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Libri a fumetti
Alan
Moore: teatro, musica e magia - Gli incantesimi
dal vivo di un grande mago del fumetto
Recensione di
Andrea Cantucci
Mostre
La
bellezza femminile nell'antico Egitto
di Maddalena Lonati
Teatro
Teatro dell'oblio: obliare
per una rinascita dell'arte
di Alessandro Rizzo
Cinema
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La bellezza femminile nell'antico
Egitto
Al
Palazzo Reale di Milano è in corso una mostra che indaga il
profondo rapporto che legò gli antichi Egizi alla Bellezza.
Qualità irrinunciabile ed agognata, fu uno dei perni attorno al
quale ruotò la società. In suo nome vennero studiati
approfonditamente gli elementi naturali per trovare composti in
grado di mantenerla invariata nel tempo, sogno irrealizzabile
che tormenta l'essere umano da sempre. La mostra mette in luce
gli aspetti più intimi e personali della figura femminile che,
armonica fusione di corpo e mente, occupò posti di rilievo nella
società del suo tempo. Gli affascinanti oggetti di uso
quotidiano e gli olii, le essenze, le creme e gli unguenti
riprodotti fedelmente secondo le formule originali sono sempre
accompagnati da spiegazioni esaustive sul loro impiego e la loro
tradizione. Si scopre così che Nefertum, figlio di Ptah e
Sekhmet, era anche dio dei profumi; per sua natura immateriale
come lo spirito, era in comunicazione con Ra, dio del sole e
dell'aldilà. Il profumo ( per fumum) bruciando sale verso il
sole e può portare i messaggi degli uomini. Non solo quindi un
vezzo narcisistico, ma anche un elemento pregno di significati
religiosi. Era usuale l'impiego del Bit, un cono di grasso
profumato che veniva posto sul capo femminile e che, con il
calore, si scioglieva sprigionando intensi effluvi. I deodoranti
erano a base di scorza di carruba macinata, mentre il Kyphi era
il più noto dei profumatori, ed era composto da sedici
ingredienti, fra i quali miele, uva secca, vino, resine, cedro,
mirra, incenso, zafferano. Questo profumo, che si presentava in
forma solida, era offerto agli dei ed usato anche per
igienizzare l'aria. Si trova in vendita al termine del percorsi
espositivo, riprodotto con successo seguendo la ricetta di
Ramesse III, tratta dal Papiro Harris del XII secolo a.C. Vi
erano poi due olii profumati per il corpo, il Rhodinon e il
Metopion, rispettivamente alla rosa e al galbano, le cui formule
sono state tramandate da Dioscoride. Esistevano già rimedi per
conservare elastica ed idratata la pelle, delle vere creme
antirughe con resina di terebinto, cera, olio di meringa, cipero.
E, per le occasioni più importanti, cure d'urto ad effetto
lifting: gomma polverizzata posta in acqua di palude che
assicurava un momentaneo stiramento della pelle. Per coprire i
capelli bianchi si applicavano impacchi di sangue di vitello
nero cotto nel grasso, mentre per giocare a cambiare immagine
c'era un'ampia scelta di parrucche di capelli naturali con varie
fogge e lunghezze. Innumerevoli le progenitrici delle extensions,
così come pettinini, mollette ed ogni sorta di accessorio per
adornare i capelli, che sovente venivano tinti di rosso grazie
all'impiego dell'henna.
Altro
alleato di bellezza era il kohl, la classica riga nera con cui
sottolineavano gli occhi, che aveva, oltre ad uno scopo
estetico, anche un fine terapeutico nella prevenzione delle
malattie oftalmiche. Il kohl veniva conservato in splendidi
contenitori, spesso di alabastro, una delle pietre favorite
dagli Egiziani. L'ocra rossa dipingeva guance e labbra, il
minerale, polverizzato, veniva impastato con acqua, saliva, olii
e resine per facilitarne l'applicazione. Gli esfolianti
rientravano nelle normali cure di bellezza per mantenere la
pelle sempre liscia e luminosa, e a questo scopo venivano
impiegate miscele di olio di mandorle, essenze di limone,
arancio e mandarino con polveri di alabastro, argilla e sale
marino. Gli specchi, costituiti da dischi di bronzo lucido,
rappresentavano simbolicamente il sole, e l'immagine riflessa
veniva interpretata come un doppio immateriale e idealizzato.
Una sezione della mostra è dedicata al messaggio dell'alchimia e
della magia; il sapere come scienza dei segreti della natura,
delle sue leggi matematiche e chimiche, che trovò nel mitico
Thot-Ermete Trismegisto il Maestro per eccellenza. Alla fine del
percorso sono esposte le maschere funerarie ed i sarcofagi, e
qui la bellezza si idealizza attraverso l'arte. La cura del
corpo trova infatti nell'imbalsamazione il momento più alto per
realizzare la sua eternità, insieme alla bellezza-purezza
dell'anima. Una mostra che ci riporta intatto, attraverso i
millenni, il culto della bellezza degli antichi Egizi ed il
fascino immortale che lo accompagna.
Palazzo Reale- Milano dal 21 dicembre 2006 al 9 aprile 2007 |
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