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When Music Attacks:
intervista a Gabriele Carbone
"WhenMusicAttacks si occupa
di organizzare concerti di musica emergente a
Milano". Abbiamo intervistato Gabriele Carbone che
segue l'organizzazione dei concerti. E' importante
sottolineare che "non è un contest, non si stimola
la rivalità, ma un confronto e uno scambio
reciproco di visibilità e pubblico in ascolto e
non propone tribute bands". L'obiettivo di
Gabriele è chiaro:" Vorrei delle serate che
possano dirsi proficue per un'evoluzione delle
situazioni artistiche". Lo abbiamo intervistato
per capire di più la portata e la qualità della
proposta artistica innovativa per il circuito
milanese e non solo.
Seleziona i gruppi, stabilendo un genere musicale
e filo comune per la serata, mette a disposizione
una backline completa e si occupa della
promozione.
1. Com'è nata l'idea di When Music Attacks,
le serate di musica life che si tengono in vari
locali di Milano, tra cui Sacrestia?
L'idea fin dal suo inizio è nata frequentando
le serate scolastiche organizzate dai giornali
studenteschi: l'idea era di proporre eventi
musicali con la partecipazione delle numerose
bands di amici anche al di fuori di queste
occasioni troppo isolate.
2. Perché questo nome è stato dato alle serate:
When Music Attacks?
Il nome riprende una canzone di uno dei miei
gruppi preferiti, i Brian Jonestown Massacre. Il
nome è in qualche modo aggressivo perché è la
situazione musicale milanese a richiederlo: la
musica dal vivo nel 2012 non è ribelle e violenta,
anzi, ma proporla nella città di Milano è come una
sorta di "guerra" in quanto si trova ben poca
disponibilità da parte del pubblico e dei locali.
3. Quale è il target, se ne esiste uno
specifico, a cui si rivolgono le tue serate?
Il pubblico varia: si va dai ragazzi del liceo
fino a espandersi verso gli universitari. Diciamo
che è il pubblico interessato alle bands che
propongano qualcosa di nuovo si forma ai 30 anni,
dopo di che abbiamo soggetti che esprimono
maggiore interesse per il blues, il revival ecc …:
generi, questi, ai quali mi dedico quando si
tratta di formazioni nelle quali percepisco un
interesse poi ad una futura ricerca artistica più
attuale.
4. Hai dipinto una situazione milanese a
livello musicale alquanto critica: ma ci sono
delle speranze di riscatto culturale in questo
ambito?
La speranza nasce dal continuare a fare queste
serate. La conseguenza di questo è che cresce
tutto insieme all'unisono sia la disponibilità
maggiore da parte dei locali, sia lo sviluppo
della musica sia l'attenzione da parte del
pubblico. Si spera certamente che ci siano
occasioni in futuro tali per cui riuscire a creare
qualcosa che prima non c'era, creando, così,
curiosità. Deve esserci una crescita sulla base
dell'idea di fare qualcosa di nuovo. La
progressività è un'esplosione di curiosità.
5. Ogni sera ci sono in media 3 o 4 gruppi che
si esibiscono. Ci sarà una selezione a monte: come
avviene?
Molti gruppi si propongono e chiedono di
partecipare con la sola possibilità di esibirsi
davanti agli amici: il loro nome non si è ancora
imposto ed essi fanno pratica e allo stesso tempo
cercano di farsi un nome iniziando in questo modo.
Ci sono, poi, gruppi con una proposta artistica
più originale e interessante, che magari suscitano
l'attenzione di una stampa specializzata (parlo
sempre e comunque di "stampa" sul web come blogs o
siti quali rockit). L'interesse da parte dei
gruppi per il nostro palco viene garantito
attraverso la risonanza che ogni serata riesce a
suscitare, l'attenzione per i gruppi che si
esibiscono insieme, omogenei dal punto di vista
musicale. In tutto questo viene fatta una proposta
ad altri amici musicisti, se ci sono, di poter
rendersi disponibili per serate prossime.
6. Si parla anche di un festival della musica
dal vivo di band e gruppi emergenti, e meno, di
omogenea qualità artistica e musicale …
È una scommessa che vogliamo fare. L'idea
nasce quasi spontanea e si basa sulla volontà di
mettere a frutto tutto ciò che ho investito finora
in questo campo ed ampliare la visibilità mia e
dei gruppi coinvolti. Cecilia, Max e Giuseppe sono
i ragazzi che si stanno occupando in prima persona
assieme a me di questo progetto: li ho conosciuti
tramite le serate ed è da molto tempo che vivono
il mondo della musica, e i loro gusti coincidono
largamente con i miei. C'è stata, così, una
condivisione di idee su più punti. Loro sono
certamente più esperti e hanno una finalità:
mettere a frutto le proprie possibilità e dedicare
energia ad un'occasione della quale hanno sempre
sentito la mancanza, un vero evento condiviso
dedicato assieme a realtà più conosciute e realtà
emergenti. Il Festival si terrà nella ridente
città di Chiaverano (TO)
7. Nelle serate When Music Attacks di solito
c'è anche il dj?
Non si vuole avere e fare solo la canonica
musica rock. Questo genere ha 50 anni e si è già
imposto. A livello strumentalistico posso dire di
aspirare anche a offrire una musica elettronica in
evoluzione. Posso dire che in alcuni sensi solo
rock ci sta stretto: oggi non ci sono più degli
Zeppeling o degli AC/DC, ma ci sono strumenti con
sfumature diverse. Il rock e la musica dal vivo
devono essere colti nello spirito e nelle idee
fondamentali, non nella ripetizione dello stesso
suono, nell'uso delle stesse parole e gestualità.
Questi gruppi negli anni 60 non hanno avuto
successo perchè utilizzavano quel particolare
timbro o ricorrevano a quella formazione per dare
colore alla melodia: tutto va riportato all'epoca
nel quale essi si esibivano, che era la loro
contemporaneità.
8. Quale è, alla fine, l'obiettivo che ti poni
con queste serate?
Vorrei delle serate che possano dirsi proficue
per un'evoluzione delle situazioni artistiche.
Voglio raggiungere diversi obiettivi corali. Fare
in modo che ci sia la crescita della dignità della
musica dal vivo accompagnata da una crescita
dell'interesse da parte dei locali di ospitare
musica dal vivo. Allo stesso tempo, agendo così,
riesci a staccare dalla ripetizione le persone con
un interesse per la musica ma che attualmente si
ritrovano in pub anonimi a bere una birra
accompagnata solo da una radio generalista. Le
band partecipanti sono interessanti e vengono
selezionate per la loro qualità artistica.
Ovviamente sono consapevoli dei loro limiti. Ma il
tutto genera un circolo virtuoso: sono, per
questo, interessato a scambiare pareri per
stimolare la ricerca musicale. Le band che
partecipano sono molto attive e rimangono in
contatto tra loro, in una competizione positiva e
non contrastante.
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