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Libri a fumetti
Cinema
Pittura
Miti mutanti 4
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Juliette finisce in carcere per
il peggiore dei reati che si potrebbe imputare ad
una donna. Dopo aver scontato la lunga pena, si
trasferisce a casa della sorella minore Léa che nel
frattempo è diventata a sua volta moglie e madre di
due figlie. Le due donne si sono lasciate quando Léa
era ancora molto piccola e Juliette era già un
medico affermato…tutto questo sempre prima che
Juliette finisse in carcere.
Ora si ritrovano a vivere insieme la quotidianità
della famiglia e l'isolamento che Juliette si è
trascinata con sè fuori dal carcere sta per
terminare…
Questo film celebra le donne e la loro capacità di
trasformare ciò che è stato in ciò che sarà, anche
quando il passato sembra non dare spazio alla
creazione di un futuro fatto di serenità.
I personaggi maschili, che fanno da contorno a
questa opera prima da regista per lo sceneggiatore
Claudel, sono forse troppo banali rispetto a quelli
femminili.
La potenza espressiva degli sguardi e dei silenzi
rimane tutta concentrata nelle donne, persino la
demenza senile della madre di Juliette e Lèa risulta
essere più eloquente di tutte le parole pronunciate
dagli uomini che si catalizzano intorno a Juliette.
La trama gira intorno ad un unico fatto ed i veri
protagonisti rimangono i volti delle due sorelle.
Il film ha toni letterari ed i buongustai
apprezzeranno tutti i personaggi, maschili e
femminili, anche quelli cosiddetti minori. La madre,
le nipoti ed il poliziotto danno ulteriore spessore
drammatico alla pellicola ben scritta e ben diretta.
L'unico punto debole del film è un eccesso di
buonismo che porta ad ignorare quanto la realtà del
reinserimento degli ex-detenuti sia difficile in
qualsiasi contesto.
Questo film distribuito nel 2008 va visto per capire
dove stia andando il cinema francese d'autore che ha
successo di critica e di botteghino.
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