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Lorenzo Mantovani:
una musica umana e autonomamente cantautorale
Lorenzo Mantovani è un
chitarrista, un compositore, un arrangiatore, un
strumentista di corda. È un artista a tutto tondo
e ama particolarmente generi musicali del tipo
Drum'n'bass, Funk, Hard rock, Pop rock, Rock
psichedelico, Brit pop, Dub, World music, Ambient.
Frequenta l'Accademia di Musica Moderna e segue le
lezioni di Davide Fregni, grande maestro di jazz.
Ma in fondo è un autodidatta e questo determina
una maggiore valenza della sua autonomia poetica.
I suoi riferimenti trovano in lui un compositore
dalla sensibilità umana, dalla tensione estetica e
dalla ricerca tecnica dello stile. Ha collaborato
con il progetto psicantria volto a "far conoscere
i disturbi psichici e il mondo che li avvolge
attraverso strumento-canzone", esperienza
importante e formativa per Lorenzo. Lo abbiamo
intervistato, chiedendo di darci una visione
panoramica complessiva della sua arte, della sua
produzione e della sua personalità.
1. Lorenzo Mantovani chi sei, da dove vieni,
quale è stata la tua formazione artistica?
Un ragazzo di Modena con una forte passione
per il mondo musicale. Da quando ho capito il
desiderio di entrar a far parte di questo universo
ho iniziato lo studio di batteria e chitarra. Da
lì le prime band come batterista e chitarrista, i
primi concerti e la decisione di concentrarsi
sulle sei corde seguita dall'iscrizione al corso
di chitarra rock/pop presso la sede modenese dell'AMM.
Terminato il percorso ho seguito poi alcune
lezioni private per ritornare ad uno studio
autodidatta, come agli inizi.
2. Che genere suoni, se hai un genere preciso,
o possiamo definirti un compositore eclettico?
Domanda difficile. Fin dall'inizio mi sono
sempre (s)concentrato in ambiti molto diversi:
hardrock e pop, funky e deathcore per arrivare al
folk cantautoriale e all'elettronica. L'idea è
esplorare i linguaggi dei diversi generi per poter
comprendere e realizzare un linguaggio unico, una
visione complessiva che richiede molti sforzi ma
ritengo possa esser l'unica a realizzarmi
profondamente.
3. Quali sono i tuoi riferimenti?
Altra domanda difficile.. così come ho sempre
amato suonare diversi generi ho sempre ascoltato
altrettanti stili. Potrei dirti che adoro Mike
Einziger per lo stile con cui utilizza l'effettistica
sulla chitarra elettrica, Bob Brozman per il suo
stile ineguagliabile e la sua umanità, ultimamente
ho scoperto Gotye, un valido autore e
polistrumentista.. ma ci sarebbe da dire molto
altro!
4. "Rialzarsi" ne parli come un tuo brano che
hai sempre tenuto nel cassetto e che tirandolo
fuori quando volevi essere cullato dalle note
…quando hai scritto questo pezzo e cosa significa
per te?
E' stato scritto l'estate di tre anni fa e
imparato a suonare poco più di un anno fa pensando
ad una serie di brani con la chitarra acustica che
tracciassero un percorso di cui appunto rialzarsi
fa parte della fase finale, i brani restanti sono
ancora idee da concretizzare sulla chitarra, da
imparare a suonare. Il significato del pezzo si
trova tutto nel titolo: nell'alzarsi, una volta
ancora.
5. La tua attività con Psicantria, manuale di
psicopatologia cantata: che cosa è e che cosa ne
hai ricavato dal punto di vista artistico e umano?
Il progetto Psicantria (un libro/cd) è nato da
un idea di Gaspare Palmieri, con cui già
collaboravo al suo progetto cantautoriale e
Cristian Grassilli, entrambi attivi sia in ambito
musicale sia in ambito professionale nello
psicomondo come psichiatra e psicoterapeuta: lo
scopo principale è far conoscere i disturbi
psichici e il mondo che li avvolge attraverso
strumento-canzone. Dal punto di vista artistico ha
dato tanto: l'arrangiamento e la registrazione del
cd in compagnia di molti musicisti provenienti
dagli ambiti più diversi e il mettere in pratica
le mie capacità sui diversi generi con chitarra
classica, acustica, elettrica, banjo, mandolino e
dobro. Il mio punto di vista umano vive nello
spirito artistico: che ti insegna a ricercare una
tua identità, che ti insegna come ognuno in quanto
diverso ha qualcosa da dare e da dire, che ti
insegna e ti mostra i tuoi limiti non solo come
difetti da eliminare ma anche come spazi da
colmare grazie alla presenza di altri. Insomma mi
ha dato e continua a dare molto.
Consiglio uno sguardo al sito e alle canzoni su
youtube:
www.psicantria.it
6. Che cosa la musica può esprimere oggi come
oggi nella nostra società della grettezza e
dell'individualismo?
Può esprimere tantissimo credo: coltivare una
passione artistica, non solo musicale, insegna
molte cose. L'arte è ricerca e conoscenza di ciò
che ti precede, è un impegno concreto che richiede
costanza ed un continuo mettersi in discussione
non per mostrarsi meglio degli altri, non per
continua competizione o una fissazione ad essere
primi e sempre primi ma un creare la propria
identità, scoprire cosa si ha da dire, come prima
cosa, per poi imparare come dirlo. La presenza
degli altri è essenziale: molto da dare e molto da
ricevere.
7. Quali sono i tuoi
prossimi passi artistici, sia a livello di
produzione, sia a livello di esibizione?
I concerti e le presentazioni con la
Psicantria continuano, inizierò a breve ad
insegnare in una scuola in provincia di Modena,
con la formazione HumanImprovementProcess stiamo
registrando il primo full lenght che richiederà
ancora svariati mesi e le piccole novità non
mancano mai. Come singolo ho deciso di
concretizzare alcuni pensieri che ho tenuto troppo
a lungo, insomma, 24 ore al giorno continuano ad
esser poche!
8. Perché un giovane, con le difficoltà alte nel
mondo del mercato discografico nostrano, dovrebbe
intraprendere l'attività musicale?
Perché è quello in cui crede, quello che gli da
uno stimolo a fare e fare, l'elemento che smuove
emozioni positive e negative, unicamente per
questo, credo sia abbastanza no?
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