|
Intervista a Marco Morandi
|
Marco Morandi lavora attualmente a Firenze presso
Indire dove l'ho conosciuto, tramite Gianluca
Torrini, il quale ha prodotto il suo omonimo cd. |
L'intervista si svolge
tramite e-mail nel marzo 2005.
- MA: Massimo Acciai
- MM: Marco Morandi
MA: Cominciamo con i tuoi studi, la tua
formazione culturale.
MM: Sono laureato in Scienze Politiche, ad indirizzo
storico; un'altra mia grande passione, oltre la
musica, è infatti rappresentata dalla storia
contemporanea, oggetto di letture ed approfondimenti
nel tempo libero.
MA: Come è nato il tuo interesse per la musica?
MM: Da adolescente, come molti ragazzi, mi sono
appassionato alla musica rock e sono rimasto
affascinato da un video in cui Jimi Hendrix suonava
la chitarra. Un giorno entrai in un negozio di
dischi (vinili!) e, non conoscendo alcun brano di
Hendrix, acquistai un disco dall'aspetto della
copertina (!!). Il disco era "The cry of love";
divenni un grande appassionato della musica di
Hendrix (scoprì anche di aver avuto fortuna nella
scelta...) ed iniziai a suonare la chitarra, per
cercare di imitare le cose che sentivo.
MA: Hai fatto studi musicali?
MM: Iniziai in una piccolissima scuola di quartiere,
e successivamente mi iscrissi alla scuola Lizard di
Fiesole, per imparare a suonare rock e rock-blues;
in seguito, appassionato di jazz, ho frequentato
altre scuole ed insegnanti
MA: I tuoi gusti musicali?
MM: In questo periodo ascolto molto jazz, sia
"standard" (anni '40 e '50) che musica di "oggi"...
quindi miles davis, horace silver, sonny rollins (e
moltissimi altri...) e pat metheny, keith jarrett...
mi piace la musica rock, anche se resto in un ambito
"classico": Deep purple, Led Zeppelin, Jimi Hendrix
ecc. ecc. Adoro Stevie Wonder, ascolto moltissimo
Capossela... sarebbe davvero troppo lungo elencare
tutti i musicisti che ho ascoltato e che mi hanno
"fatto bene"....
MA: Come definiresti la tua musica? Appartiene ad
un genere preciso?
MM: Non saprei davvero descrivere la muisica che
faccio; credo che si avvicini alla New Age, o forse
ad Soft jazz; ho passato un periodo a chiedere alle
persone che genere veniva loro in mente ascoltando
la mia musica, alla fine le definizioni andavano
verso le direzioni che ho detto...
MA: Come nascono i tuoi pezzi?
MM: Cantando. Canto le melodie fino a che non mi
immagino anche le linee armoniche. prendo la
chitarra e inizio a suonare la melodia, cercando di
trovare l'armonia adatta. Quando raggiungo un
risultato che mi piace, registro la "cosa" (tengo un
registratore sempre a portata di mano!) e via via la
riascolto e la suono. Alla fine arrivo ad una
versione (diciamo) "definitiva"...
MA: C'è, tra i brani del tuo album, uno che senti
come più rappresentativo? Se sì, qual è?
MM: Non saprei... mi piace "Conversazioni inutili",
"Fine maggio in 3" e "Blues in C".
MA: Hai fatto concerti dal vivo?
MM: Ho avuto occasione di suonare in teatro, da
solo, nell'ambito di una commedia; suonare da solo
su un grande palco è sempre una grande emozione...
MA: Le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di
fare musica nell'èra digitale? Che peso ha la
tecnologia nella tua musica?
MM: Io uso moltissimo il computer per la mia musica;
ho registrato il disco in camera mia, semplicemente
con una buona scheda audio ed un microfono... uso il
computer anche per scrivere la musica.L'informatica
ha peso, a mio parere, nel "supporto" a chi fa
musica più che nel contenuto.
MA: Hai un sito Internet?
MM: Certo:
www.marcomorandi.net
MA: Cosa pensi della musica in rete?
MM: I miei pezzi sono scaricabili, in rete; certo,
per i diritti d'autore è un danno, ma per la
diffusione musicale, certamente è un vantaggio.
Probabilmente la direzione sarà quella di una
celebrità "informatica" cui deve seguire un'attività
live...
MA: Progetti per il futuro?
MM: Continuare a fare musica!! |
|
|