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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi in prosa inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Virus mutandis
di Giuseppe Costantino Budetta,
Là dove
convergono i meridiani di Giulio Capitani,
U lazzu e a strummula di Giulio Capitani,
Paese di notte di Antonio Carollo,
La giornata
della memoria di Marcellino Lombardi,
Ushuaia
di Micha
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di
Lucia Dragotescu,
Manuela Leahu
Recensioni
In questo numero:
- "Canti" di Giuseppe Serembe, nota di Enrico
Pietrangeli
- "Penelope Guzman - Il colpevole" di Eliott
Parker, nota di Riccardo Lupo
- "Dire fare baciare" di Alfonso Raffaelli
- "Il segreto dei Vanderloo" di Allegra Nasi
- "Ho ingoiato l'anima" di Marco Cocciola
- "Pura Vida" di Teresa Giulietti
- "Ofelia e la luna di paglia" di Antonio
Messina, nota di Massimo Acciai
- "Geografia del mattino e altre poesie" di
Gian Piero Stefanoni
- Crimine e Onore. I codici di comportamento
delle organizzazioni criminali e 'Ndrangheta.
I mille volti di un sistema criminale di
Antonella Colonna Villasi, nota a cura di
Roberto Casalena
- "L'eroe non è di carta" di Gianrocco Pucino
- "Leggere conosce crescere" di Nunziante
Minichiello, recensione di Maria Ianiciello
- "Libero pensiero e liberi pensatori" di
Damiano Mazzotti, nota di Massimo Acciai
- "Quando torna" di Roberto Pallocca, nota di
Enrico Pietrangeli
- "S.O.S. Manuale di sopravvivenza" di Giorgio
Gazzolo
- "Parole e silenzi" di Antonio De Rosa,
recensione di Emanuela Ferrari
- "Felci" di Alessandra Ferrari, recensione di
Emanuela Ferrari
- "L'arte di insultare" di Arthur Schopenhauer,
recensione di Emanuela Ferrari
- "Il caso Imprimatur" di Simone Berni
- "Nostalgia del grigio - 60 anni di BUR" di
Oliviero Di liberto
- "I corvi e i campi di grano" di Maria
Galella, recensione di Eduardo Vitolo
- "Johnny cash - the man in black" di Stefano
Santangelo, recensione di Eduardo Vitolo
- "Per Elisa" di Mangani Azzurra, recensione
di Eduardo Vitolo
Interviste
Incontri nel giardino
autunnale
Saggi
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In questo numero segnaliamo...
Giuseppe
Serembe
Canti
Comune di San Cosmo Albanese - 2007
Nell'entroterra ionico, ai piedi della Sila, si erge
San Cosmo Albanese, un borgo ricco di storia in un
singolare contesto culturale tuttora preservato. Qui
approdarono, nel corso del XV secolo, comunità
albanesi in fuga dall'ascesa turca lungo i Balcani.
Paese memore delle gesta di Scanderberg, eroe
nazionale della resistenza contro Maometto II e
"atleta di Cristo" di papa Callisto III, altresì mai
dimentico del suo poeta bohemien Giuseppe Serembe,
immortalato nel mezzo busto eretto in piazza della
Libertà e di recente celebrato dall'amministrazione
locale attraverso questa pubblicazione. Una silloge
che si avvale delle traduzioni di Vincenzo Belmonte,
frutto di un'attenta ricerca e redatte con puntuali
note per renderci al meglio l'originale gusto dei
Kënka. Siamo nell'Ottocento, nel pieno delle vicende
risorgimentali. Serembe ne è partecipe a tutti gli
effetti, uno spirito trepidante e patriottico sia
nei confronti dell'ospitante Italia che dell'antica
madrepatria albanese, rivolto anche all'irredentismo
greco. "Oggi il fucile/tutta Europa di fremiti
riempie,/mentre volta le spalle il turco in fuga"
scrive il poeta in una sua composizione che è anche
cronaca dell'impegno civile dei tempi. Emerge una
vita errabonda, che conosce la miseria e attraversa
le Americhe due volte, fino alla morte dell'artista,
probabilmente per stenti, in una piazza del mercato
di San Paolo del Brasile. Personaggio parte di una
Scapigliatura che tramandava, prima ancora che stili
di vita alternativi, un'etica nazionale, sia pure
nella contrapposizione dualistica tra vero e ideale
nell'ottica di quel tardo romanticismo sgravato di
ristagnante provincialismo. Non a caso Domenico
Milelli, uno "sregolato" meridionale, sarà tra i
pochi intellettuali dell'epoca ad interessarsene.
L'amore gli "ha sconvolto il cervello,/agitato il
sangue,/sottratto l'anima" ma dal paesaggio agreste
"fronde e pagliuzze ruotano per l'aria" catturando
ancora la sua attenzione. "Colui che sta recluso in
questo colle/guarda sempre alla fertile pianura"
evoca un Leopardi che inverte solo la linea dell'
orizzonte, un sostrato dove "il sonno ci conquista e
prostra,/preludio del destino che ci atterra". Nel
Pensiero notturno, tuttavia, "fluttuavano
baciandosi/cieli in onde di fiamma e pura luce,/ove
amore è semente a soli e stelle" in una travolgente
carica mistica. Ai SS.Cosma e Damiano, infatti, è
una ricorrenza rituale del mondo rurale ed anche
festività patronale del borgo natio. Temi religiosi
ricorrono anche in A Maria Vergine, dove lo
sconforto si sovrappone al fervore della devozione e
segna la distanza in una miseria che incalza, quanto
altrove definirà "infamissime insidie della Chiesa
Romana". A Giuseppe De Rada, altro poeta di lingua
albanese, e Ad Alì di Tepelena, "sole dell'Albania"
e fautore antelitteram di un'autonomia dall'impero
ottomano, titola i suoi componimenti inneggiando ad
una carducciana "stirpe guerriera" nelle vicende di
un popolo che, oggigiorno, rimanda alle cronache del
Kosovo. Poeta a cui (per la cronaca eravamo nel
1961) persino il regime di Enver Hoxha ha reso
omaggio nell'opportunismo ideologico di un
socialismo reale concentrato a ridare identità
all'Albania attraverso il modello stalinista. Qui
affiora la figura dell'eroe eclettico e ribelle che
solo la "nuova storia della letteratura fondata su
basi marxiste" arriva a comprenderne nei risvolti
dei valori patriottici e sociali. La storia, quella
vissuta da Serembe in prima persona, ripercorre un
fugace scenario borbonico con il "re bomba" e "Franceschiello"
per accogliere trionfante il "re galantuomo",
effigie liberale dei Savoia nell'Italia riunificata.
Dell'altra sponda dell'Adriatico, riporta i grandi
eventi, quelli per cui tutto non sarà mai più come
prima e all'origine della stessa cultura arbëreshë,
ne fa sintesi nella quartina di un poemetto dedicato
Alla Signora Principessa Elena Gjika: "Alcuni,
sconfitti dal turco,/affrontarono il mare,/altri tra
i greci si dispersero,/apostatarono altri."
Nota di
Enrico Pietrangeli - 2008
* * *
Autore:
Eliott Parker
Titolo: Penelope Guzman - IL COLPEVOLE
Casa Editrice: Seneca Edizioni
Collana: Amàrantos
ISBN: 978-88-6122-117-8
Una cittadina degli Stati Uniti dei nostri tempi.
Un'investigatrice privata, Penelope Guzman,
conosciuta per la sua abilità e professionalità. Una
donna dalla personalità complessa e multiforme, un
intrigante mix di dolcezza e riflessività,
impulsività e determinazione.
E il nuovo caso che si presenta a Penelope appare
subito dai contorni strani ed inquietanti. Un caso
troppo frettolosamente archiviato dalla polizia. Un
caso attorno al quale ruotano tre uomini. Tre
distinti microcosmi destinati ad incontrarsi. Ed a
scontrarsi.
Il primo è un avvocato di mezz'età, Henry Baldwin.
Un tipo mite e cortese, conosciuto nel suo ambiente
più per i suoi insuccessi professionali che per i
suoi trionfi. Un uomo che si rivolge a Penelope
chiedendo il suo aiuto.
Il secondo è Michael Spoonish, coetaneo ed amico di
Baldwin, dalla personalità strana e contorta.
Alterna momenti di fredda lucidità ad altri di
istintiva ed incontrollata violenza.
Il terzo uomo infine è un tecnico informatico, Henry
Winkler, collega di lavoro di Spoonish. Giovane e di
bell'aspetto Winkler è apparentemente la vittima
sacrificale, il terzo vertice di un triangolo oscuro
e contraddittorio.
Tutta la storia ruota attorno a questo triangolo.
Una difficile ed intricata partita con i tre
protagonisti inconsapevoli attori di un dramma dalle
tinte fosche. Dove niente è come sembra, ma tutto
alla fine è come è sempre stato.
Attenta Penelope. Perché il problema non è solo
sbrogliare la matassa, seguire il tuo intuito per
delineare il profilo psicologico dell'assassino e
assicurare il colpevole alla giustizia. Il problema
principale è un altro.
Il problema principale, Penelope, è uscirne viva.
Sei pronto anche tu ad imbarcarti in questa
emozionante avventura? Un'avventura intrigante e
coinvolgente, da leggersi tutta d'un fiato.
Uno di quei libri che si leggono d'un fiato,
rimanendo poi abbastanza soddisfatti, come al
termine di un buon pranzo. Certo, qualche piccola
imperfezione stilistica si nota, ma si perdona
facilmente perché la trama è piena di idee e colpi
di scena; il linguaggio è semplice, lineare e non
volgare (cosa tutt'altro che scontata nella
narrativa poliziesca moderna), non c'è nulla di
morboso o di gratuito (anche in questo ci troviamo
di fronte ad una felice eccezione) e anche la
violenza è misurata e funzionale alla storia.
Il personaggio di Penelope, investigatrice privata
molto sicura di sé, è molto ben disegnato: una donna
con le sue debolezze (è un'accanita fumatrice, cosa
che me ne aliena un po' di simpatia, pur non essendo
un "talebano") ma che tira fuori la sua forza ed il
suo coraggio, insieme all'intuito e allo spirito di
osservazione, quando occorre (anche se può contare
su una discreta dose di fortuna).
Per chi, come me, si è affezionato a questa giovane
donna, può continuare a seguirla virtualmente sul
suo blog:
www.penelopeguzman.com
Massimo Acciai
* * *
Crimine
e Onore. I codici di comportamento delle
organizzazioni criminali e 'Ndrangheta. I mille
volti di un sistema criminale di Antonella Colonna
Villasi
Sono usciti in libreria i due libri sulla mafia
della saggista Antonella Colonna Vilasi: Crimine e
Onore. I codici di comportamento delle
organizzazioni criminali, presentato da Vittorio
Volterra, e 'Ndrangheta. I mille volti di un sistema
criminale, presentato da Sonia Specchia, entrambi
editi dalle Edizioni Universitarie Romane.
L'autrice ha già pubblicato quindici libri su
terrorismo ed intelligence. E' esperta di psicologia
giuridica, storica, giurista, internazionalista e
criminologa, e svolge attività di didattica
universitaria su tematiche criminologico-forensi.
Il libro Crimine e Onore, è suddiviso in sette
capitoli: I codici di comportamento delle
organizzazioni criminali; Mafia o Mafie? Istituzioni
e strutture della criminalità organizzata; Crimine e
onore; Il codice Lo Piccolo; Il codice Barbaricino;
Il codice Kanun albanese; Crimine e onore: un
binomio possibile?
Il
libro descrive ed analizza, per la prima volta in
Italia, il fenomeno mafioso siciliano e gli altri
sistemi criminali, come la 'ndrangheta e la camorra,
a partire dai codici comportamentali: i cosiddetti
codici d'onore. Questo studio sulla criminalità
organizzata e le mafie costituisce un importante
apporto innovativo, in quanto, mediante lo studio
del codice Lo Piccolo, rinvenuto nel suo covo, del
codice Barbaricino, ancora in uso in Barbagia, e del
codice albanese Kanun, viene data menzione circa il
cambiamento dello spirito mafioso in conseguenza del
mutare degli interessi dell'organizzazione nei
traffici di droga e nel riciclaggio del denaro,
venendo meno a quella condotta che aveva
caratterizzato il classico mafioso nel suo rigido
codice d'onore, nei rituali, nell'omertà e nella
segretezza che ne regolava l'attività.
Il secondo libro 'Ndrangheta. I mille volti di un
sistema criminale, è suddiviso in tre parti: La
struttura della 'Ndrangheta; Il sentire mafioso;
Holding criminale.
Questa pubblicazione analizza a fondo un inquietante
fenomeno mafioso, ricostruendone la struttura, il
sentire criminale, e la holding economica.
La strage di Ferragosto a Duisburg ha fatto capire,
se ancora ve n'era bisogno, all'Europa intera come
la 'ndrangheta non sia solo un fenomeno di malavita
legata ai campi e al bestiame, quasi una sorta di
brigantaggio evoluto, ma come dietro quel nome si
celi una potentissima organizzazione criminale con
ramificazioni in tutta Europa, e un giro d'affari
superiore a qualsiasi S.p.A.
Nota a cura di
Roberto Casalena
* * *
GIANROCCO
PUCINO
L'eroe non è di carta
MAURO PAGLIAI EDITORE
Il maresciallo Andrei, calabrese, sta indagando sul
rapimento di Silvia, un'affermata scrittrice da lui
amata in gioventù ai tempi della Scuola
Sottufficiali Carabinieri frequentata a Firenze. La
donna è stata rapita in concomitanza con l'uscita
del suo ultimo libro, l'ennesimo sulle avventure del
maresciallo Santi, chiara trasposizione idealizzata
di Andrei che all'epoca della loro storia decise di
inseguire la carriera rinunciando all'amore.
Personaggio dalla simpatia irresistibile, il
maresciallo Andrei non è solo l'ispiratore dei
romanzi di Silvia, ma anche l'eroe delle storie di
Cesare, aspirante scrittore di gialli che per vivere
fa il guardiano. Il tema dello scrivere innesca così
un gioco di scatole cinesi in cui la fiction
contiene la realtà e viceversa, tanto da arrivare
alla risoluzione del caso dopo non pochi e
sorprendenti colpi di scena.
* * *
Il
Terrone che non ci sta! Questa frase traspare, in
maniera capillare e decisa, nell'ultimo libro di
Nunziante Minichiello, commerciante, giornalista
pubblicista, ma soprattutto uomo, cittadino e
lavoratore, che sogna una società diversa, basata
sui
valori dell'amicizia.
"Leggere, conoscere e crescere" (questo il titolo
del libro) per il pieno sviluppo dell'Italia, del
Mondo e innanzitutto del Mezzogiorno, che - come
scrive Minichiello nel testo - "ha bisogno di
cultura, di impresa, di cultura politica, di cultura
di civiltà. Con buona pace di tanti meridionali, che
presumono di avere cultura, la quale, come è
evidente, non produce effetti positivi e potrebbe
anche essere solo cultura di ignoranza". Le frasi,
gli aforismi e le ponderazioni sono l'asse portante
del libro redatto da un uomo che ogni giorno,
nell'anonimato, lotta per rivendicare i principi
della Costituzione.
La meritocrazia, la lotta al clientelismo nonché la
necessità di studiare e di evolversi sono i temi
principali di questo testo.
"Infinita e dura è la via della conoscenza - afferma
Minichiello - Più che breve e senza fatica è la via
dell'ignoranza". O ancora: "Per vincere è
prioritario
decidere, prepararsi e allenarsi". A fare cosa? A
fare impresa, la quale - precisa lo scrittore - "è
il coraggio di osare (…). E' il rischio che attrae
l'uomo di azione (…)".
Una sorta di abbecedario, dunque, sui concetti base
della democrazia, come la solidarietà, l'uguaglianza
e la libertà, che dovrebbero essere impartiti ai
bambini e ai ragazzi dalla famiglia, dalla scuola e
dai mezzi di informazione. L'autore, però non
dimentica le donne, che, a suo dire, sono "Valide
sostenitrici di mariti, alme genitrici di figli,
instancabili lavoratrici, abili fattrici di fortune,
originarie o forestiere, tutte imponete le virtù,
che, premiate sempre, emergono vistose, quasi
favorite dall'aria. Eroiche donne, robuste di corpo,
salde di pensiero, fiere di risultato, mai paghe di
conquista, nel pubblico portate, l'acume e la
tenacia, la saggezza ed il coraggio, che ornano casa
e lavoro". Nunziante Minichiello, nel suo ultimo
lavoro, parla il linguaggio delle donne, dei mariti,
degli anziani, dei bambini; l'autore si rivolge
al cittadino, che dovrebbe pensare con la propria
testa, mettendo da parte la logica del clientelismo
e delle riverenze. "Leggere, conoscere e crescere" è
un libro scomodo perché, in un Meridione fatto di
ipocrisie, è difficile non solo fare impresa, ma
anche e soprattutto riflettere.
Maria Ianniciello
* * *
Roberto
Pallocca
Quando torna
Robin Edizioni - 2007 - 11,00 Euro
C'è un'insolita lettera che irrompe nella vita di
Fernando, un passato che ritorna, in qualche modo
sopravvissuto e che nella forma romanzo diviene
presente stratificandosi in una dimensione surreale.
L'ideale di un amore che resiste e pertanto
sussiste, dilaniato dalla guerra ma non nelle sue
percezioni, semmai assopito anzi, paradossalmente
alimentato da quella ineluttabile separazione, un
"tempo perduto" che si concretizza nel ricordo,
presente onirico che riveste di un'aura epidermica
il protagonista, quella del vivere l'ideale senza
condividere una più accertabile quotidianità, quanto
più facilmente si adagia e compromette nel bivio di
un binario morto, di quel che avrebbe potuto essere
e non è stato. Fernando e Rossana, così diversi
culturalmente e prossimi nel sentire, probabilmente
non avrebbero avuto altro da eternare se non quanto
lo stesso destino aveva loro riservato. Destino che
ricorre nel romanzo, tanto da assumere il ruolo
portante di un invisibile demiurgo a cui nulla serve
opporre resistenza. Un fato che, alla soglia della
terza età, continua a riservare sorprese lasciando
impresse le sue orme nella comune necessità di dare
un senso alla vita. Fernando ne verrà appieno
investito tramite l'inaspettata e tardiva missiva di
Rossana, quella che ne suggellerà la morte lasciando
allo scoperto il frutto di una lontana e mai
appassita stagione dell'amore. Amore che diviene
anche atto di fede, "contadino che sparge sementi
nel cuore". Capitoli brevi, scorrevoli ed
essenziali. Strutturato con spaccati storici, che
ciclici ritornano assecondando il flusso di
coscienza di Fernando nel percorso formativo della
sua esistenza. Dapprima velata e poi sempre più
manifesta e macchinosa, la sequenza dei
provvedimenti antisemiti accompagna le vicende
amorose di Fernando e Rossana accrescendo paure
nelle loro coscienze già inorridite, fino
all'epilogo della guerra per arrivare oltre, alla
tristemente nota occupazione nazista di Roma.
Emergono anche i germi dell'esaltazione del
matrimonio e della "famiglia unita e prole
numerosa", stereotipi mussoliniani reincarnati nel
bipolarismo catto-fasciocomunista, sottoposti alle
falcidiate della guerra prima e decodificati poi
attraverso l'implosione della famiglia nella cronaca
odierna. Nei dialoghi compare anche Nietzsche, non
solo come modello educativo, teso ad immortalare il
mito, ma anche come oracolo della condizione
sentimentale dei due protagonisti, poiché "ogni cosa
è già avvenuta e avverrà nel futuro". Rossana, che è
nata in Italia, è anche figlia di un giornalista
americano. Ambientato a Roma, in un'epoca in cui si
respira un'aria sempre più prossima alla guerra,
questo romanzo palesa l'identità culturale italiana
rappresentando la diversità dei costumi familiari
della donna, così lontani dal nostro provincialismo
e, soprattutto, da Balilla e Azione Cattolica. Le
ferrovie fungono da collante tra narratore e
protagonista visto che anche Fernando verrà assunto,
grazie allo zio Filippo, come casellante (con la
morte del padre carpentiere, la figura dello zio
Filippo sopperisce alla figura paterna vestendo i
panni di allineato al regime della prima ora). Lì,
tra un treno e l'altro, si consumeranno gli ultimi
fugaci incontri tra i due innamorati, incluso un
austero, ma intimo e felice, capodanno trascorso
insieme. In questo stesso luogo ricorre ancora, in
chiave evocativa, il ruolo paterno, quello di Carlo,
l'anziano ferroviere prossimo alla pensione. Libro
che "nasce da un incontro", come chiarisce l'autore,
dove si rilevano ascendenze stilistiche americane ma
prevale una prosa poetica che risente di un registro
monocorde, talvolta prossimo al sentimentalismo
sebbene capace di spessore e in grado di proiettare
un'esistenza sullo schermo della grande storia.
Nota di
Enrico Pietrangeli - 2008
* * *
S.O.S.
Single - Manuale di sopravvivenza
Autore: Giorgio Gazzolo
Editore: Piccin Nuova Libraria
Data pubblicazione: Aprile 2009
Pagine: 172
Formato: 13,5x21,5
Questo libro, nei suoi 43 brevi capitoli, propone
una equilibrata quantità di suggerimenti adatti per
non poche circostanze: basta leggere i titoli per
avere una idea di come un Manuale dedicato a persone
che vogliono viver bene possa toccare molti
argomenti. Si va dal sesso alle ricette di cucina;
dalla religione agli inviti a cena; dalla medicina
ai passatempi.
I vari consigli seguono una certa via; un certo
spirito li accomuna. Conducono ad una visione
rasserenata di varie vicende che possono essere o
apparire spinose: l'infedeltà, la gelosia, le
complicazioni… Vi si trovano indicazioni sicure per
imboccare la via della lentezza e della
tranquillità.
Tuttavia non si tratta di una serie di precetti
imposti, o di regole dettate come utili a chi per
varie ragioni è rimasto "single". Il libro si
propone piuttosto come una specie di commedia rosa,
una vicenda, con i suoi personaggi, le loro virtù e
debolezze, i rari momenti di felicità…
L'intento è quello di strappare un sorriso, malgrado
tutto.
GIORGIO GAZZOLO, è medico, poeta e scrittore. O
viceversa. Si interessa di musica, teatro, pittura e
cultura orientale, ma è più facile trovarlo in barca
a pescare. E' stato collaboratore per molti anni di
quotidiani e riviste, qualche rara volta anche
compensato in denaro. Ma è stato anche (e forse
troppo) passeggero dei treni un tempo detti
"rapidi", sulla linea Milano-Roma e anche,
disgraziatamente, Roma-Milano. E' in grado di fare
una maionese, un dipinto nello stile "tre
inchiostri", un perfetto impasto di sabbia e
cemento, un palàmito a 100 e più ami, e, se càpita,
un poema di quasi 2000 versi dedicato alla sua
città. Vive ohimé a Genova, città che si lascia
offendere (sembra volerlo) e che è abbastanza restia
a lasciarsi amare, specie dai genovesi. Una volta ha
innestato un prugno, e l'innesto ha preso. Molte sue
composizioni poetiche sono state tradotte in diverse
lingue, compreso il giapponese, cosa che gli ha
procurato solo soddisfazioni visive. Scrive haïku: è
giudice incorruttibile di un importante Concorso
Internazionale. Pur meritandolo, non ha vinto il
Premio" Yasude" (Roma) che regala un viaggio aereo a
Tokyo, dove comunque non andrebbe. Quando deve
prendere una decisione importante prima consultava
"I Ching" (usando, con molta lentezza, i 48 steli
tradizionali) adesso interroga mentalmente il
Manuale "S.O.S. SINGLE" (ediz. Piccin) con risultati
talvolta sorprendenti.
* * *
Dire
fare baciare
Alfonso Raffaelli
Prezzo di copertina: € 12,00
Formato: Brossura
Pagine: 128
Lingua: Italiano
Editore: Sovera Editore
Anno di pubblicazione 2008
Un romanzo epistolare che ricostruisce a quattro
mani l'esistenza di un giornalista anziano e di
successo, e quella di una lei, affamata di vita e
però in latente crisi esistenziale. Il tutto sullo
sfondo e sotto l'incalzare di questi nostri anni
torbidi e violenti.
* * *
Il
segreto dei Vanderloo
Nasi Allegra
€ 12,00
2008, 144 p., brossura
Editore Sovera Editore (collana Percorsi del
fantastico)
Per Alina, figlia dell'Imperatore di Nabar, la vita
sta per cambiare bruscamente. Quando la pace del suo
Regno verrà minacciata dal malvagio Fugil, Re del
Buio, dovrà crescere molto in fretta. Insieme al
fido Rodrigo - l'ultimo della stirpe dei Vanderloo,
la dinastia che da generazioni custodisce il segreto
dell'Oro dei Saggi -, al Mago Baldezaar, al goffo
drago Varcol, alla Signorina Enrichetta Ippopotama
ed ai grossi e buoni fratelli Ignazio e Pancrazio,
la piccola Alina intraprenderà un lungo viaggio
attraverso il Regno. Incontrerà così strane
creature, dalle quali apprenderà importanti lezioni
di vita, ma soprattutto imparerà a raccogliere, nel
profondo di se stessa, la forza necessaria per
affrontare il male che minaccia il suo mondo. Fino
al compimento del suo destino.
* * *
Ho
ingoiato l'anima
Autore: Marco Cocciola
Casa editrice: Edigiò
Il libro nasce dalla ricerca di un'interiorità
smarrita, di un ulteriore senso delle cose capace di
travalicare la bieca quotidianità e l'inquietudine
esistenziale che, in fondo in alcuni periodi della
vita, tocca in sorte a tutti. Prende certamente
spunto da vicende personali, e non è una storia
amena come lo sono le storie inventate e
inverosimili, ma parla della vita vissuta di un uomo
che tra amarezza, errori ma anche gioia alla fine
non intende più mentire a se stesso.
* * *
Giulietti
Teresa - Pura vida
Prezzo € 14,00
2008, 164 p., brossura
Editore EdiGiò (collana Le giraffe)
Immaginata e poi vissuta, scritta a più riprese per
non scottarsi le dita, Pura vida è insieme una
storia vera e di fantasia, una lunga canzone in cui
i percorsi della mente seguono, e non anticipano,
gli slanci del cuore. Costa Rica, dove Francesco ha
deciso di fuggire, quasi di morire per poi poter
ricominciare, tra la spuma bianca delle grandi
cascate, mentre quella sua moglie bionda e bella che
ama ancora alla follia se ne resta all'altro capo
del mondo con, tra le mani, una matassa di passato
tutto da rivivere, o forse da maledire. E lui
nemmeno si ricorda perché quel giorno d'estate ha
sbattuto la porta in faccia a quell'amore che non
resterà ad aspettarlo per più di tre anni. Perché il
tempo della vita non si può recuperare come un
treno.
* * *
OFELIA
E LA LUNA DI PAGLIA
Antonio Messina
Immagine di copertina: ANGELA BETTA CASALE
Realizzazione grafica: SACHA NASPINI
© Edizioni Il Foglio - 2009
1a Edizione - Marzo 2009
ISBN 978 - 88 - 7606 - 219 - 3
Collana: Autori Narrativa Contemporanea
Direttore: GORDIANO LUPI
Edizioni Il Foglio
Via Boccioni 28
57025 PIOMBINO (LI)
www.ilfogliolet
prefazione di D. Frati.
postfazione di M. Monego.
Un libro che si legge d'un fiato, immergendoci nella
doppio piano di "realtà virtuale" (la finzione
romanzesca e il gioco virtuale Erasmus4) fin dalle
prime righe. Il futuro immaginato dall'autore
(l'anno 2122 per la precisione) non lascia spazio al
progresso tecnico e scientifico come soluzione agli
attuali problemi, e comunque non offre speranze.
Rimane la dimensione del sogno (ovvero l'incubo) del
mondo fittizio generato dal computer; mondo in cui
la protagonista, Nina, si muove a proprio agio - è
la programmatrice del gioco - alternando la
dimensione virtuale della macchina a quella
personale dei ricordi, creando una fusione
affascinante che non mancherà di dare spunti di
riflessione al lettore. Un libro che, come l'altro
romanzo di cui abbiamo parlato su queste pagine ("Le
vele di Astrabat") sarebbe riduttivo definire "di
fantascienza".
Massimo Acciai
* * *
Geografia
del mattino e altre poesie
Autori: Gian Piero Stefanoni
Edizione: Gazebo Libri, Firenze 2008
Informazioni: Prefazione di Plinio Perilli - pp. 108
Un libro che segnalo volentieri, quello di Stefanoni
(edito dalle ben note Edizioni Gazebo, con
prefazione dell'amico Plinio Perilli), in quanto ho
avuto modo di leggerlo ed apprezzarlo direttamente
dalle mani dell'autore (tramite posta). La poesia è
un dono; questo particolarmente gradito perché mi
riporta alla mente le atmosfere incantate della
Capitale, città a me cara per motivi personali.
Versi tutti da gustare.
Massimo Acciai
* * *
Libero
pensiero e liberi pensatori
Mazzotti Damiano
Collana: minimal
ISBN 978-88-546-0542-8
Pag. 340
Prezzo 13 euro
Damiano Mazzotti è nato a Faenza (Ravenna) nel 1970.
Laureato in Psicologia Clinica e di Comunità a
Padova (nel 1995), attualmente svolge l'attività di
Promotore Culturale, di Allenatore della Mente e di
Reporter per AgoraVox Italia e Report on line. Per
Ibiskos Editrice Risolo ha pubblicato nel 2008 il
diario romanzato Uomini e Amori Gioie e Dolori.
Per comunicare con l'autore: d.mazzotti@racine.ra.it
Questo non è un libro di auto-aiuto, però vi può
aiutare molto…
Questo non è un libro di filosofia, però imparerete
qualcosa di più sulla vita…
Questo non è un libro di psicologia, però vi
conoscerete meglio…
Questo non è un libro di politica, però sarete
cittadini più forti…
Questo non è un libro di economia, però tratterete
meglio i vostri soldi…
Questo non è un libro sul web, però diventerete
degli internauti più curiosi…
Questo non è un libro sulla comunicazione, però si
fa molta informazione…
Questo non è un libro per cambiare il mondo, però
inizierete a migliorare il vostro mondo…
Questo libro non è un romanzo, però vi racconterà
molte storie interessanti…
Questa innovativa "Guida al Sapere" è fatta di amore
viscerale e intellettuale per la lettura, la
scrittura e la cultura.
Il libro è una raccolta dei molti articoli
pubblicati dall'autore sul Web; lo stile rapido e
agile non è infatti casuale. È un libro dei nostri
tempi, dell'internauta curioso e onnivoro, che tocca
moltissimi argomenti (nel libro suddivisi in varie
sezioni; ambiente, società, costume, cultura,
economia, giornalismo, politica, ecc.) e propone
molte letture attraverso cui approfondire i vari
temi. Ritorna lo stile aforistico e la citazione che
già avevo apprezzato nel precedente libro di
Mazzotti, "Uomini e amori, gioie e dolori" (Ibiskos,
2006) che abbiamo già segnalato sulle pagine di
Segreti di Pulcinella (con un'intervista all'autore
[http://www.segretidipulcinella.it/sdp23/let_06_02.htm]).
È un libro che stimola la mente e sicuramente fa
riflettere su tante realtà disastrose, italiane e
non, ma senza rinunciare ad una sana ironia ed
intellettuale distacco. Un libro insomma che è quasi
un'enciclopedia del nostro vivere di oggi, un atto
d'amore verso gli altri libri e scritti vari -
cartacei e non.
Massimo Acciai
* * *
Antonio De Rosa, Parole e silenzi, Collana
Le schegge d'oro, Montedit - Milano 2008; pagg. 37,
euro 5,00 (ISBN 978-88-6037-6022).
Con la bella stagione alle porte
viene più voglia di leggere, di trascorrere il tempo
in compagnia di parole scritte che, a volte,
riescono anche ad evocare momenti, ricordi ma anche
immagini come pitture in movimento. Questa è la
sensazione che ho provato scorrendo le pagine di un
agile libro di poesie intitolato: Parole e silenzi.
Mi sono soffermata a riflettere davanti alla lirica
Incomprensione in cui l'autore, Antonio De Rosa,
descrive in pochi versi le parole fragili come
cristallo che si frantumano nell'aria.
In Parole comuni elabora la metafora della frutta in
un mercato, tutta ammassata, per rappresentare
appunto le parole comuni. Da gesti semplici e
spontanei scaturisce un significato unico,
inaspettato come si evidenzia nelle seguenti parole:
tu appari dal niente per offrire un significato ad
ogni istante, in Dal cielo.
Suggestiva poi è l'immagine del mare ritratta in due
poesie che lo dipingono con tinte contrastanti. In
Il mare di notte, il poeta De Rosa sigilla nei suoi
versi un mare silente; che si riposa di notte per
dimenticare i bambini chiassosi e gli ombrelloni
colorati mentre, nella poesia intitolata
Separazione, le onde personificano il desiderio del
mare di essere terra. Uno stile sobrio, a volte
diretto ed altre volte più armonico, emerge dai
componimenti significativi contenuti nella raccolta
poetica Parole e silenzi.
Emanuela Ferrari
* * *
Alessandra Ferrari, Felci, Collana I
Gatti, TA.TI. Edizioni - Limpido Comasco (Co) 2007;
pagg. 38 ,euro 7,50.
Il libro di poesie, Felci, pone il lettore in una
"dimensione" tutta nuova in cui la natura è
protagonista in tutte le pagine dai Fiori descritti
come pennellate di colore, alle Nuvole onde soffici
e silenziose, alle Montagne impenetrabili scrigni
naturali, e gli Alberi colonne portanti della vita
futura.
In ogni verso traspare amore per la vita, meraviglia
per la grandezza del Creato ponendo l'attenzione su
piccoli frutti quasi impercettibili, aerei ma in
grado di "dare tanto" come il succo raffinato
prodotto dalla mora o quello delizioso della
ciliegia.
Inoltre la poetessa, attraverso i suoi versi ritmati
e leggeri, ci permette di "essere parte" dei luoghi
che descrive; nella poesia intitolata Umbria,
piccola e centrale regione che di illustre e antica
nazione rappresenta il verde pulsante cuore, riesce
a farci "rivivere" e "sentire" una sensazione di
vita nuova come in Percorsi medievali, tracce di un
passato mai dimenticato. Le stagioni sono racchiuse
in versi formati da una scelta appropriata di verbi
che sigillano un'immagine, un evento in uno scatto
fotografico che narra il continuo divenire del
tempo. Ed ancora l'importanza e la bellezza di ogni
essere vivente è valorizzata dalla voce delle
campane o nella festa più attesa e sentita che
trasmette ovunque la gioia per la vita in Il Natale.
La copertina del libro riporta l'immagine delle
felci intorno ad un albero, queste piante verdi e
folte che nel sottobosco vivono rigogliose e
nascoste danno il titolo all'intera raccolta animata
da un forte sentimento verso la natura in tutte le
sue molteplici manifestazioni, dai fiori alle
stagioni, per continuare con i Percorsi medievali e
Castelli testimoni di sfarzi e costumi di ieri.
La poetessa di Roma dedica il libro alla nonna e
dalla lettura dell'opera emerge una sensibilità
spiccata, uno spirito francescano che ammira e si
"emoziona" nel percorrere il mondo…, fornisce
pitture suggestive dei frutti, fiori e foglie
presenti nel Creato; si sofferma a riflettere sul
tempo sigillato in un contenitore aperto come
descrive nella lirica L'orologio. L'attaccamento
alla vita, al suo fluire ed evolversi, è un tema
ricorrente contenuto in una raccolta di trentadue
poesie che sa regalare momenti di profonda lettura.
Emanuela Ferrari
* * *
Arthur Schopenhauer, L'arte di insultare,
Adelphi - Milano 2006; pagg.147, euro 7,00, (ISBN
88-459-1480-1).
Conoscere Schopenhauer attraverso le sue parole, ciò
che ha scritto ed inserirlo quindi nel suo periodo
storico, anche se questi non si sentiva affatto
"figlio" del suo tempo, è possibile attraverso
L'arte di insultare; un breve trattato pubblicato
postumo. Schopenhauer è conosciuto in prevalenza
come il filosofo del pessimismo cosmico, il primo
pensatore che introduce riferimenti orientali nella
sua riflessione filosofica. Emblematico a tale
riguardo è la metafora del velo di Maya che
impedisce di vedere cosa c'è "oltre". L'essere umano
deve sforzarsi di infrangerlo per capire il vero, la
volontà di vivere diventa l'energia vitale che
induce l'uomo ad andare avanti pur se la sua
esistenza è sofferenza continua.
In realtà come appare il filosofo agli occhi del
lettore nel libro L'arte di insultare? Su quali temi
si concentra e cosa ha valore per il suo filosofare?
Numerose pagine sono dedicate alle donne, verso le
quali esprime ripetutamente giudizi negativi. Nel
pensiero intitolato Il diritto ereditario afferma la
necessità di impedire alle donne di ricevere
l'eredità poiché, essendo il risultato di un duro
lavoro, non sarebbero in grado di gestirla. Anzi
tendono a dilapidare tutto in breve tempo e, in La
donna e il comando, riconosce al genere femminile
una natura destinata all'obbedienza. Infatti la
donna non sa essere indipendente pertanto cercherà
sempre di unirsi ad un uomo che poi assumerà il
comando ed anche se le donne avessero creato una
grande opera, questa loro condizione di inferiorità
continuerebbe a manifestarsi.
Non c'è possibilità di una "rivalutazione", in senso
positivo o costruttivo, della sfera femminile nella
filosofia elaborata da Schopenhauer. Anche le menti
più dotate non hanno alcun "riscatto" rispetto alla
moltitudine, così risulta ne Le donne e le loro
opere.
Gli esseri umani sono individui infelici ed il
matrimonio è l'unione tra individui infelici i quali
saranno in grado di mettere al mondo un altro essere
altrettanto infelice, la donna però sembra avere
sempre una posizione equivalente ad un nulla con
carattere involutivo. Ne La mia epoca il filosofo
dichiara: la mia epoca e io non siamo fatti l'uno
per l'altro, è da vedere chi di noi due vincerà… di
fronte al tribunale dei posteri. Questo sentimento
di non "sentirsi parte" del suo tempo si coglie già
nelle righe intitolate: I propri contemporanei. La
resistenza dei contemporanei è evidente quando si
vuole far progredire la conoscenza e l'intelligenza
umana.
Nelle pagine successive tornano temi importanti
della filosofia del pessimismo: fede, felicità,
filosofia. Credere che noi esistiamo per essere
felici è un errore. Ciò che chiamiamo felicità non è
altro che soddisfazione ma con una eccezione sempre
e soltanto negativa, come si legge nel passo La
felicità. La fede non può esistere
contemporaneamente al sapere, almeno non nello
stesso cervello, in Fede e sapere. Riguardo alla
filosofia Schopenhauer non risparmia le sue critiche
verso Fichte, né verso colui che cercava di far
propria la suprema sapienza; quindi Hegel definito
anche il corruttore dei giovani intelletti. Non
mancano considerazioni sui filosofi accademici: da
loro non si riceve alcun pensiero, non ci si sente
accresciuta la propria visione del mondo.
E' presente anche una analisi del progresso in Le
ferrovie. Ad esse si deve il beneficio di aver
salvato milioni di cavalli da tiro ad una esistenza
faticosissima, poi considerazioni sui giornali e sui
giornalisti. I quotidiani sono la lancetta dei
secondi nell'orologio della storia mentre con la
parola allarmisti sono definiti i giornalisti.
La lettura corrisponde ad un pensare con la testa
altrui. Comperare libri non significa acquisire il
loro contenuto. Ricorda poi la figura di Marco Polo,
evidenziando che divenne famoso per ciò che ha visto
e non per aver pensato…
Il mondo poi è una mia rappresentazione ed è il
peggiore dei mondi possibili e si domanda se a
crearlo sia stato veramente Dio, o piuttosto un
demonio. Lo stesso quesito era stato posto da
Aristotele. Allora Schopenhauer conclude che il
mondo è un inferno perché bisogno e dolore vi
abitano e la noia è in agguato, nel passo intitolato
Questo mondo. ll genere umano è destinato dalla
natura alla miseria e al fallimento, in L'ottimismo.
Il filosofo continua ponendosi altri interrogativi
relativi alla sorte della natura umana e così si
esprime: noi esistiamo senza sapere da dove veniamo,
dove andiamo e perché viviamo, in La nullazione.
Molto interessanti sono le pagine rivolte agli
scrittori suddivisi in tre categorie: stelle
cadenti, pianeti e stelle fisse. I primi producono
colpi di scena momentanei, poi ci sono le stelle che
vagabondano per il cielo, quindi quelle fisse che
stanno ferme nel cielo, hanno luce propria, agiscono
su ogni epoca.
Per chi scrive di filosofia è necessario avere
qualcosa da dire. Questa frase sintetizza la prima
regola da rispettare in tale ambito in quanto, come
emerge nel passo La scrittura e il pensiero, la
penna è per il pensare quel che il bastone è per il
camminare. Colui che scrive con trascuratezza, in
Gli scrittori sciatti, manifesta la mancanza di
valore che attribuisce ai suoi lavori.
Le pagine rimanenti chiudono il trattato con delle
riflessioni sulla esistenza umana riconoscendo lo
stato di conflittualità in cui vive il genere umano.
In La solidarietà femminile, ammette che gli uomini
tra di loro mostrano indifferenza mentre tra le
donne vi è una vera inimicizia per natura, allora lo
Stato deve venire in soccorso: l'unico fine dello
Stato è di proteggere i singoli individui l'uno
dall'altro e tutti insieme dai nemici esterni, in Lo
Stato etico. L'egoismo è il movente primario e
fondamentale nell'uomo ed è infinito. Anzi sovrasta
l'universo ed é sintetizzato nella frase: tutto per
me, nulla per gli altri, in L'uomo animale egoista.
Infine una lunga parentesi sulla vita rappresentata
come una bolla di sapone, come un pendolo, tra il
dolore e la noia. L'esistere è un continuo stato di
lotta e con la certezza della sconfitta finale.
La conclusione del pensiero di Schopenhauer sembra
evolversi verso la tragedia ma nei suoi versi sono
presenti anche gli elementi della commedia e,
soprattutto, la vita è una severa lezione che ci
viene impartita. Nonostante questa si presenti come
un progresso dinamico, e vorace, verso una perenne
manifestazione contraria all'ottimismo è comunque
importante riflettere sul fatto che lo scrittore del
presente trattato non ci dice mai di smettere di
vivere, di abbandonare il nostro percorso. Anzi
manifesta più volte, e con vari esempi, una visione
filosofica propria di un esistenzialismo volto al
pessimismo ma mai prende posizione a favore di una
rinuncia all'esistere. Infatti termina le pagine del
libro con delle righe dedicate alla volontà di
vivere.
Emanuela Ferrari
* * *
"IL CASO IMPRIMATUR":
STORIA DI UN BOICOTTAGGIO ALL'ITALIANA..
Simone Berni ricostruisce
un clamoroso caso di censura dei nostri giorni
A quarantatre anni dall' abolizione dell' "Index
librorum prohibitorum", la censura della Chiesa
colpisce ancora! Sì, perché "Imprimatur", romanzo
storico bestseller nel mondo, in Italia è
introvabile dal 2002, quando, a pochi mesi dalla
pubblicazione, sparisce dai cataloghi e dalle
librerie. Fatto peraltro strano, dato il successo di
vendite riscosso..
Un vero caso su cui indagare e un cacciatore di
libri scomparsi come Simone Berni non poteva certo
tirarsi indietro: con il libro-inchiesta Il caso
Imprimatur (Casa editrice Biblohaus) indaga sulla
ragioni dell'oscuro e misterioso, quanto improvviso,
oblio italiano dello scomodo volume, ripercorrendone
il calvario e snocciolando i retroscena di quello
che sempre più prende le sembianze di vero e proprio
complotto.
Molti gli interrogativi cui dare risposta per
trovare la tanto agognata verità..
Perché il romanzo era sparito dal novero delle
"creature del creato"? Come mai non veniva più
recensito? Come mai era sparito dai motori di
ricerca librari su internet? Le risposte arrivano a
fatica, tra silenzi e "no comment" d'ordinanza.
Lo spaccato che ne deriva mette a nudo un'editoria
italiana in mano ai soliti noti e dopata dal di
dentro: Simone Berni, già noto per due saggi sui
libri proibiti e scomparsi nel nulla, tira le fila
di un caso di censura dei nostri giorni che ha del
clamoroso.
Ecco qualche "assaggio" di questa faticosa
ricostruzione:
"..uno dei temi ricorrenti di Imprimatur, al di là
del gioco narrativo romanzesco, è la meditazione sul
potere, la giustizia e il tradimento."
"..il primo articolo su Imprimatur uscì infatti sul
Sunday Times del 23 settembre 2001. Titolo: William
of Orange funded by the Pope ("Guglielmo d'Orange
finanziato dal Papa").."
"Imprimatur arriverà al primo posto nelle
classifiche del Belgio, al secondo posto in Canada e
al terzo in Francia, Spagna e Portogallo, al quarto
in Olanda."
"Il 7 dicembre 2002 esce una intervista agli autori
sul Giornale di Sicilia … dal titolo Quel racconto
di 400 anni fa che irrita il Vaticano.. La Chiesa
forse non sarà stata molto contenta del vostro
lavoro.. Nel Vaticano qualcuno si dev'essere molto
innervosito perché il libro contiene tra l'altro una
scoperta storica piuttosto imbarazzante per un Papa;
Innocenzo XI, proclamato beato nel 1956 nonostante
il suo noto antisemitismo."
* * *
"Nostalgia del grigio - 60 anni di BUR" di
Oliviero Di liberto [pdf]
* * *
Autore:
Maria Galella
Titolo: I corvi e i campi di grano.
Natrusso Communication Editore, 2007.
Maria Galella, giovane autrice pugliese, esordisce
nel business letterario con una serie di racconti
molto eterogenei sia come ispirazione che come stile
di scrittura.
Proprio quest'ultimo si caratterizza per un'impronta
molto sperimentale sia per quanto riguarda la
descrizione dei protagonisti (che sembrano quasi
"ombre" in un mondo ancestrale fatto di paure e
inquietudini) che la struttura di base dei racconti
i quali possono essere divisi in due tronconi
tematici:
uno propriamente Gotico/horror;
l'altro nero/autobiografico.
Io, per deformazione professionale, ho apprezzato
soprattutto quelli del primo filone:
"La stagione della caccia" - è il mio preferito in
assoluto ove l'autrice con poche ma incisive
pennellate descrive la sua terra attraverso miti,
leggende e una bella dose di gotico letterario.
"Corvi sul campo di grano" - ho apprezzato molto
l'ambientazione contadina e l'idea della chiesa
abbandonata e "maledetta", idea che ho usato anch'io
in passato per un mio racconto. Veramente
coinvolgente.
"Milica" - è invece una storia terribile e horror
sullo stile "Melissa Parker" ( Danilo Arona).
"Mia sorella" - mi è sembrato una sorta di metafora
sulla schizofrenia o almeno questa è la sensazione
che ne ho tratto dalla lettura.
"I Bambini "- ho notato addirittura un influsso "kinghiano"
trasportato nella nostra realtà meridionale e
soleggiata. Ottimo spunto.
Del secondo filone ho apprezzato soprattutto
"Novembre", dove alcuni (credo) elementi
autobiografici della Galella si fondono con
interpretazioni di situazioni al limite della
normalità, forse con una vena di psicanalisi.
Si tratta di frammenti di esistenze alienate e di
frustrazioni non solo esistenziali ma anche sociali,
più "rappresentate" che "raccontate"( come dice la
stessa autrice).
Il collegamento con l'horror e il nero si nota solo
marginalmente, magari per l'inserimento di qualche
elemento apparentemente sovrannaturale.
Insomma si tratta di soluzioni alternative alla
classica narrativa di genere, sicuramente di non
facile commercializzazione e fruizione.
Comunque intravedo in queste sperimentazioni un
"germe" di originalità che, se coltivato ed
affinato, potrebbe portarla ad un livello superiore
rispetto alla monotona e prevedibile letteratura
nostrana.
Questo il mio augurio e il mio complimento più
sincero.
Infine azzeccatissimo il titolo del libro che mi ha
ricordato un certo Edgar Allan Poe.
E quando si tocca il maestro non posso che
inchinarmi.
Eduardo Vitolo
* * *
Autore:
Stefano Santangelo.
Titolo: Johnny cash - the man in black
Edizioni Il Foglio, 2007
Stefano Santangelo, è nato a La Spezia nel 1960 e
risiede a Piombino (LI). Collabora dal 2001 con Il
Foglio Letterario, con cui ha pubblicato "In viaggio
tra i Dakota", reportage di viaggio negli Stati
Uniti dedicato ai nativi americani; cura una rubrica
dedicata alla storia e alla letteratura di questo
popolo sul "Foglio Magazine" e su "Carmina". Tra i
suoi interessi, la musica country, lo studio
dell'inglese e la storia americana; da diversi anni
partecipa ad una campagna di adozione a distanza
dedicata agli indiani Dakota, cui fa capo
l'associazione Akicita.
Lo ammetto!
Prima di leggere questo libro/autobiografia ( a
quanto pare una delle poche in circolazione in
Italia sul cantautore) non conoscevo minimamente
Johnny Cash sia dal punto di vista squisitamente
musicale che umano.
Finalmente ho rimediato.
Jhonny Cash - The man in black è un resoconto
dettagliato della vita del grande Countryman
Americano scomparso a Nashville il 12 Settembre del
2003.
Nel libro traspare tutta la competenza e la passione
del nostro Stefano non solo per quanto riguarda la
parte storica ma anche quella dei testi delle
canzoni ( tradotte e commentate in italiano
dall'autore).
E' un viaggio bellissimo e avventuroso
nell'esistenza di una delle "grandi voci americane"
con i suoi grandi successi, le rovinose cadute e le
altrettanto perentorie risalite.
Un'anima dalla grande coscienza sociale ( e da una
volontà combattuta tra fede e laicismo) che ha
saputo parlare, attraverso le sue canzoni, di
questioni scottanti come gli Indiani d'America e la
vita degli emarginati nel "Sogno Americano."
Secondo le parole dello stesso Santangelo "…un uomo
che pur amando profondamente l'America, non ha
esitato a denunciarne le storture e le
contraddizioni, pagando a volte anche di persona per
le sue scelte…"
Unica pecca del libro ( secondo il mio modestissimo
parere) una galleria fotografica tutta in bianco e
nero che però nulla toglie ad un libro di grande
spessore professionale.
Chiunque voglia ( come il sottoscritto) scoprire
questa grandissima figura della musica d'oltreoceano
non ha che da ordinare il libro e mettere sul piatto
un bel 33 giri del buon Cash.
Atmosfera e grande pathos assicurato.
Nelle migliori librerie oppure su
www.ilfoglioletterario.it
Eduardo Vitolo
* * *
Titolo:
Per Elisa
Autore: Mangani Azzurra
Editore: Ibiskos Editrice Risolo
Sinossi.
Che cosa sarebbe accaduto se…
La signora Giannini, definitivamente perduta fra i
ricordi del passato ed i rimpianti, continua ancora
a domandarselo. La sua lucidità riemerge
improvvisamente durante la scrittura di una lettera,
abbozzata con le ultime forze mentre giace in una
clinica, gravemente malata e mentalmente instabile;
la lettera è rivolta ad una donna, di cui la signora
ripercorre l'adolescenza e la scomparsa,
confessandole, per la prima volta, i suoi segreti
più intimi.
Una volta terminata la lettera, la donna ripiomba
nel mutismo e nella rassegnazione, consegnandosi
nuovamente a tutti quelli che l'accudiscono,
impietositi dai suoi deliri. L'unico uomo a poter
leggere quelle carte, scioccato dal contenuto,
decide di ignorarle.
Quella lettera, ultimo e dolce grido di aiuto, ed
ultima richiesta di perdono, è stata forse
consolatoria, ma inutile.
Se solo Alessandra fosse ancora viva, sarebbe
diverso; se solo potessero incontrarsi ancora, dopo
trentadue anni dal primo giorno, potrebbero
finalmente spiegarsi e comprendersi. Se solo…
Recensione.
Come diceva il noto cineasta francese Francoise
Truffaut: "il critico (o chi gioca a farlo, come
me…) è colui che rende conto del suo piacere."
Mai citazione fu più appropriata per raccontare il
"piacere" che ho attinto nell'immedesimarmi
completamente nei personaggi creati ad arte dalla
giovane autrice Azzurra Mangani.
Perché nel racconto di Azzurra vita e scrittura si
legano indissolubilmente ( non so fino a che punto
in maniera autobiografica, interrogativo non da
poco) e il lettore non può che fare i conti con uno
sfondo narrativo così forte e denso di passione.
Almeno io ho ritrovato alcuni miei "demoni
personali" nelle lettere scritte dalla Signora
Giannini e credo fermamente che quando una persona ,
confrontandosi con un libro, vi trova qualcosa di sé
nei luoghi o nei personaggi, lo scrittore diventa il
"medium" delle emozioni e dei ricordi più reconditi.
Ruolo svolto egregiamente dall'autrice.
Ammetto che mi ero posto in maniera diversa
soprattutto all'inizio . Leggendo la sinossi il tema
" epistolare" mi lasciava un po' interdetto e
ipercritico.
Tutti (penso) nella nostra esistenza prima o poi
abbiamo affrontato le nostre percezioni più nascoste
e intime attraverso una missiva.
Mettendoci a nudo con un misto di paranoia,
ingenuità e sofferenza.
Lo dico perché, in un periodo particolarmente
"solitario" della mia breve vita, gli unici miei
segni di vita erano, appunto, lettere spedite con
frustrazione e sconforto.
Insomma la cosa mi toccava da vicino.
Azzurra ha raccontato qualcosa di me con il suo
libro. E lo ha fatto con una delicatezza e con una
ricercatezza al limite della perfezione stilistica.
Poche volte mi è capitato un confronto così duro e
liberatorio con un libro.
Tralasciando personaggi e luoghi che vi invito a
scoprire con una lettura personale e approfondita,
c'è una parte che mi ha lasciato esangue, con una
stretta fortissima al petto.
Le pagine in cui la protagonista racconta il
rapporto con la madre prima e dopo la su dipartita e
una serie di situazioni familiari ed esistenziali
sorte immediatamente dopo, è "vita " vera senza
forzature o mistificazioni.
Mi ripeto ( linguisticamente):
chi, come il sottoscritto; ha perso una persona
cara, con cui ha condiviso una serie
incontri/scontri tanto fulminanti quanto vitali,
potrà capire la mia disamina.
Che intensità, che "insopportabile" soggettività
nello stile di Azzurra.
Meraviglioso/terribile perdersi tra ricordi e
fantasia.
E poi una sottile atmosfera di disincantato
godimento interiore, ove la sofferenza è capace di
risvegliarci dal torpore dei sensi.
Infine una azzeccata colonna sonora di artisti e
band dignitose a completare il tutto.
Se non è ispirazione questa…
Consigliato agli amanti delle sensazioni pure.
Eduardo Vitolo
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