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La bellezza femminile nell'antico Egitto
 

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Al Palazzo Reale di Milano è in corso una mostra che indaga il profondo rapporto che legò gli antichi Egizi alla Bellezza. Qualità irrinunciabile ed agognata, fu uno dei perni attorno al quale ruotò la società. In suo nome vennero studiati approfonditamente gli elementi naturali per trovare composti in grado di mantenerla invariata nel tempo, sogno irrealizzabile che tormenta l'essere umano da sempre. La mostra mette in luce gli aspetti più intimi e personali della figura femminile che, armonica fusione di corpo e mente, occupò posti di rilievo nella società del suo tempo. Gli affascinanti oggetti di uso quotidiano e gli olii, le essenze, le creme e gli unguenti riprodotti fedelmente secondo le formule originali sono sempre accompagnati da spiegazioni esaustive sul loro impiego e la loro tradizione. Si scopre così che Nefertum, figlio di Ptah e Sekhmet, era anche dio dei profumi; per sua natura immateriale come lo spirito, era in comunicazione con Ra, dio del sole e dell'aldilà. Il profumo ( per fumum) bruciando sale verso il sole e può portare i messaggi degli uomini. Non solo quindi un vezzo narcisistico, ma anche un elemento pregno di significati religiosi. Era usuale l'impiego del Bit, un cono di grasso profumato che veniva posto sul capo femminile e che, con il calore, si scioglieva sprigionando intensi effluvi. I deodoranti erano a base di scorza di carruba macinata, mentre il Kyphi era il più noto dei profumatori, ed era composto da sedici ingredienti, fra i quali miele, uva secca, vino, resine, cedro, mirra, incenso, zafferano. Questo profumo, che si presentava in forma solida, era offerto agli dei ed usato anche per igienizzare l'aria. Si trova in vendita al termine del percorsi espositivo, riprodotto con successo seguendo la ricetta di Ramesse III, tratta dal Papiro Harris del XII secolo a.C. Vi erano poi due olii profumati per il corpo, il Rhodinon e il Metopion, rispettivamente alla rosa e al galbano, le cui formule sono state tramandate da Dioscoride. Esistevano già rimedi per conservare elastica ed idratata la pelle, delle vere creme antirughe con resina di terebinto, cera, olio di meringa, cipero. E, per le occasioni più importanti, cure d'urto ad effetto lifting: gomma polverizzata posta in acqua di palude che assicurava un momentaneo stiramento della pelle. Per coprire i capelli bianchi si applicavano impacchi di sangue di vitello nero cotto nel grasso, mentre per giocare a cambiare immagine c'era un'ampia scelta di parrucche di capelli naturali con varie fogge e lunghezze. Innumerevoli le progenitrici delle extensions, così come pettinini, mollette ed ogni sorta di accessorio per adornare i capelli, che sovente venivano tinti di rosso grazie all'impiego dell'henna. Altro alleato di bellezza era il kohl, la classica riga nera con cui sottolineavano gli occhi, che aveva, oltre ad uno scopo estetico, anche un fine terapeutico nella prevenzione delle malattie oftalmiche. Il kohl veniva conservato in splendidi contenitori, spesso di alabastro, una delle pietre favorite dagli Egiziani. L'ocra rossa dipingeva guance e labbra, il minerale, polverizzato, veniva impastato con acqua, saliva, olii e resine per facilitarne l'applicazione. Gli esfolianti rientravano nelle normali cure di bellezza per mantenere la pelle sempre liscia e luminosa, e a questo scopo venivano impiegate miscele di olio di mandorle, essenze di limone, arancio e mandarino con polveri di alabastro, argilla e sale marino. Gli specchi, costituiti da dischi di bronzo lucido, rappresentavano simbolicamente il sole, e l'immagine riflessa veniva interpretata come un doppio immateriale e idealizzato. Una sezione della mostra è dedicata al messaggio dell'alchimia e della magia; il sapere come scienza dei segreti della natura, delle sue leggi matematiche e chimiche, che trovò nel mitico Thot-Ermete Trismegisto il Maestro per eccellenza. Alla fine del percorso sono esposte le maschere funerarie ed i sarcofagi, e qui la bellezza si idealizza attraverso l'arte. La cura del corpo trova infatti nell'imbalsamazione il momento più alto per realizzare la sua eternità, insieme alla bellezza-purezza dell'anima. Una mostra che ci riporta intatto, attraverso i millenni, il culto della bellezza degli antichi Egizi ed il fascino immortale che lo accompagna.

Palazzo Reale- Milano dal 21 dicembre 2006 al 9 aprile 2007

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