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La Natura di oggi e di ieri
Siro Baggiani
La natura è la cosa più grande,
più bella, più buona, perché ci ha dato la vita, a
noi umani e a tutte le altre specie viventi sul
pianeta.
La natura sa come conservarsi; questo ce lo dimostra
in quanto per miliardi di anni ciò che c'è oggi se
lo è saputo conservare.
È l'uomo che la distrugge: attraverso la scienza e
la tecnologia che l'ha cambiata e la sta cambiando
sempre più, anche per colpa delle leggi sbagliate
del passato e del presente, che continuano a essere
sbagliate.
In natura esiste il bene, il male, il bello, il
brutto, il buono e il cattivo. Ciò che è
commestibile, velenoso, utile, nocivo o dannoso.
Questo lo sappiamo tutti, ma non tutti sanno che il
male è più forte del bene, che essa si sa difendere;
per questo i nostri antenati hanno dovuto difendersi
ma gli ambientalisti di oggi che fanno le leggi non
possono sapere cosa vuol dire male; essi prendono
grandi stipendi già puliti dal male, non sanno come
si devono difendere i contadini per salvare i propri
raccolti dell'anno dagli animali che gli
ambientalisti hanno protetto.
Questo è il ringraziamento che hanno dato loro. per
capire tutto questo basterebbe andare per qualche
settimana al posto loro; solo allora capirebbero
cosa stanno facendo. Parliamo della nostro Italia,
quando era popolata da contadini che dovevano
procurarsi il cibo, non solo per sé ma per tutta la
popolazione, perché tutto viene dalla terra. Essi
dovevano salvare tutto quello che offriva loro la
natura, combattendo tutto ciò che era nocivo e
dannoso per i raccolti.
Dovevano difendersi dai lupi, che mangiavano le
pecore, i maialini, il pollame, i conigli e tutto
ciò che incontravano purché fosse carne. C'è chi
dice che i lupi sono utili per mangiare carogne; ma
non è vero, quando venivano cacciati quelli che
rimanevano non aspettavano che morisse qualche
animale per farsi un buon pranzo; al contrario
cercavano quelli vivi che erano più buoni, creando
così gravi danni ai contadini e a tutte le altre
specie utili. Le carogne venivano mangiate dalle
larve dei mosconi, lasciando solo le ossa.
Si difendevano dalle volpi, puzzole, faine, donnole,
gatti selvatici, linci e da tutte le altre specie
carnivore, comprese tutte le altre specie di rapaci
quali falchi, poiane, corvi, cornacchie, gazze ladre
e tante altre che non conosco, anche se si parla di
animali italiani.
Ogni contadino quando vedeva una volpe correva a
prendere il fucile per ucciderla perché era molto
dannosa; gli mangiava i polli che pascolavano per i
campi e anche vicino a casa, pulcini, uova, conigli
allo stesso modo dei lupi.
Quello era il suo guadagno dopo mesi e anni per
crescerli.
Quando l'aveva uccisa la portava in un paniere per
mostrarla agli altri contadini che lo premiavano
dandogli uova o denaro.
C'erano puzzole e faine che stavano nascoste sotto
il pagliaio, davanti alla tana che si erano scavata;
lasciavano un mucchio di ossa di pollo e di altri
animali che mangiavano. Quando il contadino se ne
accorgeva, chiamava il cane che scavando riusciva ad
acchiapparli e ucciderli. Chi li uccideva, come
dicevo prima, riceveva dei premi dagli altri
contadini.
Anche le donnole sono piccole ma molto astute e
dannose in quanto oltre a mangiare pulcini, uova,
galline, uccellini di tutte le specie, si nutrivano
soprattutto delle nidiate che trovavano, uccellini
molto più bellini e utili di quelli che hanno
protetto per sterminare quelli rimasti.
La donnola era molto astuta perché uccideva prede
molto più grandi di lei, come i tacchini. Gli
saltava sulla schiena e gli mordeva il collo per
succhiare loro il sangue di cui erano molto ghiotte.
La donnola anche se in compenso acchiappava qualche
topo era molto dannosa perché sapeva arrampicarsi
anche sulle cime degli alberi per cercare i nidi e
catturare le madri mentre covavano le uova.
C'è da aggiungere anche i volatili rapaci carnivori
che sono altrettanto dannosi, come dicevo prima,
soprattutto le specie dei falchi; fra questi il più
dannoso è il falco pellegrino, il quale riesce ad
acchiappare in volo anche uccelli grossi come
piccioni, ma il male più grande lo fa quando caccia
gli insettivori, quelli che si cibano di insetti;
fra questi le più sfortunate sono le rondini quando
arrivano dai paesi caldi attraversando il mare per
tornare in Italia ai loro nidi, stanche ed affamate.
Per i falchi pellegrini sono prede facili da
catturare anche in volo.
Ci sono altre specie che non solo mangiano carne ma
si cibano anche di frutta; fra queste le cornacchie,
i corvi, le gazze ladre eccetera.
Ma i più dannosi sono gli storni, i quali mangiano
frutta coltivata dai contadini; basta che uno di
loro veda un ciliegio, un fico, un pesco, un pero,
un diospero… ma il danno maggiore è all'uva e alle
olive.
Quando sono cresciuti di numero cominciano a cantare
richiamando tutto il branco: migliaia di individui.
Quando entrano in un vigneto, la vendemmia la fanno
loro, come fanno ancora.
In poco tempo danneggiano il raccolto di tutto
l'anno, dopo la fatica e tanta manodopera per
coltivarlo. I contadini hanno tante spese tra cui
quelle per il ramato, lo zolfo, il concime e tanti
prodotti per combattere vermi e parassiti di frutta
e verdura.
Questi storni! In autunno, quando non trovano più
nulla, si cibano di olive anche se sono molto aspre,
danneggiando anche qui il raccolto del contadino.
Tutti questi animali carnivori rapaci con le leggi
di oggi non solo sono protetti ma vengono pure
reintrodotti, creando danni all'agricoltura e
all'ambiente perché questi carnivori hanno
sterminato gli insettivori; senza questi ultimi il
contadino è costretto ad adoperare i veleni per
uccidere gli insetti nocivi, altrimenti non viene
più niente, i raccolti se li mangiano loro.
Questi veleni non solo costano molto ma fanno male
anche a chi li adopra, oltre a noi che li mangiamo.
Molti dicono che se non ci fossero più questi
insettivori quali gli uccelli è colpa dei
cacciatori, ma non è vero! Perché quando c'erano
tanti contadini, c'erano anche tanti cacciatori e
c'erano tanti uccelli perché ogni cacciatore
contribuiva a salvarli.
Considerando che ogni cacciatore ne poteva uccidere
un centinaio nei mesi della caccia, ma bastava che
uccidesse una volpe oppure qualche altro carnivoro
che allora non erano protetti, ne salvava molti di
più di questi uccellini ed altri insettivori perché
questi carnivori a caccia andavano tutto l'anno
uccidendone molti di più del cacciatore.
Considerando che ogni uccellino di bello fine, ciò
quelli che si cibano di insetti, poteva mangiarne
una decina o anche venti al giorno, secondo la
specie.
Ogni insetto può deporre centinaia di uova più volte
l'anno.
Basta fare questi conti per capire un solo uccellino
quanti ne poteva mangiare durante l'anno e quante
migliaia d'insetti potevano nascere sulle culture o
frutteti.
I veleni che danno oggi li uccide solo nei campi
coltivati ma nei boschi se non ci sono più uccellini
oppure altri insettivori come lucertole, rospi e
altre specie, chi li mangia? Così questi insetti
prolificano, cominciando a danneggiare anche le
piante di bosco come castagni e altri alberi da
frutto.
Il bosco e i campi non coltivati servono loro da
ripopolamento, così sono pronti a volare sui campi
rendendo necessari i veleni.
Anche gli uccelli acquatici quando aumentano di
numero sono dannosi perché mangiano ranocchi,
salamandre, tritoni, girini e altre specie quali i
pesci: tutte quante si nutrono di larve di zanzare
ed altri insetti dannosi.
Non è detto che tutti gli insetti sono nocivi! Ci
sono tante altre specie che sono utili, come le api
che non solo ci danno il buon miele ma servono anche
per impollinare piante e altre coltivazioni; ci sono
anche le vespe, i calabroni, le cocciniglie e tante
altre specie che non sono dannose.
Anche le farfalle impollinano, ma dalle uova loro
nascono i bruchi pronti a mangiare le verdure
coltivate.
Ritornando indietro di settant'anni, io ero piccolo
ma ricordo bene quando eravamo contadini e vivevamo
in un mondo di favole anche se eravamo più poveri;
c'era più contentezza, più bene in famiglia anche se
eravamo più numerosi, ma avevamo delle regole da
rispettare e noi le rispettavamo tutti.
Al mattino venivamo svegliati dai canti dei
passerotti che covavano sui tetti, le cinciarelle
sugli alberi in cerca di insetti, mentre cantavano
qua e là volando di albero in albero, le capinere in
cerca di un posto dove fare il nido, come i
verzellini, le ziperagnole, i fringuelli, i merli, i
picchi che si arrampicavano sui tronchi dei vecchi
alberi per cercare larve di insetti nascoste sotto
le cortecce del tronco. Tra questi il picchio verde,
il picchio rosso, il picchio maggiore, il picchio
muratore, più rampichino, e tante altre specie.
Ricordo la sera all'imbrunire cominciava a cantare
l'usignolo col suo bel canto; era una meraviglia
ascoltarlo…
Quando arrivavamo all'inverno si cominciava a vedere
il pettirosso che si avvicinava agli altri e alle
case, in cerca di insetti. I cardellini venivano a
branchi, anche loro vicino alle case, nei giardini
in cerca di semi delle erbe ormai già secche, oltre
al canto mostravano dei colori bellissimi.
Quando veniva la neve tutti noi bambini ci
divertivamo ma loro, spinti dalla fame e dal freddo,
si avvicinavano al pagliaio, se non c'era la neve,
per cercare qualche chicco di grano nascosto fra la
paglia. Insomma ripensandoci era un sogno da favola.
Ricordo che si spalava la neve per portarci le
briciole di pane ed altri semi, vicino alle finestre
per vedere attraverso il vetro quanto erano belli;
anche i merli tutti neri sul manto della neve bianca
erano bellissimi.
A primavera, all'alba, si sentivano i primi richiami
delle rondini che volavano sotto i tetti, vicino
alle finestre portando mosche, zanzare, moscerini ed
altri insetti i pulcini che sull'orlo del nido
stavano ad aspettare a becco aperto.
Nell'aria si sentiva suonare un'orchestra che
eseguiva canti diversi, suonata da decine di uccelli
con i loro richiami amorosi.
Insomma questa era la natura, così bella che oggi
non mi sembra vero. oggi proteggendo questi piccoli
uccelli carnivori hanno cancellato e continuano a
sterminare le bellezze della natura ed i bisogni di
questi uccelli.
Ma se i nostri antenati hanno cacciato questi
carnivori fin dall'antichità, secondo le leggi di
oggi erano tutti imbecilli! Ma se chi fa le leggi
invece di prendere stipendi d'oro già puliti,
guadagnati da questi coloni o aziende agricole col
loro sudore e la rabbia che devono sopportare nel
vedersi sparire i propri raccolti che hanno
coltivato con fatica e tante spese tutto l'anno,
prendessero il loro posto, come dicevo prima,
basterebbe un solo giorno, allora potrebbero capire
che difendere il male non va bene, solo allora
potrebbero fare le leggi giuste.
Per capire perché siamo costretti a mangiare frutta
e verdura avvelenata basta avere un piccolo orto,
dove si producono questi ortaggi senza avvelenarli
per combattere bachi e insetti di ogni specie; non
viene niente, non basta la parola biologica, anche
se son fatti di un materiale diverso è pur sempre
veleno altrimenti non muoiono.
La parla biologica era molto più valida e si
difendeva da sé quando non c'erano le leggi che
proteggono il male.
Si è parlato di uccelli di becco fine ma ci sono
anche quelli col becco grosso, pure essi utili,
quali fringuelli, verdoni e altri: il becco grosso
serve loro per aprire i semi lasciati dai raccolti
durante l'anno e specialmente nell'inverno, questi
uccelli di becco grosso andavano a branchi di
migliaia nei campi dove non c'erano più raccolti ma
erano rimasti i semi delle erbe dannose.
Questi mangiavano tutte le specie di questi semi; in
tal modo non c'era bisogno di pesticidi e diserbanti
per difendere i raccolti.
Da quando non ci sono più uccelli insettivori per
colpa di questi uccelli carnivori che sono stati
protetti anche i pesticidi sono utili per
l'agricoltura. Ma anche fra gli uccelli rapaci c'è
qualche specie utile come le civette, i barbagianni,
l'allocco, il gufo ed altri. Sono utili perché
mangiano i topi, ma questi sono notturni; anche se
stanno vicino alle case non li uccide nessuno.
Fra gli uccelli insettivori c'è una specie che si
meriterebbe il primo premio: i codibugnoli. Sono
molto piccoli, con una coda lunga: forse sarà per
questo che si chiamano così.
Questa specie fa il nido a qualche metro di distanza
da terra, per questo ne sono rimasti pochi: per i
carnivori sono prede facili. Essi arrivano
facilmente a mangiarsi le nidiate.
Il suo nido è ovale con un buchino quasi in cima per
il passaggio; è fatto con muschio intrecciato con
tele di ragno e fili di lana che lasciano le pecore
quando passano fra i rovi. Dentro è imbottito di
piume morte che lasciano altri volatili. Nel nido
vengono deposte dalle diciotto alle ventidue uova,
perciò il codibugnolo fa il nido in modo così
intelligente! Così i piccoli come sono non ce la
farebbero a covarli tutti, ma basta che covino
quelle in cima, le altre in basso rimangono calde.
Quando di schiudono i genitori devono far mangiare
anche quelli che si trovano in fondo al nido, eppure
sanno conoscere chi ha mangiato e chi no per
crescerli tutti quanti.
Quando sono pronti per volare i genitori portano
tutta la famiglia da un albero all'altro per
insegnare loro a catturare i piccoli insetti molto
dannosi per tutte le piante. Essendo in tanti volano
tutti sopra la stessa pianta e la lasciano pulita
prima di andare su un'altra; è per questo che sono
più utili di tutti.
C'è qualcuno che chiede: come mai gli storni sono in
aumento? Pochi sanno dare questa risposta; c'è chi
dice: perché non ci sono più i cacciatori, ma non è
vero, perché fino a poco tempo fa, nel 2012, i
cacciatori c'erano ed era una delle specie
cacciabili. Ce n'erano a migliaia, mentre quelle
protette che fanno il nido per terra sono sparite
quasi tutte. La risposta giusta è questa: gli storni
fanno il nido sui tetti, dove gli uccelli carnivori
non arrivano, e riescono a portare via tutte le
nidiate che fanno, facendo aumentare il numero di
animali dannosi, mentre gli uccelli insettivori,
covando in terra oppure sopra le macchie, sono
vulnerabili, facili prede da catturare. In questo
modo fanno diminuire questi insettivori tanto utili
fino all'estinzione per colpa di questi carnivori
protetti.
Questa è la risposta giusta: altro che cacciatori!
È giusto salvare tutte le specie esistenti, buone o
nocive, ma è altrettanto giusto tenere sotto
controllo le specie nocive per non farle aumentare
di numero e diventare così dannose: già sono troppi
gli storni, i cinghiali, i caprioli, i daini, le
cornacchie e tutti gli altri rapaci.
I contadini o coltivatori diretti sono molto
arrabbiati perché non ce la fanno più a vivere in
queste condizioni.
Nel periodo della frutta se la mangiano loro, i
raccolti li mangiano gli erbivori, la verdura i
bruchi, i pidocchi ed altri vermi, ma a loro cosa
gli resta?
Quando nasce il granturco, fra cornacchie, piccioni
ed altre specie, lo beccano rovinando metà dei
raccolti.
Quando nascono i pulcini se li mangiano i falchi ed
altri carnivori terrestri e così via.
Quando c'erano i lupi, i pastori erano molto
arrabbiati perché non solo sparivano loro gli
agnellini ma anche le pecore, le capre, i maiali
eccetera.
Gli ortaggi li dovevano avvelenare continuamente
perché stanno aumentando sempre di più, perché
spesso appaiono nuove specie più resistenti ai
veleni.
Ci sono i cinghiali che non solo mangiano il grano,
il granturco, l'uva, i pomodori e le castagne, ma
fanno danno anche mangiando le verdure e
pesticciando danneggiano i raccolti sopra terra; ma
mangiano anche quelli sotto terra come le patate, le
barbabietole eccetera, scavando col naso per cercare
lombrichi e altre radici di erbe che fanno parte
della sua dieta.
Anche i caprioli sono dannosi. I contadini che hanno
piantagioni di frutti sono costretti a spendere
denaro per comprare reti metalliche per recintarli,
ma non solo: essi mangiano anche le verdure di ogni
specie.
Non solo questi mangiano tutto ai contadini, ma
anche nei boschi dove spuntano i germogli che
servono per imboschire dove le piante cadono.
Allora la forestale ha reintrodotto i lupi per
mangiare i caprioli e i cinghiali perché sono
troppi, ma è qui che i contadini, coltivatori
diretti, aziende agricole sono arrabbiatissimi,
perché se trovano a mangiare i loro raccolti un
capriolo oppure un cinghiale e lo uccidono,
giustamente per mangiarlo, la forestale fa loro una
bella multa, mentre hanno reintrodotto e protetto
questi carnivori perché si nutrano loro di cinghiali
e caprioli.
Questo non va bene, voler bene agli animali nocivi
più che alla nostra specie umana.
In natura non esiste amare più un'altra specie più
della propria, soprattutto quelle specie dannose.
Esiste anche un altro grosso sbaglio; quello di
curare un animale dannoso, se è ferito, e rimetterlo
in libertà per andare a mangiare altri animali
utili, mentre la nostra specie quando ha bisogno di
cure, oppure operazioni, viene messa in lista di
attesa anche per mesi o anni, aspettando che il male
si acuisca e diventi incurabile fino alla morte.
Tutto questo è perché dicono che non c'è denaro per
aumentare il servizio sanitario, ma per gli animali
sì!
Questo è vergognoso, non dovrebbe esistere. Non è
detto che gli animali siano tutti dannosi; ci sono
specie che l'uomo è riuscito ad addomesticare e
rendere utili.
Fra tutte le specie è stata scelta la pecora perché
non è aggressiva ed è erbivora, facile da allevare.
Questa era importante e lo è ancora perché ci dà il
latte, la lana e la carne.
Anche i bovini, che oltre al latte ci danno la pelle
ma soprattutto la carne che è nella nostra dieta;
questi li aiutavano a lavorare la terra. anche i
maiali erano molto utili per la loro carne, così
come le varie specie di pollame.
Ma ci sono altre specie altrettanto utili anche se
non ci danno niente da mangiare: ci danno tuttavia
una dolce compagnia, sia da bambini che da anziani:
questi sono i cani e i gatti, i quali sanno
riconoscere i loro padroni e vogliono loro bene.
Sono utili per fare la guarda, per accompagnamento e
tante altre occasioni.
Gli ambientalisti dicono che difendono l'ambiente ma
come fanno loro lo distruggono, non solo l'ambiente
ma anche chi ci vive. Vogliono lasciare tutto alla
natura, cominciando dai fiumi; col passare del tempo
il letto del fiume si è trasformato e riempito di
terra, sassi e detriti fino al pari del terreno. In
certi casi hanno costruito gli argini, ma questi
dopo tanta pioggia si possono rompere, come spesso
accade, provocando alluvioni.
L'ambiente ha bisogno della mano dell'uomo, altro
che natura!
I fiumi vanno affondati e ripuliti perché anche se
viene un temporale che fa aumentare l'acqua, deve
sempre restare sotto il livello del terreno. Coi
mezzi di oggi è possibile affondarli e col materiale
tolto rinforzare gli argini, facendo due cose buone
nello stesso tempo, spendendo meno ed evitando che
venga l'alluvione provocando tanti danni agli
animali, alle case, ai raccolti e soprattutto alle
vite umane, come spesso accade.
Anche i contadini, considerati ignoranti, quando
arrivava settembre o ottobre ripuliscono e
affondavano le fossette dei campi dove c'era bisogno
per salvare i raccolti.
Un altro grave sbaglio è quello di lasciare i boschi
alla natura; anche questi infatti hanno bisogno
della mano dell'uomo.
È vero che ci sono dei vandali e persone scorrette
che buttano cicche ancora accese sui bordi della
strada confinante coi boschi, ma è altrettanto vero
che il bosco senza la legna non brucia; se nelle
montagne boschive venissero ripulite come quando
c'erano i contadini brucerebbe solo l'erba secca
senza fare nessun danno, ma da quando c'è chi dice
che i boschi devono restare alla natura con alberi
vecchi caduti e tutta la ripulitura lasciata ai
boscaioli, quando tagliano il bosco per fare legna
da fuoco oppure da lavoro è chiaro che il bosco
brucia tutto, anche le piante verdi, diventando
pericoloso anche per le abitazioni che si trovano
vicino e per tutto il bestiame dei contadini e per
gli animali selvatici che ci vivono.
Quando c'era i contadini tagliano macchie vecchie e
nuove anche piene di rovi pungenti per fare fascine
che servivano loro per scaldare il fondo per cuocere
il pane.
Oggi di queste fascine non c'è più bisogno, quei
pochi contadini rimasti preferiscono comprarlo già
fatto.
Il bosco con le macchine che ci sono oggi potrebbero
ripulirlo ugualmente e salvarlo dagli incendi dolosi
o naturali causati dai fulmini. Questi ramoscelli o
detriti lasciati alla natura non solo alimentano gli
incendi ma con la pioggia trattengono le acque
appesantendo il terreno più scivoloso e creano
valanghe anche molto pericolose.
Questi detriti di sudicio o ramoscelli lasciati nel
bosco col temporale possono scivolare fin nel fiume,
intasando ponti e passaggi stretti e provocando
alluvioni.
Anche per i fiumi c'è bisogno di manodopera per
tagliare le piante che crescono nel letto, comprese
quelle degli argini dove ci sono i canneti; le
macchine li tritano e li lasciano lì, ma è sbagliato
perché d'estate possono favorire incendi e d'inverno
con le piogge scivolano giù e, anche se tritati,
possono favorire l'intasamento dei fiumi e causare
quindi alluvioni.
COSA DI DEVE FARE PER SALVARE LA NATURA
Per salvare la natura occorre ritornare indietro
fino agli anni Trenta e copiare molte cose che sono
state dimenticate.
È vero che ogni essere vivente va salvato, con
l'eccezione dei microbi e dei parassiti che portano
solo malattie e fastidio, come le zanzare eccetera,
ma dovrebbero essere tenuti sotto controllo finché
non aumentino di numero e diventare dannosi, come
facevano i nostri antenati.
Questi animali considerati dannosi si sono sempre
salvati anche quando c'erano i contadini che davano
loro una caccia spietata per salvare i raccolti.
Questi andrebbero messi in delle grandi riserve
recintate in modo che non vadano a danneggiare
l'agricoltura, perché è da questa che dipende la
nostra sopravvivenza.
Occorre fare delle torri con dei fori e piccoli
spazi per farci covare i pipistrelli insettivori per
ripulire l'aria, fare degli allevamenti che ce n'è
tanto bisogno.
Occorre fare delle cornici per farci fare il nido
alle rondini e fare delle belle multe a chi le
danneggia invece di curare e salvare altri animali
che danno loro la caccia; non solo a loro ma a tutti
gli insettivori utili e belli.
Occorre ridare la libertà ai contadini e alle
aziende agricole, le quali devono essere risarcite
dei danni, di uccidere e difendersi dagli animali
che distruggono i raccolti, come facevano i nostri
antenati, non fargli la multa come prevedono le
leggi di oggi.
Questi vanno premiati perché salvano i cibi che
mangiamo quotidianamente, altro che multe!
Occorre affondare i fiumi, come dicevo prima.
Occorre fare muri in cemento armato per proteggere
le abitazioni vicine ai fiumi.
Occorre ripulire i boschi dal legname sottostante e
adoprarlo per fare granelli per le stufe.
Occorre fare delle strade nei boschi per permettere
di passare ai mezzi antincendio e facilitare i
boscaioli nel loro lavoro, dare possibilità di
arrivarci con le auto per fermarsi al fresco
d'estate per chi lavora al caldo, o dove c'è
polvere, e inala vernici o diluenti.
Queste persone che lavorano per noi vanno premiate
lasciandole andare al fresco dei boschi per
riprendere una boccata d'ossigeno che he hanno molto
bisogno; oggi fanno al contrario, hanno messo le
sbarre per impedircelo. È questo il ringraziamento
di chi fa le leggi?
Bisognerebbe provvedere anche per chi non può
camminare come anziani, malati, zoppi, donne
incinte, chi ha bambini piccoli eccetera.
Queste sono persone che pagano le tasse non solo per
mantenere i boschi ma anche per mantenere grandi
stipendi a chi fa le leggi; è così che ringraziano:
proibire loro di andare nel bosco che è l'unico
divertimento per chi non ha la villa al mare o in
montagna.
C'è bisogno di rimboschire i vecchi boschi con i
pini e altri alberi che cadono, farci nuove
piantagioni di alberi da lavoro, da legname e
soprattutto che producono ossigeno, fresco e
bellezza. Questo è necessario: altro che lasciarlo
alla natura.
Ci sono tanti disoccupati o in cassa integrazione;
ognuno potrebbe contribuire a migliorare, che ce n'è
bisogno, e guadagnare da vivere per chi non ha
niente.
La cosa che occorre maggiormente è vedere dove vanno
i nostri soldi e bloccare chi li ruba, chi li
spreca, chi non paga le tasse; solo così con questi
soldi si darebbe lavoro a chi ne è privo e salvare
l'ambiente e chi ci vive.
In questi ultimi anni la scienza si è sviluppata
molto velocemente; è bello vedere le macchine
lavorare per noi, ma pensandoci hanno levato il
lavoro agli operai, aumentando sempre più la
disoccupazione, mettendo le famiglie in difficoltà
ad andare avanti. Pensando a quanto denaro viene
spero per andare nello spazio, per costruire
aeroplani da guerra pronti per andare ad uccidere
vite umane, carrarmati, tante armi sempre più
potenti che non solo inquinano e rovinano
l'ambiente, ma avvelenano anche chi ci vive.
Gli ambientalisti fanno multe a chi fa il fuoco in
mezzo al campo per bruciare erbacce, rovi e altre
culture ormai già secche per pulire il terreno prima
di seminarci, perché non vanno a punire chi
veramente inquina l'aria con fumi e sostanze
velenose?
È più facile acchiappare i deboli e far loro pagare
per i più forti!
La natura è l'uomo che la disfa, ma vanno puniti i
colpevoli, non gli innocenti.
ANCHE I FUNGHI APPARTENGONO ALL'AMBIENTE
I funghi sono esseri viventi come tutte le altre
specie in movimento. Anche tra i funghi, come tra
quasi tutti gli esseri viventi, vi sono quelli buoni
e quelli cattivi, soprattutto per chi li mangia, ma
anche fra noi umani ci sono i buoni e i cattivi
purtroppo.
Questa specie, come dicevo prima, è vivente anche se
diversa dalla nostra; basta metterne uno in un
cassetto per alcuni giorni, quando lo apriamo esce
fuori un puzzo come di animale morto.
Ogni qualità di fungo nasce sopra le radici di ogni
pianta o albero ma anche loro sono diversi; ci sono
quelli belli a vedersi e quelli meno, ci sono quelli
commestibili e quelli addirittura mortalmente
velenosi sia per gli umani che per altri animali che
si cibano della sua carne.
Questo lo sappiamo tutti ma non tutti sanno dove
nascono, come nascono e quando.
C'è chi dice che nascono dalle spore; basta
chiederlo a chi è nato nel bosco con ottanta anni di
esperienza. Dirà che le spore non c'entrano per
niente; il fungo è un frutto che nasce spontaneo
sopra alle radici di una pianta malata di fungo, che
come noi umani se si suda e si va al freddo c'è chi
si ammala e chi no, anche le piante in piena estate
fino all'autunno quando il terreno è molto arido e
piove molto poi sole senza vento, la differenza dal
caldo al freddo provoca una malattia chiamata
malattia del fungo che, col ribollire del terreno,
fa nascere il fungo. Non tutte le piante si
ammalano, soprattutto quelle giovani.
Per diverse persone le spore sono soltanto una scusa
per prendere i soldi alla gente, perché vorrei che
chi ha messo questa legge mi desse una risposta a
queste domande: perché nei boschi dove non sono mai
nati i funghi basta che piova con una grandinata in
piena estate e i funghi nascono abbondanti? Chi è
che ci ha portato le spore?
La risposta la suggerisco io! Perché la grandine è
più ghiaccia dell'acqua; in un terreno arido e
caldo, questo ribolle, fa la muffa e nascono i
funghi.
Ogni specie nasce dalle sue piante; il porcino
preferisce nascere dal castagno, dalle scope, dalla
quercia, dal faggio; questi sono i migliori, ma
nascono anche dall'abete, dalle sughere, dagli
alberi eccetera.
Dove ci sono le acacie il porcino non nasce ma
nascono altri funghi che non so se sono
commestibili.
I funghi sono di tante specie; i più belli sono gli
ovoli col loro colore arancio che paiono fiori in
mezzo alle erbe verdi, anche se una parte di essi
sono tossici, da scartare.
Una volta quelle specie commestibili venivano
riconosciute e prese da adulti e purtroppo anche da
piccoli come porcini, ovoli, galletti, prugnoli e
tante altre specie ma commestibili.
Ora tutti questi vengono rubati al terreno anche da
troppo piccoli, che per trovarli viene raspato
distruggendo il letto e i neonati che potrebbero
crescere e dare un buon frutto, soddisfacendo sia i
fungaioli che li cercano sia chi li mangia.
Quelli che fanno le leggi dovrebbero multare
seriamente chi li prende sotto misura, chi raspa,
chi ne prende troppi, altro che spore e buste di
plastica, queste non fanno nessun male.
Ritornando alle spore, vorrei ancora una risposta da
coloro che fanno le leggi; se è tanto semplice
perdere spore per far nascere altri funghi
basterebbe scuoterli in un pezzo di bosco per fare
una coltivazione di allevamento, ancora non ci è
riuscito nessuno?
Perché quando viene tagliato il bosco per tre anni
circa non ci nascono i funghi? E perché dopo questo
tempo rinascono come prima?
Certamente ci vuole la pioggia e il giusto clima per
la nascita di un fungo, ma chi ce le ha portate in
questo periodo le spore?
Come mai nel bosco dove ci nascono abbondanti ci può
essere un castagno che intorno ci nascono sempre e
da un altro a pochi metri di distanza non ci nascono
mai?
Le spore dovrebbero esserci anche lì, cadute dai
panieri dei fungaioli che si intrecciano cercandoli.
Io nel mio giardino avevo una pianta di fico che
dopo quattro anni che era stato tagliato perché
ormai già vecchio, intorno al suo tronco
cominciarono a nascere famiglie di funghi di altre
qualità che non raccogliamo; le spore chi ce le ha
portate se in centro città non nasceva nessun fungo?
Un anno in un bosco dove si trovavano tanti funghi
ci fermammo a pulirli e la pulitura la spargemmo
vicino a dove li avevamo raccolti con la speranza
che dopo quindici giorni li avremmo ritrovati, ma
ciò non è accaduto. Se scuotendo il paniere queste
spore cadono figuriamoci con la pulitura quante ne
sarebbero cadute: ma i funghi non li abbiamo mai
trovati.
Un'altra prova l'ho fatta con i prugnoli: anche
questa volta non solo ho sparso la pulitura ma anche
un liquido fatto con la pulitura messo in un
barattolo di vetro. L'ho gettato vicino a dove li
avevo trovati ma niente da fare! Ma allora ho
pensato che era proprio una scusa per prendere i
dolsi con le multe che fanno per colpa delle spore,
come molti hanno capito?
Vorrei avere un'altra risposta sui prugnoli: perché
in alcuni prati di montagna nascono facendo disegni
a cerchio, a ferro di cavallo, a strisce larghe una
decina di centimetri e lunghe anche per metri che a
vederli sembrano strisce bianche per quanto si
ritoccano l'uno con l'altro?
Secondo loro le spore sono cadute solo in questi
dieci centimetri? Non è possibile ed è per questo
che i conti non tornano.
Anche qui penso che la risposta sia un'altra: penso
che ci siano delle crepe dove esce fuori del caldo,
sapendo che nascono in primavera quando è ancora
fresca la stagione e questo ce lo dimostra anche
l'erba perché in queste strisce l'erba è più alta e
più verde, tanto che si può notarlo da lontano.
Tutto sommato la risposta giusta penso che sia la
mia perché ottanta anni di esperienza nel bosco non
si possono cancellare.
Questa natura va capita,
apprezzata e controllata.
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