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Miti mutanti 11
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Simone Ziffer:
quando l'arte sonda le parti più intime
dell'essere umano
Il suo nome d'arte è S.fog.
Stiamo parlando di Simone Ziffer, giovane studente
di design della Comunicazione Industriale a Milano,
nato a Camposampiero il 15 luglio 1987. E' uno degli
artisti partecipanti alla collettiva su San
Sebastiano da Pier OpenSpace a Milano. E' la sua
prima esperienza in questo ambito: un'esperienza per
lui positiva e propositiva. Simone nutre una forte
passione per l'arte giocando più che sui colori
sulle ombre che delineano i contorni delle figure.
Iniziamo
con la tua formazione: quando è nata la passione per
l'arte e qual'è stato il tuo percorso formativo?
Sin da piccolo ho sempre amato i libri figurati. Non
riuscivo a smettere di leggerli, ne ho una
collezione. Ho sempre scelto libri con un'immagine
in copertina accattivante, e se devo essere sincero
lo faccio tuttora. Inoltre i miei mi hanno portato
in giro per il mondo, costringendomi sin da piccolo
a visitare musei su musei. Poi, ovviamente,
crescendo inizi ad apprezzare ciò che ti viene
proposto, così ho iniziato ad appassionarmi ed ad
innamorarmi dell'arte, ma sempre in un ruolo
passivo. Il cambio di ruolo invece è avvenuto quando
ho dovuto lambiccarmi il cervello per un regalo. Non
sapendo come risolvere la cosa, mi sono improvvisato
pittore. Pochi minuti dopo mi sono ritrovato in uno
dei classici negozi specializzati: è stato come
entrare nella tana del bianconiglio. Un mondo
meraviglioso si era aperto davanti a me. Così ho
comprato due tele e solamente due colori, il viola
ed il bianco. Con quei due pezzi di arcobaleno sono
riuscito a riempire due stoffe bianche in maniera
molto elementare, ma cariche di significato. Nel
farlo mi sono ritrovato in un sogno. Come quelli che
si fanno ad occhi aperti pensando alla persona
amata, solamente che io vedevo un mondo dove le
nuvole erano tele e l'acqua era dei colori
dell'arcobaleno. Come tutti una volta iniziato a
sognare non si vuole più smettere, quindi sono
ancora qui con gli attrezzi del mestiere sempre a
portata di mano. Quindi in questo mio mondo di sogno
mi lascio ispirare da qualunque cosa mi circondi
continuando a dipingere e modificando il mio stile
sempre da autodidatta. Andando avanti poi col tempo
ho iniziato a comprendere più a fondo l'importanza
delle ombre che definisco ogni figura attorno a noi.
Infatti senza luce non riusciremmo a vedere nulla,
ma con la luce arrivano obbligatoriamente anche le
ombre che nascondono e mettono in mostra lati
nascosti di ogni cosa.
San Sebastiano: l'idea dell'opera come è nata?
Avevo appena saputo dell'opportunità
dell'esposizione al Pier Open Space, che è arrivata
come l'ispirazione. Questo ragazzino, come nelle
rappresentazioni rinascimentali del S. Sebastiano,
che rilassato ma affranto aspetta il suo destino.
Studiando poi la figura storica del santo ho
iniziato a costruire l'idea vera e propria del
quadro.
Visto che S. Sebastiano lancia un messaggio chiaro,
ho fatto in modo che il volto della figura si
staccasse dal classico piano bidimensionale di un
quadro, protendendosi verso l'orecchio
dell'osservatore, come se volesse suggerirtelo quel
messaggio, mantenendo però se stesso in secondo
piano visto che, come ogni essere umano, ha il
proprio io interiore da difendere e proteggere nei
confronti di un mondo che non lo capisce e apprezza.
Così è nata anche l'idea delle pennellate grezze sia
sulla parte esterna, simboleggiando un mondo rude e
diffidente, sia nella parte interna, mostrando uno
scudo e un'armatura che rivelano un animo nobile ed
insicuro. Infine le linee rosse rappresentano le
frecce cariche di passione e sacrificio che
trafiggono il santo immortalandolo come martire.
Qual è la tecnica utilizzata e come si è svolto
il lavoro di produzione?
Una volta focalizzata l'idea e l'immagine del Santo,
sono subito incappato in un problema: come creare i
diversi piani di rappresentazione. Ovviamente la
possibilità di lavorare su una tela era da
escludere, quindi ho dovuto pensare ad un materiale
facilmente intagliabile, che potesse curvarsi a
piacere, ma che dovutamente trattato non si
imbarcasse. Così ho scelto il poliplat, o carton
sandwich. Inizialmente ho tagliato il foglio
superiore, trattato con stucco in modo da renderlo
più rigido, e dare quell'effetto ruvido. Dopo aver
dipinto entrambi i fogli in modo grezzo li ho
appositamente incollati facendo imbarcare il volto
verso l'esterno, e infine attaccato tutto su
un'intelaiatura di legno appositamente costruita.
Qual è il messaggio che l'opera San Sebastiano
esprime?
Questo S. Sebastiano vuole suggerire una
rassegnazione nei confronti del mondo che non riesce
ad accetare, comprendere, ed apprezzare un pensiero
differente, esule dalle convenzioni. Inoltre
manifesta forza nel rimanere fermi nelle proprie
idee ed ideali senza fuggire mai dagli ostacoli che
ci si parano davanti.
E' la tua prima esprienza artistica come
partecipante a una collettiva? Ed è la prima
esperienza come partecipante a una collettiva che si
fonda su un'icona culturale assurta come tale
soprattutto nel mondo omosessuale? Artisticamente
com'è stata questa esperienza?
Sì, è stata la mia prima esperienza espositiva come
artista, ed è stata una sorpresa. Evitando di
parlare delle mie emozioni nell'attesa dell'evento,
posso dire che è stata un'esperienza gratificante e
positiva. Infatti è stata la prima volta che ho
notato come le mie idee possano divergere
drasticamente da quelle di altri artisti, pur sempre
parlando di un santo che ormai è chiaramente
rappresentato nell'immaginario collettivo come ci è
stato tramandato sin dal Rinascimento. Mi sono
quindi ritrovato spiazzato quando sono entrato per
la prima volta nel Pier Open Space con l'esposizione
già allestita. Ho visto di fronte a me
raffigurazioni di santi, nella maggior parte dei
casi, forse molto legati ad una rappresentazione
realista, completamente differente dalla mia. Ma
alla fine da riscontri che ho avuto dal pubblico, e
da molti miei amici (strizzando l'occhiolino), le
impressioni sono state più che soddisfacenti, perciò
sento di essre sulla strada giusta e continuerò
così, cogliendo al volo ogni occasione di esporre
che mi verrà proposta.
Che cosa significa San Sebastiano nel tuo
immaginario artistico e culturale?
Per quanto riguarda il lato artistico del santo, nel
mio immaginario è sempre stato il S. Sebastiano
dipinto dal Mantegna e dal Botticelli. Ovviamente
ormai quando si parla di S. Sebastiano in arte mi
viene subito in mente la mia opera.
Parlando invece come figura culturale, è stato un
santo con una forza d'animo degna di un eroe
classico, che rimanendo fisso nelle proprie idee
lotta contro il mondo, quindi potrebbe essere preso
da esempio da molti giovani, fin troppo
rinunciatari, che non hanno la voglia di mettersi in
gioco per lottare contro un mondo che non concede
nessuno spazio.
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