa attraverso lo stesso "tubo
aspirante" che li aveva portati lì.
Queste storie di Falk ambientate in altri universi
sono permeate da un vago senso di difesa
dell'Umanità contro varie creature inumane e prive
di pietà, ma non è che gli umani difesi da Mandrake
dimostrino a loro volta molta pietà verso le altre
creature aliene intelligenti, quando si vendicano
distruggendole in vari modi. Inoltre i meccanismi
con cui i personaggi entrano ed escono da una
dimensione all'altra, pur essendo anche divertenti
nella loro fantasiosa immediatezza, appaiono
inevitabilmente ancora molto semplicistici.
Tra l'altro l'episodio "Gli Uomini di Cristallo" è
appena stato ristampato in Italia dall'Editoriale
Cosmo, nel libro cartonato di lusso in grande
formato "Mandrake il Mago - tavole domenicali -
volume 1", insieme alle prime storie, uscite negli
anni '30, della versione settimanale e a colori del
mago di Lee Falk e Phil Davis.
Gli eterni viaggi dell'Eternauta
Uno dei primi personaggi a fumetti a esplorare
abitualmente gli universi paralleli è Juan Salvo
(che sarà ribattezzato Juan Galvez nelle edizioni
italiane dell'Eura Editoriale), ovvero l'Eternauta,
creato dagli argentini Héctor Germán Oesterheld e
Francisco Solano López, il cui primo ciclo uscì a
puntate sul settimanale Hora Cero tra il 1957 e il
1959. In quella lunga e coinvolgente avventura
un'invasione aliena preceduta da una nevicata
mortale, che si svolge per le strade di Buenos Aires
coinvolgendo gente comune, evoca e preannuncia il
clima delle contemporanee e successive dittature
militari argentine. Gli spietati e misteriosi alieni
indicati come Loro non si vedono mai, ma agiscono
per mezzo dei loro schiavi extraterrestri, i Kol, e
altre creature provenienti da mondi diversi,
prendendo gradualmente il controllo anche di ogni
singolo terrestre che catturano, creando così un
effetto alienante di pericolo incombente a cui non
si può sfuggire.
È verso la fine di quella prima storia che Juan si
mette in salvo grazie all'esplosione incontrollata
di un macchinario alieno, da cui viene proiettato
attraverso altri continuum spazio-temporali, ovvero
altri universi paralleli separati dal nostro. È un
po' come l'esplodere della fantasia che può
trasportare la nostra mente in mondi immaginari,
mettendola al riparo da una troppo tragica e
insopportabile realtà contingente.
Da quel momento però Juan Salvo non conosce più pace
e continua a spostarsi da un continuum all'altro
alla ricerca di sua moglie e sua figlia che
involontariamente aveva lasciato indietro. Alla fine
del primo episodio le ritrova accorgendosi di essere
tornato indietro nel tempo, a quando l'invasione dei
Loro non era ancora avvenuta. Il viaggio senza fine
dell'Eternauta nel corso degli anni è proseguito con
altri episodi, apparsi saltuariamente ma sempre
disegnati da Solano López, coadiuvato volta per
volta da sceneggiatori diversi.
Fa eccezione una versione del primo episodio de L'Eternauta
ridisegnata con eccezionale stile espressionista da
Alberto Breccia, pubblicata in Argentina nel 1969
sul settimanale Gente (e in Italia su Linus), ma i
lettori non gradirono il cambiamento di disegnatore
e questa versione alternativa della storia di un
esploratore di mondi alternativi fu rapidamente
interrotta sintetizzandone frettolosamente il finale
in poche pagine.
Negli anni '70 Héctor G. Oesterheld, prima di essere
sequestrato e poi assassinato dalla dittatura
militare come molti suoi familiari, fece in tempo a
scrivere la seconda parte de L'Eternauta, pubblicata
sulla rivista argentina Skorpio tra il 1976 e il
1978, in cui è ancora più evidente il taglio
politico militante. Stavolta Juan Salvo è
accompagnato nelle sue avventure da Oesterheld
stesso chiamato col secondo nome, Germán.
Nel primo episodio, al tempo dei regimi militari
degli anni '50, l'autore si era raffigurato mentre
l'Eternauta lo avvisava del pericolo che stava per
abbattersi sull'Argentina, attraverso il racconto
dell'invasione degli spietati Loro. Ora si metteva
in gioco lui stesso, prendendo parte in prima
persona alla lotta, probabilmente anche perché nel
frattempo aveva aderito alla formazione politica dei
Montoneros, un gruppo di ispirazione peronista che
dopo il colpo di stato del 1976 avrebbe subito la
repressione della dittatura militare.
Nella seconda parte de L'Eternauta, Juan e Germán
giungono in un futuro imprecisato, secoli dopo il
primo episodio, un'epoca in cui i terrestri sfuggiti
al controllo dei Loro sono costretti a vivere nelle
caverne…
Dopo essere stati a lungo schiavizzati e sfruttati,
gli umani prendono infine le armi sollevandosi una
volta per tutte contro la spietata dittatura degli
alieni. Le condizioni semipreistoriche e di estrema
povertà, ma per certi versi anche bucoliche, del
popolo delle caverne, che difende le famiglie
opponendosi con poche armi da fuoco e carri armati
di fortuna a una tecnologia di potenza soverchiante,
ricordano una guerriglia partigiana condotta con
determinazione, sacrifici e combattività da uomini
affini ai descamisados, i lavoratori peronisti.
Dopo che nel 1977 Oesterheld divenne uno dei tanti
desaparecidos argentini, quella storia fu completata
dal disegnatore Solano López, che intanto era stato
costretto a lasciare il paese e a rifugiarsi in
Spagna. Nel finale naturalmente si lascia spazio
alla speranza e Juan e German escono vincitori dal
conflitto, che non a caso si svolge nel futuro, ma
ciò avviene a prezzo delle vite di molti, comprese
quelle della moglie e della figlia dell'Eternauta.
Come già era accaduto in altre storie di Oesterheld
di quel periodo, anche il lutto del suo eroe più
famoso rifletteva così quelli vissuti da lui in
quegli stessi anni, visto che anche le sue quattro
figlie furono tutte sequestrate e uccise dalle
squadre della morte del regime militare tra il 1976
e il 1977.
Un terzo lungo episodio de L'Eternauta, disegnato da
Solano López su testi di Alberto Ongaro, uscì in
Italia a puntate sulla rivista omonima a partire dal
1982, per poi essere raccolto in due albi
dall'editrice Comic Art nel 1994. Alla fine della
storia precedente Juan e Germán erano ritornati nel
presente, ma forse in un continuum diverso da quello
del futuro in cui avevano combattuto, visto che gli
alieni sembrano essere stati già respinti. Juan non
si rassegna al fatto che sua moglie e sua figlia
siano morte nel futuro e concentrandosi apre un
passaggio su una realtà parallela in cui sono ancora
vive, ma in cui esistono anche altre versioni di lui
e di Germán. Su questa Terra alternativa è in atto
un'altra invasione, stavolta da parte di dischi
volanti e robot assassini. Nel corso della storia si
scoprirà che i loro padroni sono criminali
provenienti da un remoto futuro.
È quel futuro di mille anni in avanti che Juan e
Germán raggiungono per chiarire la situazione e
risolverla, aiutati anche dai loro doppi, in una
storia un po' contorta e forzata che nonostante
molte citazioni non riesce a riprodurre, se non
nella parte iniziale, le atmosfere delle prime due
avventure scritte da Oesterheld.
Più o meno contemporaneamente a questo terzo
episodio, l'Eternauta fece una breve apparizione nel
finale di una storia di fantascienza intitolata "La
Città", scritta da Ricardo Barreiro e disegnata da
Juan Gimenez.
Barreiro ha spesso collaborato anche con Solano
López ed è probabile che avesse avuto il suo
permesso di usare Juan Salvo nel proprio fumetto.
Grazie alla condizione di viaggiatore
interdimensionale in effetti è semplice giustificare
la presenza del personaggio anche in contesti del
tutto diversi da quelli da lui visitati in
precedenza, ovvero in altre realtà alternative a cui
può facilmente accedere. Ne "La Città" è
interessante che gli autori citino altri mondi e
situazioni che l'Eternauta avrebbe affrontato nel
suo peregrinare tra gli universi ma mai descritti
dagli autori originali, come dire che Juan ormai può
essere stato in qualunque realtà.
Negli anni '90 Solano López riprese ancora L'Eternauta,
stavolta curandone testi e disegni in collaborazione
con lo scrittore, disegnatore e colorista Pablo
Maiztegui, in arte Pol. Un nuovo episodio a colori
di cinquanta pagine dal titolo "Il Mondo Pentito"
apparve nel 1997, raccontando uno dei viaggi
interdimensionali compiuti da Juan nel periodo da
lui trascorso oscillando tra gli universi. Qui in
particolare visita un mondo abitato da una specie di
bovini evoluti, rimanendo coinvolto per breve tempo
nelle loro feroci lotte intestine.
Ma questo episodio appare come poco più di una prova
generale rispetto al progetto molto più ambizioso
che Solano López e Pol realizzano tra il 2001 e il
2010, una trilogia composta dagli episodi "Il
Ritorno", "La Ricerca di Elena" e "La Fine del
Mondo", in cui l'Eternauta riesce finalmente a
tornare nel continuum spazio-temporale da cui era
partito. Qui scopriamo che l'invasione dei Kol ha
avuto luogo nel 1963 e che gli alieni, in sintonia
con le teorie complottiste di moda oggi, hanno
provveduto a riscrivere la storia, ibernando coloro
che avevano vissuto gli orrori dell'invasione e
cancellandone i ricordi, in modo da poter convincere
tutti di essere dei benefattori, mentre in realtà
dominano l'Umanità senza che questa se ne renda
conto. I pochi che continuano a opporsi e a
combatterli sono fatti passare per terroristi dai
media che gli alieni controllano.
Lo spunto iniziale del nuovo ciclo proviene
evidentemente dal film Matrix uscito un paio di anni
prima, ma viene sviluppato riallacciandosi in
qualche modo anche al contesto della dittatura
argentina e della lotta clandestina dei dissidenti
al regime, tanto che Juan e i suoi amici vengono
anche rinchiusi in carcere.
Quest'ultimo ciclo de L'Eternauta rievoca molto
meglio dei tentativi precedenti le atmosfere della
serie originale di Oesterheld e Solano López, sia
dal punto di vista narrativo, col ritorno di
personaggi e creature aliene apparsi nel primo
episodio, che dal punto di vista grafico, con la
rinuncia ai colori digitali e la scelta di un bianco
e nero curato ma non troppo, che recupera l'espressa
immediatezza delle origini. Il regalo che Solano
López ha fatto al suo personaggio con questa
trilogia finale, poco prima di scomparire a sua
volta nel 2011, è stato fargli finalmente ritrovare
non solo la sua vera Terra ma anche la sua famiglia
perduta, come se gli eventi successi in tutti gli
episodi precedenti tranne il primo fossero accaduti
in realtà in altri universi.
Nel 2015 la 001 Edizioni ha ripubblicato in Italia
il primo episodio dell'Eternauta scansionandolo
direttamente per quanto possibile dalle tavole
originali a formato orizzontale, così come erano
state ritoccate dagli autori per la prima edizione
in volume argentina. Si è ottenuta in tal modo,
grazie alle tecniche odierne, un'edizione per
qualità e nitidezza grafica superiore a tutte quelle
precedenti, uscita quasi contemporaneamente sia in
edizione cartonata di lusso a grande formato che in
un'edizione relativamente economica di formato
ridotto.
Tanti Superman sono meglio di uno…?
L'idea che ciò che è fiction letteraria in un
universo possa essere realtà in un altro fu adottata
dai responsabili dell'editrice americana di fumetti
National Periodical Publications (l'attuale DC
Comics), che dalla seconda metà degli anni '50,
sotto la direzione di Julius Schwartz, iniziò a
varare nuove versioni dei supereroi degli anni '40.
Il primo eroe a essere reinventato, con nuovo
costume e nuova identità, a opera di Robert Kanigher
e Carmine Infantino, fu il super-velocista The Flash
(il Lampo). Nel primo episodio della nuova serie
questo secondo Flash, alias Barry Allen, legge i
fumetti del primo Flash, alias Jay Garrick, che così
nell'universo del nuovo personaggio è solo l'eroe di
una serie di storie disegnate, a cui Barry Allen si
ispira, dopo aver acquisito anche lui il dono della
super-velocità, per prendere a sua volta il nome di
Flash.
L'universo in cui si svolgono le storie del secondo
Flash e delle successive nuove versioni di Lanterna
Verde, Hawkman, Atom, ecc., si differenziò quindi
nettamente fin dall'inizio da quello degli eroi
originali pubblicati negli anni '40. Intanto iniziò
a profilarsi la possibilità di viaggiare da una
dimensione all'altra. In una storia uscita nel 1959
su Flash n°108, si vede infatti che la supervelocità
permette al protagonista di cambiare universo, per
inseguire dei ladri alieni provenienti da un altro
continuum. Qualcosa di simile accadde nel 1960 sul
n°2 di Lanterna Verde, in cui l'eroe raggiunge per
la prima volta l'universo di antimateria di Qward.
Non ci volle molto perché l'idea fosse sfruttata per
fare incontrare i vari eroi con le loro versioni
originali.
In una storia apparsa su Flash n°123 nel 1961 e
intitolata "Flash dei Due Mondi", i due Flash
poterono quindi incontrarsi, teorizzando che, come
nel romanzo Assurdo Universo, ciò che era fiction in
un universo era la realtà in un altro. Da quel
momento i viaggi da un universo all'altro si
moltiplicarono, coinvolgendo ben presto tutti gli
altri personaggi rinnovati e raccontando poi anche
nuove storie dei vecchi eroi degli anni '40.
Infatti già nel 1963, sui n°21 e 22 della serie
Justice League of America (Lega della Giustizia
d'America), questo gruppo che raccoglieva i
principali eroi del nuovo universo DC incontrò la
sua versione del precedente universo, ovvero la
Justice Society of America (Società della Giustizia
d'America), che era il primo gruppo di supereroi
della Storia del fumetto. A provocare tale incontro
furono i super-criminali dei due universi, che si
erano coalizzati per colpire a turno i due
supergruppi. I due episodi, intitolati
rispettivamente "Crisi su Terra-1" e "Crisi su
Terra-2", inaugurarono l'uso dei termini Terra-1,
per indicare l'universo dei nuovi eroi nati tra gli
anni '50 e '60, e Terra-2, per indicare quello degli
eroi originali degli anni '30 e '40. Allo stesso
tempo avviarono la consuetudine, che da allora si
sarebbe ripetuta ogni anno, di creare periodicamente
delle storie in cui gli eroi dei due universi
affrontavano delle minacce insieme, sempre
contrassegnate dalla parola "crisi" nel titolo. Così
la DC Comics si trovò a un tratto a disporre non più
di uno, ma di due universi supereroistici.
Necessariamente dovettero essere suddivise tra i due
universi anche le storie dei tre supereroi più
importanti della DC, Superman, Batman e Wonder
Woman, benché le loro serie non si fossero mai
interrotte e avessero sempre mantenuto le stesse
identità segrete. Per convenzione si stabilì che
Superman era passato nel nuovo universo nel 1958,
con l'introduzione del suo rifugio artico, la
Fortezza della Solitudine, ispirato all'omonima sede
segreta di Doc Savage, un eroe dei romanzi pulp
degli anni '30, solo che la fortezza di Superman era
piena di oggetti e animali alieni, oltre che di
manufatti giganteschi che solo lui poteva
maneggiare, come un'enorme chiave davanti
all'ingresso. Inoltre l'anno seguente gli era stata
affiancata Supergirl, una sua giovane cugina
anch'essa originaria di Krypton che non aveva
corrispondente nell'universo DC degli anni '40.
Nel 1958 furono narrate delle nuove origini di
Wonder Woman, spostandone l'ambientazione in avanti
ed eliminando i riferimenti alla II Guerra Mondiale,
mentre a Batman e Robin fu conferito un nuovo look
nel 1964, rendendone le storie più realistiche e
meno caricaturali, quindi più vicine a indagini
poliziesche serie. Nel 1967 sarebbe poi apparsa
nelle loro storie anche una nuova Batgirl,
completamente diversa dal personaggio con lo stesso
nome che era stato attivo sugli albi di Batman solo
cinque o sei anni prima.
Tali modifiche apportate nello stesso periodo, tra
fine anni '50 e metà anni '60, contribuirono a
differenziare gli eroi del nuovo universo DC dai
loro precursori, tanto più che, essendo apparsi a
vent'anni di distanza, le loro nuove versioni
apparivano ancora giovani mentre quelle originali
furono fatte rapidamente invecchiare. Così negli
anni '70, mentre il Superman di Terra-1 era ancora
impegnato a nascondere la sua identità segreta
all'amica giornalista Lois Lane, quello più anziano
di Terra-2 era già felicemente sposato con lei.
Intanto a quei due primi universi base se ne
aggiunsero col tempo molti altri, anche per
l'abitudine, diffusasi sempre di più a partire dalla
seconda metà degli anni '50, di immaginare cosa
sarebbe successo se per esempio Krypton non fosse
esploso e Superman fosse rimasto sul suo pianeta, o
se la sua amica Lois Lane avesse sposato il suo
arci-nemico Lex Luthor, o se Luthor fosse stato un
eroe anziché un criminale, o se fosse riuscito a
uccidere Superman, o se il razzo di Superman bambino
fosse atterrato nella giungla africana, oppure in
altri luoghi e epoche, invece che nel Kansas del XX
secolo, e mille altre alternative del genere… Ognuna
di queste storie immaginarie non aveva effetti
sull'andamento della serie principale, quindi in
teoria si svolgeva in un ennesimo universo
alternativo, che fatalmente andava ad aggiungersi ai
due principali.
Altri universi ancora potevano essere esplorati
personalmente dai personaggi "ufficiali" in storie
particolari, come accade a Lanterna Verde in una
storia del 1964 in cui entra in contatto telepatico
con un'altra versione di sé stesso, che a differenza
di lui nel suo mondo parallelo è riuscito a sposare
la donna di cui è innamorato.
In almeno un paio di questi mondi alternativi si
assisteva a un rovesciamento più o meno ingenuo dei
valori etici. Sempre sugli albi di Lanterna Verde
apparve più volte l'universo di Qward, in cui
governi, eserciti e leggi sono interamente votati al
male e alla rapina e gli onesti che si rifiutano di
rubare sono perseguiti come fuorilegge (ma a
pensarci bene non so se ciò lo renda davvero un
mondo tanto diverso dal nostro…). Invece su Justice
League n°29 del 1964, in occasione del secondo
incontro tra i due principali supergruppi di Terra-1
e Terra-2, apparve per la prima volta l'universo di
Terra-3, in cui vivono delle versioni malvagie dei
principali supereroi riunite nel Crime Syndacate of
America (Sindacato del Crimine d'America) e dai nomi
un po' diversi (Ultraman invece di Superman, Owlman
invece di Batman, Superwoman invece di Wonder Woman,
ecc.), mentre l'unico eroe di questa Terra è un Lex
Luthor sposato con Lois Lane.
In seguito ci fu anche un membro della Justice
Society di Terra-2, la bionda Black Canary, che finì
per lasciare il proprio universo per unirsi alla
Justice League di Terra-1, diventando di fatto il
primo supereroe a stabilirsi in un altro universo,
poi imitata in questo anche da personaggi di altri
editori. Infatti ogni volta che la DC Comics
riusciva ad acquisire i diritti dei personaggi di
un'altra casa editrice, a seguito del fallimento di
quest'ultima, anch'essi andavano a costituire dei
nuovi universi alternativi che gli eroi della DC
potevano saltuariamente visitare e in cui le storie
di quei personaggi potevano eventualmente
proseguire.
Questo variopinto Multiverso della DC Comics divenne
così sempre più vasto e quindi sempre più difficile
da coordinare in modo coerente, finché non fu
provvisoriamente azzerato nel 1985, con la miniserie
in dodici albi "Crisis on Infinite Earths" (Crisi su
Terre Infinite), scritta da Marv Wolfman e disegnata
da George Perez e Jerry Ordway. In questa lunga
storia il cattivo della situazione genera un
cataclisma interdimensionale in grado di distruggere
ogni Terra e ogni universo, ma grazie all'intervento
di tutti gli eroi della casa editrice la fine del
Multiverso DC è scongiurata in extremis, col
salvataggio di un'unica Terra superstite, a cui si
fondono anche elementi di varie altre Terre. È
significativo che nel corso di "Crisis…", oltre a
vari personaggi alternativi secondari che vengono
"potati" qua e là, siano fatti morire anche due
famosi supereroi di Terra-1 come il secondo Flash,
cioè proprio colui che aveva dato il via a quell'universo,
e Supergirl, ovvero colei che in qualche modo aveva
accompagnato l'ingresso in quell'universo dell'eroe
più importante della casa editrice.
Essendosi verificata un'alterazione della loro
realtà con la creazione di un ennesimo nuovo
universo, le origini dei vari supereroi furono di
nuovo rielaborate e rinarrate, in particolare dal
1986 nell'apposita collana "Secret Origins" (Origini
Segrete), e la Storia di quell'ora unica Terra
immaginaria fu narrata retroattivamente dagli stessi
autori di "Crisis…", in forma di racconto
illustrato, nei due albi della miniserie "Storia
dell'Universo DC". Il tutto fu naturalmente
l'occasione di un rilancio in grande stile
dell'intero parco testate della casa editrice.
Ma le infinite alternative costituite da tanti
universi possibili non furono del tutto eliminate.
Già dal 1989, per iniziativa del supervisore Mark
Waid, ripresero a essere pubblicati sotto
l'etichetta Elseworlds (Altrimondi) molti episodi
speciali equivalenti alle vecchie "storie
immaginarie" in cui i vari supereroi sono
rielaborati nei modi più disparati. A dare di nuovo
il via al filone fu Batman con la storia "Gotham by
Gaslight", in cui a inseguire e fermare Jack lo
Squartatore è una sua versione tardo ottocentesca,
disegnata da Mike Mignola su testi di Brian Augustyn.
È invece ambientato a inizio '800 lo speciale del
1994 "Castle of the Bat" (Il Castello di Batman),
scritto da Jack Harris e dipinto da Bo Hampton, in
cui l'alter ego di Batman, Bruce Wayne, imita il
dottor Frankenstein ridando vita al cadavere di suo
padre, che diventa un mostruoso uomo pipistrello.
A sua volta Superman, nello speciale "Più Veloce di
un Proiettile" scritto da Jean-Marc De Matteis e
disegnato da Eduardo Barreto, viene allevato dai
genitori di Bruce Wayne, di cui prende il nome,
diventando dopo il loro omicidio una sorta di
Super-Batman. In un altro albo del 1994 intitolato "Legacy"
(Eredità) e realizzato da John Byrne, Superman nasce
sulla Terra anziché su Krypton, poiché stavolta è un
suo antenato a essere sbarcato in Inghilterra nel
XVIII secolo, instaurandovi una dittatura. Invece
nello speciale del 1995 "Kal", scritto da Dave
Gibbons e disegnato da José Luis Garcia Lopez,
Superman arriva sulla Terra nel medioevo.
Inoltre tra il 1997 e il 1998 una serie di nove albi
autoconclusivi introdusse l'universo Tangent, una
realtà alternativa ideata dall'autore Dan Jurgens,
in cui altrettanti supereroi DC conservano solo i
loro nomi e per il resto diventano personaggi
completamente diversi. Basti dire che il Superman
versione Tangent è calvo, con la pelle nera e i
baffi, indossa una lunga veste che lo rende più
simile a un mago o un sacerdote antico che a un
supereroe e i suoi enormi poteri non sono più basati
sulla forza bruta, ma dipendono solo dalla mente del
suo cervello super-evoluto. L'esperimento degli eroi
Tangent fu ripetuto anche l'anno seguente, in un
altro ciclo di nove albi, mentre dieci anni dopo
riapparvero nuovamente in una miniserie di dodici
numeri.
Qualcosa di simile accadde anche nel 2001, quando
uscì il primo di tredici albi speciali in cui i
principali eroi DC erano reinventati dai soggetti di
Stan Lee e rielaborati ogni volta da un diverso
artista tra i più grandi del settore, cosicché
ancora una volta degli eroi originali non restava
che il nome. Il primo a essere radicalmente
rivisitato fu Batman. Stan Lee lo trasformò un
ragazzo afro-americano, figlio di un poliziotto
assassinato, che finisce in galera per un crimine
che non ha commesso e a cui nel frattempo muore
anche la povera madre. Una volta libero si veste da
uomo-pipistrello per fare il lottatore di catch e
vendica i propri genitori, il tutto in un solo albo
disegnato da Joe Kubert. Ciò che rimane del Batman
originale è solo la morte dei genitori come
motivazione iniziale e il cognome Wayne, che qui
diventa il nome del personaggio, Wayne Williams,
mentre l'idea della lotta libera, per giustificare
nome e costume, è ripresa pari pari dall'origine
dell'Uomo Ragno.
A vent'anni di distanza da "Crisis…" dovette poi
subentrare un ennesimo ripensamento nei mutati
vertici della casa editrice. Infatti con la
miniserie di sette numeri "Infinite Crisis" (Crisi
Infinita), realizzata tra il 2005 e il 2006 da Geoff
Johns, Phil Gimenez e molti altri autori, nonché
collegata a varie altre serie e numeri speciali, fu
ricostituito di nuovo un Multiverso dei supereroi DC,
suddiviso questa volta in ben cinquantadue Terre
alternative. Nella finzione narrativa, a scatenare
gli eventi che portano a questo è la ricerca di una
Terra perfetta da parte di alcuni vecchi eroi
insoddisfatti, tra cui una versione giovanile e una
anziana di Superman, che escono dal limbo in cui
erano relegati da vent'anni con intenzioni tutt'altro
che pacifiche.
Oggi come oggi, in un'epoca di mutamenti repentini e
rinnovamenti frenetici in ogni campo, sembra che
ogni cinque anni circa anche il mondo di Superman e
compagni sia destinato a essere radicalmente
reinventato, a seguito di uno dei soliti megaeventi
che, da eccezionali che erano, sono ormai diventati
fin troppo abituali. È come se gli autori
raccontassero ciclicamente delle storie sempre degli
stessi eroi, ma ambientate ora in uno, ora in un
altro universo alternativo, con altri universi
minori che fanno capolino ogni tanto qua e là, come
quello in cui Superman bambino è atterrato in Russia
anziché negli USA, diventando un eroe comunista.
Di fatto tutto ciò è semplicemente un modo per
tentare di rinnovare costantemente dei personaggi
ormai risalenti letteralmente al secolo scorso e
tenerli così al passo coi tempi. L'aspetto negativo
è che il Multiverso DC nel suo insieme risponde
naturalmente a logiche commerciali, il ché fa sì che
si produca una gran quantità di storie e versioni di
gusto abbastanza superficiale e artisticamente
inutili, in cui la modifica costante dei presupposti
narrativi non è altro che una patina di leggere
differenze rispetto alle versioni più classiche e
famose, resa necessaria solo dalla continua ricerca
della novità ad ogni costo. L'aspetto positivo è che
saltuariamente alcuni autori particolarmente
originali hanno così l'occasione di reinterpretare
in modo creativo e molto diverso dal solito quelle
che ormai sono delle vere e proprie icone
fumettistiche.
E se gli eroi Marvel non fossero più gli eroi Marvel?
Mentre la DC Comics ha sempre sfruttato molto le
storie immaginarie e gli universi alternativi,
l'editrice concorrente Marvel Comics un tempo poteva
vantarsi di aver creato un unico universo
fumettistico coerente e quindi molto più semplice da
seguire, grazie al fatto che alla base dei supereroi
Marvel ci sono stati soprattutto due autori: il
supervisore e soggettista Stan Lee e lo
sceneggiatore e disegnatore Jack Kirby.
Ciò fornì alle storie Marvel maggiore coerenza
unitaria, tanto più che anche personaggi degli anni
'40 come Sub-Mariner e Capitan America furono
reintrodotti negli anni '60 senza tirare in ballo
universi alternativi, ma spiegandone in altri modi
la prolungata assenza e la longevità. Del resto fu
anche per fare concorrenza alla Marvel che nel 1985
la DC Comics riportò tutte le sue serie in un unico
universo con la miniserie "Crisis…".
Ma anche alla Marvel hanno fatto capolino spesso
altre dimensioni, alcune del tutto aliene come
l'universo di antimateria della Zona Negativa
apparsa dagli anni '60 nelle storie dei Fantastici
Quattro e di Capitan Marvel.
I viaggi interdimensionali più vasti e affascinanti
apparsi una singola serie Marvel sono senz'altro
quelli compiuti abitualmente in altri universi,
pieni di esseri magici, mostruosi e surreali, dal
mistico Dottor Strange, creato nel 1963 da Stan Lee
e Steve Ditko sulle pagine della collana Strange
Tales. Lo stregone supremo Stephen Strange può
infatti penetrare direttamente in altri mondi usando
la magia in modo volontario e controllato, dato che
dispone di poteri decisamente molto più vasti di
quelli del suo precursore Mandrake. Uno degli
universi che ha visitato più spesso è la dimensione
oscura dominata da un terribile e potente dittatore
magico chiamato Dormammu, la cui figlia Clea è
diventata per un lungo periodo l'allieva e l'amante
di Strange. Proprio a causa della sua rivalità con
Strange, Dormammu progetta continuamente di
estendere il suo potere anche al nostro universo,
apparendo più simile a un demone che a un semplice
monarca.
Ma negli albi Marvel si sono viste anche delle
dimensioni parallele del tutto simili alla nostra,
come la Terra alternativa da cui proviene il
super-gruppo chiamato lo Squadrone Supremo. Si
tratta in pratica di una sorta di rielaborazione dei
principali eroi della DC, che apparvero come rivali
e avversari degli eroi Marvel su varie serie nel
corso degli anni '70 e a cui fu poi dedicata una
propria miniserie di dodici numeri nel 1985.
Ma il modo principale in cui la Marvel, nelle vesti
dell'autore e supervisore Roy Thomas, decise di
sfruttare un po' più a fondo le possibilità offerte
dalle realtà alternative, fu di creare nel 1977
un'apposita collana di albi, con storie generalmente
autoconclusive, intitolata "What if…?", che si
potrebbe tradurre più o meno "E se…?", ovvero "Cosa
sarebbe successo se…?". L'ispirazione per l'idea e
il titolo potrebbe essere stata data a Thomas dal
racconto di Isaac Asimov del 1952 "What If", in cui
una coppia ripercorre le scelte del passato che
avrebbero potuto portarli in direzioni diverse,
un'idea sfruttata anni dopo anche nel film "Sliding
Doors".
Le storie della collana "What If…?" della Marvel
erano descritte esplicitamente come "Le Realtà
Alternative dell'Osservatore", ovvero degli
avvenimenti svoltisi in delle Terre Parallele e
narrati da un testimone alieno, apparso nelle storie
dei Fantastici Quattro, la cui caratteristica
primaria era appunto quella di osservare e
registrare gli eventi. La prima serie esordì col
racconto "E se l'Uomo Ragno si Unisse ai Fantastici
Quattro?", che collegandosi a uno dei primi episodi
di Spider-Man e modificando uno snodo del racconto
rielaborava diversamente molte delle prime storie
sia dell'Uomo Ragno che del primo supergruppo Marvel.
La collana proseguì con storie come "E se i
Vendicatori non Fossero mai Esistiti?", "E se
Sub-Mariner Avesse Sposato la Ragazza Invisibile?",
"E se Conan il Barbaro Camminasse sulla Terra
Oggi?", E se le origini di quel certo personaggio si
fossero svolte in modo diverso?, E se questo o quel
personaggio non fosse morto?, E se quel tal
personaggio avesse ucciso quel talaltro personaggio?
e altre circostanze del genere. Le esplorazioni di
tante possibili varianti narrative in un certo senso
permettono di entrare nei meccanismi con cui gli
sceneggiatori compiono le loro scelte, ma
l'interesse principale della serie sta nel fatto che
tali storie furono spesso realizzate da alcuni dei
migliori autori delle serie originali, che potevano
così esprimersi in modi slegati dalle costrizioni
narrative entro cui dovevano obbligatoriamente
svolgersi le avventure normali.
Un evento affine alla collana "What if…" fu lo
speciale degli X-Men del 1984 "Fenice: la Storia mai
Narrata" di Chris Claremont e John Byrne, la
riproposta del n°137 della serie regolare uscito
quattro anni prima, con un finale alternativo che ne
sostituiva le ultime pagine. In realtà era il finale
originale della storia, che poco prima della
pubblicazione era stata modificata in extremis per
far morire il personaggio della potente mutante
Fenice, alias Jean Grey, colpevole di essere
impazzita e di aver compiuto un genocidio
planetario.
La prima versione degli autori fu recuperata come
una possibilità verificatasi in un altro universo
parallelo, in cui Jean Grey è stata privata dei
poteri ma sopravvive per poi sposare il leader degli
X-Men Scott Summers. In pratica questo generò un
futuro alternativo da cui sarebbe poi giunta nel
presente dell'universo Marvel principale la figlia
dei due, Rachel Summers, che avendo ereditato i
poteri della madre è ora la nuova Fenice.
Così anche nel mondo Marvel iniziavano a infiltrarsi
elementi di universi alternativi, ma più lentamente
e in sordina rispetto a quanto accaduto in
precedenza alla DC Comics. Il primo caso del genere
alla Marvel era stato il supereroe Nighthawk
(Nottolone, in italiano) che, venendo dall'universo
dello Squadrone Supremo di cui faceva parte, negli
anni '70 entrò nel gruppo dei Difensori, all'interno
dell'universo Marvel ufficiale.
Da parte sua la seconda Fenice, oltre che negli
X-Men, avrebbe poi militato per un certo periodo
anche nel super-gruppo Excalibur, creato nel 1987
dagli inglesi Chris Claremont e Alan Davis, il cui
leader, Capitan Bretagna, era stato ideato da
Claremont stesso dieci anni prima per la sezione
britannica della Marvel.
Anche Capitan Bretagna viaggia spesso attraverso gli
universi alternativi e col tempo scopre addirittura
di far parte di una sorta di ordine
interdimensionale costituito da innumerevoli sue
versioni, ognuna di un diverso universo, tra cui
vari Capitan Bretagna donna e dei Capitan Bretagna
nazisti. Questi difensori della Bretagna alternativi
sono stati tutti creati e coordinati, o per meglio
dire manipolati, da una versione fantascientifica di
mago Merlino e da sua figlia, che da una dimensione
chiamata Altromondo si sono assunti il compito di
mantenere segretamente l'ordine nell'Omniverso
costituito da tutti gli infiniti universi paralleli,
benché il dominio ufficiale su gran parte di essi
sia in apparenza in mano a dei cosiddetti imperatori
omniversali.
Mentre un Multiverso è un gruppo di universi
alternativi come quelli inventati da un singolo
autore o entro una particolare casa editrice, il
termine Omniverso, coniato dallo sceneggiatore Mark
Gruenwald a fine anni '70, indica l'insieme di tutti
gli universi possibili, compresa la nostra realtà e
tutto ciò che sia mai stato immaginato. Per la
cronaca la Terra dell'universo Marvel principale è
contrassegnata dal numero 616, mentre la nostra,
cioè quella dei lettori e in cui tutti noi viviamo,
negli albi Marvel è la Terra 1218. Ma in questa sola
casa editrice ne sono state catalogate molte altre,
apparse in cinquant'anni di produzione, dalla
Terra-597, in cui i nazisti hanno vinto la II Guerra
Mondiale alla Terra-99062 in cui tutti gli eroi
Marvel sono dei bambini.
La spiccata ironia già presente nei cicli di Capitan
Bretagna scritti negli anni '80 per il mercato
britannico, prima da Alan Moore e poi da Jamie
Delano, fu portata alle estreme conseguenze da
Claremont e Davis sulla loro successiva serie di
Excalibur, in cui Capitan Bretagna e i suoi
compagni, protagonisti di lunghi cicli di divertenti
avventure semi-umoristiche, si trovano tra l'altro a
viaggiare, in modo spesso esilarante, attraverso
molti universi paralleli a bordo di una sorta di
treno interdimensionale attivato da un essere
semi-meccanico, mentre cercano disperatamente di
trovare il modo di tornare nel proprio universo.
Naturalmente, prima di riuscire ad azzeccare
l'universo giusto, gli Excalibur incontrano anche
delle versioni alternative di loro stessi.
Se negli anni '80 gli albi Marvel ambientati in
mondi paralleli erano ancora abbastanza episodici e
saltuari, in seguito le rielaborazioni di universi
alternativi si sono moltiplicate fino a occupare
intere serie apposite, come quelle uscite poco dopo
il 1990 ma ambientate oltre cento anni dopo, in un
2099 in cui esistono versioni diverse di supereroi
come Spider-Man e gli X-Men, o quelle contrassegnate
dall'etichetta Ultimate, che hanno rinarrato
ampiamente le origini dei personaggi più famosi
ambientandole negli anni 2000 in cui sono state
pubblicate, ma che a dispetto del nome non sono
certo state le ultime versioni degli eroi Marvel.
Particolarmente estrema è la miniserie di due numeri
"Ruins" (Rovine), scritta da Warren Ellis, dipinta
da Cliff e Terese Nielsen e pubblicata nel 1995, in
pratica una versione alternativa della celebrata
miniserie dipinta "Marvels" (Meraviglie), solo che
qui il realismo di quell'opera viene spinto alle
estreme conseguenze.
Gli autori immaginano infatti cosa sarebbe successo
se gli incidenti che hanno dato ai supereroi Marvel
i loro poteri avessero invece avuto degli effetti
tragici, come accadrebbe nella realtà a chi fosse
esposto a raggi cosmici, radiazioni o esplosioni
atomiche, o a chi si mettesse in testa di fare il
vigilante mascherato. Così in questa breve e
provocatoria storia i Vendicatori vengono uccisi
dalla guardia nazionale, i vari X-Men sono poveri e
patetici mutanti deformi, Capitan Marvel è chiuso in
un lager, Silver Surfer si suicida, Thor è un folle
sotto l'effetto di allucinogeni che si crede
posseduto da una divinità, mentre Hulk, Ghost Rider,
i Fantastici Quattro e l'Uomo Ragno muoiono proprio
a seguito dell'incidente che avrebbe dovuto renderli
speciali…
Un'altra originale ma più ambiziosa miniserie
ambientata in un universo parallelo è "1602", uscita
in otto episodi tra il 2003 e il 2004 con i testi di
Neil Gaiman e i disegni di Andy Kubert. Questa
storia non solo non è ambientata nell'universo
Marvel principale ma, come dice il titolo, si svolge
ai primi del XVII secolo e la caratterizza il fatto
che i supereroi appaiono con oltre
quattrocentocinquant'anni d'anticipo. Naturalmente
in un'epoca ancora piena di superstizioni religiose
i loro poteri li fanno considerare non esseri
eccezionali dalle doti spiegabili scientificamente
ma entità occulte dai poteri magici, come stregoni o
demoni. Solo alla fine di questa storia, in cui i
principali protagonisti dell'universo Marvel sono
completamente rielaborati in chiave rinascimentale,
si chiarisce quale paradosso temporale abbia
generato una tale realtà alternativa.
Gli autori di 1602 sono stati avvantaggiati dal
fatto che alcuni eroi Marvel (come il mago Dottor
Strange, il dio nordico Thor, o la strega Scarlet)
hanno in effetti dei poteri magici o soprannaturali,
mentre altri (come il Dottor Destino o Magneto)
portano già costumi in stile medievale. Alla prima
serie di "1602", tra il 2005 e il 2010, ne sono
seguite altre tre di autori diversi, una ambientata
in America intitolata "1602 New World" e le altre
due dedicate alle versioni dei Fantastici Quattro e
dell'Uomo Ragno di questo universo rinascimentale.
È un po' più realistica, ma anche piena di
forzature, la miniserie in cinque albi del 2007 "Bullet
Points" (Punte di Proiettile), scritta da Michael
Straczynski e disegnata da Tommy Lee Edwards, in
cui, nel classico stile dei "What If…?", si immagina
cosa sarebbe successo se lo scienziato destinato a
creare Capitan America, e a morire subito dopo,
fosse stato raggiunto dal proiettile un giorno prima
del fatidico esperimento. In ogni numero le
conseguenze di tale apparentemente piccolo evento
stravolgono la vita di un diverso personaggio.
Così in "Bullet Points" non esiste Capitan America
ma un mingherlino Steve Rogers che, determinato ad
aiutare comunque il suo paese, indossa il prototipo
dell'armatura di Iron Man vent'anni prima di Tony
Stark. Nelle puntate successive l'accumularsi degli
eventi crea altre differenze rispetto all'universo
Marvel originale. Uno scapestrato Peter Parker non
diventa l'Uomo Ragno ma Hulk, Reed Richards non
fonda i Fantastici Quattro, che muoiono tutti
anzitempo tranne lui, ma diventa capo al posto di
Nick Fury del servizio segreto governativo
S.H.I.E.L.D., per cui lavora un Bruce Banner che
anziché mutarsi in Hulk diventa l'Uomo Ragno.
Dal 2000 insomma anche la Marvel investe sempre di
più su versioni alternative dei suoi supereroi, fino
alla miniserie del 2015 "Secret Wars" (Guerre
Segrete), scritta da Jonathan Hickman e disegnata da
Esad Ribic, in cui l'intero Multiverso dei supereroi
Marvel viene definitivamente distrutto e sostituito
provvisoriamente con una Terra composita, denominata
Battleworld, formata da frammenti di diverse Terre
parallele e dominata dal Dottor Destino. In questa
miniserie e nelle altre ad essa collegate, si può
quindi trovare più di una versione di Iron Man o di
Thor, un Wolverine anziano, una Capitan Bretagna
musulmana e così via…
L'intera operazione ricorda ciò che aveva fatto la
DC trent'anni prima con "Crisis…" e non a caso è
stato scelto come titolo "Guerre Segrete", lo stesso
di una miniserie uscita all'epoca proprio in
contemporanea a "Crisis…" per farle concorrenza.
Anche lo scopo che la Marvel vorrebbe raggiungere
con questa nuova "Secret Wars" è lo stesso che aveva
avuto la DC con la vecchia "Crisis…", generare un
nuovo universo narrativo con versioni radicalmente
rinnovate di tutti i suoi vecchi supereroi, per
tentare di scongiurarne il lento declino. Vengono
così spazzati via in un colpo solo i due principali
universi della Marvel, quello di Terra-616 che
durava da oltre cinquant'anni e l'universo Ultimate
di Terra-1610 che andava avanti da quindici.
Una delle novità più evidenti del nuovo universo
Marvel, è che alcuni personaggi maschili sono
sostituiti da versioni femminili, come nel caso di
Wolverine o Thor. Infatti l'incarnazione principale
di quest'ultimo è ora la dottoressa Jane Foster, che
nel vecchio universo era stata una semplice
infermiera fidanzata con Thor.
Hanno poi generato polemiche le ultime due versioni
di Capitan America. Nell'era Obama era stato
sostituito dal suo vecchio partner afro-americano
Sam Wilson, ma ora è apparsa anche una nuova
incarnazione del biondo Steve Rogers, che a sorpresa
avrebbe rivelato di avere legami con
l'organizzazione filo-nazista Hydra.
La Marvel insomma sembra oggi voler soprattutto
stupire a ogni costo i lettori. Le nuove versioni
dei suoi eroi hanno il vantaggio che non si devono
conoscere cinquant'anni di fumetti per comprenderne
le storie ma non sappiamo se questa "Nuovissima
Marvel" riuscirà a durare almeno una ventina d'anni,
come l'universo DC post-Crisis, o se alle prime
flessioni nelle vendite sarà rimpiazzata a sua volta
da ulteriori revisioni.
Ciò che dimostra per ora tutto questo riferirsi di
continuo sempre ai soliti modelli preesistenti,
rimaneggiati in infinite versioni, è soprattutto la
perenne difficoltà e lo scarso coraggio dei più
grossi editori statunitensi di fumetti, ormai quasi
del tutto incapaci di proporre dei personaggi
interessanti che siano veramente inediti.
Gli autori più validi alle loro dipendenze sono
chiamati ogni volta a salvare capra e cavoli, cioè a
coniugare le esigenze della qualità con l'imperativo
editoriale di restare comunque ancorati ai soliti
supereroi…
Ma realtà alternative e Terre parallele non sono
un'esclusiva dei fumetti americani. Se ne sono
viste, sotto varie forme, anche in molte serie o
opere a fumetti di autori europei. Si va dai viaggi
in altre dimensioni compiuti da Topolino, in alcune
sue storie di produzione italiana, agli universi
paralleli inventati da autori francesi come
Jean-Claude Forest, con la Storia che a volte prende
corsi diversi da quelli a noi già noti. Si passa dai
mondi alternativi immaginati da autori inglesi come
Brian Talbot e Alan Moore agli universi narrativi
contigui, ma a volte nettamente separati, in cui
vivono i vari eroi italiani della Sergio Bonelli
Editore. Data la vastità dell'argomento, ne
parleremo più diffusamente nella seconda parte di
questo articolo.
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