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Libri a fumetti

CORALINE NEL PAESE DELLE OSCURE VEGLIE
Come trasporre a fumetti una fiaba di desideri e terrore

Articolo di Andrea Cantucci

Cinema

In questo numero presentiamo:
La grande bellezza
di Mario Gardini
Parto con mamma
di Mario Gardini

Insert coin

In questo numero:
Il divertimento, stavolta, è rimanere nell'ombra
"La sensazione di bruciore c'e'..."

Teatro

Il cinismo in chiave tragicomica: ai Filodrammatici di Milano l'ottimo "Luminescienz (La setta)"
di Alessandro Rizzo

Miti mutanti 20

Strisce di Andrea Cantucci

Un artista a Coverciano 6

Strisce di Luca Mori

CORALINE NEL PAESE DELLE OSCURE VEGLIE
Come trasporre a fumetti una fiaba di desideri e terrore

 

Andrea Cantucci

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Neil Gaiman e P. Craig Russell sono due nomi che rappresentano la massima garanzia di qualità e raffinatezza stilistica nell'ambito del fantastico, il massimo che si possa desiderare leggere ed ammirare in questo genere di narrativa. Il primo è uno dei più eclettici scrittori e sceneggiatori inglesi, capace di raccontare le sue storie attraverso ogni possibile media, dalla letteratura al fumetto e dal cinema alla televisione, senza mai rinunciare alla sua forza immaginativa e al suo spessore poetico, anche se qualche volta si è scontrato con la miopia artistica dei produttori esecutivi. Ormai abituato a mietere premi ad ogni sua nuova opera su carta (che si tratti di una serie a fumetti innovativa come "Sandman - Signore dei Sogni", di un grande romanzo come "American Gods" o di un libro illustrato per ragazzi come "I Lupi nel Muro"), nei suoi racconti si fondono elementi mitici e fiabeschi antichi con contesti contemporanei e tematiche prese dalla vita di tutti i giorni.
Il secondo è uno dei più eccezionali e brillanti artisti del fumetto statunitense, che dagli anni '70 a oggi ha illustrato splendidamente ogni sorta di racconti fantasy e fantascientifici, firmando anche degli episodi di serie famose come Batman o Star Wars. Parallelamente, attraverso le sue preziose immagini, ha adattato a fumetti molti capolavori dell'opera lirica, della letteratura e del teatro, dal Flauto Magico di Mozart al ciclo dell'Anello dei Nibelunghi di Wagner, dal libro della Giungla di Kipling alla Salomé e ai racconti di Oscar Wilde. Negli ultimi tempi ha trovato particolarmente congeniale passare ad adattare opere letterarie più recenti, ovvero i racconti e romanzi di Neil Gaiman, con cui evidentemente condivide la passione per un ambito fantastico trattato da entrambi con indiscutibile grazia poetica.
Gaiman e Russell hanno infatti collaborato più volte, a partire dal numero cinquanta di Sandman, ambientato nel mondo de "Le Mille e Una Notte", ma che nel finale anticipava di una decina d'anni i bombardamenti su Baghdad. Il loro sodalizio è proseguito col romanzo a fumetti "Mistero Celeste", tratto da un racconto e dramma radiofonico di Gaiman, su un'indagine investigativa che si svolge in Paradiso, e col primo capitolo del libro "Sandman: Notti Eterne", in cui la Morte è a Venezia per suscitare una riflessione sul tempo, e l'inevitabilità della fine, più ironica e disinvolta rispetto al celebre racconto di Thomas Mann. La loro quinta collaborazione è il libro a fumetti Coraline, che Russell ha tratto dall'omonimo romanzo di Gaiman e che è stato pubblicato nel 2008 dall'editrice HarperCollins, la stessa che nel 2002 ne aveva pubblicato l'edizione in prosa. In attesa della sesta collaborazione tra i due (l'adattamento del romanzo "I Cacciatori di Sogni", con protagonista Sandman), la versione a fumetti di Coraline può essere letta in italiano grazie a Nicola Pesce Editore.
Coraline è una bambina che, avendo traslocato coi genitori in una vecchia casa, si sente un po' fuori posto per la nuova situazione, si lamenta per tutta una serie di insoddisfazioni, soprattutto perché papà e mamma non l'ascoltano e non le danno attenzioni, e quasi senza accorgersene si trova ad esprimere dentro di sé dei desideri che, dopo essersi avverati, si riveleranno non corrispondere per niente a quello che voleva davvero. Coraline infatti attraversa una porta della casa e si ritrova in una realtà speculare quasi uguale alla nostra, con degli "altri genitori" che le cucinano quello che le piace, le forniscono fantastici giocattoli ed assecondano completamente i suoi desideri, un altro mondo che quindi sotto certi aspetti potrebbe apparirle inizialmente migliore, o almeno "molto più interessante", ma che invece risulterà ben presto decisamente molto più inquietante e pauroso.
Non a caso nella versione disegnata da Russell, Coraline somiglia all'Alice dei racconti di Lewis Carroll illustrati da John Tenniel. Anche Gaiman, da buon inglese, dimostra d'aver ben assimilato ogni singolo elemento dei libri del suo compatriota Carroll; mentre Alice seguiva un coniglio dentro una tana fino a giungere ad una porticina, qui sono dei topi a guidare Coraline verso la porta misteriosa. Inoltre anche Coraline, come Alice, incontra un gatto parlante che l'aiuterà, anche per lei in certi momenti è vitale raggiungere la chiave della porta, anche lei prende del the con persone un po' bislacche, che per di più nei fondi di quel the leggono il suo futuro, anche lei si intrattiene con personaggi fantastici, benché più simili a figure spettrali, anche lei a un certo punto passa attraverso uno specchio, pur trovando dietro di esso "uno spazio oscuro" molto più angusto. Ma i significati psicologici ed edipici della storia, sono qui molto più evidenti e chiari rispetto a quanto vissuto, in modo criptico ed enigmatico, tanto da Alice quanto dalla maggior parte dei protagonisti delle fiabe di una volta.
In Coraline infatti, tutto verte esplicitamente attorno ai genitori della bambina ed alle loro controparti negative che vivono nel mondo al di là della porta e sono caratterizzate sinistramente, come tutti gli abitanti di quel luogo, da dei grossi bottoni neri al posto degli occhi, un piccolo dettaglio ma sufficiente a privare i personaggi della loro umanità. Dopo l'entrata in scena di tali falsi genitori, quelli veri scompaiono dal mondo reale e Coraline sembra costretta a dover scegliere se restare sola ma libera, da questa parte della porta, o rifugiarsi dall'altra parte lasciando che i suoi "altri genitori" sostituiscano anche i suoi occhi con dei bottoni, una prospettiva piuttosto agghiacciante che potrebbe rappresentare l'accettazione di una simbolica cecità, nel momento in cui si rinuncia alla propria indipendenza mentale per adeguarsi ai desideri di altri, per esempio dei genitori.
In questo modo Gaiman svela una metafora che, secondo il grande psicologo Bruno Bettelheim, è centrale in moltissime fiabe. Streghe, matrigne e orchi spesso rappresentano proprio un aspetto dei genitori con cui il bambino è o si sente in conflitto. Tutte quelle tensioni, risentimenti e gelosie che minano i rapporti tra genitori e figli, conflitti che non si possono rendere espliciti a livello conscio, poiché il bambino non sarebbe capace né di ammetterli né di affrontarli (e del resto spesso neanche i genitori vogliono minimamente prenderne coscienza), la fiaba deve necessariamente esprimerli in modo mascherato, così che il bambino possa proiettare all'esterno i suoi giudizi negativi e desideri inconsci, senza mettere in discussione prima del tempo le due figure da cui dipende più strettamente.
Infatti il primo spunto da cui Gaiman dice di essere partito per inventare la storia erano i racconti dettatigli da una delle sue figlie, che allora aveva cinque anni, racconti in cui una bambina col suo stesso nome era perseguitata da streghe cattive "travestite con l'aspetto di sua madre", che la rinchiudevano mentre lei cercava di scappare "in cerca della sua vera madre". La piccola aveva espresso un tipico conflitto inconscio verso la madre, che evidentemente, quando le proibiva qualcosa, le dava ordini o la puniva, era vista da lei come sostituita da una "falsa madre cattiva". Poiché non poteva provare ad un livello cosciente quei sentimenti negativi verso la madre, nel suo inconscio avveniva una naturale dissociazione tra due immagini materne: una malvagia, cioè la strega solo mascherata da madre, e una vera e buona, che ai suoi occhi scompariva quando la madre era severa con lei, un tipo di dissociazione che secondo Bettelheim è piuttosto comune in tutti i bambini.
Una volta compreso questo si può capire il motivo per cui, all'uscita del romanzo Coraline, dichiaratamente per ragazzi, molti adulti trovarono il libro troppo inquietante come fiaba, mentre i bambini in generale ne furono entusiasti, trovandolo affascinante ed eccitante senza riserve, poiché rispondeva a delle loro reali esigenze interiori. In effetti, come dice Bettelheim, tutte le vere fiabe sono, e devono essere, piene di elementi paurosi, poiché esprimono velatamente quelle paure che il bambino ha bisogno di affrontare per crescere.
La grande paura espressa dalla storia di Coraline, quella di essere in qualche modo maltrattati, traditi e/o abbandonati dai propri genitori, del resto si ritrova anche in molte fiabe classiche come Pollicino o Hansel e Gretel, così come il desiderio di riconciliarsi con loro, che si verifica immancabilmente con la riunificazione finale. In ogni fiaba è solo fondamentale che i bambini possano identificarsi con l'eroe, che le figure dei genitori "veri" e "buoni", il cui affetto non può mai essere messo in discussione, siano nettamente distinte da quelle dei genitori "falsi" e "cattivi", dalla matrigna e/o dal patrigno della situazione insomma, e che, dopo tutte le traversie del caso, si giunga ad un lieto fine rassicurante, tutte condizioni che in Coraline sono perfettamente soddisfatte.
A quanto pare, che i doppi malvagi qui abbiano quasi lo stesso aspetto dei genitori veri non confonde né crea inquietudini nei più piccoli, visto che per loro una minima differenza come gli occhi finti è sufficiente a distinguerli, ma risulta invece piuttosto terrorizzante per gli adulti. Il fatto è che, mentre i bambini apprezzano la fiaba a livello inconscio e istintivo, senza approfondirne le implicazioni, gli adulti possono capirne fino in fondo il significato a livello cosciente e quindi si trovano ad affrontare, come forse non avevano mai fatto, i loro antichi conflitti irrisolti verso i propri genitori. Inoltre, come ha fatto notare giustamente l'autore, anche l'immagine di una bambina in pericolo evoca negli adulti sentimenti di paura e protezione del tutto diversi da quelli dei bambini, che invece si identificano facilmente con lei e col suo coraggio e perciò non si spaventano. Infatti, fin dall'inizio della storia, quando i vicini anziani e un po' matti tentano di avvertire Coraline che è in pericolo, lei, da buona eroina di una fiaba, non si spaventa, ma anzi trova la cosa eccitante.
Anche nel proseguo della storia, Coraline mantiene sempre il controllo della situazione, non cedendo a lusinghe, rifiutando ciò che non le và a genio e lottando con decisione contro ogni difficoltà che incontra. Riesce quindi a tener testa a tutti gli ambigui e spettrali personaggi della storia, anche quando cercano di tentarla dichiarando di voler esaudire i suoi desideri più infantili e superficiali. Per tutta risposta, la protagonista a un certo punto dirà: "Non desidero qualunque cosa desidero. Nessuno lo fa. Non veramente. Che razza di divertimento ci sarebbe se ottenessi proprio tutto ciò che ho sempre desiderato?"
Coraline risulta così un romanzo che, anche nella versione a fumetti, può essere letto ad almeno due livelli, entrambi altrettanto godibili: come fiaba per ragazzi e come racconto gotico per adulti, benché ovviamente sia privo di efferatezze sanguinarie (il massimo della violenza che vi viene compiuto, dalla protagonista, è strappare i bottoni-occhi dal viso di qualcuno dei "mostri" dell'altro mondo). Tale assenza di violenza splatter probabilmente lo rende un po' meno apprezzabile soltanto per il target adolescenziale maschile, quello che tende ad essere più attratto dagli eccessi truculenti.
Anche i disegni di Craig Russell per la versione a fumetti, si discostano nettamente da quelli ben più spigolosi e cupi realizzati dall'illustratore Dave Mc Kean per la prima versione del libro, che ispirarono vagamente anche la versione animata della storia. Infatti il film a pupazzi animati "Coraline e la Porta Magica", diretto da Henry Selick (autore con Tim Burton anche dei film "Nightmare Before Christmas" e "La Sposa Cadavere"), usa uno stile espressionista inquietante e "sgangherato" molto simile ai disegni di Mc Kean, per di più con sovrabbondanti mostruosità visive, che arricchiscono il racconto sotto l'aspetto più squisitamente tenebroso, sia pure in chiave comico-parodistica stile "Famiglia Adams". Invece tutto nello stile di Russell tende al più accurato realismo magico, alla finezza di esecuzione e alla gradevolezza del tratto, coadiuvato ed assecondato in questo anche dalle sensibili armonie cromatiche curate dall'ottimo colorista Lovern Kindzierski. Per quanto la storia sia sempre in parte gotica, nel fumetto non è quindi disegnata tanto come un horror, ma piuttosto come una fiaba fantasy dalle rassicuranti atmosfere vittoriane.
Nelle scene che potrebbero risultare più drammatiche, cioè nella raffigurazione di certi fantasmi e deformazioni mostruose, Russell ricorre a stilizzazioni dai tratti un po' più umoristici, evitando effetti di reale ripugnanza nel lettore, tanto che qui la presenza tutto sommato più tenebrosa è quella dei ratti, che quando si ammucchiano l'uno sull'altro acquistano la capacità di cantare in coro delle minacciose filastrocche. Perfino una scena tutto sommato non così terribile, come quella in cui il gatto nero amico di Coraline azzanna e uccide uno dei topi, nel film viene mostrata (benché anziché sangue sgorghi dal corpo del ratto della segatura), mentre nel fumetto si svolge fuori campo, a dimostrazione di come si voglia mantenere la storia a livelli tranquillizzanti anche per i più piccoli. Se rimane comunque una certa atmosfera angosciante, questa dipende quindi soprattutto dai contenuti psicologici della storia, una storia di desideri e cambiamento, che porta la protagonista ad affrontare le proprie paure e a superarle per crescere, una trasformazione interiore indispensabile per ogni bambino, ma anche per tutti gli adulti che non sono ancora mai riusciti a compierla veramente.

Titolo: CORALINE
Soggetto originale: Neil Gaiman
Adattamento a fumetti e disegni: P. Craig Russell
Rilegatura: Cartonato con sovraccoperta
Lunghezza: 192 pagine a colori
Prezzo: € 20,00
Editore: Nicola Pesce Editore

 
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