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Libri a fumetti
Cinema
In questo numero
presentiamo:
La grande bellezza
di Mario Gardini
Parto con mamma
di Mario Gardini
Insert coin
In questo numero:
Il divertimento, stavolta, è rimanere nell'ombra
"La sensazione di bruciore c'e'..."
Teatro
Miti mutanti 20
Un artista a
Coverciano 6
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In questo numero segnaliamo...
recensioni a cura di Mario Gardini
La grande bellezza
di Paolo Sorrentino
con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli
2013 - Italia-Francia
Non è La dolce vita di Fellini, ma la ricorda
moltissimo.
Roma è sempre splendida (e splendidamente
fotografata), con i suoi monumenti millenari e i
suoi meravigliosi cortili che assistono, attoniti,
al disfacimento morale e umano dei suoi abitanti.
Come nell'antichità cadde l'impero, distrutto dagli
abusi e dai vizi, così a breve crollerà l'umanità
degradata e degradante descritta da Paolo Sorrentino
nel suo sesto lungometraggio (il quarto insieme allo
straordinario Toni Servillo).
Un'umanità inutile che gira a vuoto sullo sfondo di
un mondo rutilante come il ritmo dei balli
sudamericani con cui tanto finge di divertirsi.
La trama è solo un pretesto.
Gep Gambardella, scrittore di 65 anni con all'attivo
un solo libro di successo scritto in giovane età,
ama organizzare feste in terrazza umiliando i suoi
ospiti, le occasionali compagne di letto e
inseguendo i fantasmi delle poche cose vere
conosciute nella vita, a partire da un primo amore
da poco deceduto.
Lo spessore dei sentimenti è pari a zero.
C'è chi fa da stuoino ad aspiranti attrici e riesuma
D'Annunzio inseguendo improbabili ideali romantici,
c'è chi fa la rivoluzionaria con lo stuolo di
servitù in casa, c'è chi non vuole riconoscere il
malessere negli occhi di un figlio e chi, vedovo
inconsolabile, si consola molto in fretta con una
polacca più giovane.
Il tutto condito da personaggi che sembrano usciti
da un circo equestre e da un dialogo al vetriolo che
strappa un applauso alla sceneggiatura.
Peccato però che tutto questo valga solo per il
primo tempo.
Poi "La grande bellezza" cade negli stereotipi,
cerca facili assoluzioni con aspiranti Madri Teresa,
fenicotteri in migrazione e morti improvvise che non
offrono più occasioni a una tanto agognata felicità.
Forse è proprio per questo che a Cannes non ha
funzionato più di tanto.
Toni Servillo si conferma, come se ce ne fosse
ancora bisogno, il più grande attore italiano del
momento.
Intorno a lui non sfigurano né un Carlo Verdone,
come al solito un po' troppo macchiettistico, né una
coatta Sabrina Ferilli, che si sta avviando a
diventare la Cher del cinema italiano per via di
tutto il botox che ha in faccia.
Bello anche ritrovare, in piccoli cameo, attori come
Giorgio Pasotti, Pamela Villoresi e Isabella Ferrari.
Ma il vero shock del film è Serena Grandi.
L'ex Miranda, 55 anni e senza trucchi speciali, è
forse il più autentico simbolo del disfacimento
della nostra povera Italia.
* * *
PARTO CON MAMMA
di Anne Fletcher
con Barbra Streisand, Seth Rogen, Kathy Najimy
2012 - USA
Dire che sia un capolavoro incompreso, questo no.
Ma che di sicuro questo film si sarebbe meritato un
passaggio sul grande schermo invece di uscire
direttamente in DVD, questo è fuori discussione.
Se non altro perché è il primo film con Barbra
Streisand protagonista dopo ben 16 anni, cioè da
"L'amore ha due facce" (non calcolo le due
apparizioni in "Mi presenti i tuoi?" e "Vi presento
i nostri", che ritengo solo una bieca marchetta
della grande
cantante/attrice/regista/produttrice/musicista
americana).
Questo "Parto con mamma", terribile traduzione
italiana dell'originale "The guilt trip", ovvero "Il
viaggio della colpa", non ha funzionato bene nemmeno
in patria.
Eppure è un film carino e piacevole che consiglio
per una serata all'insegna della leggerezza, se non
altro per ammirare lo straordinario talento di
entrambi gli attori che, da soli, tengono la scena
dall'inizio alla fine.
Andy (Seth Rogen) è il figlio unico di Joyce (Barbra
Streisand), una tipica mamma ebrea molto ansiosa che
lo asfissia con decine di telefonate ogni giorno.
Vivono l'uno dall'altra parte della costa rispetto
all'altra, finché in un suo viaggio per vendere dei
prodotti di pulizia da lui stesso creati, il giovane
non decide di coinvolgere anche l'ingombrante
genitrice.
Infatti, dopo la confessione materna di un grande
amore adolescenziale mai risolto, Andy decide di
portare sua madre dal New Jersey a San Francisco per
rivedere la sua vecchia fiamma.
Si tratta di un viaggio in automobile in cui i due
inizieranno a guardarsi con occhi diversi e i buoni
consigli di mamma trasformeranno Andy in un ottimo
venditore di se stesso mentre Joyce scoprirà che si
può avere ancora una vita da donna e non solo da
mamma.
Il vero limite del film è che, per tutta al durata
dei 95 minuti, non monta.
Durante il viaggio i due protagonisti incontrano
personaggi vari che però rimangono lì, senza creare
situazioni particolarmente divertenti o impattanti
all'interno della sceneggiatura.
Il finale è meno "happy" di quanto si potrebbe
immaginare all'inizio, ma anche molto meno
"americanata" di quanto sarebbe legittimo
aspettarsi.
La Streisand è sempre lei. Nonostante l'età e il
fatto che non canti mezza nota in tutto il film,
basta che muova le sue bellissime mani dalle unghie
affilate per farci innamorare di lei come ai tempi
di "Come eravamo".
Seth Rogen non le sfigura al fianco e si conferma un
buon attore della nuova generazione, in grado di
sfuggire alla facile volgarità dei vari "Molto
incinta" e "Strafumati".
La regista Anne Fletcher, alla quale è andata molto
meglio al botteghino con il "Ricatto d'amore" di
Sandra Bullock, ha perso l'occasione di poter girare
un "road movie" dei sentimenti familiari.
Però ci ha riportato la Streisand sugli schermi e,
solo per questo, le saremo eternamente grati.
E, a proposito di Streisand… a quando finalmente un
film all'altezza del tuo talento, Barbra?
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