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Narrativa
Top nonik (prima parte) di
Massimo Acciai,
Spasmodiche riflessioni di
Giuseppe Costantino
Budetta, Sylvia (dedicato a Sylvia
Plath poetessa suicida) di
Rossana D'Angela,
Prologo alla Valle del Belice di
Paolo Filippi,
Sogno letterario della principessa di
Paolo Filippi,
Introduzione alla Shoah di
Paolo Filippi, Una sera a teatro di
Elisabetta
Giancontieri, La banda dei fiammiferi di
Iuri Lombardi,
Il poeta di
Maddalena Lonati, Il testimone di
Maddalena Lonati,
Jedan tajanstven caroban aparat (Un
misterioso magico congegno) di
Renato Lonza,
Il giorno in cui imparai a fare la fotosintesi
clorofilliana di
Antonio Piccolo, Gamberoni arrosto di Anna
Maria Volpini
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Amanda Nebiolo
Aforismi
Saggi
Il mito di Orfeo nell'opera di Jean Cocteau di Caterina Rocchi
Recensioni
Insomnia di
Lisa Massei, nota di Enrico Pietrangeli
Presagio triste
di Banana Yoshimoto, recensione di
Simonetta De Bartolo
Orgianas di
Daniela Bionda, nota di Enrico Pietrangeli
Rosso di
Cinzia Tani, nota di Enrico Pietrangeli
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Sogno letterario della
principessa
18 dicembre 2005: una giornata uggiosa
d'inverno con quel cielo grigio che ti opprime, che ti penetra
nel sangue e addormenta la vita!
Dopo avere trascritto le ultime note di una fantasia
dodecafonica, chiudo il mio pianoforte dispensatore generoso di
gioia e serenità per il meritato riposo di questa giornata per
riposarmi.
Solito rituale di ogni sera… la frugale cena a base di minestra,
il pigiama, i gatti che mi aspettano sornioni pronti ad
accoccolarsi vicino a me.
Un turbinio di pensieri nella mia mente mentre provo a prendere
sonno passando con la velocità sicuramente più veloce della luce
da una sensazione all'altra, associando e dissociando eventi e
situazioni, cercandone di concatenare la possibile
interdipendenza con la pretesa unica ed unitaria di fare
chiarezza.
Nel momento transeunte tra fase conscia e controllata al
trapasso… nella dimensione inconscia,mi ricordo solamente di
essere stato rapito in un vortice di luce senza colore non
umana; di essermi sentito elevare in alto con un movimento di
inenarrabile dolcezza ed essere entrato in una dimensione nuova
non terrena, avviluppato e coinvolto in un silenzio strano
avente tutti i suoni dell'universo e direi con Dante "come
trasumanare"….
La magnificenza del Palazzo Pignatelli della mia Castelvetrano
mi appariva nella sua antica primigenia veste e lo sguardo mi
andava su un enorme quadro del salone in cui trovavo
raffigurante una figura completa di una nobildonna vestita
turchese con un grande diadema sui capelli.
Nello stesso momento la figura sembrava accennare ad un insolito
movimento… materializzandosi essa stessa in quella stanza senza
destare alcuna sensazione di paura in me.
"…Mi chiamo Zenobia, ma in questo incontro sarò per te Sara!
Mantova è stata la terra mia …Il mio cuore e' rimasto là e con
doglianza penso alle camminate nella piazza Sordello e delle
erbe… nei dolci turbamenti meriggi ammirare i miei laghi e le
mie dolci pianure dove crescono le ninfee, i fiori dell'infelice
storia di un amore non corrisposto tra Ercole e sa sua ninfa.
Mio padre fu Ferdinando principe di Guastalla cugino di Vincenzo
II. Trascorsi la mia fanciullezza ospite del bel palazzo tè a
Tajato quando guardavo incantata il grande Mantenga dipingere le
volte del palazzo con le storie dei nostri avi.
Fui data in isposa a Giovanni III d'Aragona vicerè di Sicilia e
cavaliere del toson d'oro e venni per lui in terra di Sicilia,
terra bella che non ha saputo riempire il vuoto della mia!
...fammi proseguire, ti prego, nel parlarti di me dopo secoli di
silenzio e di dimenticanza…
Non compresi mai bene la lingua di Sicilia e per questi abbi
sempre difficoltà nei rapporti.
Il mio sposo, troppo preso dalle cure e dai rapporti di palazzo,
trascurò sempre la mia persona come se non fossi stata presente
tra queste stanze, e non conobbi con lui nemmeno le dolcezze
dell'amore posseduto com'era da una malattia che a ciò
l'impediva.
Di me infelice molta consolazione e sollazzo avevo nella casa
tra i feudi di Rampante di Favara Airone dove incontravo i miei
furtivi spasimanti.
Sono morti tutti quando nella mattinata se ne andavano vittime
di un trabocchetto teso per loro ….e la terra nel corridoio
d'uscita li inghiottiva perché nulla si sapesse! (sì vuoli la
vostra tessa di Sicilia!)
Di Blasi si salvò con la complicità della servitù; giovane
bello, colto e gentile di buona famiglia di Castruvetrano.
Ed i segreti di Airone misero le ali e la maldicenza arrivò al
Palazzo Pignatelli ed alla gente.
Il principe, mio marito che pure a modo suo mi voleva bene, mi
convocò e disse con lo sguardo pietoso e dolorante "solo la
morte tua può lavare la vergogna che tu hai procurato alla mia
Famiglia….
Ed il veleno entrò nel mio corpo e ne procurò lentamente la
dipartita separandomi dalla vita!
Straniero che mi hai tirato dal passato ed era scritto!…. questa
è la mia storia…
Portala nel tuo tempo perché vada in quello futuro, ora che
questo non ha più dimensione per Zenobia Gonzaga di
Guastalla!..".
A questo punto la principessa come era venuta tornò nella forma
pittorica del suo quadro come non ne fosse mai uscita!...
Per una strana ed inspiegabile, per quello che mi ricordo del
sogno, traslazione mi sono trovato spettatore della festa di
fine d'anno di Castrovetrano del 1600 con tutta una enormità di
gente che acclamava il principe.
La sua carrozza nera che usciva dal palazzo Pignatelli, era
tirata da quattro cavalli elegantemente bardati a festa ed
avanti alla stava tutto il Clero di allora con uno scampanio
augurale che veniva dalla vicina cattedrale.
Poi…venivo ancora catapultato lievemente nella stanza
dell'Airone di cui aveva parlato Sara la principessa spettatore
involontario di tutti gli amplessi e gli incontri in una lunga
notte fuori dal tempo e dalla dimensione. Scorsi uno ad uno i
giovani del tempo vogliosi di vita, ricchi di giovinezza ed
entusiasmo, ignari di quanto di funesto sarebbe loro da lì a
poco accaduto!
Vincenzo, Calantono, Giovanni, Niccolò, Domenico, Paulo, Andrea,
Carlo, Ferdinando e tanti altri di cui ricordo solo il viso e
poi…. sentire le voci estreme della fine nella profonda botola
dove erano caduti…
Lontano da me come un galassia e vicino con un viso ad altro
viso… vivevo l'ultima immagine del sogno con un Palazzo
Pignatelli a lutto il cui portone era semichiuso; un via vai di
gente e poi l'aprirsi dello stesso per dare via all'uscita del
corpo della principessa dentro una bara colore legno portata a
mano e dalla piazza grande il mesto corteo in una giornata
d'inverno avviarsi con lente cadenze verso la sua ultima dimora.
A questo punto il suono inopportuno del telefono mi riportava
nella attuale realtà del mio tempo interrompendo il sogno in
questo anno 2005 dopo Cristo!
Io Vi ho raccontato la "historia" e chiudo il mio libro!
Adesso apritelo Voi…
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